Il CAI per Milano: il Sentiero 101

Ecco una proposta insolita per conoscere la nostra città percorrendo un “sentiero urbano”, primo in Italia e tra i pochi in Europa. Inaugurato recentemente dal CAI – Club Alpino Italiano, unisce centro storico e periferia, collegando piazza Duomo al Monte Stella (la “montagnetta di San Siro”).

Viene indicato dal CAI come “sentiero 101”, ma la segnaletica è ancora carente e sarà completata entro la fine dell’anno. Per ora buona caccia!

All’Infopoint di piazza Duomo, al quale abbiamo chiesto notizie di questo nuovo sentiero, erano, ahimè, un po’ in difficoltà. Il CAI Milano, però, ci ha fornito gentilmente notizie e materiale scaricabile dal sito.

Questa iniziativa è troppo bella per non essere subito vissuta. Percorrere un “sentiero” di 9,5 chilometri, attraversare piazze, tre parchi, strade e grattacieli, guardando le diverse facce della nostra città sono passipermilano da fare subito, quando l’autunno veste di colori la vegetazione, non si soffre troppo il caldo e si ha voglia di passeggiare sentendosi ancora un po’ in vacanza.

Ecco in dettaglio il percorso del “sentiero 101 – MilanoInCima”, che sarà in seguito contrassegnato dagli appositi segnavia bianchi e rossi del CAI. Per ora affrontiamolo seguendo la mappa e il percorso segnalati dal Club Alpino.

Alla fine del percorso, arrivati al Monte Stella possiamo sostare un momento nel Giardino dei Giusti, dedicato a chi ha saputo mantenere la strada della propria umanità di fronte alle barbarie e alle ingiustizie.

Siamo pronti? Di corsa o camminando, zainetto in spalla, scarpe comode, bottiglietta d’acqua a portata di mano, facciamo una gita in montagna… pur restando in città. Buona passeggiata a tutti!

A presto…

Riciclando in verde: sostenibilità e creatività nei “mondi” di Piazza Duomo

Iniziamo nella nuova categoria “Riciclando in verde” una serie di articoli con Francesca, una giovane flower designer che terrà una rubrica su come trasformare le cose da gettare in qualcosa di nuovo e bello.

L’idea ci è venuta dall’iniziativa “WePlanet: 100 globi per un futuro sostenibile” realizzata per Pasqua in Piazza Duomo.

Sono stati esposti 50 “mondi” a cura di noti designer e di giovani studenti di Brera. L’evento vero e proprio si terrà tra il 27 agosto e il 27 novembre con l’esposizione di tutti i lavori …. si ricomincia? Speriamo!

La parola a Francesca: “In questi lunghi mesi di lockdown abbiamo visto come prenderci cura delle piantine di casa, fare una piccola passeggiata nei parchi, guardare lo scorrere del tempo sui cambiamenti degli alberi, ci abbiano dato momenti di serenità e benessere …. Eravamo in compagnia delle piante condividendo con loro l’energia della vita.

Passo dopo passo cercheremo di lasciare spazio alla creatività e alla fantasia, trasformando con le nostre mani qualcosa da buttare in qualcosa da guardare magari aggiungendo anche una piantina o piccoli fiori adatti alle creazioni.
Vi piace questo nuovo mondo?

A presto…

Uno sguardo alla “Design Week 2020”

Qualche giorno fa si è conclusa la “Milano Design Week 2020” che si è svolta con coraggio, sotto il segno della mascherina.

Infatti, se il Covid aveva fatto annullare il Fuorisalone di primavera e rimandare al prossimo anno il Salone del Mobile, dal 28 settembre al 10 ottobre, la nostra città ha riaperto le porte sul futuro del design, su cosa sceglieremo per la nostra casa nel mondo che verrà.

Le zone più creative e glamour di Milano hanno ospitato un ricco calendario di eventi, dedicati all’arredo, in showroom, laboratori, gallerie e luoghi simbolo, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid.

Infatti, anche nella Design Week come nella nostra vita di oggi, il digitale ha affiancato le iniziative in presenza, gli eventi hanno richiesto inviti o prenotazioni a numero chiuso; proibiti gli assembramenti che per il Fuorisalone volevano dire tanto pubblico affascinato dalle molte installazioni diffuse per la città.

Il Covid ha creato uno scenario nuovo, dai contorni ancora fluidi dove, come nello home working, il digitale diventa realtà quotidiana. Ci è sembrata una edizione rivolta maggiormente agli “esperti” del settore; il pubblico ha potuto partecipare di persona solo su prenotazione o guardando le vetrine e le poche installazioni nei vari distretti, oppure esplorando on-line.

Vi proponiamo di sfogliare un album di immagini da vedere e rivedere quando se ne avrà voglia.

Particolare attenzione, in questa edizione è stata data, anche dalla gallerista Rossana Orlandi, all’economia circolare, alla sostenibilità e a come sia possibile creare bellezza da elementi riutilizzati e riciclati.

Nei chiostri del Museo della Scienza e della Tecnologia, appena restaurati,  ha presentato i progetti di diversi designer, artisti e ricercatori.

È un invito ad uscire dai luoghi comuni. Il legno, ad esempio, considerato “naturale” ed “ecologicamente corretto”, in realtà potrebbe essere stato estratto senza rispetto per l’ambiente o utilizzato senza vera necessità. La plastica, altresì, non va demonizzata ma riciclata e riutilizzata “per una seconda, altre e infinite vite” fino a farla diventare componente dei materiali da costruzione.

In occasione della Design Week, il Comune di Milano ha patrocinato una insolita mostra “The Skull Parade. Il tempo della vanità. I Teschi raccontano”, un  assembramento di teschi accanto a piazza del Duomo.

Partita da Viareggio e realizzata dagli artisti che creano le maschere per il Carnevale, è ispirata alla tradizione popolare messicana del Giorno dei Morti, quando si crede che le anime ritornino nelle loro case e nel mondo dei vivi.

In fondo Halloween è quasi alle porte e un po’ di mistero dark si addice alla nostra poliedrica città.

A presto…

Quattropassi aspettando Natale 2018 – seconda parte

Iniziamo la seconda parte dei nostri quattopassi verso il Natale 2018 con un incontro un po’ controcorrente: il vecchio, caro Sant’Ambrogio, che ci appare ancora più bello nella sua luce consueta.

Rimasto solo dopo il trasloco della tradizionale fiera degli Oh Bej – Oh Bej, è come un anziano amico, saggio e senza fronzoli, che ha capito ciò che conta veramente e osserva pacato, pronto ad accogliere in un abbraccio chi vive le inquietudini del nostro tempo.

Con un fantastico volo, grazie a due mezzi parcheggiati in attesa di un’altra festa, passiamo ora sopra Milano per vederne angoli illuminati da condividere.

Il Castello ha due volti: nel primo luci chiare sottolineano con eleganza l’architettura, nel secondo vivaci luci rosse e verdi propongono fantastiche scenografie.

Ecco alcune immagini dei Navigli; poi via Dante, piazza Cordusio, via Mercanti...

Infine arriviamo all’Ottagono della Galleria, splendido splendente con l’albero Swarovski e la cupola piena di luci.

Le vetrine intorno sfoggiano idee, classe e glamour.

Piazza della Scala e l’ingresso della Galleria quest’anno sono vestiti di rosso cupo per omaggiare lo sponsor, un profumo francese.

Anche Palazzo Marino è tutto rosso. Come da tradizione ospita un’opera d’arte che è possibile vedere gratuitamente e un bel Presepe umbro nel cortile.

Quasi infuocati, e poco natalizi, sono gli alberi intorno alla statua di Leonardo; anche gli gnomi del Quadrilatero sembrano alquanto perplessi.

Forse cercheranno rifugio sotto alberi più rassicuranti.

Palazzo Carmagnola

Darsena

piazza XXIV Maggio

CityLife

Ecco l’albero più alto di questo Natale 2018 a Milano. Quasi una cometa, con una stella dalla coda blu cielo, si trova sulla Torre Galfa, un grattacielo caduto in disgrazia e abbandonato, che ora si illumina e riprende vita, quasi un augurio per tutti noi.

Molti animali hanno letto della nostra Fotoarca e si sono fatti belli per essere fotografati.

Un dinosauro, alla Stazione Centrale, si è fermato solo pochi giorni. Sembra incavolato, ma anche lui ha avuto il suo attimo di celebrità.

Alcuni animali sono pronti a giocare con i bambini sul ghiaccio.

Milano, con le sue tante piste di pattinaggio, diventa un po’ il mondo incantato di Frozen.

Bagni Misteriosi

Palazzo Lombardia

In una di queste piste abbiamo trovato l’immagine del tradizionale dolcetto creato, secondo la leggenda, da un pasticcere per ricordare Nostro Signore: solido ma dolce , a forma di bastone da pastore che, capovolto, diventa la J di Jesus, bianco come la purezza, rosso come il sacrificio, con un pizzico di menta piperita perchè faccia memoria di una pianta anticamente usata per le purificazioni.

piazza Beccaria

Questi dolcetti si trovano spesso sulle bancarelle dei mercatini dove comprare qualche regalo o un ultimo pensierino. Come resistere?

Bagni Misteriosi

Bagni Misteriosi

piazza Duomo

San Celso

Milano ha il cuore grande e non dimentica chi è in difficoltà.

Diverse iniziative raccolgono offerte per chi sta vivendo un momento difficile. Ecco “Regalami”, alla Darsena, a favore dell’Ospedale Pediatrico Buzzi.

Questi nostri passipermilano non possono dimenticare i Presepi. Eccone alcuni molto diversi fra loro: uno fatto di pane, un altro di legno e carta del grande Londonio al Pirellone, il terzo esposto in una mostra di presepi etnici presso i Padri Cappuccini di piazzale Cimitero Maggiore. e l’ultimo di  moderno disegn.

Siamo tornati in piazza Duomo. davanti a noi c’è la nostra Cattedrale con la nuova illuminazione voluta dalla Veneranda Fabbrica. Che si accendano anche le nostre speranze, come tante luci!

Nella notte avvistato Babbo Natale venuto anche lui a guardare!

Buona Luce a tutti e Buon Natale!

A presto…

 

Fotoarca di Passipermilano (seconda puntata: i cavalli)

Tra poco Milano si accenderà con le luci del Natale e diventerà il palcoscenico di tutti noi che, di corsa, come puledri, cavalli rampanti o ronzini stanchi faremo acquisti e porteremo pacchi e pacchetti, borse e borsoni, figlioletti o nipotini.

Con un sorriso dedichiamo i nostri quattropassi di fine novembre al cavallo, questo nobile animale che nei secoli al passo, al trotto o al galoppo ha trasportato uomini e cose. Lo cercheremo tra i monumenti della nostra città per la seconda puntata della Fotoarca di Passipermilano.

Iniziamo la nostra passeggiata dai Cavalli Alati, bianchi e giganteschi, “parcheggiati” sul tetto della Stazione Centrale. Alti quasi 8 metri, ci ricordano che qui si va veloci, si arriva e si parte quasi volando (forse i pendolari non sono sempre d’accordo). Due palafrenieri, Intelligenza e Progresso, tengono le loro redini.

I cavalli da sempre sono stati una delle “sedute” preferite da Re e generali, che amavano essere immortalati fieramente in groppa a destrieri. Nei monumenti antichi i cavalli sono di solito rappresentati, per motivi tecnici, per lo più al passo; se invece sono dipinti,  vengono raffigurati più liberamente al trotto, al galoppo o addirittura rampanti.

Vittorio Emanuele II forse è giunto al galoppo in piazza Duomo e deve frenare il suo cavallo, lanciato… verso il portone centrale della nostra cattedrale. Conflitto Stato – Chiesa?

Accanto al monumento si riunivano i tifosi quando una delle squadre milanesi vinceva lo scudetto… ahimè, da parecchi anni è il torinese Vittorio Emanuele che festeggia.

Un altro cavaliere illustre è Napoleone III che, al Parco Sempione, saluta chi passa, come un vecchio gentiluomo un po’ bislacco. Il suo cavallo lo accompagna con pazienza.

Un famoso quadro immortala l’Imperatore, con Vittorio Emanuele II, sotto lArco della Pace, mentre, vittoriosi, entrano in Milano liberata.

Una curiosità: i cavalli della sestiga sopra l’Arco, risalenti a Napoleone I, furono fatti ruotare di circa 180° dagli Austriaci, quando tornarono a Milano, perchè voltassero il fondoschiena alla Francia… e da allora sono rimasti così.

prima

dopo

In largo Cairoli il cavallo di Giuseppe Garibaldi è finalmente fermo dopo tante battaglie col suo cavaliere e ha un aspetto forte e fiero. Non così quello del generale Missori, nella omonima piazza, tanto accasciato da essere entrato in un modo di dire milanese: “te me paret el caval del Missori”. Il modello fu un povero cavallo da tiro, che oscurò, nel tempo, il suo cavaliere.

Un cavallo, invece, pieno di vigore è quello che salta un ostacolo nel monumento alle “Voloire” in piazzale Perrucchetti, davanti all’ex-caserma dell’Artiglieria a Cavallo.

Questa volta il cavaliere non è un illustre personaggio, ma il simbolo di chi ha rischiato o dato la vita in guerra. Chissà se il suo cavallo, fedele compagno di tante ore di battaglia o di solitudine, lo avrà dovuto vegliare “in un campo di grano… sotto mille papaveri rossi” come cantava Fabrizio De Andrè.

Due monumenti celebrativi ci riportano a secoli lontani. In piazza Mercanti, sul Broletto, ora in ristrutturazione, si trova  l’altorilievo di Oldrado da Trèsseno (podestà di Milano – 1233), che, nell’epigrafe, si vanta di aver fatto costruire il palazzo e di aver mandato al rogo i Catari.

Al Museo del Castello, invece, c’è il monumento funebre del feroce Bernabò Visconti, impettito in groppa al suo destriero. Gli animali avranno avuto più cuore dei loro padroni? Povere bestie…

Nei nostri passipermilano stiamo cercando di far vedere quanto la nostra città sia piuttosto insolita e misteriosa. A questo proposito abbiamo scoperto che a Milano c’è anche il monumento “I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse e il Cavallo Bianco della Pace”. Ebbene, questo poco noto gruppo di cavalli e cavalieri si trova nel luogo più impensabile che si possa immaginare: i Giardini Pubblici “Indro Montanelli”.

Entrando da piazza Cavour, in una grande aiuola, vicino alla statua del giornalista, c’è un gruppo di stilizzate figure in bronzo, che passano quasi inosservate, forse perchè piuttosto basse e smilze. La scena rappresentata è molto drammatica, con cavalieri e cavalli in action.

 

Quasi in disparte c’è un cavallo bianco, senza cavaliere, che sta brucando, distante anni luce dagli altri: è il “Cavallo Bianco della Pace”.

Questo monumento, quasi sconosciuto e assolutamente da andare a vedere, è opera di Harry Rosenthal, uno scultore austriaco che ha attraversato il Novecento con i suoi tanti e contrastanti avvenimenti.

Infine ecco “IL” cavallo; senza cavaliere, imponente, maestoso ha un passato illustre e un presente che genera discussioni.

È conosciuto come “il Cavallo di Leonardo” e si trova davanti all’ippodromo del galoppo di San Siro, in una posizione con poca visibilità turistica, almeno per ora. L’anno prossimo, infatti, ci saranno le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte del Maestro e questo cavallo diventerà protagonista di eventi e manifestazioni. Ne parleremo anche noi tra qualche settimana.

A presto…

Passipermilano? Primo itinerario nel cuore della nostra città per chi viene la prima volta

È una bella passeggiata dedicata a chi viene nella nostra città e si ferma solo poche ore; certamente possiamo anche noi accompagnare questo amico per riscoprire luoghi tanto familiari che quasi non li “vediamo” più.

La mattinata di questo giorno da turisti possiamo dedicarla al “centro” e fare quattropassi nella Milano di oggi, tra luci e ombre, lussi e povertà, palme e dissuasori, per cercare tracce del suo passato, dalle origini leggendarie alla civiltà romana e cristiana, dalle cadute alle rinascite, che ci hanno portato fin qui.

Troviamoci, ovviamente, in Piazza del Duomo, luogo simbolo e cuore di Milano (per la sua storia rimandiamo agli articoli precedenti, per gli interni… lavori in corso).

Se la giornata è bella, ma anche il cielo grigio ha il suo fascino tra le guglie, possiamo salire a piedi (Euro 9, ridotto 4,50) o con l’ascensore (Euro 13, ridotto 7) sulle terrazze del Duomo, camminare sul tetto in pendenza e guardare la nostra città dall’alto, come fanno le tremila statue tra angeli e demoni, santi e peccatori, animali e cose.

Un tempo sulle terrazze si facevano anche scampagnate, ora non più, ma il cielo è proprio lì, da toccare con un dito e i suoni della città sono echi lontani.

Se, invece, di andare in alto, preferite esplorare i sotterranei, si può scendere, dall’interno del Duomo (Euro 7, ridotto 3 – con visita anche degli interni e del Museo), al Battistero di San Giovanni alle Fonti dove il “tedesco” Ambrogio, nostro protettore, battezzò, alla vigilia della Pasqua del 387, il nordafricano Agostino d’Ippona; erano entrambi cittadini dell’Impero Romano e al melting pot noi milanesi siamo abituati.

Scesi, o risaliti, dal Duomo, andiamo verso la Galleria, il Salotto in vetro, ferro e marmo intitolata a Vittorio Emanuele II, primo Re dell’Italia unita.

A lui sono dedicati anche la statua sulla piazza e il corso che ci accompagna verso San Babila.

I milanesi, però, un po’ indipendenti per carattere, sono soliti fare tre giri scaramantici col tacco sugli attributi del toro, simbolo della Torino capitale di un tempo, nell’Ottagono della Galleria.

Due piccoli consigli prima di raggiungere piazza della Scala: 1) date uno sguardo verso il lato Duomo per vedere l’Arengario fare da cornice alla Torre Martini di piazza Diaz; 2) per una visione insolita della Galleria potete salire da via Silvio Pellico n. 2 sulla passerella in ferro, di circa 550 mq, dalla quale si vedono la struttura del Salotto e un bel panorama coi tetti della nostra città.

https://www.highlinegalleria.com/

Se è tempo per una pausa caffè con brioches fermiamoci da Cracco (al banco circa 3 Euro, ben spesi) e guardiamo sopra le vetrine i due occhi, diversi per colore e genere.

“Lusso” (Prada, Armani, Gucci, Vuitton…), “cultura” (librerie, museo interattivo di Leonardo, Urban Center con info, materiale illustrativo e mostre itineranti gratuiti) e “gusto” di ieri e di oggi (Cracco, Marchesi, il Camparino, Savini, Biffi…) sono in vetrina nella Galleria. Qui i selfie impazzano per essere in una cartolina di Milano.

Eccoci in Piazza della Scala, altro luogo simbolo della nostra città, centro del primitivo insediamento celtico, di forma ellittica, quasi l’uovo da cui sarebbe nata Milano.

La storia del teatro alla Scala è quanto mai interessante e, ovviamente, un po’ misteriosa (ci sarebbe anche “una” fantasma molto famosa. La riconoscete?).

Questo teatro sembra sia nato per una storia di potenti, amanti, forse anche per un delitto. Si racconta, infatti, che nella notte di Sabato Grasso del 1776 il Teatro di allora, sito nel Palazzo Ducale (ora Palazzo Reale), fosse andato a fuoco per la gelosia dell’Arciduca Ferdinando, figlio dell’Imperatrice Maria Teresa, nei confronti della moglie.

Egli aveva, infatti, scoperto un biglietto della consorte ad un nobile per un appuntamento notturno in un palco dopo la festa in maschera. L’Arciduca, infuriato, fece chiudere le porte e appiccare il fuoco al teatro, che era interamente costruito in legno; non si sa come e perchè, però, al posto del rivale abbia trovato la morte nel palco un amico e fidato confidente di Ferdinando…

Lui, Lei

L’altro

L’Imperatrice Maria Teresa, per mettere a tacere lo scandalo e per venire incontro ai milanesi, fece demolire la trecentesca chiesa di Santa Maria alla Scala, voluta dalla moglie di Bernabò Visconti, e, al suo posto, in soli due anni, fu costruito, su progetto del Piermarini, un nuovo teatro, appunto La Scala.

Da allora il teatro è sempre stato al centro della vita culturale e sociale milanese. Entrò anche nella storia del nostro Risorgimento quando i milanesi erano soliti inneggiare “Viva Verdi!” (Viva Vittorio Emanuele Re DItalia!), contro gli austriaci.

La Scala divenne il teatro della borghesia milanese e vide, via via, la nascita della piazza, l’ampliamento dei propri spazi, la ricostruzione post-bellica e, infine, l’attuale ristrutturazione.

Nei suoi 240 anni di vita è riuscita a evolversi nella lettura e nell’allestimento degli spettacoli, contribuendo alla cultura, ai gusti e alle mode a livello internazionale.

La sua Prima, il giorno di Sant’Ambrogio, resta per noi milanesi uno spettacolo-evento e il suo palcoscenico diventa quello di tutta Milano.

Continua…

La città che scende: piccolo itinerario underground in piazza Duomo

Milano “che sale” coi suoi grattacieli vecchi, nuovi e nuovissimi è anche città invisibile, fatta di una complessa rete di servizi sotterranei.

Pensiamo ai canali, ai Navigli interrati che oggi si pensa di riaprire, alle linee metropolitane, a tutta quella serie di condutture che ci portano acqua, luce, gas, fibre ottiche…
Se molte di queste opere sono accessibili solo agli addetti ai lavori, altri ambienti sotterranei sono molto familiari.

passato…

futuro?

Scendiamo per un piccolo itinerario underground sotto piazza del Duomo, seguendo le frecce su due colonne dei portici di fianco alla Galleria.

Siamo nel cuore dei mezzanini delle linee rossa e gialla della metropolitana. Qui passano tutti i giorni migliaia di passeggeri frettolosi con gli occhi incollati al proprio smartphone. Conosciamo il percorso più veloce per prendere il treno e forse non ci accorgiamo dei resti di una strada romana, protetti ora da una triste lastra di vetro, dove un tempo passavano i cittadini di Mediolanum.

Poco lontano si lasciano intravedere i pochi resti dell’antica abside di Santa Tecla, prequel del Duomo.

Accessibili dalla cattedrale si nascondono anche le vestigia dell’antico battistero, venute alla luce durante gli scavi della prima linea della metropolitana.

Si dice anche che sotto il coro del Duomo vi siano antichi pozzi dove sarebbe scomparsa la povera Carlina, il fantasma gentile della nostra cattedrale.

Sempre sotto piazza del Duomo era stato costruito anche un grande rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale e le frecce dalle quali è iniziato il nostro giro ne indicavano un accesso.

Eccolo ora: in questo sotterraneo gli enormi pilastri del rifugio sono le “colonne” della biglietteria della Scala, di fronte ad un ufficio ATM.

Al centro di piazza del Duomo, il monumento a Vittorio Emanuele II, nasconde ben sette stanze segrete. Non siamo riusciti a vederle, ma abbiamo trovato notizie e foto che le riguardano.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/12_maggio_18/monumento-piazza-duomo-scoperti-vani-tunnel-sotterraneo-vittorio-emanuele-201239155515.shtml

Esiste anche un lungo passaggio coperto che unisce piazza del Duomo con piazza Cordusio. È ben tenuto, illuminato, ma desolatamente vuoto, come se la vita vi fosse scomparsa.

Un pomposo cartello ci dice che è la Galleria dell’Artigianato, ma gli artigiani dove sono?

Percorrendolo ci chiediamo come sarebbe possibile ripensare questo spazio utilizzandolo, magari, a fini sociali, turistici ed economici. In fondo, in questa galleria, sono rimaste le immagini del Duomo e dei grattacieli, come per indicare alcune possibili vie da seguire.

Il sottosuolo di piazza del Duomo è anche colto e aperto al design: ci troviamo i piani -1 della Feltrinelli, della Mondadori, della Rinascente oltre a diversi negozi e bar.

Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo di nuovo le frecce da cui siamo partiti; accanto troviamo l’ingresso di un circolo culturale sotterraneo, “frequentato” in questo periodo anche dai Templari.

È lo Spazio Cobianchi. Nato nel 1924 era un albergo diurno, come quello di Porta Venezia, utilizzato da chi voleva riposare, lavorare, prepararsi ad un appuntamento o ad uno spettacolo alla Scala.

Ora è diventato un locale dove bere un caffè lontano dalla folla, seguire conferenze, leggere un libro, ballare, incontrarsi in un bell’ambiente Liberty.

In questo periodo lo spazio espositivo ospita una mostra sui Templari con una non indifferente raccolta di reperti e di immagini. Entriamo?

Non male, vero, tutto questo per il sottosuolo di piazza del Duomo? A presto sotto l’azzurro del cielo per vedere insieme un insolito parco…

 

 

Quattropassi alla scoperta di piazza del Duomo

Piazza del Duomo è da sempre il cuore pulsante e il centro “ancestrale” della nostra città, meta di antichi e attuali passipermilano.

Questa piazza rettangolare, ora di 17.000 metri quadrati, non è stata sempre come la vediamo oggi.

Intorno alla cattedrale sono stati abbattuti edifici e persino isolati (dall’antica basilica di Santa Tecla al portico borghese dei Figini e al quartiere popolare del Rebecchino) e costruiti altri (Palazzo Reale, la Galleria, i palazzi gemelli dell’Arengario) per fare da cornice e abbracciare il Duomo, da seicento anni star indiscussa della piazza.

La pavimentazione  in marmo e granito davanti al Duomo, è stata ideata nel 1920 dal grande architetto Piero Portaluppi.

Camminando non riusciamo a scorgere nel loro insieme i diversi disegni geometrici di questa pavimentazione, così come non è facile individuare la linea che indica il perimetro dell’antico battistero di San Giovanni, sul sagrato della cattedrale. Sembra quasi un invito a salire in alto per “capire” i diversi passi del nostro cammino.

Una piccola curiosità riguarda, invece, la pavimentazione, in marmi di vari colori, dei portici a lato della piazza: nel marmo rosso vediamo numerose conchiglie fossili. Scoprirle è un bellissimo gioco che ci mette a contatto con lo scorrere del tempo, quasi fare quattropassi in un’altra era geologica.

Il lato settentrionale della piazza è ricco di locali storici e di altri più nuovi. Qui inizia la Galleria, l’elegante passaggio coperto verso piazza della Scala.

L’altro lato della piazza, quello dei portici meridionali, è molto più sobrio: un po’ defilato, in una piazzetta, troviamo Palazzo Reale.

Nato  nell’epoca dei Comuni ha visto passare Signori, Duchi, Governatori, Re e Imperatori, che l’hanno profondamente modificato; gli echi del tempo hanno lasciato però tracce su questo palazzo. Quante epoche fanno capolino in queste foto?

Ora è sede di mostre che richiamano migliaia di visitatori. Dal 29 settembre è aperta quella su Caravaggio, nato a Milano proprio in tale data e battezzato nella vicina chiesa di Santo Stefano.

http://www.palazzorealemilano.it/wps/portal/luogo/palazzoreale/mostre/inCorso/Dentro_Caravaggio

Due piccoli suggerimenti sottovoce: al piano terra di Palazzo Reale c’è un delizioso bar dall’atmosfera retrò.

Altra  sorpresa è il piccolo, inaspettato giardino dove potersi riposare un momento, situato alle spalle del Palazzo lungo via Pecorari.

Su piazzetta Reale si apre anche il Museo del Duomo, con i tesori della cattedrale. Sullo sfondo sembra vegliare il bel campanile di San Gottardo, un tempo chiesa di Corte.

Accanto a Palazzo Reale, di fronte alla Galleria, ci sono i palazzi gemelli dell’Arengario con la sede del Museo del Novecento.

Furono costruiti tra il 1936 e il 1956 su progetto di alcuni importanti architetti italiani (Portaluppi, Muzio, Magistretti, Griffini), per essere come una porta di passaggio tra l’antico e il “moderno” di piazza Diaz.

Rivestiti in marmo di Candoglia come il Duomo, sembrano far da cornice alla Torre Martini, uno dei primi grattacieli di Milano.

Di fronte al Duomo, sulla facciata di Palazzo Carminati, ora non si “accendono parole”, come scrisse Umberto Saba. Le storiche luci pubblicitarie furono spente alla fine degli anni Novanta per il “decoro” della piazza. Oggi davanti a questo palazzo un parcheggio di taxi e di bus turistici sono schermati dalle palme di Starbuck.

Al secolo scorso ci riportano i lampioni della piazza, opera del grande Alessandro Mazzucotelli. Furono realizzati in ferro battuto nel 1927. Se si osservano da vicino le formelle troviamo qualche immagine del passato…

Difficile è sedersi in piazza Duomo che sembra fatta per essere attraversata in fretta dai milanesi ed ammirata con calma dai turisti. Pseudopanchine sono (ahimè) i gradini del Duomo con un tappeto umano che volta le spalle alla cattedrale ed i basamenti dei lampioni e del monumento a Vittorio Emanuele.

Questo monumento si trova dal 1896 al centro della piazza in asse col portone centrale del Duomo. Al primo Re d’Italia sono dedicati anche la Galleria e il corso che conduce fino a San Babila.

Intorno a questa statua un tempo c’era un carosello di tram che partivano a raggiera per tutte le direzioni della città, sostituiti ora, in parte, da due linee sotterranee della metropolitana.

Alla base del monumento due leoni (e decine di piccioni) sembrano custodire chissà quali segreti. Sapranno qualcosa delle sette stanze vuote ritrovate sotto il monumento qualche anno fa?

A presto per un giro underground in piazza del Duomo… Cosa indicano queste frecce?

 

Il Duomo: ciak… si gira!

È di qualche giorno fa la notizia che la nostra città è più che mai al centro di richieste per girare film, serie televisive, servizi e spot pubblicitari. Le zone più gettonate vanno da quelle tradizionali alle più nuove, dal Duomo a Porta Nuova, dai Navigli a CityLife.

spot pubblicitario Alfa

“Poveri ma ricchi”

“So Young” (serie televisiva cinese)

Milano infatti ha fatto da sfondo, fin dalla nascita del cinema, a centinaia di film, dalle zone più popolari a quelle più eleganti.

http://www.ilgiornale.it/news/lambrate-piazza-duomo-milano-sul-set-pi-500-film.html

“Ieri, oggi, domani” – episodio “Anna”

“Cronache di un amore”

“Ratataplan”

Diamo un’occhiata al Duomo, protagonista di molti film, attraverso alcune immagini.

“Ratataplan”

Abbiamo scavato nel passato ed ecco una sorta di Techetechete dedicato alla nostra Cattedrale. Ciak… si gira!

Il primo omaggio cinematografico al Duomo risale ai fratelli Lumiere, alla fine dell’Ottocento. La nostra Cattedrale è lo sfondo della piazza, piena di gente bella ed elegante, in movimento, accentuato anche dal passaggio di un tram e di una carrozza.

La vivacità e il dinamismo di Milano, ieri come oggi, fatto di lavoro e di svago, di creatività e di impegno, sono i protagonisti di un bellissimo documentario del 1929 di Corrado D’Errico intitolato “Stramilano”.

Il filmato termina con l’immagine del Duomo e di due locomotive pronte a partire, quasi la Cattedrale fosse il punto di partenza di un viaggio verso il futuro e il simbolo dello spirito trainante di Milano.

Il Duomo e la sua piazza sono veramente il “centro” di Milano, dalle tante sfaccettature, vantaggi e problemi. In diversi film e documentari il Duomo è diventato palcoscenico di storia e di storie. È stato di volta in volta noir, drammatico, sorridente, amaro e persino fantastico.

occupazione nazista

funerali delle vittime di Piazza Fontana

“Gli uomini che mascalzoni” remake

“Ratataplan”

I tempi che cambiano sono passati, e continuano a passare, sotto la Madonnina, che ha visto Milano crescere  sempre più. L’immigrazione di ieri e di oggi è stata raccontata dal Duomo con lo stupore dei fratelli Capone, con il dramma di Rocco e dei sui fratelli, con la “trasferta” dei Soliti Ignoti, con la comicità pensante di Checco Zalone.

“Totò, Peppino e la malafemmina”

“Rocco e i suoi fratelli”

“Audace colpo dei soliti ignoti”

“Che bella giornata”

C’è anche un Duomo “ecologista” con immagini e installazioni che hanno fatto, e fanno discutere.

“Oh Serafina”

“L’ultimo pastore della città”

La mela rigenerata

le palme

Il Duomo ci mette le ali: ecco alcune immagini, di tempi diversi, del cielo sopra Milano, della nostra voglia di spiccare il volo e di volare alto.

Bartolomeo Cattaneo – volo sul Duomo

“Miracolo a Milano”

evento pubblicitario

Sonohra

performance del gruppo musicale Sonohra

Chiunque arrivi nella nostra città passa da piazza Duomo, per un selfie o una foto ricordo.

E come non ricordare qualche mese fa Papa Francesco in questa piazza?

A presto… per fare quattro passi insieme intorno al Duomo!

Torri e grattacieli a Milano: sguardo all’insù tra ieri, oggi e domani (Primo itinerario)

In questi nuovi itinerari, i nostri passipermilano ci porteranno a vedere alcuni edifici “alti” e “altissimi” della nostra città, che diventa sempre più verticale.

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Ci fermeremo davanti a qualcuno di essi, mentre passeggiamo, per guardare anche come sono inseriti nello spazio urbano circostante, edifici tra gli edifici, e come sono vissuti, abitati, attraversati dalla gente.

Iniziamo il nostro primo itinerario “all’insù” dalla Torre Velasca, che coi suoi 106 metri di altezza e 25 piani di uffici e abitazioni, supera di molto tutti gli edifici vicini.

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Si trova in piazza Velasca 5, in pieno centro storico, a due passi da piazza Missori, dalla Ca’ Granda e poco lontana dal Duomo.

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Cortile della Ca’ Granda

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È stata progettata negli anni Cinquanta dallo Studio BBPR (Belgiojoso, Peressutti, Rogers), rimasto orfano di uno dei suoi soci fondatori, quel Banfi morto nel campo di Mauthausen – Gusen.

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lo Studio BBPR al completo

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monumento ai Caduti nei campi di sterminio (BBPR – Cim. Monumentale)

Ripresa l’attività nel dopoguerra, gli architetti dello Studio BBPR hanno mantenuto sempre vivo il legame con la storia, partecipando alla ricostruzione, ristrutturazione e allestimenti di tanti edifici come il Castello Sforzesco, la Ca’ Granda

Pietà allestimento BBPR sala Scarlioni

allestimento vecchia sede Pietà Rondanini (BBPr – Castello Sforzesco)

Se guardiamo la Torre Velasca, vediamo come la memoria entri nell’architettura; nell’insolita struttura a fungo ritroviamo echi della Torre di Bona di Savoia del Castello.

Torre Velasca torre di bona

Anche il nome “torre” vuole rendere omaggio alla tradizione milanese e creare continuità col passato. Guardiamo questa foto: la Velasca sembra la torre di un nuovo spazio urbano dove le mura sono altri edifici.

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La Torre Velasca è lontana dall’idea dei grattacieli americani. È un grattacielo milanese.

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I pilastri, che la percorrono a vista, si piegano e si allargano per sorreggere la parte superiore più ampia, destinata ad abitazioni, tanto da essere soprannominati dai vecchi Milanesi “giarrettiere”.

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La Torre Velasca ha ricevuto consensi, ma anche tante critiche, fin dalla sua realizzazione. Ha “partecipato” a diversi film, tra i quali “Milano calibro 9″ e “Il vedovo”, con Alberto Sordi.

Milano calibro 9

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Guardiamo questa foto e ci accorgiamo che la Velasca non è la sola torre del centro storico, vicino al Duomo.

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Poco lontano, in piazza Diaz, sulle macerie di un quartiere vecchio, colorito, malfamato, il Bottonuto, sorge infatti, dalla fine degli anni Cinquanta, la Torre Martini.

cartolina dopoguerra Bottonuto

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Palazzo per uffici, ha in cima una bella Terrazza Bar, quasi un anticipo della Milano da Bere degli anni Ottanta. Ora vi si organizzano eventi e si può guardare la città dall’alto, bevendo qualcosa.

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Questa torre, che sembra ispirata al Rockefeller Center di NY, dà il meglio di sè se viene inquadrata dalla Galleria.

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Milano

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New York

Alta 80 metri per 15 piani, chiude la piazza, circondata su tre lati da portici, sotto i quali si aprono negozi, locali, e una palestra. La seconda domenica di ogni mese, poi, vi si tiene la mostra mercato di libri antichi, vecchi, curiosi, da collezione e bancarelle di articoli vintage.

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porta d'oro

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Piazza Diaz, nata a partire dagli anni Trenta, avrebbe dovuto essere il perno della city direzionale in pieno centro storico. Vi si trovano palazzi importanti come l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (piazza Diaz 6) di P. Portaluppi, con un corpo più basso e una torre porticata.

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In mezzo alla piazza, ora sotto un’aiuola verde, si trova il primo parcheggio sotterraneo di Milano, costruito tra il 1953 e il ’56. Allora in Centro si andava in macchina!

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ieri

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oggi

Il monumento ai Carabinieri, in acciaio, opera di L. Minguzzi, si perde un po’ in questa grande piazza, nascosto in parte dal verde.

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Piazza Diaz ha un che di squadrato, un rettangolo con vie laterali che danno movimento. Era stata soprannominata “il robottino”: la piazza rappresenta il busto, le braccia sono le vie Giardino e Rastrelli, le gambe le vie Gonzaga e Baracchini.

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Sul lungo collo, via Marconi, si trova l’ingresso del Museo del Novecento, in uno degli edifici dell’Arengario, con opere imperdibili del Secolo Breve.

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museo del 900 interno

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E la testa di questo robot? Non poteva essere che piazza del Duomo, con le sue guglie e la Madonnina. I suoi 108,50 metri sono stati per molto tempo l’altezza insuperata e insuperabile dei grattacieli di Milano.

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Continua…