La città che scende: piccolo itinerario underground in piazza Duomo

Milano “che sale” coi suoi grattacieli vecchi, nuovi e nuovissimi è anche città invisibile, fatta di una complessa rete di servizi sotterranei.

Pensiamo ai canali, ai Navigli interrati che oggi si pensa di riaprire, alle linee metropolitane, a tutta quella serie di condutture che ci portano acqua, luce, gas, fibre ottiche…
Se molte di queste opere sono accessibili solo agli addetti ai lavori, altri ambienti sotterranei sono molto familiari.

passato…

futuro?

Scendiamo per un piccolo itinerario underground sotto piazza del Duomo, seguendo le frecce su due colonne dei portici di fianco alla Galleria.

Siamo nel cuore dei mezzanini delle linee rossa e gialla della metropolitana. Qui passano tutti i giorni migliaia di passeggeri frettolosi con gli occhi incollati al proprio smartphone. Conosciamo il percorso più veloce per prendere il treno e forse non ci accorgiamo dei resti di una strada romana, protetti ora da una triste lastra di vetro, dove un tempo passavano i cittadini di Mediolanum.

Poco lontano si lasciano intravedere i pochi resti dell’antica abside di Santa Tecla, prequel del Duomo.

Accessibili dalla cattedrale si nascondono anche le vestigia dell’antico battistero, venute alla luce durante gli scavi della prima linea della metropolitana.

Si dice anche che sotto il coro del Duomo vi siano antichi pozzi dove sarebbe scomparsa la povera Carlina, il fantasma gentile della nostra cattedrale.

Sempre sotto piazza del Duomo era stato costruito anche un grande rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale e le frecce dalle quali è iniziato il nostro giro ne indicavano un accesso.

Eccolo ora: in questo sotterraneo gli enormi pilastri del rifugio sono le “colonne” della biglietteria della Scala, di fronte ad un ufficio ATM.

Al centro di piazza del Duomo, il monumento a Vittorio Emanuele II, nasconde ben sette stanze segrete. Non siamo riusciti a vederle, ma abbiamo trovato notizie e foto che le riguardano.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/12_maggio_18/monumento-piazza-duomo-scoperti-vani-tunnel-sotterraneo-vittorio-emanuele-201239155515.shtml

Esiste anche un lungo passaggio coperto che unisce piazza del Duomo con piazza Cordusio. È ben tenuto, illuminato, ma desolatamente vuoto, come se la vita vi fosse scomparsa.

Un pomposo cartello ci dice che è la Galleria dell’Artigianato, ma gli artigiani dove sono?

Percorrendolo ci chiediamo come sarebbe possibile ripensare questo spazio utilizzandolo, magari, a fini sociali, turistici ed economici. In fondo, in questa galleria, sono rimaste le immagini del Duomo e dei grattacieli, come per indicare alcune possibili vie da seguire.

Il sottosuolo di piazza del Duomo è anche colto e aperto al design: ci troviamo i piani -1 della Feltrinelli, della Mondadori, della Rinascente oltre a diversi negozi e bar.

Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo di nuovo le frecce da cui siamo partiti; accanto troviamo l’ingresso di un circolo culturale sotterraneo, “frequentato” in questo periodo anche dai Templari.

È lo Spazio Cobianchi. Nato nel 1924 era un albergo diurno, come quello di Porta Venezia, utilizzato da chi voleva riposare, lavorare, prepararsi ad un appuntamento o ad uno spettacolo alla Scala.

Ora è diventato un locale dove bere un caffè lontano dalla folla, seguire conferenze, leggere un libro, ballare, incontrarsi in un bell’ambiente Liberty.

In questo periodo lo spazio espositivo ospita una mostra sui Templari con una non indifferente raccolta di reperti e di immagini. Entriamo?

Non male, vero, tutto questo per il sottosuolo di piazza del Duomo? A presto sotto l’azzurro del cielo per vedere insieme un insolito parco…

 

 

Torri e grattacieli a Milano: sguardo all’insù tra ieri, oggi e domani (Quarto itinerario)

Il Dritto, lo Storto e il Curvo: non sono i protagonisti di un film western all’italiana, ma i grattacieli progettati per City Life da tre archistar: Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind.

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Oggi facciamo quattro passi in quello che potrebbe essere un esempio di quartiere della Milano nuovo millennio.

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Ecco come nel secolo scorso l’architetto Piero Portaluppi ironizzava pensando ad una città di grattacieli e di edifici in serie, a schiera. La società incaricata della costruzione si sarebbe chiamata .S.K.N.E. (scàppane) e il quartiere “Allabanuel”, da leggere al contrario, cioè… “l’è una balla”.

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City Life, invece, è una realtà e rappresenta, forse, uno dei futuri di Milano.

http://www.city-life.it/it/cantiere

Sorge dove si trovava la vecchia Fiera Campionaria, oggi trasferitasi a Rho.

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Fiera di Rho

Il nuovo quartiere City Life, servito dalla linea 5 (lilla) della metropolitana, fermata Tre Torri, è, e sarà, molto bello.

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Attualmente l’unico grattacielo terminato, che presto diventerà sede Allianz, è la Torre Isozaki, ovvero Il Dritto, che ospiterà circa 3800 persone.

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È il più alto grattacielo di Milano, opera dell’architetto giapponese Arata Isozaki, in collaborazione con lo Studio Maffei di Milano.

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E’ realizzato con moduli che si ripetono, con la superficie curvata come dal vento. Quattro puntoni d’acciaio fissati a terra sono agganciati all’undicesimo dei 50 piani del grattacielo.

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Sulla sua cima è stata posta una copia della Madonnina, in omaggio alla tradizione milanese che vuole una sua statua sempre più in alto sulla città  per proteggerla.

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Una grande vela,  un’onda, una curva, è il grattacielo, Lo Storto, ancora in costruzione, di Zaha Hadid, scomparsa di recente.

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Donna, araba, nata a Bagdad da un industriale sunnita e da una principessa, era stata costretta a lasciare il suo paese di origine studiando a Beirut e poi a Londra.

Estrosa e provocatoria, poliedrica e al tempo stesso manageriale, è riuscita a realizzare quelli che sembravano solo bizzarri progetti sulla carta. “L’architettura deve offrire piacere. Le persone dovrebbero provare una sensazione di armonia…”.

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I suoi interessi non sono stati rivolti solo all’architettura, ma anche agli interni e alla moda.

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Suoi anche altri edifici a City Life, che sembrano grandi navi da crociera nella città, con profili curvi e fascinosi.

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“Il mondo non è un rettangolo… forse che il paesaggio è uno spreco di spazio?” Grande Zaha!

frase di Zaha

La terza Torre di City Life, che dovrebbe essere pronta nel 2018, Il Curvo, è firmata da Daniel Libeskind, come sue sono anche le residenze accanto a un piccolo campo per la pratica del golf, nel grande piazzale del quartiere.

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L’architetto ama molto la nostra città, che considera innovativa e coraggiosa. Ha realizzato per EXPO opere importanti  che hanno colpito i visitatori.

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I suoi figli hanno studiato qui e Libeskind ritiene Milano capace di trasformarsi e di conservare, nel contempo, anche certe tradizioni e l’heritage del passato.

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Nel grande spazio di City Life, a questo proposito, ci sono due grandi fontane: l’una è modernissima, a filo della pavimentazione, l’altra, la Fontana delle Quattro Stagioni, è più antica e carica di ricordi.

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Nessuna targa, ci sembra, ricorda l’attentato avvenuto, vicino a questa fontana, nel 1928. Lo facciamo noi, Milanesi DOC, per non dimenticare un pezzetto della nostra storia e chi perse qui la vita.

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Piazzale Giulio Cesare era affollatissimo aspettando Vittorio Emanuele III che veniva ad inaugurare la Fiera Campionaria. Era il 12 aprile ed una bomba fece scomparire la vita di 28 persone, tra le quali diversi bambini.

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Furono arrestati i soliti sospetti, fatte e smentite le ipotesi sui colpevoli. Anche allora non fu fatta giustizia.

http://www.poliziotti.it/forum/index.php?topic=19528.0

Una statua, al Monumentale, opera di A. Wildt, è dedicata alle vittime di questo attentato.

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Molti sono gli spazi verdi e di svago a City Life dove si può fare jogging o semplicemente passeggiare in questa terra di architetti.

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Passato, presente e futuro nei grattacieli della nostra città: poco lontano da City Life spingiamoci fino a raggiungere gli “alti” edifici di piazza Piemonte, “ben” 38 metri che dalla fine degli anni Venti sono lì a interpretare la  città che iniziava ad andare all’insù.

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A noi ricordano gli anni dell’Università, quando vedevamo sempre l’edificio “Giuliana Ronzoni”, il cosiddetto Kremlino, tra Liberty e Decò, di Città Studi.

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Forse basta guardare Milano, quando passeggiamo o la attraversiamo, per scoprire la grande ricchezza, anche architettonica, della città nella quale viviamo.

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Torri e grattacieli a Milano: sguardo all’insù tra ieri, oggi e domani (Terzo itinerario)

Riprendiamo i nostri passiperMilano con lo sguardo all’insù da piazza Gae Aulenti, che si è conquistata un posto di primo piano tra i luoghi da visitare nella nostra città. Se la Torre Velasca e il Pirellone rappresentano lo ieri degli edifici alti della nostra città, piazza Gae Aulenti è senz’altro l’oggi.

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Guardiamo questa foto che mostra il Galfa e il palazzo del Comune (il Pirellone non è stato inquadrato) con l’arco di Porta Garibaldi e le auto che ancora percorrono piazza XXV Aprile e corso Como. Si resta senza parole vedendo come è cambiato, in pochi decenni, lo skyline di questa zona.

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Per realizzare questo “quartiere” di nuovi edifici sono state interessate ben tre zone: Porta Garibaldi, l’Isola e le ex-Varesine.

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Porta Garibaldi offre al nuovo “quartiere di grattacieli” le boutique e i locali glamour di corso Como, nonchè il comodo accesso costituito dalla stazione Garibaldi, dalle fermate delle linee metropolitane verde e lilla e del Passante Ferroviario.

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Anche la stazione Garibaldi ha i suoi edifici alti, un po’ vintage: la Torre Arcobaleno, vecchio serbatoio dell’acqua, ricoperto di piastrelline colorate e altri due grattacieli, le Torri Garibaldi, sottoposti ad un recente restyling.

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Saliamo verso piazza Gae Aulenti, opera dell’architetto argentino César Pelli, quasi un’altra cinta di mura, sopraelevata sulla città, con guglia verso il cielo.

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All’inizio della piazza ci accoglie un’opera di Alberto Garutti con 23 strumenti per ascoltare le voci e i suoni della città, mettendo in comunicazione visiva lo spazio della piazza con quello sotterraneo, dove si trovano un supermercato e un parcheggio.

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La piazza Gae Aulenti ha forma tondeggiante contenuta tra edifici che riflettono l’ambiente. Fra questi l’altissima Torre Unicredit, con una guglia (omaggio o sfida al Duomo?) rivolta al cielo.

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Al centro c’è una grande fontana a livello del suolo, attraversata da piccoli percorsi a piedi e circondata da una lunga e sinuosa panchina in pietra di oltre 100 metri.

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La piazza è diventata un punto di incontro e di svago (c’è persino un gigantesco calciobalilla!!) e ospita spesso manifestazioni ed eventi. Molti negozi ed una libreria dove “leggere, fare colazione e sognare” si aprono ai visitatori.

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La piazza si allarga verso il Pavillon, bassa costruzione a diversi livelli, in vetro e legno, senza colonne al suo interno. È un centro polifunzionale (c’è anche un asilo) che, secondo l’autore, M. De Lucchi, rappresenta “un seme pronto a radicare e germogliare”.

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Da qui iniziano due passeggiate che ci conducono verso le altre due zone coinvolte in questo progetto urbanistico: l’Isola e le ex-Varesine, raggiungibili attraverso la Passerella Gioia.

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Andiamo, percorrendo la Passeggiata Luigi Veronelli, verso il Bosco Verticale dello Studio Boeri.

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Questi due grattacieli hanno fatto scuola: la struttura è alleggerita visivamente da giardini pensili piantumati. Vincitore di un prestigioso premio internazionale per l’edificio più bello e innovativo, il Bosco Verticale ospita migliaia di alberi, arbusti e perenni formando un vero e proprio bosco e sottobosco di quasi 20.000 metri quadrati di verde.

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Accanto a questo “bosco” dovrà nascere la “Biblioteca degli Alberi”, per ora è uno spazio che ha visto “spuntare” il grano in un’opera di land-art.

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Prima di tornare sui nostri passi, guardiamo un altro volto di Milano: case vecchie, di ringhiera, sono a poca distanza da queste torri. Forse si guardano, si invidiano, si criticano… vivono. Come ha detto il grande architetto Sottsass: “l’arte si guarda, l’architettura si abita”.

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Percorriamo ora l’altra pedonale che da piazza Gae Aulenti scende verso piazza Lina Bo Bardi, vicino a piazza della Repubblica.

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Questo spazio era occupato dalla stazione delle Varesine, diventato in seguito un grande Luna Park.

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Ora è una sorta di passerella per edifici ricchi di fashion. Milano, città della moda, fa sfilare in passerella anche le opere di prestigiosi architetti contemporanei. Tutti questi edifici utilizzano le più innovative tecnologie con altissima attenzione alle risorse sostenibili.

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Ci fermiamo un momento davanti alla Torre Diamante. La sua forma asimmetrica attira la nostra attenzione e ci invita a riflettere.

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Guardandola, abbiamo pensato al concetto della “bellezza imperfetta” della cultura giapponese, al fascino dello squilibrio in un insieme simmetrico perfetto, all’idea orientale della “impermanenza”, quasi lo scorrere asimmetrico della nostra vita.

dipinto giapponese

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ikebana

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Scendiamo ora verso piazza della Repubblica: un vecchio tram conclude la nostra passeggiata tra le opere degli archistar e ci conduce verso???

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A presto!!

I Mystèriosi sotterranei del Castello

È una Milano oscura e livida quella che fa da sfondo all’avventura “Scendendo” di Martin Mystère, apparsa su Almanacco del Mistero, 1995.

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I sotterranei, questa terra di mezzo tra il sopra e il sotto, il mondo delle luci e quello del buio assoluto del sottosuolo, sono i veri protagonisti di questa storia che riguarda il Castello Sforzesco.

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Martin, indagando sull’omicidio di un ingegnere che aveva lavorato sul sottosuolo, riesce a sventare, attraverso rocambolesche vicende, un piano terroristico che intendeva far esplodere il Castello e gettare Milano nel caos e nel terrore.

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Questo piano era basato su un complesso progetto difensivo ideato da Leonardo, “ingegnere militare” secondo il curriculum da lui inviato a Ludovico il Moro.

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curriculum di Leonardo

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progetto di “carro armato”

Un micidiale composto, il cosiddetto fuoco greco, era stato nascosto sotto la Piazza d’Armi per impedire, attraverso incendi ed esplosioni, l’eventuale conquista del Castello, da parte di nemici.

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Il colpo di scena finale rivela che il Maestro, in accordo con il comandante della guarnigione, che aprì le porte del Castello ai Francesi, non mise in atto il piano distruttivo al fine di salvare l’amata Milano.

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Perchè raccontare questa storia su alcuni “segreti” del Castello?

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Sotto il Castello c’è realmente un mondo sotterraneo “archiviato”. Si narra di una strada segreta, che univa il Castello a Santa Maria delle Grazie, fatta costruire dal Moro. Ecco il suo ingresso, che si trova nella Ghirlanda, l’antica via difensiva coperta realizzata dagli Sforza.

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inizio percorso verso Santa Maria delle Grazie

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via sotterranea della Ghirlanda

Un’altra storia, dal sapore molto hard, ebbe luogo ai tempi della dominazione austriaca. Una compagnia di giovani era solita radunarsi nei sotterranei del Castello, coperti di muschio; da qui il nome di Compagnia della Teppa (parola milanese che indica il muschio), dal quale deriva il termine teppista.

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uno degli accessi ai sotterranei, con muschio

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uno dei sotterranei

Tra le bravate di questo gruppo, l’organizzazione di un festino a luci rosse a Villa Simonetta.

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Villa Simonetta, Milano

Furono invitate le fanciulle, in cerca di marito, della Milano bene di allora e, ad insaputa di queste, nani e derelitti dei bassifondi milanesi, cui, invece, era stato promesso in dono un incontro con prostitute. La polizia austriaca, su segnalazione di una invitata, intervenne a salvare le ragazze e i “teppisti” furono arruolati a forza nell’esercito.

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da “Senso” di L. Visconti e da “Il bacio” di Hayez

http://www.placidasignora.com/2007/06/07/la-compagnia-della-teppa-e-la-notte-dei-nani/

http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/03/terribili_scherzi_della_teppa_Fra_co_7_080803035.shtml

Infine, per fortuna, è stato anche “archiviato” l’uso della Ghirlanda come rifugio antiaereo durante i bombardamenti.

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Oggi la via coperta della Ghirlanda è aperta al pubblico solo con prenotazione e guida presso l’Info Point del Castello.

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inizio del percorso

È una visita assolutamente da non perdere, perchè mostra il Castello da un altro punto di vista, molto underground, con scorci inaspettati e cunicoli tortuosi e impervi.

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Ponticella del Bramante vista dalla Ghirlanda

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Se avete voglia, infine, di vivere qualche brivido in questa nostra misteriosa e sconosciuta città, pensate che le linee Rossa e Verde della metropolitana scorrono proprio sotto la Piazza d’Armi, magari accanto a vie segrete murate…

metropolitana sotto il castello

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dietro questo muro passa la metropolitana

Meglio non aprire certe porte…

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