Tempo di incontri e di feste tra amici, parenti e colleghi per condividere qualche ora piacevole e scambiarsi gli auguri. Questi “piccoli Natali” non avvengono più solo di sera, ma ci sono molti inviti al mattino o nel tardo pomeriggio per una colazione o una merenda insieme, magari a buffet.
Cosa si può offrire accanto all’immancabile panettone? Abbiamo pensato per i dolci a qualcosa di altrettanto milanese, ma più insolito e con una storia da raccontare. Le ricette le abbiamo copiate da vecchi libri e dai nostri ricordi.
La Barbajada, la “nonna” del mocaccino
Iniziamo con la ricetta di questa bevanda, antenata, forse, del nostro mocaccino.
Ecco la “nostra” barbajada
La sua storia ci riporta tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, quando Domenico Barbaja (o Barbaia), un ragazzo di Rozzano che faceva il cameriere in un bar della attuale via Manzoni, pensò di mescolare della cioccolata calda ad una tazza di caffè, aggiungendo poi del latte fatto schiumare o della panna montata. Fu un successo, tanto che la bevanda divenne famosa col nome di “barbajada” e gustata nei più noti caffè dell’epoca.
Il giovane, di famiglia napoletana, fece, via via, una grande fortuna: non solo divenne il proprietario del bar accanto alla Scala (con appalto per i giochi di azzardo, allora legali), ma anche impresario teatrale, amico e manager di autori come Rossini, Donizetti e Bellini.
Trasferitosi a Napoli, tra le altre sue imprese, fece ricostruire in solo nove mesi, il Teatro San Carlo, distrutto da un incendio. Chapeau!
La Laciada, una crepe Suzette milanese
Questo dolce ha origini antichissime ed è famosa anche per una filastrocca in dialetto dove il termine arcaico “laciada” è sostituito dal più conosciuto “fritada”.
Il genere di “Crapa pelada” è incerto. C’è chi parla di un uomo calvo (nel Ventennio la satira lo riferiva a Mussolini); c’è, invece, chi fa risalire questa filastrocca ad una ragazza, Peppa Muccia, amante del Caravaggio. Si dice che soffrisse di alopecia o che fosse stata rapata dai fratelli per punirla del suo amore peccaminoso.
Comunque sia, la storia parla di un rapporto un po’ difficile con alcuni parenti, come avviene in tante famiglie. La laciada potrebbe addolcire un incontro natalizio con qualche familiare particolare?
Ecco la ricetta tradizionale.
Per non fare crepes o frittatine di lunga preparazione, abbiamo utilizzato del pancake, che abbiamo scaldato nel microonde e farcito con una confettura di pesche mescolata al rum, spolverando poi l’ultimo strato con zucchero a velo. Buonissimo e… molto svelto!
Ci rivediamo tra qualche giorno con altre ricette da raccontare.









