Natale 2022: il lungo viaggio dell’Albero di Natale e del Presepe

Ma è nato prima l’Albero o il Presepe? Ce lo siamo chiesti, davanti a una fetta di panettone, dopo aver addobbato il nostro abete ecologico e fatto il presepe con le statuine arrivate, Natale dopo Natale, nelle nostre vite. In effetti la “rinascita” che ci porta il Natale comincia proprio da loro, dalle statuine che escono, una dopo l’altra, dallo scatolone che le custodisce durante l’anno e dall’albero che, come per magia, sembra rigermogliare in pieno dicembre.

Natale è… l’Albero

I nostri antenati Celti pensavano che un albero reggesse la volta del cielo. Un po’ di allora sembra esserci anche oggi guardando l’albero e la cupola della Galleria.

La storia dell’Albero di Natale viene da lontano. Per propiziare il ritorno delle giornate di luce, si addobbavano, al solstizio d’inverno, alberi con frutti come speranza di prosperità e abbondanza. Anche oggi…

Una leggenda racconta che nel 700 d.C. San Bonifacio, durante un viaggio per evangelizzare la Germania, si imbattè in un gruppo di pagani che, intorno ad una quercia, stavano compiendo un sacrificio umano per propiziare la rinascita della natura e la prosperità. il monaco si fermò, salvò il bambino che stava per essere sacrificato e “insegnò” ad adornare le porte delle case con un ramo di abete, pianta sempreverde con la quale erano costruite le capanne. Diede in questo modo, un valore più intimo e familiare, oltre che collettivo, al rito del solstizio.

 

Ancora oggi ci sono alberi “pubblici” e altri “familiari”. I primi illuminano piazze e sono bellissimi, ma un po’ aristocratici perché quasi sempre in luoghi VIP.

 

Alberi illuminano anche i negozi e i locali per attirare il pubblico e condurlo nel lungo viaggio verso il Natale.

 

La prima “uscita” pubblica in una piazza dell’Albero di Natale sembra sia avvenuta a Tallinn, in Estonia, nel 1441 quando, davanti al Municipio, venne posto un abete intorno al quale i giovani danzavano per trovare l’anima gemella. Ecco l’Albero 2022 davanti al Duomo, luogo di incontro per tutti i milanesi.

 

Gli antichi Romani erano soliti donare un ramo di sempreverde alle Calende di Gennaio come buon auspicio. Anche oggi, come allora, è bello regalare dei fiori come augurio.

Dove facciamo l’Albero nelle nostre case? Prima interior designer natalizia è stata la duchessa di Brieg che, nel 1661, avendo visto un angolo spoglio in uno dei suoi saloni, vi fece porre un abete come complemento d’arredo. Pubblici o privati, tradizionali o creativi, gli Alberi danno sempre colore e aria di festa.

 

Altre due tappe nel “viaggio del tempo” degli Alberi. La Regina Vittoria, col consorte Alberto, fece dell’Albero quasi un simbolo del Natale familiare; Papa Giovanni Paolo II, per primo, fece allestire un Albero, venuto dalla Polonia, in piazza San Pietro.

 

Natale è… il Presepe

Da qualche anno il Presepe sembra essere un po’ in secondo piano rispetto agli Alberi di Natale e ad altre decorazioni più appariscenti. Lo ritroviamo, però, sempre nelle chiese, spesso stilizzato ed elegante, e, pensiamo, nell’intimità di molte case.

 

 

Eppure il Presepe non manca mai di lasciare a bocca aperta i bambini che lo guardano con la stessa meraviglia del “pastore dello stupore”, statuina del Presepe classico che rimane attonito, a braccia spalancate, davanti alla Natività, portando in dono, come dice una leggenda, “solo” la propria capacità di meravigliarsi davanti alla meraviglia del Mistero.

 

Perchè il Presepe mantiene questo fascino, quasi magnetico, anche oggi? Viene dal tempo e affonda le sue radici in antiche storie, come quella di Mitra (nato da una vergine, in una grotta, al solstizio d’Inverno), del Sol Invictus romano che vince le tenebre, e di molte altre mitologie che narravano di un dio bambino, che nasce e, crescendo, fa allungare le ore di luce. Ecco il nostro Gesù Bambino!

 

 

La data ufficiale della nascita del Presepe cristiano viene fatta risalire al 1223 quando San Francesco, pochi giorni prima di Natale, realizzò a Greccio il primo Presepe vivente, senza però il Bambinello, rappresentato dall’Eucarestia celebrata su un altare sopra la mangiatoia.

 

Il Presepe è un villaggio di simboli, quasi un fermo-immagine della Natività. Si ripete in luoghi e tempi diversi; infatti non si riproduce solo un villaggio palestinese di quell’epoca, ma possono fare, via via, la loro comparsa anche personaggi anacronistici per quel periodo.

 

Siamo di fronte ad una storia, al ricordo di un “fatto” che coinvolge tutto il Creato, uomini e animali compresi, uniti attorno alla Sacra Famiglia.

I personaggi classici del Presepe sono pastori (tra cui Gelindo, che porta un agnello sulle spalle, e Benino, che dorme e non si accorge di quanto stia accadendo), pescatori, lavandaie, venditori di cibi, osti… talvolta sembrano quasi uniti in un rito collettivo per propiziare l’abbondanza.

 

In questo villaggio arrivano, alla dodicesima notte, i Re Magi che rappresentano, con le loro razze ed età diverse, tutto il Mondo, una sorta di villaggio globale. Ci manca solo una Regina Maga… chissà se prima o poi..,

 

Anche i luoghi del Presepe sono simbolici: ci sono monti e torrenti, ponti, pozzi, rovine di templi pagani, case, locande e la Grotta, buio del mondo e del cuore umano che cerca la Luce.

Da sempre gli uomini guardano alle stelle per cercare segnali astronomici e astrologici venuti dal Cielo. Altro importante simbolo del Presepe è la Stella, che guida, come un antico Google Map, e indica la strada verso Betlemme.

 

Da quanto tempo abbiamo simboli come l’Albero e il Presepe? Sono storie antiche… Si è fatto tardi, si avvicina mezzanotte! Avvistato Babbo Natale!!!

A tutti un sereno, gioioso e affettuoso

Buon Natale!!!

A presto…

 

 

 

 

Buon Natale 2021

Abbiamo visto questo Presepe al Palazzo delle Scintille, in attesa della terza dose del vaccino. È semplice, tradizionale come quello che si fa in casa con le vecchie statuine che ci hanno tenuto compagnia Natale dopo Natale.

Lo accompagna un pensiero di San Francesco d’Assisi che possiamo sentire ancora più vivo oggi, chiamati ciascuno a fare la propria parte per uscire da questi difficili momenti.

A tutti un affettuoso

A presto…

Aspettando il Natale 2021

Le giornate che “prima delle cinque è già buio”, il freddo pungente, l’attesa di festeggiare il Natale senza la zona rossa dello scorso anno, la maggior consapevolezza della nostra fragilità: Babbo Natale 2021 sta arrivando.

Lo aspettiamo accendendo di luci la città, addobbando le nostre case, cercando i regali per noi e per i nostri cari forse desiderando la conferma che Babbo Natale esiste davvero.

Vi proponiamo qualche immagine di Milano: dalle luci più scintillanti ai divertimenti  e alle riflessioni più intime del Presepe.

Gli alberi che quest’anno ci “offre” la nostra città sono otto, collocati in centro (dove è necessaria la mascherina!) o nelle zone più “in”.

Nelle altre zone vige il “fai da te” di privati o associazioni di quartiere. E talvolta i risultati ci sembrano più caldi e veri.

Il desiderio di acquistare regali ci tenta dalle vetrine più griffate ai mercatini artigianali.

Belle e illuminate sono le piste di pattinaggio dove ci si può anche fermare, magari per gustare una cioccolata calda come in alta montagna.

Non mancano le iniziative culturali: tra queste i “quadri” offerti da Palazzo Marino e dal Museo Diocesano e i concerti benefici tra i quali segnaliamo il tradizionale Concerto di Natale del 21 dicembre al Conservatorio a sostegno del progetto AVSI per la scuola primaria a Kampala.

Se piazza del Duomo diventa quasi il “centro” di frenetiche e laiche corse agli acquisti ecco una nuova iniziativa, assolutamente da non perdere: il Presepe nell’Atrio di Ansperto in Sant’Ambrogio.

Realizzato in legno da due artisti della Val Gardena è suddiviso in gruppi di personaggi stilizzati alti circa due metri.

Al centro c’è la Sacra Famiglia con il Bambino, unica figura dorata, fra Maria e Giuseppe. Richiamata dalla Sua Luce la “gente” accorre, ci sono famiglie, coppie, gruppi di fedeli e i Magi.

Unica figura isolata è un Angelo che sembra indicare la strada non solo ai personaggi del Presepe, ma a tutti noi.

A tutti un luminoso Buon Natale ricco di speranza.

A presto…

 

Riciclando in verde: realizziamo un Kokedama per Natale

Già si accendono le prime luci del Natale 2021, che sembrano insicure nell’ombra del Covid che incombe sulle prossime feste.

Guardiamo sempre verso la luce e la speranza e pensiamo a cosa donare alle persone care per dimostrare la nostra affettuosa vicinanza. Magari può essere un piccolo dono, qualcosa fatto da noi, ricco di significato come un Kokedama, la piantina senza vaso che cresce in un piccolo spazio, anche avaro di luce.

Kokedama significa sfera di muschio ed è un antico metodo giapponese che risale al 1600. E’ nato, secondo la leggenda, dal desiderio di un contadino poverissimo che, non avendo la possibilità di comperare un vaso di coccio, creò con un po’ di terra e di muschio un contenitore dove far crescere delle piantine.
Questa composizione è infatti una piccola palla di terra, rivestita di muschio, dove cresce una piantina. Forse non avrà una vita lunghissima (ma chi lo sa?), ci insegna però ad accettare l’effimero, a vivere e afferrare il presente, sempre, fino in fondo, come ci insegnano le filosofie orientali.

Il Kokedama può essere appeso , creando un sicuro effetto wow, o appoggiato, da solo o vicino ad altri, alla luce non diretta del sole che farebbe asciugare troppo in fretta terra e muschio.

Ecco come si procede per realizzarlo.
Cosa ci serve. Piantina (succulente o piccole erbacee), terra, muschio, acqua, filo di canapa, cotone o juta, forbici, guanti, vassoio o piattino.

Come si fa. Se la piantina è in vaso, rimuoviamo delicatamente il terriccio dalle radici anche immergendole nell’acqua. Le avvolgiamo prima con un po’ di muschio, poi con la terra inumidita, compattandola per farne una sfera. Una volta pronta la palla, la rivestiamo con il muschio umido, in modo da coprirla bene tutta. Applicarlo è semplice, basta premerlo sulla superficie terrosa. Per fissare la composizione usiamo un filo di cotone o spago, lo giriamo più volte intorno alla palla e lo chiudiamo con un nodo. Appoggiamo il Kokedama su un piccolo vassoio decorato oppure lo leghiamo con un filo e lo appendiamo. Eccolo pronto per arredare ogni ambiente.

Come si cura. Per bagnarlo immergiamo la palla di muschio in una ciotola di acqua, dove saltuariamente si può aggiungere anche fertilizzante liquido. Utile di tanto in tanto nebulizzare la composizione … quasi un effetto rugiada.
Qualche consiglio: si può anche iniziare già da ora a preparare le piantine del nostro Kokedama facendo radicare qualche talea scegliendo preferibilmente piante facili che tutti abbiamo nel “nostro giardino in vaso” di casa.

Regalare un piccolo Kokedama a Natale ci sembra un’idea nuova, molto carina ed ecologica: sarà come donare un piccolo scampolo di natura da tenere accanto nell’angolo preferito della nostra casa dove rilassarsi.

Da Francesca un affettuoso …..

a presto…

Canto di Natale 2020 o 2.0? (Parte Seconda – Oggi e… Domani)

Con quale “Spirito” Milano vive oggi il Natale, al tempo del Covid? Una tavola preparata solo per due?

La tradizione milanese fa iniziare il periodo natalizio dalla festa di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre. Si accendono le luminarie per le strade, si addobba la casa, si gusta la prima fetta di panettone, si parla della Prima della Scala.

 

Intorno alla nostra Basilica un tempo c’era la Fiera degli “Oh bej – Oh bej”, piena di gente, colori e profumi, dove si acquistavano qualche regalo e il firun di castagne, un primo assaggio delle Feste.

Ricca di devozione è sempre stata la visita all’Altare d’oro, lampo di luce preziosa nella severità del romanico lombardo. Si va per rendere omaggio alle reliquie del nostro Santo Patrono e ascoltare le parole dell’Arcivescovo alla presenza delle autorità cittadine.

Molto è cambiato, specialmente nello spirito, in questo Natale incerto, tra divieti, permessi e contraddizioni nel tentativo di arginare la pandemia e le sue conseguenze. Nel suo discorso alla città, quest’anno, Monsignor Mario Delpini ha parlato di “smarrimento… di un atteggiamento più incline alla rinuncia che alla speranza, a lasciare la terra incolta che a predisporla alla semina”.

Come per aiutare Milano, in corso XXII Marzo, quasi di fronte alla chiesa di Santa Maria del Suffragio, è stato appena realizzato un murale d’autore in cui Sant’Ambrogio benedice la sua città che ha bisogno di speranza in questi tempi intimoriti e fragili,.

È rappresentato circondato da api che sciamano. Il Santo, che ha il volto di un vero apicoltore del Parco Ticino, sembra dirci che ama e avrà cura ogni giorno delle proprie api, simbolo della Milano attiva e laboriosa. Come non pensare alla sua esortazione:

Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo dalle nostre radici, dal nostro umanesimo lombardo un po’ schivo e un po’ bauscia, fatto di lavoro, aperto alle novità, ma sempre col cor in man. Ancora una volta, in piazza del Duomo, c’è l’Albero del Dono, dove si raccolgono offerte per chi ha bisogno. Milano è ancora viva.

Il 7 dicembre è anche da molti decenni il giorno della Prima della Scala, avvenimento culturale e mondano per eccellenza.

Con teatri, cinema e musei chiusi per la pandemia, la nostra città ha voluto ugualmente onorare la tradizione con una spettacolare antologia dal titolo “A riveder le stelle”. Non è stata un’opera intera, ma assaggi di lirica, danza, recitazione, alta moda, scenografia e tecnologia, senza la presenza del pubblico ma dedicati solo alla platea televisiva.

Innovazione e tradizione convivono in questo Natale 2.0. L’e-commerce affianca gli acquisti nei negozi, le risorse della tecnologia, e la necessità, trasformano in on-line manifestazioni, mercatini e iniziative culturali, tradizionali e solidali. Eccone alcuni.

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Invitati a mantenere il “distanziamento sociale”, siamo orfani del calore della gente, dei quattropassi per la città in festa, del piacere di guardare e scegliere (o anche solo guardare).

Questo Avvento ci mette più che mai di fronte alla culla vuota che attende la nuova nascita, al bisogno di una stella che ci indichi la strada, alla ricerca, interiore e scientifica, per rivedere la luce.

Se il Presepe rimane un simbolo più intimo e privato, è l’Albero il protagonista di questo Natale a Milano.

Infatti nel progetto “Il Natale degli Alberi, Natale si dirama casa dopo casa” questo simbolo tradizionale si veste, grazie anche a diversi sponsor, di nuovi significati, di LED, di decorazioni sempre più sostenibili e a tema.

https://www.yesmilano.it/natale-degli-alberi

Questi Alberi sono diffusi per la città, ma non si può non notare come quelli più importanti e dedicati si trovino quasi tutti in Centro e nelle zone o luoghi di prestigio.

Questi, soprattutto quelli del Centro, sono illuminati come gli anni scorsi, con edifici e vetrine ricchi di addobbi che ci spingono a partecipare alla grande “giostra” delle Festività.

E i quartieri dove vive la maggior parte della gente? Spesso sono spenti e solo alcuni balconi, negozi e esercizi della ristorazione illuminano con coraggio qua e là le strade buie.

Da dove può ripartire Milano? Da qualche vetrina dove la luce riesce ad uscire anche se imprigionata dalla saracinesca abbassata, da qualche casa come questa che riesce a portare il cielo al suo interno.

Ancora di più, quest’anno, dobbiamo avere la forza e la speranza di ripartire da ciascuno di noi e da noi insieme.

A volte bastano una stella luminosa, un filo di luce, qualche candela accesa, una vecchia sedia dipinta d’oro per dare un tocco di atmosfera e illuminare il nostro Natale magari con un sorriso in più.

Come sarà il Natale futuro? Ancora non lo sappiamo, dipende da tutti noi. Siamo certi, però, che Albero e Presepe ci saranno anche domani e ci aspetteranno sempre a braccia aperte!

Buon Natale a tutti!!!

A presto…

Canto di Natale 2020 o 2.0? (Parte Prima – Ieri)

Come sarà il Natale 2020? Ogni giorno, come in uno strano Calendario dell’Avvento, si apre una finestrella con un nuovo divieto o permesso per le prossime festività. Noi, intanto, mascherati, quasi per non farci riconoscere e contagiare da quel piccolo mostro a puntini rossi, cerchiamo di proteggere il Natale. E così fa anche lui.

Costretti a stare a distanza, ricorriamo sempre più alla tecnologia e alle sue tante opportunità. Ecco, ad esempio, due eventi importanti da vivere e rivivere in streaming sotto l’Albero di casa nostra.

https://www.yesmilano.it/calendario-avvento-2020

https://www.raiplay.it/programmi/arivederlestelle?wt_mc=2.social.tw.raiplay_arivederlestelle.&wt

Sarà un Natale 2.0? Certamente per molti di noi sarà diverso, un cambiamento di certe tradizioni, una pausa in attesa del ritorno della Luce.

In questo momento di confronto e riflessione, come non pensare allo Spirito del Natale Passato, a quelli del Presente e del Futuro descritti nel libro di Charles Dickens “A Christmas Carol”? (A proposito, il protagonista, Ebenezer Scrooge, ha ispirato il personaggio di Paperon de’ Paperoni, alias Scrooge McDuck).

Chi volesse ascoltarne alcuni passi e vedere una serie di tavole illustrative a cura del Teatro dell’Elfo, può collegarsi gratuitamente dalle ore 18 dell’11 dicembre fino al 31 dicembre al sito http://www.elfo.org

Abbiamo raccolto, pensando allo Spirito del Passato, alcune immagini di vecchi biglietti d’auguri che rappresentano diversi momenti del viaggio verso Natale. Sono poi così diversi da quelli di oggi?
Iniziamo con i simboli più classici: il Presepe e l’Albero.

Anche un tempo la casa si faceva bella per le festività con gli addobbi e i regali per tutti.

Le vetrine e i mercatini anche allora invitavano a comperare.

La corsa per gli acquisti non è sicuramente una novità.

Questo cestino conteneva forse la spesa a domicilio? In effetti ha il colore dei pacchi di Amazon.

Guardiamo questa vecchia immagine di epoca vittoriana, forse uno dei primi biglietti di auguri. Ha lo sfondo rosa (il rosso arriverà molto tempo dopo con la Coca-Cola) e rappresenta una bella tavolata che brinda, compresa la bimba in primo piano che si beve un goccetto. Ai lati non vengono dimenticati i meno fortunati con il dono di coperte e cibo.

Canti e cori risuonavano per le strade. A proposito, nei biglietti di auguri c’era sempre la neve… chissà che freddo! Per ora, invece, possiamo solo sentirli in steaming nel caldo delle nostre case.

Piste di pattinaggio e slittini per ora sono da rimandare; Babbo Natale, però, ha una deroga a vita per scivolare dai camini.

Due fidanzatini rubavano qualche attimo a distanza; magari già allora abitavano in due Comuni diversi?

E Babbo Natale? La slitta è da sempre la sua preferita, ma è un tipo che si aggiorna e qualche volta ha preso anche il treno per portare i doni,

Eccolo! Sta arrivando a tutta velocità in monopattino verso la Milano di Oggi.

A presto…

Natale 2019: torna la grande Magia

Sono briciole di tempo i giorni che mancano a Natale, dolci uvette succose in una bella fetta di panettone.

Mille corse, ogni giorno, tutti i giorni, tra impegni quotidiani, acquisti e saluti per augurare, si spera con cuore sincero, Buon Natale ad amici e parenti. Siamo come piccoli aiutanti di Babbo Natale e con lui cerchiamo di far tornare ogni anno la Magia.

Anche quest’anno siamo saliti consapevolmente, ma quasi senza accorgerci, sulla straordinaria giostra natalizia ricca di suoni, luci e colori.

L’atmosfera natalizia si è diffusa per la città: le luminarie fanno scendere il cielo sopra di noi e le stelle sembrano più vicine.

Anche i nostri Navigli e la Darsena fanno festa con giochi d’acqua e di luce e con una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Nelle vie dello shopping le vetrine addobbate e sempre illuminate sono un invito ad entrare… o solo a guardare.

I mercatini “finta montagna” e quelli solidali ci offrono idee per gli ultimi pensierini o per regali più importanti.

Milano, o per lo meno in certe zone, diventa quasi una strenna: piazze, strade, palazzi si vestono a festa con pennellate di luci e colori.

Se il Natale rappresenta la tradizione, come non iniziare da piazza Duomo, con il gigantesco albero innovativo e tecnologico curato da Esselunga?

È un albero urbi et orbi che raccoglie le radici di tutti; dedicato alla nostra città è quasi una nuova guglia luminosa.

Quest’albero è come un invito, ci si può anche entrare… In fondo al supermercato ci andiamo tutti, e chi vuole può  anche donare i “punti” accumulati per acquisti solidali.

Intorno un girotondo di alberi veri, quasi una risposta alla classica domanda: vero o artificiale?

Un tempo nelle case, accanto all’albero, c’era sempre il Presepe, con le statuine improbabili, il cielo di carta, i batuffoli di cotone come neve. Poi è passato un po’ di moda o è diventato più elegante, ma sempre pieno di significato e di poesia.

Quest’anno c’è un grandioso ritorno del Presepe. Le vetrine della Rinascente sono dedicate a quello napoletano più classico.

Il palazzo è una gigantesca scatola luminosa e il portico è un tripudio di luci, una cattedrale degli acquisti.

Anche Palazzo Marino ospita un Presepe d’autore che è possibile visitare fino al 6 gennaio.

In questa Natività napoletana del Settecento la “grotta” si trova all’aperto tra le rovine di un tempio pagano; è la città, però, coi suoi mille mestieri che entra con forza nel Presepe, diventandone di fatto la protagonista, rendendo nel contempo “attuale” la Sacra Rappresentazione.

A Porta Romana, una delle zone più tradizionali di Milano, è stato organizzato dalla parrocchia di Sant’Andrea, “El Bambinel”, un Presepe vivente nel cuore del quartiere.

Con immagini molto suggestive il Presepe entra nella città e la città entra nel Presepe.

Le “statuine” e gli spettatori hanno condiviso, nonostante la pioggia, lo spirito del Natale e l’amore per Milano, facendo rivivere vecchie immagini, antichi mestieri, sapori e profumi delle nostre tradizioni.

Oggi l’immagine del Bambinello è stata un po’ sostituita da quella di Babbo Natale che porta i doni; anche lui, comunque, invita i bambini -e anche noi?- ad un esame di coscienza, magari un po’ interessato, ma ricco di buoni propositi.

Alcuni amici ci hanno detto che Babbo Natale è una fake, che non esiste e che è una trovata della Coca Cola, ma noi siamo sempre riusciti ad avvistarlo ogni anno.

Certamente deve andare molto in fretta per arrivare ovunque senza dissolversi per il calore della sua velocità.

Forse fa il salto nell’iperspazio e ci auguriamo che la Morte Nera non riesca mai a vincere sul Natale.

Le “Guerre Stellari” sono il tema delle luminarie artistiche davanti al cinema Odeon, per l’uscita dell’ultimo film della saga, dell’eterna lotta tra Luce e Tenebre.

Babbo Natale, per difendere la Luce, ha radunato tante truppe che corrono in suo aiuto e ha molti aiutanti fidati sparsi nella città e anche nelle nostre case.

Forse i regali che ci porterà presto ce li dimenticheremo, ma cosa importa… I ricordi durano per sempre e la magia del Natale torna ogni anno in ciascuno di noi.

Buon Natale!!!

A presto…

Natale in jazz

Anche quest’anno il Conservatorio “Giuseppe Verdi” offre alla città un concerto di musiche e canti per festeggiare l’arrivo del Natale.

Sarà un “Natale in jazz” che ci ha fatto ricordare un insolito affresco lombardo della prima metà del Seicento in cui gli angeli suonano strumenti diversi, quasi un’orchestra celeste.

Chissà se il pittore ha voluto insinuare che ciascuno di noi possa suonare con gli altri, con strumenti diversi, per partecipare e contribuire all’armonia del Creato?

Il concerto, ad ingresso gratuito, sarà seguito da un brindisi augurale.

Come sempre a questa serata sarà presente la Fondazione AVSI per promuovere un’iniziativa di cultura e sviluppo in un’area dell’Amazzonia.

Spesso, quando si parla di Amazzonia, si pensa solo agli incendi e alla scomparsa, in mezzo secolo, di una foresta grande come due volte la Germania.

Questo grido di allarme ambientale lo sentiamo, però, nella consapevolezza che parte dell’ecosistema è ancora vitale e può essere una grande risorsa per chi ci vive e per tutti noi.

Il cuore amazzonico può e deve essere curato e una piccola dose della terapia è quella che viene praticata nella scuola agricola “Rainha dos Apostolos”, a nord di Manaus, sostenuta dall’AVSI.

Qui gruppi di ragazzi studiano e lavorano, applicando tecniche per coltivare il territorio in modo produttivo e responsabile.

Viene seguita la rotazione delle coltivazioni, come in un mandala green che fornisce cibo e conoscenza, nutrimento e cultura rispettando l’ambiente.

Arrivederci giovedì 19 dicembre, ore 20.30, per

“Natale in Jazz”.

Programma:  http://www.consmilano.it/it/concerto-di-natale-2019

A presto

Il panettone: ieri, oggi e domani

Non c’è Natale senza scambiarsi gli auguri davanti ad una fetta di panettone.

Una prima novità nel calendario di eventi che ci porteranno alle Feste è stata la bella mostra-mercato che si è tenuta a fine novembre al Museo dei Navigli di via San Marco.

Immagini dei Navigli di una volta facevano da cornice ad artigiani, provenienti da varie regioni, che hanno offerto assaggi della loro golosa produzione.

Niente faceva più Milano di questo evento natalizio: Navigli e panettone!

Abbiamo scoperto che quest’anno si celebrano i cento anni del panettone Motta. Iniziamo così i nostri passipermilano  verso il Natale raccontando una bella storia milanese di oltre un secolo fa: “Angelo Motta, l’uomo che fece crescere il panettone”.

C’era una volta un bimbetto nato a Gessate nel 1890 in una modesta famiglia. Dopo la terza elementare era andato a bottega da un fornaio di Treviglio e a soli dieci anni venne a Milano per lavorare in un panificio.

Chi può sapere cosa sia passato nella mente di quel bambino che lavorava come un grande nelle notti piene di nebbia e di freddo della nostra città?

Era in gamba e di lì a pochi anni diventò capo-pasticciere in un bel bar di Milano; la prima guerra mondiale, però, lo chiamò sul Piave e sull’Isonzo, in mezzo a notti ancora peggiori, fatte di fuoco e di morte.

Angelo era uno di quegli uomini che sanno ricominciare. Tornato a Milano comperò una attrezzatura di seconda mano da un fornaio e, anche con l’aiuto dei piccoli risparmi di mamma Rosa, di lì a poco aprì un negozio in via della Chiusa.

In questa pasticceria, nel 1919, nacque il panettone alto e soffice come lo conosciamo oggi. Creato al tempo degli Sforza era, prima, un pane dolce, ricco, ma basso e poco lievitato.

Angelo migliorò gli ingredienti e inventò quel maxi-pirottino che fa crescere l’impasto verso l’alto, quasi un pasticcino per giganti golosi.

Ci mise la firma e la grande M di Motta divenne il logo che conosciamo, quasi un omaggio a Milano e al suo Duomo.

Gli affari andavano bene. Furono aperti altri negozi e, infine, negli anni Trenta, anche lo storico stabilimento di viale Corsica, che fece diventare il panettone un prodotto di largo consumo, il dolce di Natale.

Negli anni Cinquanta venivano sfornati quintali di panettoni e di altri prodotti, dando lavoro a tante persone.

Nel frattempo era nata la concorrenza con Gioacchino Alemagna, anche lui prima garzone di fornaio, poi imprenditore.

I due bei negozi di piazza Duomo, Motta e Alemagna, quasi si fronteggiavano e si contendevano i clienti, come in un Derby fatto di dolci cose buone.

Ancora oggi possiamo fermarci, come un tempo, allo storico caffè Motta in Galleria…

La réclame attenta e innovativa della Motta fece crescere consumi e produzione, portando il panettone sulle tavole natalizie degli italiani.

Angelo Motta morì per un infarto nel 1957, dopo una vita di lavoro, fatta di capacità, apertura al nuovo e generosità. Aveva, tra l’altro, istituito anche un premio “Bontà – Notte di Natale”, come riconoscimento per quelle persone comuni che avevano fatto del bene agli altri.

Il mondo stava cambiando e nel 1978 si spensero i forni di viale Corsica. Lo stabilimento venne demolito per costruire palazzi e giardini; rimane una piccola “fetta” dell’edificio che ora ospita lo Spazio WOW dedicato al fumetto d’autore.

Il dolce profumo che usciva dallo stabilimento è “arrivato” anche in altre regioni e tanti giovani pasticcieri continuano la tradizione del panettone innovandola coi gusti della propria terra, cercando di stupire con i diversi sapori, con un’idea che catturi l’attimo del cliente.

Il panettone resta oggi, come era ieri e come sarà domani, il dolce che fa Natale; in ogni sua fetta c’è anche un pezzetto di storia milanese accanto all’Albero e al Presepe.

A presto…

Concerto di Natale al Conservatorio

Il Conservatorio “Giuseppe Verdi” invita Milano al tradizionale Concerto di Natale che avrà luogo venerdì 21 dicembre alle ore 20.30 (via Conservatorio 12 – ingresso libero).

Nella Sala Verdi risuoneranno musiche di Giovanni Gabrieli e di Johan Sebastian Bach e sarà un altro momento per festeggiare il Natale 2018.

A questa serata sarà presente, come di consueto, l’AVSI, associazione no-profit che si dedica alla cura della popolazione siriana che vive tra guerre, miserie e malattie. C’è bisogno di speranza per continuare a vivere e gli ospedali che l’AVSI sostiene sono luoghi dove si può curare il corpo… ma non solo.

https://www.avsi.org/it/news/2018/10/29/tende-avsi-siria-tra-luce-e-fango/1642/

Sono stati realizzati piccoli oggetti che saranno messi in vendita come in uno scambio di doni e di auguri tra persone lontane che non si conoscono, ma che condividono lo stesso forte bisogno di Bene.

Sarà una serata-evento molto speciale… non manchiamo!

A presto…