Natale 2019: torna la grande Magia

Sono briciole di tempo i giorni che mancano a Natale, dolci uvette succose in una bella fetta di panettone.

Mille corse, ogni giorno, tutti i giorni, tra impegni quotidiani, acquisti e saluti per augurare, si spera con cuore sincero, Buon Natale ad amici e parenti. Siamo come piccoli aiutanti di Babbo Natale e con lui cerchiamo di far tornare ogni anno la Magia.

Anche quest’anno siamo saliti consapevolmente, ma quasi senza accorgerci, sulla straordinaria giostra natalizia ricca di suoni, luci e colori.

L’atmosfera natalizia si è diffusa per la città: le luminarie fanno scendere il cielo sopra di noi e le stelle sembrano più vicine.

Anche i nostri Navigli e la Darsena fanno festa con giochi d’acqua e di luce e con una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Nelle vie dello shopping le vetrine addobbate e sempre illuminate sono un invito ad entrare… o solo a guardare.

I mercatini “finta montagna” e quelli solidali ci offrono idee per gli ultimi pensierini o per regali più importanti.

Milano, o per lo meno in certe zone, diventa quasi una strenna: piazze, strade, palazzi si vestono a festa con pennellate di luci e colori.

Se il Natale rappresenta la tradizione, come non iniziare da piazza Duomo, con il gigantesco albero innovativo e tecnologico curato da Esselunga?

È un albero urbi et orbi che raccoglie le radici di tutti; dedicato alla nostra città è quasi una nuova guglia luminosa.

Quest’albero è come un invito, ci si può anche entrare… In fondo al supermercato ci andiamo tutti, e chi vuole può  anche donare i “punti” accumulati per acquisti solidali.

Intorno un girotondo di alberi veri, quasi una risposta alla classica domanda: vero o artificiale?

Un tempo nelle case, accanto all’albero, c’era sempre il Presepe, con le statuine improbabili, il cielo di carta, i batuffoli di cotone come neve. Poi è passato un po’ di moda o è diventato più elegante, ma sempre pieno di significato e di poesia.

Quest’anno c’è un grandioso ritorno del Presepe. Le vetrine della Rinascente sono dedicate a quello napoletano più classico.

Il palazzo è una gigantesca scatola luminosa e il portico è un tripudio di luci, una cattedrale degli acquisti.

Anche Palazzo Marino ospita un Presepe d’autore che è possibile visitare fino al 6 gennaio.

In questa Natività napoletana del Settecento la “grotta” si trova all’aperto tra le rovine di un tempio pagano; è la città, però, coi suoi mille mestieri che entra con forza nel Presepe, diventandone di fatto la protagonista, rendendo nel contempo “attuale” la Sacra Rappresentazione.

A Porta Romana, una delle zone più tradizionali di Milano, è stato organizzato dalla parrocchia di Sant’Andrea, “El Bambinel”, un Presepe vivente nel cuore del quartiere.

Con immagini molto suggestive il Presepe entra nella città e la città entra nel Presepe.

Le “statuine” e gli spettatori hanno condiviso, nonostante la pioggia, lo spirito del Natale e l’amore per Milano, facendo rivivere vecchie immagini, antichi mestieri, sapori e profumi delle nostre tradizioni.

Oggi l’immagine del Bambinello è stata un po’ sostituita da quella di Babbo Natale che porta i doni; anche lui, comunque, invita i bambini -e anche noi?- ad un esame di coscienza, magari un po’ interessato, ma ricco di buoni propositi.

Alcuni amici ci hanno detto che Babbo Natale è una fake, che non esiste e che è una trovata della Coca Cola, ma noi siamo sempre riusciti ad avvistarlo ogni anno.

Certamente deve andare molto in fretta per arrivare ovunque senza dissolversi per il calore della sua velocità.

Forse fa il salto nell’iperspazio e ci auguriamo che la Morte Nera non riesca mai a vincere sul Natale.

Le “Guerre Stellari” sono il tema delle luminarie artistiche davanti al cinema Odeon, per l’uscita dell’ultimo film della saga, dell’eterna lotta tra Luce e Tenebre.

Babbo Natale, per difendere la Luce, ha radunato tante truppe che corrono in suo aiuto e ha molti aiutanti fidati sparsi nella città e anche nelle nostre case.

Forse i regali che ci porterà presto ce li dimenticheremo, ma cosa importa… I ricordi durano per sempre e la magia del Natale torna ogni anno in ciascuno di noi.

Buon Natale!!!

A presto…

Natale in jazz

Anche quest’anno il Conservatorio “Giuseppe Verdi” offre alla città un concerto di musiche e canti per festeggiare l’arrivo del Natale.

Sarà un “Natale in jazz” che ci ha fatto ricordare un insolito affresco lombardo della prima metà del Seicento in cui gli angeli suonano strumenti diversi, quasi un’orchestra celeste.

Chissà se il pittore ha voluto insinuare che ciascuno di noi possa suonare con gli altri, con strumenti diversi, per partecipare e contribuire all’armonia del Creato?

Il concerto, ad ingresso gratuito, sarà seguito da un brindisi augurale.

Come sempre a questa serata sarà presente la Fondazione AVSI per promuovere un’iniziativa di cultura e sviluppo in un’area dell’Amazzonia.

Spesso, quando si parla di Amazzonia, si pensa solo agli incendi e alla scomparsa, in mezzo secolo, di una foresta grande come due volte la Germania.

Questo grido di allarme ambientale lo sentiamo, però, nella consapevolezza che parte dell’ecosistema è ancora vitale e può essere una grande risorsa per chi ci vive e per tutti noi.

Il cuore amazzonico può e deve essere curato e una piccola dose della terapia è quella che viene praticata nella scuola agricola “Rainha dos Apostolos”, a nord di Manaus, sostenuta dall’AVSI.

Qui gruppi di ragazzi studiano e lavorano, applicando tecniche per coltivare il territorio in modo produttivo e responsabile.

Viene seguita la rotazione delle coltivazioni, come in un mandala green che fornisce cibo e conoscenza, nutrimento e cultura rispettando l’ambiente.

Arrivederci giovedì 19 dicembre, ore 20.30, per

“Natale in Jazz”.

Programma:  http://www.consmilano.it/it/concerto-di-natale-2019

A presto

Il panettone: ieri, oggi e domani

Non c’è Natale senza scambiarsi gli auguri davanti ad una fetta di panettone.

Una prima novità nel calendario di eventi che ci porteranno alle Feste è stata la bella mostra-mercato che si è tenuta a fine novembre al Museo dei Navigli di via San Marco.

Immagini dei Navigli di una volta facevano da cornice ad artigiani, provenienti da varie regioni, che hanno offerto assaggi della loro golosa produzione.

Niente faceva più Milano di questo evento natalizio: Navigli e panettone!

Abbiamo scoperto che quest’anno si celebrano i cento anni del panettone Motta. Iniziamo così i nostri passipermilano  verso il Natale raccontando una bella storia milanese di oltre un secolo fa: “Angelo Motta, l’uomo che fece crescere il panettone”.

C’era una volta un bimbetto nato a Gessate nel 1890 in una modesta famiglia. Dopo la terza elementare era andato a bottega da un fornaio di Treviglio e a soli dieci anni venne a Milano per lavorare in un panificio.

Chi può sapere cosa sia passato nella mente di quel bambino che lavorava come un grande nelle notti piene di nebbia e di freddo della nostra città?

Era in gamba e di lì a pochi anni diventò capo-pasticciere in un bel bar di Milano; la prima guerra mondiale, però, lo chiamò sul Piave e sull’Isonzo, in mezzo a notti ancora peggiori, fatte di fuoco e di morte.

Angelo era uno di quegli uomini che sanno ricominciare. Tornato a Milano comperò una attrezzatura di seconda mano da un fornaio e, anche con l’aiuto dei piccoli risparmi di mamma Rosa, di lì a poco aprì un negozio in via della Chiusa.

In questa pasticceria, nel 1919, nacque il panettone alto e soffice come lo conosciamo oggi. Creato al tempo degli Sforza era, prima, un pane dolce, ricco, ma basso e poco lievitato.

Angelo migliorò gli ingredienti e inventò quel maxi-pirottino che fa crescere l’impasto verso l’alto, quasi un pasticcino per giganti golosi.

Ci mise la firma e la grande M di Motta divenne il logo che conosciamo, quasi un omaggio a Milano e al suo Duomo.

Gli affari andavano bene. Furono aperti altri negozi e, infine, negli anni Trenta, anche lo storico stabilimento di viale Corsica, che fece diventare il panettone un prodotto di largo consumo, il dolce di Natale.

Negli anni Cinquanta venivano sfornati quintali di panettoni e di altri prodotti, dando lavoro a tante persone.

Nel frattempo era nata la concorrenza con Gioacchino Alemagna, anche lui prima garzone di fornaio, poi imprenditore.

I due bei negozi di piazza Duomo, Motta e Alemagna, quasi si fronteggiavano e si contendevano i clienti, come in un Derby fatto di dolci cose buone.

Ancora oggi possiamo fermarci, come un tempo, allo storico caffè Motta in Galleria…

La réclame attenta e innovativa della Motta fece crescere consumi e produzione, portando il panettone sulle tavole natalizie degli italiani.

Angelo Motta morì per un infarto nel 1957, dopo una vita di lavoro, fatta di capacità, apertura al nuovo e generosità. Aveva, tra l’altro, istituito anche un premio “Bontà – Notte di Natale”, come riconoscimento per quelle persone comuni che avevano fatto del bene agli altri.

Il mondo stava cambiando e nel 1978 si spensero i forni di viale Corsica. Lo stabilimento venne demolito per costruire palazzi e giardini; rimane una piccola “fetta” dell’edificio che ora ospita lo Spazio WOW dedicato al fumetto d’autore.

Il dolce profumo che usciva dallo stabilimento è “arrivato” anche in altre regioni e tanti giovani pasticcieri continuano la tradizione del panettone innovandola coi gusti della propria terra, cercando di stupire con i diversi sapori, con un’idea che catturi l’attimo del cliente.

Il panettone resta oggi, come era ieri e come sarà domani, il dolce che fa Natale; in ogni sua fetta c’è anche un pezzetto di storia milanese accanto all’Albero e al Presepe.

A presto…

Foliage: hello autumn!

Ci voleva una delle poche e inaspettate giornate di sole novembrino, tra le continue piogge e i disastri che i cambiamenti climatici e le responsabilità umane hanno provocato, per cogliere la bellezza dell’autunno nella nostra Milano.

Quest’anno l’autunno è arrivato tardi e le piante si sono godute più a lungo il tepore delle belle giornate.

La pioggia continua, poi, ha fatto cadere le foglie e quasi ci ha impedito di alzare lo sguardo verso gli alberi e il cielo, intenti come eravamo a guardare per terra per non scivolare sul tappeto indistinto e sdrucciolevole delle foglie.

Finalmente una giornata di sole – o di non pioggia- ci ha fatto venire la voglia di uscire e di fare quattropassi nella nostra città, quasi vagabondando, per guardarci intorno e all’insù senza fretta.

La bellezza dell’autunno ci ha colto un po’ dovunque, guardando le piante sulle strade, tra le case, sulle terrazze, persino tra le sbarre di un balcone e su un muro di cinta.

Nei nostri passipermilano questa volta non siamo andati a cercare la “stabilità” di un monumento, di un palazzo, di un’opera d’arte fatti per restare. Abbiamo voluto, invece, passeggiare nei giardini, tra gli alberi con le foglie che segnano il ritmo della natura.

Nel nostro girovagare ci siamo fermati, quasi stupiti, a guardare le macchie di colore, gli alberi diversi uno di fianco all’altro, le foglie che esprimono sfumature diverse pur appartenendo alla stessa pianta.

I giorni del foliage autunnale fanno riflettere, da sempre, sulla fragilità, sulla caducità e sull’appassire della vita. Ecco, però, che in mezzo ad alberi che si spogliano vediamo un sempreverde, quasi un albero che aspetta le luci e le decorazioni del Natale.

Così, improvvisamente, le foglie ci sembrano essersi accese nella luce del sole autunnale per anticipare le Feste, per fare un tappeto di colori vivaci che sembra condurci ad affrontare il buio dell’inverno con la promessa della primavera.

I nostri passipermilano ci hanno riempito di nostalgia e di gioia e il foliage, col suo appassire, ci è sembrato non una fine, ma una nuova speranza. Non ci sono solo primavere ed estati, ma anche il buio e i rigori dell’inverno; l’autunno ci mostra la sfogliazione e il mutamento per essere pronti a ricominciare e a rinascere giorno per giorno.

Tra le tante poesie dedicate all’autunno, abbiamo scelto questo Haiku di Ito Shintoku “Plenilunio d’autunno:  – Illuminerà anche – i bambini che questa notte nasceranno”

A presto…