Una splendida sorpresa: la chiesa di San Michele sul Dosso con la Vergine delle Rocce

Storia, arte, cultura e fede, tutte autenticamente milanesi, sono custodite nella chiesa di San Michele sul Dosso, che ora fa parte dell’Istituto delle Suore Orsoline di San Carlo, in via Lanzone, vicino alla Basilica di Sant’Ambrogio.

Questo Istituto è uno scrigno dove la Storia fa capolino quasi con elegante nonchalance. Uno scampolo di antiche mura protegge colorati giochi per bambini della scuola materna.

Portici secolari dal Quattrocento in poi (c’è anche la mano del Bramante!) sono la quinta di un cortile dove, durante l’anno scolastico, si sentono giovani voci dall’infanzia all’adolescenza, si tengono eventi dedicati alla mente e allo spirito, si vive quotidianamente la fede.

In una piccola sala d’attesa ci accoglie una pregevole scultura rinascimentale di Madonna con Bambino, forse dei Maestri Campionesi, ritrovata lungo il Naviglio che scorreva in via De Amicis.

Altri preziosi dipinti, che uniscono arte e fede, sono esposti alle pareti delle diverse sale.

Infine sotto il portico, ecco l’ingresso della piccola chiesa di San Michele sul Dosso, così chiamata perchè costruita vicino al terrapieno delle mura comunali.

La chiesa, all’esterno, ha un aspetto semplice, con un finestrone a mezzaluna sopra il portone del Cinquecento e un piccolo campanile che appena si vede. Un tempo la chiesa doveva essere molto importante; antichi “storici” come Galvano Fiamma e Giovanni Pietro Puricelli la dicono fondata da Sant’Ambrogio stesso e sede dell’incoronazione di alcuni re medievali.

Accanto alla chiesa, una targa ci racconta che in questo isolato visse per qualche anno Francesco Petrarca, ospite dei Visconti, che avrebbe desiderato riposare per sempre nella Basilica di Sant’Ambrogio. Un altro like d’autore per la nostra città!

L’interno della piccola chiesa medievale venne rifatto nel Cinquecento secondo lo stile armonioso del Bramante; fu poi ampliato con l’aggiunta di una grande sala per il coro alla quale si deve l’attuale pianta a T, con la vecchia chiesa diventata il transetto di quella nuova. Un grande dipinto sopra il coro raffigura la Beata Vergine. Posto di fronte all’ingresso dal portico, invita a entrare come fossimo attesi ed accolti.

Sul bellissimo coro ligneo sono raffigurate immagini sacre… ma sono presenti anche i segni delle fucilate austriache sparate durante le Cinque Giornate contro il convento, che aveva appoggiato l’insurrezione fornendo materiale per le barricate. Un monito lasciato volutamente per ricordare la lotta per la Libertà da parte di tutti i milanesi.

Il semplice altare è come protetto da un affresco e di fronte al vecchio ingresso, sempre chiuso, una grande balconata a più livelli lascia immaginare le tante preghiere recitate in questo luogo.

Su una parete uno splendido dipinto del Quattrocento rappresenta la chiesa di San Michele affidata alla protezione della Vergine col Bambino e dei Santi Michele e Benedetto. In primo piano sono raffigurati alcuni benefattori, tra cui una donna con un antico rosario.

Infine la sorpresa più grande: la “Vergine delle Rocce”!!! Questo dipinto su tela di lino è custodito dalle Suore Orsoline dopo lunghi e complessi passaggi di proprietà, attenti studi e accurati restauri.

Viene attribuito a Francesco Melzi, il discepolo che accompagnò Leonardo in Francia, diventandone poi il principale erede.

Francesco Melzi

opera del Melzi

Durante il soggiorno ad Amboise si pensa che il Melzi abbia lavorato su alcune opere iniziate dal Maestro, colpito da una parziale paralisi. Dopo la morte di Leonardo (2 maggio 1519), il Melzi tornò a Milano portando con sè importanti carte e disegni del Maestro.

Leonardo amò molto la nostra città e vorremmo pensare che questa “Vergine”, così simile a quella dipinta a Milano ed esposta ora al Louvre, sia tornata a casa.

Per ora viviamo l’incanto e la suggestione che ci trasmette quest’opera, senza raccontare altro. Ne parleremo ancora, perchè abbiamo scoperto che la Vergine delle Rocce ci aspetta in una zona periferica di Milano

Buona Pasqua a tutti, con l’augurio di tante belle “sorprese” dalla vita!

 

A presto…

 

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