Riciclando in verde: ad Orticola per la Festa della Mamma

Anche se il cielo non prometteva niente di buono, mi sono avventurata tra le bancarelle di Orticola alla ricerca di fiori per le composizioni da preparare per la Festa della Mamma.

 

Le date sembrano fatte apposta: la mostra-mercato di fiori più bella di Milano è aperta dall’ 11 al 14 maggio, guarda caso proprio in tempo per regalare qualcosa di fiorito alle mamme di qualsiasi età.

 

Giro tra i banchi: c’è veramente di tutto! Dai fiori per fare belle composizioni ad altri che sono bellissimi anche da soli.

 

Quale scegliere tra questi fiori? Quasi quasi mi dispiace “cogliere” un vaso nei tappeti fioriti.

 

E se questa fosse una pianta carnivora? Meglio di no… preferisco puntare su fiori “normali” e ambientarli in un modo originale…

 

Guardo tra le bancarelle sempre più indecisa, colpita dai mille colori e forme dei fiori…

 

Il cielo si sta oscurando sempre di più e dalle gocce si passa all’acquazzone. Meglio ripararsi prima di tornare a casa in fretta…

 

Ecco un’idea che senz’altro piacerà a tutte le mamme, anche alla mia. Perchè non venite domenica 14 maggio ad Orticola per regalarci qualche bella ora insieme tra i fiori? Scoprirete anche che i cuori possono essere verdi!

 

Un abbraccio affettuoso dalla vostra Francesca!

A presto…

Riciclando in verde: una pianta facile facile, il Sedum palmeri

Oggi parliamo di una pianta facile facile, dalla generosa fioritura, adatta anche ai pollici più neri: il Sedum palmeri.

 

E’ una succulenta sempreverde che cresce in piccoli vasi come in spazi più grandi, facilissima da curare (anzi fa quasi tutto da sola), fiorisce da fine inverno a piena estate e, come se non bastasse, è anche decorativa da sola o insieme ad altre piante.

 

Originaria delle montagne messicane è molto resistente anche se vi dimenticate per un po’ di bagnarla. Non si sviluppa molto in altezza ma si allarga se trova spazio o, se posta in un vaso, diventa ricadente, quasi una cascata verde.

 

Le foglie sono carnose e formano piccole rose verdi. Durante la stagione fredda i bordi si colorano di rosso. Anche se siamo in pieno inverno, però le nostre piantine si preparano a fiorire con accenni di piccoli grappoli.

 

I fiorellini, infatti, a forma di stelline gialle, si aprono su tanti grappolini che riescono a dare pennellate di colore ai nostri balconi. Aspettiamo solo qualche settimana… Per ora guardiamoli in questa composizione della primavera scorsa.

 

Il Sedum palmeri vive bene all’aperto; in casa i rametti si allungano e si assottigliano rischiando di spezzarsi. E’ una pianta così generosa, però, che a volte stacco qualche rosetta e con una tazzina un po’ sbreccata, una vecchia caffettiera e un po’ di terra, creo un angolino verde in cucina o su un tavolino.

 

Si riproduce con facilità: staccate un rametto o una rosetta col suo piccolo gambo e mettetelo direttamente in terra… cresceranno presto rigogliosi. Un consiglio: se avete una vicina o un’amica che hanno vasi di questa piantina un po’ cenerentola e poco considerata dai vivaisti, fatevi regalare una talea. Potrete poi ringraziare donando una piccola composizione fatta da voi con questa piantina.

 

A proposito di composizioni: ho utilizzato varie specie di Sedum palmeri; ecco alcune creazioni. Vi piacciono?

 

Se siete interessati a come realizzarle, contattatemi pure!

Un abbraccio a tutto green dalla vostra Francesca!

A presto…

Riciclando in verde: Un fior fiore di Fuori Salone

Il Fuori Salone 2022 è stato veramente bello e ricco di creatività. Uno dei fil rouge è stato cogliere la presenza di fiori veri o interpretati in diversi materiali da designer.

 

Infatti, girando per le diverse esposizioni, mi ha molto colpito come in vari allestimenti ci fossero tanti fiori, quasi la Natura volesse esporre anche lei le proprie creazioni.

 

Così ho pensato di dedicare un articolo di “Riciclando in verde” al “fior fiore” del Fuori Salone. Ovunque siate mettetevi comodi e guardiamo insieme queste immagini.

 

Anche la Natura ha voluto un suo “portale” ricco di profumo.

 

Siamo a Palazzo Clerici, dove ci ha accolto un tripudio di mille fiori a colori.

 

Ecco qualche immagine dell’ Orto Botanico e del bosco di Boeri alla Darsena.

Poco più in là, il ponte “Ada Merini” é diventato un gazebo che si affaccia sul naviglio con un velo di verde per fare ombra.

 

Fiori e piante “arredano” anche i soffitti delle nostre case. Vanno molto, infatti le piante “appese”. Forse c’è qualche problema per la loro cura, ma l’effetto è assicurato anche negli spazi piccoli.

 

E questi, non sembrano fiori di mare?

 

La natura fa taglie grandi e piccole, dalla XS alle XXXL ….

 

Per coltivare piante in modo sempre più sostenibile, si possono interrare vasi fatti con i gusci d’uovo … Cresceranno piante e fiori più rigogliosi?

 

Infine entriamo in un mondo di fantasia …. Un affettuoso arrivederci da Francesca.

A presto…

Buon mese di Maggio con un bouquet di mughetti

Ciao sono Francesca! Inizia oggi il mese di Maggio, tempo di fiori, di tradizioni e di feste. Ho trovato questa bella storia del mughetto. La riporto con infiniti auguri di pace, salute e prosperità da parte mia e da Passipermilano.

“LA LEGGENDA DEL MUGHETTO                  

Il  Mughetto è considerato sinonimo di felicità che ritorna e di portafortuna. Secondo la leggenda San Leonardo dovette combattere contro il demonio con sembianze di diavolo. Egli vinse, ma il combattimento fu difficile e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini. In Francia durante la festa del primo maggio si offre per buon augurio.

STORIA DEL MUGHETTO E DEL 1° GIORNO DI MAGGIO

Il primo maggio del 1561, Carlo IX introdusse la tradizione d’offrire un rametto di mughetto come porta fortuna. Tradizione ancora più antica, e del tutto pagana, era poi il celebrare l’arrivo della primavera offrendo tre rami di mughetto alla persona amata, agli amici, ed alle donne come segno d’amicizia. Nei tempi antichi poi questa era la data in cui i naviganti uscivano in mare. Per i Celtici, il 1° maggio era poi l’inizio della prima metà del loro anno. Nel Medio Evo col 1° maggio iniziava il mese dei fidanzamenti. Nel Rinascimento, il mughetto era un amuleto portafortuna associato alla celebrazione del Primo Maggio. Tenere in grande considerazione il primo giorno di Maggio dunque risale ad ancor prima che diventasse la festa del lavoro e dei lavoratori. Dal 1889 infine il 1° maggio è stato universalmente conosciuto come il Giorno della Festa del Lavoro. Il primo maggio del 1895, al cantante Mayol fu presentato un mughetto dalla sua amica Jenny Cook, e quella sera lo mise all’occhiello al posto della tradizionale camelia. Nel 1900, il primo maggio, il capo delle sartine offrì ai suoi clienti e lavoratori dei mughetti. Da allora la tradizione di associare mughetto, 1° maggio e Festa del Lavoro si è estesa in diversi paesi occidentali, ma resta diffusissima soprattutto in Francia e nei paesi francofoni.

PERCHE’ IL MUGHETTO?

Perché è sinonimo di ritorno della felicità e di portafortuna. Trasmette un messaggio d’amore perché fiorisce all’inizio della primavera e l’atto di cercarlo nelle foreste ombreggiate è un’opportunità per le prime passeggiate dell’anno per i boschi ed all’aperto.”

A presto…

Raccogliamo tulipani in due angoli d’Olanda vicini a Milano

Voglia di verde e di fiori? Se siete alla ricerca di qualche “parco” speciale dove si possano anche cogliere tulipani, è meglio affrettarsi e prenotare la visita a uno di questi due angoli d’Olanda “u-pick” vicini a Milano:
“Tulipani Italiani”- via Luraghi (di fronte al Centro) – Arese
“Garden Steflor”- via Pio La Torre 9 – Vimodrone

Abbiamo recentemente visitato il campo di Arese, dove si può passeggiare tra i filari di tulipani, raccogliere quelli che più ci piacciono e camminare in libertà. In quasi due ettari di terreno sono presenti circa 470.000 fiori, pronti ad accogliere gli appassionati della natura e della fotografia.

Ricorda un angolo di Olanda il garden di Vimodrone, a pochi passi dalla metropolitana. Diverse sono le varietà di tulipani presenti, un’esplosione di colori vivaci che sembrano aspettare un safari fotografico.

Poter raccogliere direttamente con le proprie mani i fiori è un piacere unico così come l’essere a contatto con la terra e la natura.

A noi piace molto “scavare”… e abbiamo raccolto, oltre ai tulipani, anche qualche curiosità legata a questi fiori.
I tulipani sono originari della Persia e la loro storia più antica è legata alla cultura mediorientale. “TULLBAND” è il loro nome che significa turbante, di cui ricorda la forma, e simboleggia l’amore. I petali venivano sparsi negli harem ai piedi della fanciulla prescelta dal sultano per la notte.

Una leggenda racconta che siano nati dalle lacrime e dal sangue di una ragazza che aveva attraversato a piedi il deserto per rivedere ancora una volta l’amato che se ne era andato in cerca di fortuna.

A metà ‘500 l’ambasciatore fiammingo nell’Impero Ottomano mandò alcuni bulbi in Europa. In meno di un secolo divennero uno status symbol tanto che i nobili e i ricchi mercanti sembravano letteralmente impazzire per questi fiori. Così Jan Brueghel il Giovane rappresenta il delirio di quei tempi.

I bulbi erano così preziosi da poter rappresentare la dote di una agiata fanciulla, in quanto anche uno solo valeva come tanti capi di bestiame. Sembra, addirittura, che il termine Borsa derivi dal nome del mercante fiammingo Van der Buerse, nel cui palazzo avvenivano le contrattazioni per questi bulbi.

E se volessimo coltivare questo fiore che fece impazzire il mondo sul nostro balcone? Niente di più facile e duraturo. Tra ottobre e dicembre si devono interrare i bulbi con la punta in su in una miscela di terra e sabbia; noi, però, abbiamo usato terriccio universale comune. Devono essere piantati alla profondità e alla distanza di 10 centimetri.

Lasciamoli all’aperto, bagnandoli pochissimo, e aspettiamo la primavera. Quando spunteranno i primi germogli, aumentiamo l’annaffiatura e, tra marzo e aprile, fioriranno sui nostri balconi.

Quando saranno sfioriti, togliamo i bulbi dalla terra e dopo averli un po’ ripuliti, facciamoli asciugare e mettiamoli in un sacchetto di carta o in una cassetta di sabbia fino al momento di ripiantarli nella prossima stagione. Più riciclo di così!

I colori dei tulipani sono molto diversi e possiamo sceglierli al momento di acquistare i bulbi. Rossi e gialli controllano la negatività e perciò si possono mettere vicino alla porta d’ingresso o a una finestra; bianchi purificano l’energia; se siamo alla ricerca dell’anima gemella preferiamo l’arancione; se cerchiamo il potere scegliamo il viola.

Infine ecco alcune idee per goderci i tulipani durante le nostre giornate o per donarli a qualche amica… impazzirà di gioia.

A presto…

Riciclando in verde: realizziamo un Kokedama per Natale

Già si accendono le prime luci del Natale 2021, che sembrano insicure nell’ombra del Covid che incombe sulle prossime feste.

Guardiamo sempre verso la luce e la speranza e pensiamo a cosa donare alle persone care per dimostrare la nostra affettuosa vicinanza. Magari può essere un piccolo dono, qualcosa fatto da noi, ricco di significato come un Kokedama, la piantina senza vaso che cresce in un piccolo spazio, anche avaro di luce.

Kokedama significa sfera di muschio ed è un antico metodo giapponese che risale al 1600. E’ nato, secondo la leggenda, dal desiderio di un contadino poverissimo che, non avendo la possibilità di comperare un vaso di coccio, creò con un po’ di terra e di muschio un contenitore dove far crescere delle piantine.
Questa composizione è infatti una piccola palla di terra, rivestita di muschio, dove cresce una piantina. Forse non avrà una vita lunghissima (ma chi lo sa?), ci insegna però ad accettare l’effimero, a vivere e afferrare il presente, sempre, fino in fondo, come ci insegnano le filosofie orientali.

Il Kokedama può essere appeso , creando un sicuro effetto wow, o appoggiato, da solo o vicino ad altri, alla luce non diretta del sole che farebbe asciugare troppo in fretta terra e muschio.

Ecco come si procede per realizzarlo.
Cosa ci serve. Piantina (succulente o piccole erbacee), terra, muschio, acqua, filo di canapa, cotone o juta, forbici, guanti, vassoio o piattino.

Come si fa. Se la piantina è in vaso, rimuoviamo delicatamente il terriccio dalle radici anche immergendole nell’acqua. Le avvolgiamo prima con un po’ di muschio, poi con la terra inumidita, compattandola per farne una sfera. Una volta pronta la palla, la rivestiamo con il muschio umido, in modo da coprirla bene tutta. Applicarlo è semplice, basta premerlo sulla superficie terrosa. Per fissare la composizione usiamo un filo di cotone o spago, lo giriamo più volte intorno alla palla e lo chiudiamo con un nodo. Appoggiamo il Kokedama su un piccolo vassoio decorato oppure lo leghiamo con un filo e lo appendiamo. Eccolo pronto per arredare ogni ambiente.

Come si cura. Per bagnarlo immergiamo la palla di muschio in una ciotola di acqua, dove saltuariamente si può aggiungere anche fertilizzante liquido. Utile di tanto in tanto nebulizzare la composizione … quasi un effetto rugiada.
Qualche consiglio: si può anche iniziare già da ora a preparare le piantine del nostro Kokedama facendo radicare qualche talea scegliendo preferibilmente piante facili che tutti abbiamo nel “nostro giardino in vaso” di casa.

Regalare un piccolo Kokedama a Natale ci sembra un’idea nuova, molto carina ed ecologica: sarà come donare un piccolo scampolo di natura da tenere accanto nell’angolo preferito della nostra casa dove rilassarsi.

Da Francesca un affettuoso …..

a presto…

Riciclando in verde: passeggiando per Orticola

Ed eccomi a raccontarvi un po’ di Orticola, che quest’anno ha avuto come sfondo un caldo colore settembrino (e qualche acquazzone) anziché il tenero verde di primavera.

Passeggiando tra i banchi di vivaisti e oggettistica green ai Giardini Montanelli, ho colto qua e là alcune immagini che raccontano la ricchezza e la varietà del mondo vegetale.

Spazio è stato dato anche alle varietà degli alberi da frutto in una girandola di specie diverse.

Ho anche assaggiato una leccornia vegana: il caviale di agrumi… è veramente buono e la sua pianta si può coltivare sul balcone di casa!

In questa edizione di Orticola, fiori e frutti sono andati a braccetto col riciclo. Guardate come molti oggetti “superati” sono stati reinterpretati e utilizzati con fantasia e creatività.
Quante idee mi stanno venendo…

Infine mi hanno colpito due piante in particolare: la rosa di Gerico e la Tillandsia con la quale si possono fare composizioni di grande effetto. Ci sto lavorando …

A presto…

Riciclando in verde: l'”Infiorata” di via Spiga

Da qualche giorno, passeggiando per la nostra città, stavo osservando come i balconi delle case, in questo periodo, siano ricchi di verde ma non di fiori.

Mentre pensavo al perchè (il lockdown ci ha fatto perdere forse anche la voglia di colore?), ho visto la notizia della “Semina e Infiorata di via della Spiga”. Me la potevo forse perdere e non condividerla con voi?

L’iniziativa, che si è tenuta lo scorso weekend, è stata promossa da una società immobiliare per “rilanciare” questa via del lusso con la ristrutturazione di alcuni palazzi storici e la “semina” di nuove attività.

Un tappeto di petali, lungo un centinaio di metri, suddiviso in tredici quadri, ha ricoperto parte di via Spiga. Realizzato dai maestri fiorai di Noto vuole dare un segnale di ottimismo e di ripartenza alla via e alla nostra città.

L'”Infiorata”, nata a Roma nel Seicento era stata “inventata” da due maestri fiorai, Benedetto e Pietro Drei, per la festa dei Santi Pietro e Paolo. I due artisti avevano creato ai piedi della scalinata della Basilica di San Pietro, dei mosaici unendo petali di colori diversi, vere opere d’arte la cui “tecnica” si diffuse poi in varie parti d’Italia. Anche Milano, in questi giorni, ha voluto la sua Infiorata.

Per realizzare i “quadri” di via Spiga, sono stati utilizzati ben 200.000 fiori tra garofani, gerbere e rose. Gli argomenti sono stati vari e legati a diverse attività, dalla moda al calcio, dalla cucina stellata all’editoria…

Un omaggio è stato riservato alla nostra Carla Fracci. Le sue scarpe da ballo sono il simbolo del duro lavoro, dell’impegno, del sacrificio, della costante dedizione necessari a trasformare l’abilità in arte e bellezza indimenticabili.

Forza Milano! Diamoci da fare e ripartiamo!

A presto…

Riciclando in verde: parliamo di ikebana

Per il nostro consueto appuntamento, prendiamo spunto dal giardino zen di piazza Piola e parliamo di ikebana, l’antica arte giapponese praticata in origine da nobili e monaci come offerta votiva e come forma di meditazione e di riflessione contemplativa.

Ikebana propriamente significa fiore (bana) che vive (ike) e dietro quest’arte è sottesa la filosofia orientale che porta l’uomo a recuperare un armonico rapporto con se stesso e la Natura. Più green di così!
Nel corso del tempo, l’ikebana ha dato luogo a diversi stili.

Oggi, specialmente in Occidente, si privilegia la creatività, l’uso di materiali vari e di elementi vegetali legati, se possibile, al ciclo delle stagioni.
Nelle composizioni, che richiamano l’idea di un triangolo, c’è sempre un elemento più alto che rappresenta il Cielo a cui tende quello intermedio, l’Uomo. Alla base, più in basso, c’è l’elemento Terra, generalmente posto davanti agli altri due.

Ne nasce una composizione asimmetrica, spesso con un elemento allungato che sembra “uscirne”, fatta di vuoto e di pieno, che dà l’idea di movimento, di dinamismo e di divenire.

Si possono usare rami, foglie, fiori, ognuno con un preciso significato. Il bambù, ad esempio, rappresenta la prosperità: ecco perché, per le festività di fine anno, troviamo composizioni con questo vegetale. Perché, con poca spesa, non tenerne in casa uno tutto l’anno?

Cosa occorre per realizzare una composizione? Tanto e poco. Infatti sono pochi i materiali richiesti: un ramo spoglio o con boccioli, foglie, qualche fiore, tutti ovviamente da tagliare ad altezze diverse per rappresentare cielo, uomo e terra.

Occorrono poi un paio di forbici, un supporto per mantenere la verticalità delle piante (va bene anche un po’ di spugna per fioristi oppure un pezzetto di rete per polli; i professionisti usano il kenzan), acqua, terra, un po’ di muschio come copertura. Infine serve un contenitore basso o un vaso a scelta.

E’ necessario veramente poco … e al tempo stesso moltissimo: nella composizione quello che conta davvero è mettere in gioco i nostri pensieri, concentrandoci solo su ciò che stiamo realizzando, lasciare spazio alla nostra creatività con il desiderio di partecipare e di rendere grazie all’armonia e alla bellezza del Creato.

 

A presto…

 

Riciclando in verde: i libri sono semi ….

La Biblioteca Sormani dedica uno spazio pieno di luce e di piante a libri sulle tematiche del verde e della sostenibilità.

E’ un angolo tutto green dove, insieme ad un libro preso in prestito, verrà donata una bustina di semi, i “semi di gioia”, per far germogliare nuovi pensieri.

I libri sono semi che fanno crescere in noi idee, storie, sentimenti, riflessioni … Ecco come ho pensato di “legare” piante e libri in una realizzazione che lascerà sbalorditi (anche se non troppo difficile).
Occorreranno:
– un libro letto, riletto, non germogliato, comprato su una bancarella per salvarlo dal macero
– colla vinilica, taglierino, righello, pennello, vaschetta di plastica più bassa del libro
– un po’ di argilla e di terra
– piccole piantine grasse o altre dall’apparato radicale ridotto
– una siringa per innaffiare

Procediamo passo a passo.
Incolliamo i bordi esterni del libro sui tre lati (escluso ovviamente la copertina) per farli diventare compatti (vedi foto). Un piccolo consiglio: facciamo molta attenzione alla pagina iniziale perché sarà quella che si vedrà a lavoro finito.
Prendiamo la misura della vaschetta e “centriamola” sulle pagine del libro lasciando un piccolo bordo intorno (vedi foto). Aiutandoci con un righello, incidiamo con il taglierino tutte le pagine poco alla volta.

Prepariamo la vaschetta portafiori: facciamo un piccolo strato di argilla e ricopriamolo di terra.
Mettiamo a dimora le piantine secondo il nostro gusto e l’effetto che si vuol ottenere.
Infine inseriamo la vaschetta nel libro e sistemiamo la pagina iniziale perchè sia bella da vedere (si può aggiungere del muschio per nascondere i bordi).
La composizione va bagnata ogni tanto con una siringa per evitare ristagni o muffe.

Vi è piaciuta? Se volete possiamo incontrarci il 15 maggio al mercatino degli hobbisti a Cologno Monzese.
Vi aspetto per far crescere qualcosa insieme.

A presto…