Il Lazzaretto: un quartiere rinato – (Parte Seconda)

Dopo aver percorso in lungo e in largo il quartiere sorto sulla cosiddetta “prateria”, cioè il grande spazio vuoto un tempo all’interno del Lazzaretto, andiamo a vedere ciò che resta delle mura che lo circondavano. Dirigiamoci quindi verso via San Gregorio 5.

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Un lembo di muro, sei finestre, cinque comignoli, un trancio di fossato, ecco cosa ne rimane: la vera peste, per il Lazzaretto, fu la speculazione edilizia, che a fine Ottocento “si diffuse” a Milano, rischiando di spianare anche il Castello Sforzesco.

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Alcuni architetti, tra cui il Beltrami, tentarono di salvare il Lazzaretto, proponendo anche di trasformarlo in parco pubblico. Il degrado e la fame di case, però, tanto più in una zona appetibile e servita dalla ferrovia, erano tali che gli abitanti ed i bottegai, che via via lo avevano popolato, vennero sfrattati e il piccone iniziò la demolizione.

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Ora siamo di fronte a questo muro. Ogni finestra e ogni comignolo appartenevano ad una cella.

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Voci di bambini provengono dalla scuola che si affaccia sul fondo del cortile.

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Un piccolo cancelletto e qualche gradino ci immettono tra gli unici portici salvati del Lazzaretto dove ora si trova la chiesa ortodossa russa dei Santi Nicola e Ambrogio (un po’ di Milano ci vuole!).

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Le sottili colonne e i begli archi quasi scompaiono tra i fiori, i colori e il vivace disordine del cortiletto.

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Qui, in una delle celle, rifugio o prigione per appestati, c’è ora una cappella con un’icona circondata da ex-voto e candele.

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C’è profumo di mistero in questo luogo. Infatti molti avrebbero visto delle lacrime scendere dagli occhi della Madonna e del Bambino.

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http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/04/25/news/milano_lacrime_da_un_immagine_della_madonna_in_chiesa_ortodossa-3608985/?refresh_ce

Difficile è osservare ciò che resta del Lazzaretto, quasi travolti dal calore e dall’esuberanza dell’ambiente.

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Quando il Lazzaretto venne demolito non si andò per il sottile e divenne quasi terra di conquista per chi voleva portarsi via qualcosa (colonne, porte, infissi…).

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Alcune colonne le possiamo vedere ancora oggi, ad esempio, nel cortile di Palazzo Luraschi, di corso Buenos Aires 1, ora in ristrutturazione.

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Dirigiamoci verso questo palazzo, all’angolo di piazza Oberdan, e, nel frattempo, lanciamo un’occhiata all’antica polveriera austriaca, in corso Buenos Aires angolo via San Gregorio. Ora in questo bell’edificio, situato all’esterno delle mura di allora, c’è un negozio Benetton e, per fortuna, l’esplosione è solo quella dei colori.

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Siamo giunti, ora, in piazza Oberdan, famosa per lo “Spazio Oberdan”, centro di incontri culturali e cinematografici.

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L’accurato restyling della piazza mette in evidenza due colonne e una pensilina Liberty, che facevano parte dell’Albergo Diurno Metropolitano, piccola spa degli anni Venti, alla cui realizzazione partecipò anche l’architetto Portaluppi.

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Le maestose colonne che vediamo erano semplicemente una la canna fumaria delle caldaie e l’altra l’aeratore dei locali sottostanti; la pensilina copriva una delle scale di accesso.

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Purtroppo il Diurno è accessibile solo durante alcune aperture straordinarie organizzate dal FAI. Siamo riusciti a visitarlo dopo ore di attesa sulla scala della metropolitana e ciò testimonia l’interesse dei milanesi verso la propria città.

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L’area del Diurno comprendeva un salone d’ingresso con la cassa, le botteghe artigiane di “bellezza”, rese più riservate da separè, due agenzie di viaggio e le “Terme”.

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L’arredamento e gli ambienti art nouveau rendono piacevoli e fascinosi questi “locali” dedicati soprattutto ai viaggiatori e a chi  desiderava occuparsi del benessere del proprio corpo, anche con qualche piccolo lusso.

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Da questo salone si passava alle “Terme”, accolti dalla dea Igea.

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Qui docce, servizi e bagni accoglievano, in corridoi separati, gli uomini e le donne. Anche i colori delle piastrelle erano diversi, più austeri per i maschi. I clienti erano per lo più viaggiatori o chi, non avendo ancora servizi confortevoli in casa, voleva comunque permettersi un bagno “di lusso”.

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uno dei corridoi

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bagno uomini

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bagno donne

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bagno donne

Con la costruzione della nuova Stazione Centrale e, nel dopoguerra, con il miglioramento delle condizioni igieniche domestiche, il “Diurno Venezia” cadde in disuso, fino a chiudere negli anni Novanta.

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Solo il barbiere resterà in attività fino agli anni Duemila.

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Il Diurno attende ora di essere restaurato e anche di conoscere il suo futuro, che è, al momento, incerto: si parla di centro culturale, ma ci sono altre ipotesi per la sua “riapertura” alla città.

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La seconda parte di questo itinerario termina nel Liberty del Diurno. Andiamo a vedere qualche altro esempio di questo stile a quattro passi da qui? Ne sarete meravigliati.

casa galimberti

 

Continua…

Il Lazzaretto: un quartiere rinato – (Parte Prima)

Abbiamo pensato di salutare il Nuovo Anno con un itinerario insolito, in un quartiere nato dalla demolizione, a fine Ottocento, del Lazzaretto e dalla costruzione, al suo posto, di vie e case.

vendita dei lotti del Lazzaretto

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Il protagonista, quasi un convitato di pietra, rimane il Lazzaretto, luogo di ricovero per gli appestati, descritto anche nei Promessi Sposi, dal quale si usciva solo morti oppure guariti e pronti a ricominciare una nuova vita, come Renzo e Lucia.

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renzo e lucia

In questo percorso ci sono tante cose da raccontare e da vedere. I nostri passi per Milano ci condurranno prima attraverso vie i cui nomi sono quasi tutti legati alla peste e a coloro che tentarono di affrontarla. Infine vedremo alcuni gioielli Liberty, poco lontano… Andiamo!

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La prima parte della nostra passeggiata riguarda l’oggi, cosa vediamo in questo quartiere,  a due passi da quella sorta di avenue meneghina che è corso Buenos Aires.

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Vi consigliamo di prendere il tram numero 1 da piazza della Scala, in direzione del capolinea di Greco, così da iniziare l’itinerario già con una vettura storica, classe 1928, utilizzata anche a San Francisco a scopi turistici.

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Dopo aver lanciato un’occhiata ai resti dei Bastioni Spagnoli, che sembrano sorreggere il peso della strada sovrastante, scendiamo all’incrocio con viale Tunisia, nel cuore del quartiere da visitare.

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Questa zona è tutta da scoprire. In queste vie poche sono le case recenti e l’ambiente ha un aspetto di “Vecchia Milano”, ma dinamico, aperto al nuovo.

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I nostri passi per Milano inizieranno da “Pavè” (via Casati 27), un bel locale dove bere un buon caffè, in piedi o seduti, o cedere alle tentazioni deliziose di brioches, dolci o salate, tutte fatte “in casa” sotto i nostri occhi.

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Come sempre, però, vecchio e nuovo a Milano sono accanto: buonissimi sono anche i dolci di una pasticceria storica poco lontana, che mantiene l’aspetto vintage e la bontà di un tempo: la “Pasticceria Miglierina” (via Casati 22). Anche qui la cucina è a vista, in vetrina.

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Abbiamo iniziato da questi due locali perchè ci sembrano rappresentare il mondo vivace di questa zona di Milano. Passeggiamo per queste vie e guardiamo la vita che vi si vive. Negozi storici della Milano tradizionale sono accanto a locali di tanti “nuovi milanesi” provenienti da ogni parte del mondo, in cerca di una vita migliore.

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Questa zona è sempre stata ad alta concentrazione di immigrati. Qui ci sono ristoranti etnici di fama accanto a locali italiani “di tendenza”.

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Serrande deteriorate e abbassate fanno da spalla a locali per massaggi orientali e a negozi “colti” di ultranicchia.

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In questa zona sono nate l’industria farmaceutica Lepetit e le Patatine San Carlo, create dall’intuizione del proprietario di una rosticceria.

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Qui è stato prodotto l’Amaro Medicinale Giuliani, nell’antica farmacia di via Castaldi 29, dove, ancora oggi, campeggia, sopra scaffali ottocenteschi, il motto benaugurante “Aegrotantibus salus” (la salute agli ammalati).

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Molti, milanesi e non, in questo quartiere fecero fortuna o cercarono comunque una vita migliore.

Fermiamoci un momento davanti a quello che era il cuore del Lazzaretto, la Chiesa di San Carlo in largo Bellintani, affettuosamente chiamata San Carlino, per distinguerla da quella più celebre di San Carlo al Corso di corso Vittorio Emanuele.

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San Carlino

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San Carlo al Corso

Si trovava al centro del Lazzaretto. La sua struttura ottagonale, simbolo della Rinascita e dal profondo significato esoterico, era aperta su tutti i lati per permettere agli appestati di assistere alle funzioni da lontano senza trasmettersi il contagio.

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Terminate le epidemie di peste, questa chiesa non ebbe vita facile. Fra le diverse vicissitudini fu Altare della Patria al tempo di Napoleone, i suoi spazi aperti vennero murati e divenne via via polveriera, stalla, fienile e persino ghiacciaia.

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Progetto di restauro di P. Portaluppi, mai realizzato

Fu “ricomprata” nel 1883 dalla Chiesa, restaurata e dedicata a San Carlo, che l’aveva fatta costruire.

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Attualmente è in ristrutturazione e sarà pronta per la fine di quest’anno, centro del quartiere, dopo essere stata per tanto tempo quello del Lazzaretto.

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Continua…

Epifania 2016, tradizione e novità

La nostra città ha un forte legame con i Magi, questi misteriosi sapienti partiti da lontano alla ricerca della loro “Particella di Dio”.

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Non sono stati i primi a giungere alla Grotta.

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Ghirlandaio

Nel Presepio abbiamo già messo le statuine della Sacra Famiglia, degli angeli, dei pastori, della gente comune; poi il bue, l’asinello, le pecorelle, gli animali da cortile…

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Giotto

Infine, domani, metteremo i Magi con gli esotici cammelli o i nobili cavalli.

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Ecco alcune Adorazioni dei Magi che possiamo vedere in questa nostra città, ricca di opere d’arte, a volte poco note.

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Stefano da Verona – Pinacoteca di Brera

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Schiavone – Pinacoteca Ambrosiana

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Correggio – Pinacoteca di Brera

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Museo del Duomo

Il Solstizio d’Inverno è avvenuto e la luce del giorno dura, a poco a poco, sempre di più. “San Bassiano [19 gennaio] ha un’ ora in mano” dice un vecchio proverbio; la rinascita della Natura si sta preparando: sotto la neve, pane.

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Intorno alla Natività, alla nuova Luce, in questa misteriosa Adorazione dei Magi di Leonardo c’è una umanità dolente, i Magi non hanno abiti sfarzosi, sullo sfondo scene di battaglia e città in rovina.

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Gli uomini sono riusciti persino a contendersi le spoglie dei Magi: secondo la tradizione esse furono dapprima traslate a Milano nella tomba sotto la Stella-Guida del campanile di Sant’Eustorgio.

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Poi il Barbarossa le volle per sè e le fece portare a Colonia; solo qualche reliquia fu restituita alla nostra città grazie al Cardinal Ferrari, all’inizio del Novecento.

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Duomo di Colonia

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Reliquiario in Sant’Eustorgio

Ogni anno Milano rinnova il suo legame con i Magi con un corteo in costume il giorno dell’Epifania.

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Come sempre parte dal Duomo per raggiungere il presepio vivente di Sant’Eustorgio, attraversando alcune vie dello shopping e della movida, come via Torino, il Carrobbio, le Colonne di San Lorenzo e corso di Porta Ticinese.

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Epifania Corteo Re Magi Sant'Eustorgio Milano 1

MILANO 06 Gen 2012 - I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU', IN PIAZZA SANT'EUSTORGIO savoia cattaneo faravelli p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - MILANO 2012-01-06 I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU', IN PIAZZA SANT'EUSTORGIO I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU' EPIFANIA - fotografo: Enrico Brandi / Fotogramma / Fotogramma presepio vivente

L’appuntamento è alle 11.30/11.45 in piazza Duomo.

http://www.santeustorgio.it/corteo_dei_magi.html

E la Befana?

Questa sorta di stranonna buona e dolce come i suoi doni, nonostante il freddo-Freezer in arrivo, anche quest’anno prenderà la moto (ore 8.30 in corso Sempione) e, con un corteo motorizzato, raggiungerà alcuni Istituti per distribuire sorprese ai meno fortunati.

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Anche la Befana non riuscirà a sfuggire al fascino della Darsena; il 6 gennaio pattinerà sul ghiaccio in un grande spettacolo gratuito alle ore 18.30,  e saluterà i bambini a bordo dei battelli che navigano sul Naviglio.

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Si chiuderà così il primo Darsena Christmas Village.

http://milano.mentelocale.it/68084-milano-befana-ghiaccio-show-chiusura-darsena-christmas-village/

Una piccola dritta: oltre allo street food della Darsena, si può fare un salto al Mercato Metropolitano di Porta Genova, aperto fino a mezzanotte, dove, tra i vari stand, ci sarà atmosfera di festa con giochi e spettacoli.

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Buona Epifania, che tutte le Feste (ahimè) si porta via!

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