Ma è nato prima l’Albero o il Presepe? Ce lo siamo chiesti, davanti a una fetta di panettone, dopo aver addobbato il nostro abete ecologico e fatto il presepe con le statuine arrivate, Natale dopo Natale, nelle nostre vite. In effetti la “rinascita” che ci porta il Natale comincia proprio da loro, dalle statuine che escono, una dopo l’altra, dallo scatolone che le custodisce durante l’anno e dall’albero che, come per magia, sembra rigermogliare in pieno dicembre.
Natale è… l’Albero
I nostri antenati Celti pensavano che un albero reggesse la volta del cielo. Un po’ di allora sembra esserci anche oggi guardando l’albero e la cupola della Galleria.
La storia dell’Albero di Natale viene da lontano. Per propiziare il ritorno delle giornate di luce, si addobbavano, al solstizio d’inverno, alberi con frutti come speranza di prosperità e abbondanza. Anche oggi…
Una leggenda racconta che nel 700 d.C. San Bonifacio, durante un viaggio per evangelizzare la Germania, si imbattè in un gruppo di pagani che, intorno ad una quercia, stavano compiendo un sacrificio umano per propiziare la rinascita della natura e la prosperità. il monaco si fermò, salvò il bambino che stava per essere sacrificato e “insegnò” ad adornare le porte delle case con un ramo di abete, pianta sempreverde con la quale erano costruite le capanne. Diede in questo modo, un valore più intimo e familiare, oltre che collettivo, al rito del solstizio.
Ancora oggi ci sono alberi “pubblici” e altri “familiari”. I primi illuminano piazze e sono bellissimi, ma un po’ aristocratici perché quasi sempre in luoghi VIP.
Alberi illuminano anche i negozi e i locali per attirare il pubblico e condurlo nel lungo viaggio verso il Natale.
La prima “uscita” pubblica in una piazza dell’Albero di Natale sembra sia avvenuta a Tallinn, in Estonia, nel 1441 quando, davanti al Municipio, venne posto un abete intorno al quale i giovani danzavano per trovare l’anima gemella. Ecco l’Albero 2022 davanti al Duomo, luogo di incontro per tutti i milanesi.
Gli antichi Romani erano soliti donare un ramo di sempreverde alle Calende di Gennaio come buon auspicio. Anche oggi, come allora, è bello regalare dei fiori come augurio.
Dove facciamo l’Albero nelle nostre case? Prima interior designer natalizia è stata la duchessa di Brieg che, nel 1661, avendo visto un angolo spoglio in uno dei suoi saloni, vi fece porre un abete come complemento d’arredo. Pubblici o privati, tradizionali o creativi, gli Alberi danno sempre colore e aria di festa.
Altre due tappe nel “viaggio del tempo” degli Alberi. La Regina Vittoria, col consorte Alberto, fece dell’Albero quasi un simbolo del Natale familiare; Papa Giovanni Paolo II, per primo, fece allestire un Albero, venuto dalla Polonia, in piazza San Pietro.
Natale è… il Presepe
Da qualche anno il Presepe sembra essere un po’ in secondo piano rispetto agli Alberi di Natale e ad altre decorazioni più appariscenti. Lo ritroviamo, però, sempre nelle chiese, spesso stilizzato ed elegante, e, pensiamo, nell’intimità di molte case.
Eppure il Presepe non manca mai di lasciare a bocca aperta i bambini che lo guardano con la stessa meraviglia del “pastore dello stupore”, statuina del Presepe classico che rimane attonito, a braccia spalancate, davanti alla Natività, portando in dono, come dice una leggenda, “solo” la propria capacità di meravigliarsi davanti alla meraviglia del Mistero.
Perchè il Presepe mantiene questo fascino, quasi magnetico, anche oggi? Viene dal tempo e affonda le sue radici in antiche storie, come quella di Mitra (nato da una vergine, in una grotta, al solstizio d’Inverno), del Sol Invictus romano che vince le tenebre, e di molte altre mitologie che narravano di un dio bambino, che nasce e, crescendo, fa allungare le ore di luce. Ecco il nostro Gesù Bambino!
La data ufficiale della nascita del Presepe cristiano viene fatta risalire al 1223 quando San Francesco, pochi giorni prima di Natale, realizzò a Greccio il primo Presepe vivente, senza però il Bambinello, rappresentato dall’Eucarestia celebrata su un altare sopra la mangiatoia.
Il Presepe è un villaggio di simboli, quasi un fermo-immagine della Natività. Si ripete in luoghi e tempi diversi; infatti non si riproduce solo un villaggio palestinese di quell’epoca, ma possono fare, via via, la loro comparsa anche personaggi anacronistici per quel periodo.
Siamo di fronte ad una storia, al ricordo di un “fatto” che coinvolge tutto il Creato, uomini e animali compresi, uniti attorno alla Sacra Famiglia.
I personaggi classici del Presepe sono pastori (tra cui Gelindo, che porta un agnello sulle spalle, e Benino, che dorme e non si accorge di quanto stia accadendo), pescatori, lavandaie, venditori di cibi, osti… talvolta sembrano quasi uniti in un rito collettivo per propiziare l’abbondanza.
In questo villaggio arrivano, alla dodicesima notte, i Re Magi che rappresentano, con le loro razze ed età diverse, tutto il Mondo, una sorta di villaggio globale. Ci manca solo una Regina Maga… chissà se prima o poi..,
Anche i luoghi del Presepe sono simbolici: ci sono monti e torrenti, ponti, pozzi, rovine di templi pagani, case, locande e la Grotta, buio del mondo e del cuore umano che cerca la Luce.
Da sempre gli uomini guardano alle stelle per cercare segnali astronomici e astrologici venuti dal Cielo. Altro importante simbolo del Presepe è la Stella, che guida, come un antico Google Map, e indica la strada verso Betlemme.
Da quanto tempo abbiamo simboli come l’Albero e il Presepe? Sono storie antiche… Si è fatto tardi, si avvicina mezzanotte! Avvistato Babbo Natale!!!
A tutti un sereno, gioioso e affettuoso
Buon Natale!!!