Era il 30 dicembre 1774: quel giorno la Madonnina salì sulla guglia più alta del Duomo.
Da allora e per oltre 180 anni, gli edifici di Milano, nonostante i progressi nel campo tecnico, non superarono per “rispetto” i 108,50 metri della Madonnina del Duomo.
Inizieremo questo itinerario dall’edificio che, per primo, andò oltre quest’altezza: il Grattacielo di Milano, o Torre Breda, in piazza della Repubblica 32, alto 117 metri.
Palazzo per uffici ed abitazioni per i “sciuri”, fu il primo anche per altre innovazioni: l’aria condizionata centralizzata, i bagni ciechi ad aerazione forzata, le cucine all’americana, le vasche da bagno a controllo termico.
Sulla terrazza di questo grattacielo, ora diventata parco di antenne, è ambientata una scena del film “Ragazze di oggi” di Luigi Zampa.
Siamo negli anni Cinquanta e Milano voleva ricominciare, ritrasformarsi e darsi un volto nuovo. Piazza della Repubblica offriva lo spazio a questa città, che voleva diventare alta: guardiamo le Torri Turati 1 e 2, quasi una porta di ingresso verso il centro, per chi viene dalla Centrale.
Torna il nome di “Torre”, legame con la tradizione e, forse, simbolo di “difesa” dell’autonomia e dell’identità ambrosiana.
Un piccolo suggerimento per ammirare un esempio di quel museo diffuso e un po’ sconosciuto che è nella nostra città. In uno spazio verde di piazza della Repubblica, quasi in disparte, tanto da passare spesso inosservato, si trova il monumento a Giuseppe Mazzini, di P. Cascella, inaugurato nel 1974. È un monumento da percorrere passo dopo passo. Questo percorso, di circa 30 metri, è concluso da una statua in bronzo di Mazzini, opera di G. Monteverde, del 1874.
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Sculture simboliche in pietra, opera di Cascella, rappresentano il cammino che ha portato al Risorgimento Italiano.
Lasciamo piazza della Repubblica, con i suoi begli alberghi, anticipati da spazi verdi e con la metro “gialla” andiamo alla Centrale.
Si potrebbe fare anche una passeggiata, ma, per una volta, vi consigliamo una fermata di metro, per meglio gustare la vista di un grattacielo fondamentale per Milano: il Grattacielo Pirelli, ma per tutti il “Pirellone”.
Realizzato dal geniale ed eclettico architetto milanese Gio Ponti, è stato il secondo edificio ad infrangere il limite dei 108,50 metri, arrivando a quota 127.
Il Pirellone e la Torre Velasca, quasi contemporanei, rappresentano due esempi molto diversi della “via milanese all’edificio alto”.
La Torre Velasca è in pieno centro storico e vuole mantenere un legame con la storia di Milano; il Pirellone, invece, è “rottura” totale e vuole essere un grattacielo “del Mondo” nel centro direzionale.
Soffermiamoci ad osservarlo appena usciti dalla Stazione: come una lama taglia lo spazio e la sua “pelle” è liscia e trasparente, tutta in vetro e metallo.
Il Pirellone era la prima immagine di Milano anche per chi arrivava in treno, in cerca di fortuna e di una vita migliore, con la valigia e qualche scatola di cartone.
Forse il “neomilanese” aveva visto qualche grattacielo sulle cartoline inviate da altri migranti e gli sembrava di essere arrivato nel Nuovo Mondo.
Molto americano, il Pirellone è stato di ispirazione e ha fatto da modello per altri grattacieli del mondo.
Gio Ponti, con gli ingegneri Danusso e Nervi, progettò questo grattacielo largo solo 18,50 metri e lungo 70, a pianta poligonale, quasi a forma di uno scafo, sostenuto da quattro pilastri di cemento armato che si assottigliano via via che si sale.
Nel progetto la struttura avrebbe dovuto essere aperta alle estremità, ma i calcoli di staticità imposero i “balconcini”.
Questo grattacielo di 31 piani fuori terra, si dimostrò ben solido, quando, nel 2002, un aereo da turismo colpì il 26° piano, causando anche delle vittime.
Costruito dove sorgeva, prima della guerra, uno stabilimento Pirelli, ora è sede del Consiglio Regionale della Lombardia.
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In cima al grattacielo è stata collocata una minicopia della Madonnina del Duomo.
Differente dagli edifici circostanti, tra cui l’hotel Gallia e la Centrale stessa, ha una sorta di “gemello diverso” nella Torre Galfa, poco distante, oggi tristemente abbandonata.
Nel Centro Direzionale sorge anche il nuovo Palazzo Lombardia, sede della Giunta Regionale.
Costruito tutto nel nuovo secolo, con grande attenzione alle più avanzate tecnologie, ha una forma mossa, ricca di riferimenti al paesaggio lombardo, fatto di pianura, fiumi, laghi, valli e montagne, e alla tradizione della verticalità milanese.
L’attacco a terra, la “pianura”, forma una grande piazza coperta, una delle più grandi d’Europa, dove si aprono bar, ristoranti, un asilo nido, l’auditorium. Vengono ospitati anche manifestazioni ed eventi artistici e culturali.
Vi proponiamo una visita virtuale al Palazzo Lombardia e al suo Belvedere da dove si può godere, tutte le domeniche, il panorama di Milano a 360°:
Per costruire Palazzo Lombardia è stato abbattuto, nonostante vibrate proteste, il Bosco di Gioia, un vivaio dismesso e cresciuto libero, che avrebbe potuto essere un piccolo parco nel cuore del centro direzionale.
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Il “bosco” più vicino è quello Verticale progettato dall’architetto Boeri, a Porta Nuova-Isola, quasi confermando le parole di Gio Ponti: “A Milano…superficie di terra, il paesaggio urbano è tutto da fare dagli architetti”.
Continua…
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