Auguri megagalattici per il Nuovo Anno!

1° gennaio 5102.

Le galassie sono piene di astronavi che intasano lo spazio per il traffico di Capodanno.

Astronavi

L’astrostrada Terra – Aldebaran è chiusa per un incidente.

Incidente spaziale

Nel monitor della Macchina del Tempo vedo comparire dei bagliori dal passato del pianeta Terra.

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Fermo l’immagine, ma  dalle antiche astronavi “preistoriche” nulla da segnalare.

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Continuo la ricerca con la Sonda Temporale; anche qui tutto tranquillo, vedo un ramo di una pianta ormai estinta, credo si chiamasse “vischio”, sotto la quale stanno due umani dall’abbigliamento che fu.

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Chissà cosa rappresenta questo strano rituale, cosa vogliono fare? Forse sono adoratori delle piante…

Ma ecco uno strano rumore, come un botto.

capodanno

Il sondaggio temporale mi dice che sto osservando il Capodanno del 2015.

campana e viskkio

Ecco altri due umani…,cosa stanno facendo, ancora sotto il vischio, vicino ad un fuoco?

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Uniscono le loro bocche. Credo che stiano facendo quello che gli umani chiamavano “baciarsi”.

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Sembrano felici; deve essere stato bello quel remoto Capodanno!

Buon

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Il futuro sia con voi!

 

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Il lungo viaggio dei Magi verso Betlemme – (tanto tempo fa)

Quanti misteri da scoprire intorno ai Re Magi! Tutti pensiamo di conoscerli, ma in realtà non se ne sa nulla.

mistero

Chi erano? Da dove venivano? In quanti hanno compiuto il viaggio? Quale Stella li ha guidati? Nonostante molti abbiano cercato risposte, nulla si sa di tutto questo. Nella Bibbia i Magi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo, senza, però, che vengano indicati i loro nomi, la loro provenienza  e neppure il loro numero.

Non stanchiamoci di guardare questa Adorazione dei Magi di Leonardo, così diversa da quelle di altri pittori, che è rimasta incompiuta con i suoi misteri.

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In questa tavola ci sono immagini inconsuete: un albero e non la grotta o la capannina, sullo sfondo una battaglia tra cavalieri, le rovine del Tempio di Gerusalemme(?), le espressioni tutt’altro che adoranti di alcuni dei presenti, il giovane alla destra (forse un autoritratto dello stesso Leonardo?) che si volta guardando da un’altra parte. Allegorie o scene che avvengono in luoghi e tempi diversi, come in un film?

Il buio intorno ai Magi è illuminato solo dalla Stella che li guida, come se non importasse sapere chi siamo, quanti siamo e da dove veniamo, per compiere il nostro viaggio.

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Qualche notizia sui Magi si può ricavare da un testo apocrifo, il Vangelo Armeno dell’Infanzia, che riporta per la prima volta i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, presentati rispettivamente come Re dei Persiani, degli Indù e degli Arabi.

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Ma quanti fossero in realtà (per alcuni solo due, per altri quattro, otto o anche dodici) non lo sappiamo.

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Per tradizione si indica il numero di tre perchè tre erano i doni recati, tre il numero delle razze umane discendenti dai tre figli di Noè, tre infine è il numero perfetto, antico simbolo sacro e magico.

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In genere vengono rappresentati con ricchi abiti esotici, di colore ed età molto diversi, in groppa a cammelli.

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Sono indicati come Magi; secondo Erodoto questi Magoi erano “esperti di arti magiche”, interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Certamente conoscevano l’astronomia.

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Non si sa tuttavia “cosa” fosse la Stella; forse non fu neanche un vero astro, ma un Angelo-Guida  a illuminare i Magi (S. Giovanni Crisostomo).

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Giotto, per primo, la dipinse come una cometa, affascinato dal passaggio della Cometa di Halley, cui aveva assistito.

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Per alcuni studiosi contemporanei potrebbe essere stata una supernova, una stella vecchia che muore esplodendo.

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C’è poi chi pensa anche che i Magi siano stati guidati dall’osservazione di una particolare congiunzione astrale di due o più pianeti; e tante altre ipotesi sono state formulate nei secoli.

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Anche sulla data della comparsa della Stella, che ci indicherebbe l’effettiva data della nascita di Gesù, non c’è accordo: secondo diversi studiosi si colloca tra il 7 e il 4 a.C. (Erode morì nel 4 a.C.)

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I Magi davanti ad Erode

Di certo i Magi seguirono la Stella portando tre doni al Bambino: oro come simbolo di sovranità, incenso come simbolo di divinità e mirra, simbolo di vittoria sulla morte.

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I Magi vengono spesso raffigurati di età diverse tra loro. Secondo alcuni rappresentano il passato, il presente e il futuro.

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Anche le loro diverse razze (europea, africana e asiatica), che rappresentano anche culture differenti, potrebbero significare in modo allegorico la possibilità degli uomini di camminare insieme in pace, pur nelle loro diversità.

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Per saperne di più:

http://www.tanogabo.it/Stella_di_Natale.htm

Buon Natale!!

Regali, corse, pacchetti, messaggi, telefonate, pranzi e cene…Che fatica!

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Che idea! Vivere con gioia tanti piccoli Natali, in tanti giorni diversi: un caffè con l’amica del cuore, una fetta di panettone coi colleghi, un aperitivo con gli amici, poi altre feste a scuola, all’asilo, in palestra, nel volontariato…festeggiare mille Natali!

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Poi, il 25 dicembre, c’è chi si ritrova per il grande pranzo che rinnova affetto (si spera!) ed appartenenza al gruppo dei parenti, c’è chi condivide famiglie allargate, c’è chi vive il primo Natale di coppia o il primo in tre, c’è chi lo passerà da solo e potrà godere della libertà di fare quello che vuole, chi passerà un Natale diverso, come AstroSamantha.

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A tutti, ma proprio a tutti, Buon Natale!!

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Avvistato Babbo Natale!

 

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Sensazionale!!!

Abbiamo trovato un filmato eccezionale. Babbo Natale, con la sua slitta e le renne, è stato avvistato e ripreso nello spazio dagli astronauti della Gemini 6.

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Ecco quanto è giunto dalla capsula in orbita nello spazio.

“Qui Gemini 6; vediamo un oggetto, sembra un satellite che va da nord a sud…sembra stia cercando di farci dei segnali…vedo un modulo di comando e otto moduli più piccoli davanti. Il pilota del modulo di comando indossa una tuta rossa…”

E il suono di un’armonica a bocca con campanellini intona Jingle Bells

Gemini 6

Tom Stafford e Walter Schirra

https://www.youtube.com/watch?v=RmsOmqf7Hso

Per saperne di più:

http://complottilunari.blogspot.it/2010/12/loggetto-misterioso-avvistato-dalla.html

L’armonica con i campanellini è custodita al National Air and Space Museum di Washington.

armonica

Anche  l’astronauta Jim Lovell dell’Apollo 8, che entrò in orbita lunare la Vigilia di Natale del 1968, appena iniziato il viaggio di ritorno dalla Luna, annunciò al mondo: “Please be informed there is a Santa Claus! (è un piacere informarvi che Babbo Natale esiste!)”

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Jim Lovell

Tutto questo non è frutto della nostra fantasia, ma ampiamente documentato dalla NASA!

Per tutti i bambini

È arrivato un videomessaggio per voi da Babbo Natale!

https://www.youtube.com/watch?v=8KXuZ5MsMIQ

Dedichiamo ora  ad Alessia, a Filippo e a tutti i bimbi che aspettano l’arrivo della Notte di Natale, tante piccole notizie sulle renne e su Babbo Natale!!!

renne di Babbo Natale

Le renne che trainano la slitta di Babbo Natale erano dapprima otto; sapete i loro nomi?

In italiano sono: Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido; mentre in inglese: Comet, Dancer (o Dazzle), Dasher, Prancer, Vixen, Donner, Blitzen (o Dixen), Cupid.

La nona, Rudolph, si unì solo in seguito al gruppo. Era una piccola renna dal naso rosso e luminoso, che le altre renne prendevano in giro

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Babbo Natale la scelse perché, proprio grazie al suo naso rosso luccicante, poteva illuminare la via anche in caso di nebbia o neve. Così adesso Rudolph guida le altre.

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Vi raccontiamo qualcosa di loro:

Freccia (Vixen) – È la prima renna trovata da Babbo Natale. Ha il mantello color oro e due code; è gemella di Donato.

Ballerina (Dancer o Dazzle) – Sa ballare ogni tipo di ballo e tiene il ritmo della corsa.

Cometa (Comet) – È la più veloce e riesce a cogliere ogni desiderio. Non ha bisogno di dormire.

Cupido (Cupid) – Ha una macchiolina rossa a forma di cuore sul petto; il suo compito è di scegliere le letterine dei bambini che sono stati buoni tutto l’anno

Saltarello (Donner) – Sa cantare ed imitare le voci; è quella che dà il segnale di partenza dai tetti su cui si è posata la slitta.

Fulmine (Dasher) – Quando è nata aveva già due grandi dentoni, che, crescendo, sono diventati ancora più grandi. Difende i doni morsicando chi vuole portarli via.

Donato (Dixen o Blizzen) – È gemello di Freccia, anche lui ha il mantello dorato, ma ha una sola coda. Sempre raffreddato, dalle gocce che scendono dal suo naso nascono tanti fiorellini.

Donnola (Prancer) – È timidissima e arrossisce per niente.  È quella che trova la via nel cielo.

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Sapete perchè le renne di Babbo Natale sanno volare? Mangiano un mais speciale e un lichene magico, presente solo al Polo Nord che gli elfi sanno dove raccogliere.

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È stato calcolato che la slitta, per consegnare i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte, dovrebbe viaggiare a 28.416 Km/h. L’Autovelox non riuscirà mai a fotografarla!

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E ora vi raccontiamo qualche segreto su Babbo Natale.

Sapete come fa a scendere per tutti i camini, anche se è corpulento? Toccandosi la parte sinistra del naso diventa piccolo e toccandosi il lato destro torna normale. Se il camino non c’è, sparge sul tetto una polvere magica per farne comparire uno, che poi scomparirà.

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A Babbo Natale viene fame, lasciategli un bicchiere di latte e qualche biscotto. Se ogni bambino  gli preparasse questo spuntino,  è stato calcolato in America che all’alba avrebbe consumato 60 milioni di chili di biscotti e circa 177 milioni di litri di latte! Ecco perchè non riesce a dimagrire.

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Babbo Natale vive al Polo Nord, ma esiste anche un’Isola di Natale: è l’atollo chiamato Atollo di Christmas (o Kiritimati), scoperto da James Cook alla Vigilia di Natale del 1777; è l’atollo più grande del mondo ed è il primo luogo abitato in cui, per il fuso orario, si festeggia il Natale!

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Forse, dopo tanto lavoro, va a farsi un weekend!

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Dialogo di Belisama con la Stella – (raccontaMI)

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Seduti su una panchina, il dinosaurino e Belisama si riposano in una sera ricca di pensieri.

Sono belle, vero?
_ Cosa?
_ Le stelle…Da tanto tempo dal mio muro non le guardavo più.
Sei andato al cinema a vedere Men in Black?

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No, perchè?

Belisama sorride pensando a come certe parole e sensazioni siano immortali. Un tempo, tanto tempo fa, gli uomini guardavano il cielo per capire dove stavano andando.

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Ciao, Belisama! Sei venuta a trovarmi?
Ciao, Stella, la più splendente di tutte! Quanti uomini ti hanno cercata e a quanti hai saputo dare risposte sulla strada che dovevano tenere.

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Noi, Luci del Cielo, ci siamo sempre, anche nel buio delle notti o dei cuori, nelle ombre delle paure. Quanti uomini ho guidato: marinai, viandanti, astronomi, carovanieri, filosofi, contadini, scienziati, poeti…Uomini che scrutavano il cielo per comprendere i segreti dell’Universo…

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Ci sono segreti che l’Universo non conosce?
Chi è quel piccolo animaletto che fa domande così profonde?
_ Ciao! Sono un cucciolo di…

Belisama e la Stella si sorridono.

Non importa di quale razza. Tutte sono in noi.

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Una dea ti guida, piccolo. Anch’io ho guidato tanti uomini di genti diverse, anche dei Magi che cercavano un Bimbo appena nato in una grotta.

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Sei la Stella Cometa!! E io sono qui, seduto davanti a te, e non lo sapevo…Che bello, Belisama! Ho conosciuto la Stella Cometa che ci guarda sempre dal campanile di Sant’Eustorgio! Non lo sapevate neanche voi? Cosa aspettate? Correte…Non fatela aspettare!

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Luci e alberi a Milano, la magia del Natale.

In questi giorni le città si accendono di luci e di alberi scintillanti,  in attesa del Natale.

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Il “Natale” è in realtà una festa antichissima, orientale e occidentale insieme. Avviene, infatti, appena dopo il solstizio d’inverno, quando, cioè, luce e calore, tra il 21 e il 24 dicembre, sono i più deboli dell’anno. Gli antichi, in questo periodo, temevano che il dio Sole li stesse abbandonando e pregavano perchè ciò non accadesse.

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Verso il 25 dicembre il Sole sembra riprendere il suo cammino verso l’alto e perciò venivano festeggiati la sua lenta rinascita e il ritorno della luce.

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Gli Egizi celebravano con una processione la dea Iside che portava in grembo o allattava Horus, divinità solare, i Celti festeggiavano lo Yule, festa del solstizio d’inverno, ed i Romani il giorno del Sol Invictus, legato al culto persiano di Mitra.

Nel IV secolo si comincia a celebrare il Natale cristiano.

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raffigurazione di Cristo nelle vesti del Sol Invictus (Grotte Vaticane – Basilica di San Pietro)

Per festeggiare e auspicare la rinascita del Sole si accendevano fiaccole e falò, a simboleggiare la luce, che vince le tenebre e la paura atavica del buio. Chissà se tutte le luci e i LED con i quali si addobbano le nostre città e le nostre case non siano frutto di eredità molto lontane?

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Che ne dite di fare quattro passi per vedere con noi le luci e gli alberi a Milano? Non dimentichiamoci di accendere una piccola candela o qualche luce alle finestre e, soprattutto…cerchiamo di illuminare le zone buie delle nostre esistenze!

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Luci e luminarie addobbano Milano ……… Duecento luoghi di Milano illuminati a festa. Tra questi, gli allestimenti  in Galleria rendono ancor più suggestivo il Salotto di Milano.

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Anche le storiche porte della città si sono accese: da Porta Romana a Porta Nuova, da Porta Ticinese fino ai Caselli Daziari di Piazza  XXV Aprile. Le luci colorate risplendono non solo in corso Buenos Aires, piazza Oberdan e corso Venezia, ma anche in periferia.

Il tram di Luce: anche una storica vettura “modello 1928”, resa scintillante da decine di migliaia di luci circola di nuovo per le strade del centro storico.

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Sono gli auguri che la Pizzeria Spontini rivolge alla città. L’arrivo del Tram di Luce nelle vie del centro storico segna l’inizio del periodo delle Feste, vera e propria “carrozza” fatata che porta una nota di magia e allegria in città!

Ed ecco il fascino degli Alberi di Natale!

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C’è una leggenda americana che ci racconta perchè gli abeti vengano decorati a Natale con luci. Alla Vigilia, un bimbo si perse nel bosco. venne la notte e l’abete sotto cui si era riparato piegò i suoi rami per proteggerlo dal freddo quasi abbracciandolo. Quando lo trovarono la mattina dopo, il bambino dormiva tranquillo, sotto l’albero tutto ricoperto di cristalli di ghiaccio che luccicavano alla luce del sole.

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Si è acceso a piazza Duomo il tradizionale albero di Natale, un grande abete alto 30 metri firmato Motta. A fine feste con il legno saranno  realizzate circa sessanta panchine cui Motta farà dono al Comune di Milano.

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Il classico pino ricoperto dalle mille luci che si riflettono sul Duomo o il maxi cono colorato, composto da 16 “auguri” di Buone Feste in lingue diverse, di piazza Gae Aulenti? Quest’anno a Milano sembrano esserci due Natali differenti a confronto: uno avveniristico e uno tradizionale, due stili che dividono la città.

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In centro a Milano, precisamente in largo Cairoli, c’è un’istallazione curiosa: si chiama “Eco Christmas”. È un grande albero di Natale, in legno e polistirolo, collegato a nove biciclette; ognuno di noi, pedalando, lo rende più luminoso!

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Via Spiga, una delle vie milanesi più conosciute, ci fa entrare in un bosco incantato, in un gioco di archi di abete argentato impreziositi da piccole luci. A noi ricorda tanto il Bosco Verticale di piazza Gae Aulenti.

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Tiffany ha allestito, di fronte alle proprie vetrine, la ”Dimora di Babbo Natale” al cui interno un Cantastorie accoglie e intrattiene bambini e famiglie

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Nel Quartiere di Citylife la Torre Isozaki, si trasforma in un gigantesco albero di Natale: probabilmente il più alto d’Italia. In vista delle feste ‘Il Dritto‘ (così è soprannominato il grattacielo del giapponese Arata Isozaki) illumina le sue finestre disegnando, in un gioco di luci accese e spente, un enorme albero di Natale.

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C’è un Albero dei Desideri nell’atrio della Stazione Centrale, dove tutti possono appendere le loro “letterine” di auguri o di speranze per il futuro. Ci associamo di cuore, facendo gli Auguri di Pace e Serenità!

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Infine vi proponiamo una sfilata spettacolare di Alberi di Natale, creata da famose griffes.025 VALENTINO-kPLB-U43050410247854kDD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443http://www.myluxury.it/foto/100-alberi-di-autore-2014_10531.htmlOggi, tutte quelle «creazioni» straordinarie sono state raccolte nel libro Xstmas Table book «100» (Graus Editore).

Non vi viene voglia di fare un albero trendy?

Presepi a Milano

Fra pochi giorni sarà Natale. Quanti di noi dicono: “Dobbiamo fare ancora il presepio!” (a Milano è il Presepio, con la O finale, non il Presepe). Quanti di noi rispondono, in genere quelli che il presepio lo devono fare e non solo…guardare,: “Quest’anno perché non mettiamo solo un simbolo?” In realtà non si ha voglia di arrampicarsi fino a quell’ultima scatola impolverata in solaio, o di scendere in cantina spostando bici e quant’altro per arrivare alla mitica, vecchia scatola con le statuine.

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Poi, come per magia, quando ci prende la nostalgia o quel senso della tradizione che ci viene dal nostro passato e ci accompagna nel futuro, “tiriamo fuori” la capannina, la stella fatta di lustrini, le statuine ammaccate, di misure improbabili (chi non ha una pecorella piccolissima o gigante, tipo OGM?), la carta blu col cielo dipinto o quella marroncina per fare la terra. Poi i batuffoli di cotone per la neve e lo specchio per il laghetto dove mettere il ponticello, la lavanderina e il pescatore, magari senza neanche più la canna o la lenza, perché lo scorrere del tempo gliele ha portate via. Così un briciolo di Natività entra nelle nostre case, anche se le strade della vita ci hanno condotto altrove.

pezzo di presepe e bambino

bambino prepara presepe

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A tutti proponiamo un piccolissimo rewind…anche a chi non ha voglia di fare il presepio e non lo fa.

Ecco la prima Natività cristiana: un murale nella Catacomba di Priscilla sulla via Salaria a Roma…

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Mille anni dopo il primo vero Presepe, ad opera di San Francesco, a Greccio, con il bue, l’asinello e il miracolo del Divino Bambino che appare nella mangiatoia.

il primo presepio di S. Francesco

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Da allora quante Natività sono “rinate”? Artisti di ogni epoca l’hanno pensata e ce l’hanno lasciata…

https://www.youtube.com/watch?v=WL5Q9pfwVZ4

Perchè non andare a vedere qualche bel Presepio a Milano? Ve ne indichiamo alcuni, fra questi ci sono delle vere opere d’arte.

La più antica fra le Natività lombarde è presente nella Basilica meneghina per eccellenza, quella di Sant’Ambrogio. La scena è scolpita nel marmo del sarcofago, del IV secolo, detto “di Stilicone”: situato nella navata centrale della Basilica presenta Gesù Bambino, ma col viso da adulto, tra il bue e l’asinello, fasciato in un letto sepolcrale anziché nella classica mangiatoia.

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Sempre a Sant’Ambrogio, nel Museo della Basilica, è conservato il commovente presepio realizzato nel 1944 dai militari italiani internati nel lager nazista di Wietzendorf.

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Per saperne di più

Nel quartiere di Brera, nella Chiesa di San Marco, si può ammirare il famoso presepe realizzato nel 1750 dal pittore e scenografo della Scala Francesco Londonio; è composto da una trentina di figure ricavate da tavole di legno e poi dipinte.

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https://www.youtube.com/watch?v=Q7QozoRVAJc

A pochi passi da Brera, nella Basilica di San Simpliciano, resiste da oltre cento anni la tradizione di realizzare, in una cappella laterale, un grande presepe con caratteristiche e particolari sempre diversi. Ogni anno un gruppo di volontari realizza con le proprie mani scenografie, fondali, architetture, luci, con l’obiettivo di rinnovare il messaggio del Natale. Potrà essere visitato dalla Vigilia di Natale.

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In corso di Porta Romana, la Basilica dei Santi Apostoli e San Nazaro, la più antica chiesa a croce latina dell’ occidente, offre al visitatore l’antico e prezioso “Presepe Ligneo” della scuola dello scultore tedesco Adam Kraft. Visitabile nel transetto sinistro tutto l’anno, fu realizzato nella seconda metà del 1500.

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Baggio, nella cripta della Chiesa di Sant’ Apollinare  si può visitare il Presepe Biblico.

http://www.presepedibaggio.org/

Si tratta di un allestimento che, oltre alla Natività, permette di rivivere altri episodi della Bibbia e della vita di Gesù. Attraverso corridoi a forma di grotta, ai visitatori si offre un lungo percorso di ben 43 scene (alcune in movimento). Fu realizzato negli anni Sessanta su idea di un giovane operaio della “Borletti”. Orari: tutte le domeniche di dicembre 15-18.30; dal 23 dicembre al 6 gennaio 15-18. Chiuso il 31 dicembre. Ingresso libero con offerta.

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Molto importante, al Museo Diocesano, è la Natività di Filippo Lippi, esposta fino al 30 gennaio.

https://www.youtube.com/watch?v=uIa6edNxYBM

Per tre anni la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio ha realizzato “El presepi de la riva”, rappresentazione tridimensionale della Natività in scala naturale,  su una pedana galleggiante nel Naviglio Grande, con scenografia che riproduce il tipico contesto della casa di ringhiera dei Navigli. Purtroppo quest’anno è stato sospeso per i lavori alla Darsena. Per ora accontentiamoci di ammirare solo in foto questo presepe “meneghino”.

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Come ogni anno il foyer dello Spazio Oberdan, espone diorami e presepi artistici realizzati dalle associazioni Presepisti Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo e Amici del Presepe di Lainate. L’esposizione è aperta fino al 6 gennaio 2015. Orari: lunedì-venerdì 10-19.30; sabato e domenica 14-19.30; 25 e 25 dicembre 15.19.30; 31 dicembre e 1 gennaio 10-15.30. L’ingresso è libero.

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Nella chiesa di San Raffaele Arcangelo in Milano è esposta, fino al 31 gennaio 2015, la Natività di William Congdon (1912-1998, esponente di rilievo della Scuola di New York, ma per gran parte della sua vita attivo in Italia e, negli ultimi anni di vita, in Lombardia). Questa bella Natività  costituisce un’interpretazione contemporanea dell’iconografia cristiana tradizionale. Per saperne di più segnaliamo che il 18 dicembre 2014, alle ore 18.30,  si svolgerà in loco un incontro dal titolo: E il Verbo si fa carne: la natività di William Congdon.

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Si intitola Il Gesto nell’Arte. Le figure tradizionali nel presepio lombardo la mostra di presepi del museo di Dalmine allestita all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia. L’esposizione è aperta fino al 6 gennaio. Questa mostra è dedicata alle figure tradizionali del presepio realizzate in gesso ed in legno,  tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni ’50 del Novecento”.

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Buon Presepio a tutti!

Sant’Ambrogio, questo sconosciuto – (Tanto tempo fa)

La vita di Aurelio Ambrogio, uomo tra i più potenti della sua epoca, davanti al quale s’inchinarono imperatori, papi e vescovi, è quasi sconosciuta nella sua città .

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Riflettendo su alcuni aspetti della sua figura, forse si capisce di più la nostra città e, magari, anche un po’ il nostro “rito ambrosiano” nel fare le cose.

Torniamo un momento alla Milano di allora. Non erano certamente tempi facili per la città, ma certamente ricchi di fermenti in molti campi.

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Era una sorta di melting pot di genti e tradizioni, una piccola metropoli, ma capitale imperiale, dove la libertà di culto concessa da Costantino nel 313, aveva permesso di esprimere le proprie idee a teologi e pensatori anche in campo religioso, indicando scelte diverse (eresia in greco significa scelta).

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Queste “eresie”, tra le quali l’arianesimo, scatenavano lotte furibonde tra le opposte fazioni religiose.

In questo clima difficile, giunge a Milano, come Governatore imperiale, Ambrogio, nato a Treviri 35 anni prima da una famiglia romana di fede cristiana e di altissimo rango; il padre era il Prefetto delle Gallie.

Trier, Porta Nigra

Treviri, Porta Nigra

Ambrogio era stato inviato dall’Imperatore con funzioni di governo, ordine pubblico ed era perfino consigliere imperiale; era quindi un uomo di grande potere.

Ambrogio si conquista la fiducia dei milanesi e, nella contesa per l’elezione del Vescovo tra cristiani ortodossi ed ariani, viene lui stesso invocato per acclamazione dal popolo, lui che non era mai stato battezzato.

Così scrive Dario Fo: “Arriva, inattesa e non voluta, la designazione a Vescovo. Lui che fa? Si sottrae, inscena una fuga, si traveste…Per evitare l’incarico non esita persino ad organizzare un’orgia con delle prostitute, così chiassosa da farsi arrestare sul fatto…Un pubblico peccatore non può diventare Vescovo…Invece, proprio perchè riconosce le sue colpe, la gente lo acclama più di prima…È l’unico uomo di potere che anzichè mascherare il suo tristo comportamento, lo denuncia e lo ammette”.

Tenta allora un’altra volta la fuga, cercando di scappare fuori Milano

http://www.youtube.com/watch?v=aKkTy-eyuY8

Comprendendo quale fosse il suo compito a Milano, accetta l’incarico e in una settimana viene battezzato e il 7 dicembre 374 viene proclamato Vescovo.

Da allora la sua vita cambia radicalmente. Dona i suoi averi alla Chiesa, inizia a studiare i testi sacri e “governa” la sua Diocesi con onestà, senso di giustizia e carità, tanto da condurre alla conversione Sant’Agostino, da lui poi battezzato nel Battistero i cui resti si trovano sotto il Duomo.

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Nei confronti dell’Impero fu fedele, ma non succube:

https://www.youtube.com/watch?v=Eg1SDJklpxM

Mobilitò i cristiani contro l’Imperatrice Giustina, che aveva ordinato di lasciare una basilica agli ariani. Così Dario Fo e Franca Rame la interpretano

http://www.youtube.com/watch?v=dw6s8Uavxlo

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Ambrogio pretese poi la pubblica penitenza da parte dell’Imperatore Teodosio, che aveva ordinato  una violenta repressione a Tessalonica, terminata in una strage.

S.Ambrogio e Teodosio

Fondò quattro basiliche fuori delle mura di Milano, tra le quali quella ora a lui dedicata.

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Uomo di profonda cultura e amante di ogni forma di arte, lasciò anche molti scritti teologici importanti, tanto da essere annoverato tra i quattro massimi Dottori della Chiesa e introdusse per primo il canto nella Liturgia.

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Giunto al termine della sua vita terrena, dopo qualche anno passato a letto per gravi problemi alle ossa, si dice che, entrato in agonia durante la Settimana di Pasqua, si svegliò un attimo per indicare il proprio successore: San Simpliciano, che era stato sua guida e maestro nei primi anni da Vescovo; vecchio sì, ma “buono”.

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San Simpliciano

Ambrogio morì il  4 aprile dell’anno 397, Venerdì Santo.

“Questo nostro sole -scrive Ambrogio- sorge ogni giorno su tutti. Se qualcuno chiude le finestre e non lascia entrare i raggi del sole, ciò non vuol dire che il sole non sia sorto per lui, perché è stato lui a privarsi del suo calore.”

Itinerario Basilica di Sant’Ambrogio (Parte Terza – i dintorni)

Concludiamo il nostro itinerario, facendo quattro passi intorno alla Basilica, per scoprire quello che era il suo antico monastero.

Se usciamo dalla porta laterale, posta in fondo alla navata sinistra, quasi di fronte alla scala che conduce alla cripta, ci troviamo in un inaspettato cortile, un tempo piccolo cimitero. È fiancheggiato su due lati da un porticato, rimasto incompiuto; quello verso la Basilica è opera del Bramante!

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Se volete saperne di più

Al centro del porticato, sostenuto da colonne, verso la Basilica, c’è un grande arco, che rappresentava l’ingresso d’onore per il Duca.

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Fra queste colonne, quattro sono del tutto inaspettate e insolite, simili a tronchi d’albero in pietra; sono un’ “invenzione” in campo artistico: perchè finti alberi in un luogo sacro? Non perdiamoci questa sorta di Nemeton, il Bosco Sacro di Belisama.

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Al centro di questo cortile c’è una piccola chiesa, l’Oratorio di San Sigismondo, del XI secolo, purtroppo quasi sempre chiusa, tranne qualche circostanza particolare. Il Santo veniva invocato per la guarigione da un tipo di malaria, la febbre quartana.

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Se volete saperne di più

Dopo aver lasciato la Basilica, ci dirigiamo verso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, poco più avanti.

La costruzione bianca che incontriamo alla nostra sinistra è il Sacrario dei Caduti, detto anche Tempio della Vittoria. È il suggestivo monumento alla memoria dei milanesi caduti nella Prima Guerra Mondiale, i cui 10.000 nomi sono incisi su tavole di bronzo nella cripta.

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Mausoleo di Teodorico

Ispirato al Mausoleo di Teodorico, a Ravenna, fu realizzato nel 1928 su progetto dell’architetto Muzio. Al centro del Tempio della Vittoria si trova una grande statua in bronzo di Sant’Ambrogio, che qui appare imponente, opera di Adolfo Wildt. Nella mano sinistra tiene il pastorale, nella destra uno staffile, che serviva contro gli eretici, secondo l’iconografia tradizionale del Santo. Un Santo molto deciso!

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Ora siamo di fronte all’ingresso della Cattolica, che un tempo era l’antico monastero di Sant’Ambrogio, prima dei Benedettini e poi dei Cistercensi.

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L’ attuale facciata appare austera e non lascia quasi intuire la presenza dei due splendidi chiostri bramanteschi al suo interno.

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Dalle immagini si può  notare la struttura con i due chiostri e come il monastero sia unito alla Basilica.

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Quando salite sullo scalone d’onore pensate che state camminando sopra il museo della Basilica, il quale rimane nel “sottoscala”…

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L’Aula Magna dell’Università, in origine refettorio cistercense, conserva un vero gioiello, la volta affrescata, e le tavole con Le nozze di Cana di Callisto Piazza.

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Sotto l’Aula si trova l’antica Cripta oggi utilizzata per attività di studio.

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A lato dell’Aula Magna, situata in fondo al porticato fra i due chiostri, c’è un’ampia vetrata che si affaccia sul Giardino delle Vergini, dedicato a Santa Caterina di Alessandria. Solo se siete una donna, anche nonna, potete entrare e godere questa oasi di pace! Per i signori uomini c’è il divieto d’ingresso!

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Ricordiamo che, in epoca napoleonica, il monastero cistercense, attiguo alla Basilica, fu adibito ad ospedale militare, il primo di Milano e d’Italia. I chiostri, sopravvissuti alla soppressione dell’antica istituzione monastica, furono adeguati dapprima ad infermerie per l’esercito napoleonico, poi a magazzini e a sede dell’ospedale.

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Nel 1928 fu acquistato da padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; divenne la sede centrale nel 1932, dopo un’opera di riqualificazione affidata all’architetto Muzio. Egli riuscì a dare vita ad un complesso unitario, nel quale si fondono corpi nuovi ed antichi con grande sensibilità per la particolare importanza del luogo storico e per la vicinanza con Sant’Ambrogio.

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Torniamo sui nostri passi, raggiungendo via Carducci; in tutta quest’area, nei giorni vicino al 7 dicembre, attorno alla Basilica si teneva, fino a qualche anno fa, la tradizionale Fiera degli Oh Bej-Oh Bej, che risalirebbe all’esclamazione dei bambini quando vennero dati loro dei doni da parte del Papa, all’inizio del 1500, per migliorare i rapporti tra la Chiesa di Roma e quella ambrosiana. Ora si tiene accanto al Castello Sforzesco.

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Lo sguardo viene attratto dal Castello Cova, realizzato nel 1915 ispirandosi ai castelli medievali. Costruito in pietra e in mattoni, riprende i colori della Basilica e della vicina Pusterla.

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Non dimentichiamo di guardare i locali pubblici: c’è un’aria un po’ americana da queste parti. Prendendo un caffè e un muffin da California Backery, abbiamo pensato all’università UCLA di Los Angeles: è la versione USA del nostro Sant’Ambrogio!

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Buon ritorno a casa!

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Itinerario Basilica di Sant’Ambrogio (Parte Seconda – l’interno)

La Basilica dei Martiri, voluta da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano dal 374, venne edificata, al di fuori delle mura romane, nel luogo in cui si trovava un cimitero dove erano sepolti martiri cristiani, uccisi durante le persecuzioni.

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La Basilica fu rimaneggiata fortemente nei secoli e venne poi dedicata a Sant’Ambrogio, Santo Patrono della nostra città.

Appena entrati, lo splendido Altare d’Oro attrae immediatamente lo sguardo del visitatore; avviciniamoci, però, poco alla volta per guardare come sempre alcune “cose”, ricche di suggestioni e di curiosità.

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All’inizio della navata laterale sinistra, ecco ciò che rimane delle altre due scacchiere di ignoto significato. Sono sulla parete in alto, un po’ deteriorate.

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Poco più avanti non perdiamoci la Colonna del Serpente.

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SerpenteSAnt'Ambrogio_14© Irene Bascì

È un’antica colonna romana sul cui capitello si trova un serpente di bronzo, che la tradizione vuole fatto da Mosè in persona per curare chi fosse stato morsicato da un serpente durante l’Esodo. Chi lo toccava diventava immune al veleno.

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Un Imperatore bizantino lo donò all’Arcivescovo di Milano attorno all’anno Mille e da allora i milanesi rivolsero preghiere al serpente per guarire da alcuni malanni, come le malattie dello stomaco, intestinali e dai…vermi. Accanto a questa leggenda più “umana”, ce ne è una ben più straordinaria, da Fine del Tempo: questo serpente comincerà a sibilare e scenderà dalla colonna per far ritorno a Gerusalemme, nella Valle di Giosafat, dove era stato creato, per arrivare in tempo al Giorno del Giudizio.

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È un serpente “positivo”, lontano dalle tradizionali immagini che ritroviamo nelle raffigurazioni sacre, e il cerchio che il suo corpo forma potrebbe avere significati allegorici.

Milano, in fondo, ha molti misteriosi rettili nella sua storia!

Poco più avanti, in una cappella laterale, troviamo un bel dipinto, la “Madonna dell’Aiuto” alla quale i milanesi sono molto devoti. Il culto, secondo la tradizione, sarebbe iniziato nel 1495 quando un eremita, chiamato dal popolo “Missus a deo”, incitava ogni sera in piazza del Duomo i milanesi alla penitenza e alla devozione mariana.

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Fermiamoci ora al Sarcofago di Stilicone, sotto l’Ambone di marmo (una sorta di pulpito), che conterrebbe le spoglie del generale imperiale e di sua moglie Serena, di cui abbiamo trovato un’immagine.

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Sul sarcofago sono raffigurate diverse scene, tra le quali vi segnaliamo quella della Natività, che guarda verso l’altare; Gesù è in fasce, nella mangiatoia, ma col volto di adulto, ai suoi lati il bue, l’asinello e due uccelli.

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Il bue e l’asinello si pensa rappresentassero rispettivamente i Profeti d’Israele e i pagani, mentre l’uccello che becca con riluttanza indicherebbe le difficoltà ad accogliere il messaggio cristiano. Sottostante a questa Natività è scolpita una greca con immagini del Sole e con croci uncinate, antichissimo simbolo religioso.

Un’altra piccola curiosità, che si trova su questo sarcofago: guardiamo i discepoli che si tengono uniti e persino  i loro piedi  si toccano o sono in parte sovrapposti. Formano una catena umana che continua il messaggio evangelico.

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È, secondo noi, un’immagine molto bella: “nessun uomo è un’isola” (John Donne).

Nessun uomo è un'isola

Siamo ora all’Altare d’Oro, sotto il quale c’è la cripta dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio.

Scendiamo una piccola scala a lato dell’altare per rendere il doveroso omaggio al nostro Santo Patrono. È posto in mezzo ai due martiri, ai quali la Basilica era stata dedicata inizialmente.

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Ambrogio aveva scelto di stare alla loro sinistra, ma quando il sarcofago venne aperto, miracolosamente i due corpi si spostarono per far posto nel mezzo al santo…e così sono rimasti!

L’Altare d’Oro è un’arca di legno, rivestita in lamina d’oro e d’argento di 2,5 millimetri, lavorata a sbalzo e decorata con smalti, filigrane, perle e oltre 4000 pietre preziose.

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È opera della scuola di Volvinio, che fu il primo artista medievale a firmare la propria opera.

Sopra l’Altare il bellissimo Ciborio, sorretto da quattro colonne di porfido rosso, materiale che nell’antico Egitto era riservato ai soli faraoni, e in epoca romana esclusivamente agli imperatori.

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Dietro questo magnifico Altare si trova il coro ligneo del XV secolo sotto il catino absidale rivestito da uno splendido mosaico dorato. Se volete saperne di più, guardate questo video  http://www.youtube.com/watch?v=-h4Jl56PN_U

Passiamo ora alla navata destra. Salendo qualche gradino subito incontriamo il Sacello di San Vittore in Ciel d’Oro e un piccolo museo.

Nel prezioso mosaico dorato abbiamo, forse, l’immagine più antica e realistica di Sant’Ambrogio, che è raffigurato in abiti civili e senza l’aureola: sembra fosse un uomo di media statura, col viso un po’ asimmetrico e le orecchie a sventola.

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Nel piccolo museo abbiamo reperti della precedente basilica e oggetti sacri.

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Una toccante curiosità: in una vetrina si trova un piccolo presepe fatto, con materiali di fortuna, da militari italiani internati in un campo di concentramento nazista.

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Prima di divenire parte integrante della Basilica, questo Sacello, ancora più antico di Sant’Ambrogio, era staccato, con ingresso indipendente; ora regge, in parte,  lo scalone principale della adiacente Università Cattolica.

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Per accedere al Sacello di San Vittore e al museo, è richiesto un biglietto d’ingresso (Euro 2).

Sempre sul lato destro della navata troviamo una serie di cappelle, tra le quali quelle con le spoglie di Santa Marcellina e di San Satiro, fratelli di Ambrogio.

Vi invitiamo ora a ripercorrere tutta la Basilica, guardando questo splendido video

 http://www.360visio.com/progetti/milano-basilica-santambrogio/

Il nostro itinerario di Sant’Ambrogio, però, non è ancora finito…

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