Itinerario nel verde contemporaneo di CityLife e Porta Nuova

Dopo il lungo lockdown e fra le tante incognite dell’autunno che verrà, rilassiamoci facendo quattropassi nel verde d’autore di CityLife e di Porta Nuova, tra i grattacieli diventati simboli della nostra città.

In queste due zone nate e ricreate su aree dismesse (Fiera e Varesine), lo sguardo va verso l’alto: palazzi di vetro e acciaio, grattacieli, monoliti che potrebbero sembrare avulsi dall’ambiente circostante. E’ proprio così?

A Porta Nuova, in piazza Gae Aulenti, la torre Unicredit  ci fa pensare quasi ad una guglia del Duomo, con le loro piazze dove si riuniscono tanti milanesi di oggi.

Scendendo verso il Bosco Verticale, facciamo la “passeggiata” Luigi Veronelli (si chiama proprio così!) per raggiungere la Biblioteca degli Alberi (BAM), che quest’anno offre qualcosa di nuovo e di più.

Facendo quattropassi per Porta Nuova, ci rendiamo conto di come questo spazio verde unisca tra loro diverse anime di Milano: c’è la zona degli edifici prestigiosi, quella delle case di ringhiera, gli spazi dedicati alla cultura, al lavoro, allo svago e, questa estate, persino alle vacanze in pieno sole con sdraio e ombrelloni.

Questo verde, aperto a tutti, è uno “spazio comune” che ospita una vegetazione proveniente da tutte le parti del mondo.

Il verde crea scorci inattesi in questa zona di Milano che è già futuro. Ecco i salici che offrono riparo in un abbraccio protettivo, o i piccoli specchi d’acqua tra i grattacieli che riflettono la bellezza delle ninfee accanto a quella dell’architettura creata dall’uomo.

Perchè, ci siamo chiesti, non fare anche qui qualche giorno di vacanza metropolitana? Possiamo goderci il sole al Lido a Km 0 della Biblioteca degli Alberi o passeggiare tra architettura, svago e shopping a CityLife.

Prendiamo la metropolitana lilla alla Stazione Garibaldi e scendiamo alla fermata Tre Torri. Subito ci troviamo in mezzo a tre imponenti monoliti, il Dritto, lo Storto e il Curvo.

Come la guglia di Porta Nuova, così queste torri non sono così lontane dalla storia della nostra città. In questa bella immagine da piazza del Duomo possiamo vedere passato, presente e futuro. Il Dritto, l'”oggi”, sullo sfondo, sembra rispondere all’antica Torre Civica; tra loro una serie di gru sono intente a disegnare il futuro.

Ai piedi dei tre giganti ci hanno colpito i prati pieni di fiori e abbiamo pensato come anche queste grandi torri siano ancorate alla terra e si rivolgano al cielo azzurro. La nostra città ha solide radici e ali per volare.

A CityLife, a fianco delle torri, tra i palazzi, simili  a navi da crociera, di Zaha Hadid e quelli più spigolosi di Libeskind, troviamo sinuosi collegamenti verdi, prati che invitano a giocare o a riposare, alberi ancora in crescita con tante panchine tutte da godere.

Seduti sui prati,  gustando, magari, un cestino gourmet dei locali della zona e lasciandoci percorrere dall’energia di vita,  possiamo rigenerare mente e corpo , prima di riprendere le nostre giornate.

A presto…

I giardini delle donne: spazi verdi con sfumature rosa

Non sono molte le strade di Milano dedicate alle donne. E i monumenti? Nemmeno uno, se si escludono diverse statue femminili allegoriche. Da qualche tempo, però, alcuni giardini hanno il nome di donne celebri. Andiamo a fare quattropassi dove il rosa  sfuma nel verde.

Due tra “i giardini delle donne” sono grandi e di più vecchia data: la Guastalla (ne parleremo tra qualche settimana) e il Ravizza; altri sono invece spazi più nuovi dove il verde si è conquistato piccole aree trascurate o qualche angolo tra le case o vicino a edifici storici.

Le donne a cui sono state dedicate queste memorie verdi e vive hanno avuto storie diverse: c’è chi ha dato la vita per il proprio impegno, come Lea Garofalo e Anna Politkovskaja, o chi ha lasciato un segno nell’arte e nella cultura.

Così possiamo passeggiare nel giardino Camilla Cederna, accanto all’Università Statale di via Festa del Perdono e goderci un po’ di verde alle spalle di via Larga tra la Ca’ Granda e la bella chiesa di San Nazaro, in un angolo ricco di storia e di fascino un po’ bohemienne.

Ad una grande giornalista, Oriana Fallaci, è dedicato un bel giardino in via Quadronno con diversi spazi gioco  e qui, perché no?, possiamo fermarci a rileggere qualche intensa pagina della scrittrice.

Quasi a prolungarne il verde, su questo giardino si affacciano bei palazzi d’autore, con i loro terrazzini ricchi di vegetazione, quasi precursori del pluripremiato Bosco Verticale.

Un altro giardino in rosa è quello dedicato a Renata Tebaldi, di fronte alla chiesa di Santa Maria Segreta. È un giardino tranquillo dove si può sostare un momento dopo aver fatto visita all’Angelo meteorologo della chiesa o essere andati a vedere il vicino Villino Maria Luisa, tutto oro e azzurro.

In queste giornate calde, possiamo cercare un po’ d’ombra anche al Parco Ravizza, un’ isola verde vicino alla Bocconi, che offre tanto spazio a chi vuole stendersi al sole o riposare all’ombra, magari per studiare.

Fu realizzato all’inizio del secolo scorso, in una zona agricola in via di urbanizzazione; frequentato in ogni stagione, anche da chi fa jogging, è ricco di spazi verdi, di aree gioco e di recinti per gli amici a quattro zampe.

È conosciuto come “il Ravizza”, al maschile, ma è dedicato a una donna straordinaria: Alessandrina Ravizza. Chi era questa donna grassoccia e un po’ dimessa, con una grande fronte spaziosa che era l’immagine della sua mente e del suo cuore grandi e aperti?

Era nata in Russia, nel 1846, da madre tedesca e da padre italiano, un patriota esule dopo le guerre napoleoniche. Cresciuta in un ambiente cosmopolita, conosceva ben otto lingue.

Giunta a Milano per accompagnare la sorella che doveva studiare al Conservatorio, sposò l’ingegnere Giuseppe Ravizza, del quale portò sempre il cognome, ed entrò in contatto con alcune donne, fra cui Anna Kuliscioff, in prima linea per l’emancipazione femminile e l’impegno sociale.

Il “suo” parco è un po’ come l’opera della Ravizza. Alessandrina, infatti,  fece crescere, come dice Ada Negri, una “foresta spessa e viva” di istituzioni che contribuirono a fare grande Milano, sia pure negli anni difficili a cavallo dei due secoli.

Alessandrina Ravizza seminò e curò le radici di molti “alberi”: le Cucine Economiche, la Casa di Lavoro per Disoccupati, l’Ospedale Sifiloiatrico per madri e bambini ammalati. Promosse inoltre corsi di formazione professionale e diede vita all’Università Popolare di Milano.

Per la Ravizza erano fondamentali la solidarietà e la cultura per raggiungere un reale progresso sociale senza il rischio di solo assistenzialismo. E questi sono i valori della Milano più autentica, validi ancora oggi.

Passeggiando per questo bel parco milanese, senza barriere e generoso di zone di sole e di ombre come la vita, e di una vegetazione ricca e diversa, abbiamo pensato al rosa intenso di Alessandrina Ravizza che non “processò mai la vita, ma la difese e la incoraggiò in ogni singola manifestazione” (Ada Negri).

Qui il verde si è davvero tinto di rosa.

A presto…