Aspettando i Magi

Il Vangelo di Matteo è il solo che parla, sia pure brevemente, dei Magi(2, 1-12)

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3[…] Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12

Matteo li chiama “Magoi” che nella cultura del tempo, erano indovini/astrologi di origine persiana che celebravano riti in onore della Luce, attendendo lo “Saoshyant” che sarebbe nato da una Vergine, discendente da Zarathustra, annunciato da una stella… Questo “Salvatore” divino avrebbe sconfitto le tenebre e portato con sè la resurrezione e l’immortalità degli uomini.

Secondo la tradizione cristiana, i Magi sono i primi non ebrei ad aver riconosciuto e adorato il Divino Bambino. Ma da dove venivano? Quanti erano? Come si chiamavano? Le ipotesi e le interpretazioni restano avvolte e trascinate nella scia della Cometa.

Secondo alcuni, i Magi rappresentano le tre razze umane al tempo conosciute (bianca, gialla, nera), originate dai tre figli di Noè (Sem, Cam e Jafet), secondo altri i tre continenti allora noti, secondo altri ancora le tre età della vita (giovinezza, maturità e vecchiaia). Tutte ipotesi legate al numero tre, tanto che anche i Magi, come i loro doni, sono rappresentati in tre, numero simbolico per eccellenza.

La nostra città è sempre stata molto devota ai Magi e legata al culto delle loro reliquie, parte delle quali è conservata nella basilica di Sant’Eustorgio.

Inoltre, nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, si trova l’antico sarcofago di San Celso sul quale sono scolpiti anche i tre Magi.

Da notare che non portano la corona, ma indossano il berretto frigio degli antichi sacerdoti persiani, come quelli raffigurati a Ravenna, nella chiesa di Sant’Apollinare.

Secondo una attuale interpretazione i Magi di San Celso rappresentano il nostro rapporto con la Fede: c’è chi già la possiede, chi è alla sua ricerca, chi ha bisogno di aiuto per raggiungerla, come il Mago che si appoggia a quello che lo precede per farsi guidare.

Questa interpretazione ci ha ricordato un passo del “Milione” di Marco Polo che riguarda i Magi.

“In Persia è l[a] città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque, […] l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. […] E quando furo ove Dio era nato, lo menore andò prima a vederlo, e parveli di sua forma e di suo tempo; e poscia ‘l mezzano e poscia il magiore: e a ciascheuno p[er] sé parve di sua forma e di suo tempo. E raportando ciascuno quello ch’avea veduto, molto si maravigliaro, e pensaro d’andare tutti insieme; e andando insieme, a tutti parve quello ch’era, cioè fanciullo di 13 die. Allora ofersero l’oro, lo ‘ncenso e la mirra,…”
(Marco Polo, Il Milione, a cura  A. Lanza,  Editori riuniti, Roma, 1981)

Ciascun Mago, da solo, davanti al Signore, riusciva a vedere unicamente se stesso; solamente quando furono tutti e tre insieme riuscirono a vederLo. Quindi, anche tutti noi insieme potremmo riuscire ad abbandonare, almeno un po’, il nostro egocentrismo e il culto di noi stessi?

A presto…

 

 

 

Natale 2022: il lungo viaggio dell’Albero di Natale e del Presepe

Ma è nato prima l’Albero o il Presepe? Ce lo siamo chiesti, davanti a una fetta di panettone, dopo aver addobbato il nostro abete ecologico e fatto il presepe con le statuine arrivate, Natale dopo Natale, nelle nostre vite. In effetti la “rinascita” che ci porta il Natale comincia proprio da loro, dalle statuine che escono, una dopo l’altra, dallo scatolone che le custodisce durante l’anno e dall’albero che, come per magia, sembra rigermogliare in pieno dicembre.

Natale è… l’Albero

I nostri antenati Celti pensavano che un albero reggesse la volta del cielo. Un po’ di allora sembra esserci anche oggi guardando l’albero e la cupola della Galleria.

La storia dell’Albero di Natale viene da lontano. Per propiziare il ritorno delle giornate di luce, si addobbavano, al solstizio d’inverno, alberi con frutti come speranza di prosperità e abbondanza. Anche oggi…

Una leggenda racconta che nel 700 d.C. San Bonifacio, durante un viaggio per evangelizzare la Germania, si imbattè in un gruppo di pagani che, intorno ad una quercia, stavano compiendo un sacrificio umano per propiziare la rinascita della natura e la prosperità. il monaco si fermò, salvò il bambino che stava per essere sacrificato e “insegnò” ad adornare le porte delle case con un ramo di abete, pianta sempreverde con la quale erano costruite le capanne. Diede in questo modo, un valore più intimo e familiare, oltre che collettivo, al rito del solstizio.

 

Ancora oggi ci sono alberi “pubblici” e altri “familiari”. I primi illuminano piazze e sono bellissimi, ma un po’ aristocratici perché quasi sempre in luoghi VIP.

 

Alberi illuminano anche i negozi e i locali per attirare il pubblico e condurlo nel lungo viaggio verso il Natale.

 

La prima “uscita” pubblica in una piazza dell’Albero di Natale sembra sia avvenuta a Tallinn, in Estonia, nel 1441 quando, davanti al Municipio, venne posto un abete intorno al quale i giovani danzavano per trovare l’anima gemella. Ecco l’Albero 2022 davanti al Duomo, luogo di incontro per tutti i milanesi.

 

Gli antichi Romani erano soliti donare un ramo di sempreverde alle Calende di Gennaio come buon auspicio. Anche oggi, come allora, è bello regalare dei fiori come augurio.

Dove facciamo l’Albero nelle nostre case? Prima interior designer natalizia è stata la duchessa di Brieg che, nel 1661, avendo visto un angolo spoglio in uno dei suoi saloni, vi fece porre un abete come complemento d’arredo. Pubblici o privati, tradizionali o creativi, gli Alberi danno sempre colore e aria di festa.

 

Altre due tappe nel “viaggio del tempo” degli Alberi. La Regina Vittoria, col consorte Alberto, fece dell’Albero quasi un simbolo del Natale familiare; Papa Giovanni Paolo II, per primo, fece allestire un Albero, venuto dalla Polonia, in piazza San Pietro.

 

Natale è… il Presepe

Da qualche anno il Presepe sembra essere un po’ in secondo piano rispetto agli Alberi di Natale e ad altre decorazioni più appariscenti. Lo ritroviamo, però, sempre nelle chiese, spesso stilizzato ed elegante, e, pensiamo, nell’intimità di molte case.

 

 

Eppure il Presepe non manca mai di lasciare a bocca aperta i bambini che lo guardano con la stessa meraviglia del “pastore dello stupore”, statuina del Presepe classico che rimane attonito, a braccia spalancate, davanti alla Natività, portando in dono, come dice una leggenda, “solo” la propria capacità di meravigliarsi davanti alla meraviglia del Mistero.

 

Perchè il Presepe mantiene questo fascino, quasi magnetico, anche oggi? Viene dal tempo e affonda le sue radici in antiche storie, come quella di Mitra (nato da una vergine, in una grotta, al solstizio d’Inverno), del Sol Invictus romano che vince le tenebre, e di molte altre mitologie che narravano di un dio bambino, che nasce e, crescendo, fa allungare le ore di luce. Ecco il nostro Gesù Bambino!

 

 

La data ufficiale della nascita del Presepe cristiano viene fatta risalire al 1223 quando San Francesco, pochi giorni prima di Natale, realizzò a Greccio il primo Presepe vivente, senza però il Bambinello, rappresentato dall’Eucarestia celebrata su un altare sopra la mangiatoia.

 

Il Presepe è un villaggio di simboli, quasi un fermo-immagine della Natività. Si ripete in luoghi e tempi diversi; infatti non si riproduce solo un villaggio palestinese di quell’epoca, ma possono fare, via via, la loro comparsa anche personaggi anacronistici per quel periodo.

 

Siamo di fronte ad una storia, al ricordo di un “fatto” che coinvolge tutto il Creato, uomini e animali compresi, uniti attorno alla Sacra Famiglia.

I personaggi classici del Presepe sono pastori (tra cui Gelindo, che porta un agnello sulle spalle, e Benino, che dorme e non si accorge di quanto stia accadendo), pescatori, lavandaie, venditori di cibi, osti… talvolta sembrano quasi uniti in un rito collettivo per propiziare l’abbondanza.

 

In questo villaggio arrivano, alla dodicesima notte, i Re Magi che rappresentano, con le loro razze ed età diverse, tutto il Mondo, una sorta di villaggio globale. Ci manca solo una Regina Maga… chissà se prima o poi..,

 

Anche i luoghi del Presepe sono simbolici: ci sono monti e torrenti, ponti, pozzi, rovine di templi pagani, case, locande e la Grotta, buio del mondo e del cuore umano che cerca la Luce.

Da sempre gli uomini guardano alle stelle per cercare segnali astronomici e astrologici venuti dal Cielo. Altro importante simbolo del Presepe è la Stella, che guida, come un antico Google Map, e indica la strada verso Betlemme.

 

Da quanto tempo abbiamo simboli come l’Albero e il Presepe? Sono storie antiche… Si è fatto tardi, si avvicina mezzanotte! Avvistato Babbo Natale!!!

A tutti un sereno, gioioso e affettuoso

Buon Natale!!!

A presto…

 

 

 

 

La Befana vien di notte…

Abbiamo parlato già diverse volte dei Magi e di come siano legati profondamente alla nostra città. Parte delle loro reliquie sono tuttora custodite nella Basilica di Sant’Eustorgio e vengono esposte alla venerazione dei fedeli per l’Epifania.

Prima del Covid si teneva anche il Corteo dei Magi che dal Duomo raggiungeva il Presepe vivente sul sagrato di Sant’Eustorgio. Ora i Magi saranno presenti solo sulla piazza.

Quest’anno, per festeggiare insieme da remoto l’Epifania, parliamo, per parità di genere e di quote rose, della Befana, quella sorta di “strega” che noi preferiamo chiamare “antica maga”. Non è meglio?

La tradizione della Befana è molto diffusa nella cultura italiana e la sua figura sembra risalire addirittura a diversi secoli prima di Cristo. È dunque un retaggio pagano che richiama il ciclo della Natura, quando, al solstizio d’inverno, tutto appare vecchio e rinsecchito.

I contadini facevano riti per propiziare le nuove semine; ciò che era “vecchio” andava eliminato, anche bruciandolo. Da qui l’uso, in alcuni paesi, dei falò.

L’iconografia presenta la Befana con vestiti laceri, col naso adunco, a cavalcioni di una scopa, come una vecchia strega.

Il Cristianesimo assimilò questa figura pagana e nacque così la leggenda dei Magi che avevano chiesto ad una vecchietta la strada per Betlemme (ma non erano guidati dalla stella?). La donna non aveva accettato di seguirli; poi, forse pentitasi, aveva iniziato a cercare Gesù di casa in casa, donando dolci a tutti i bambini nella speranza di trovare il Bambinello e di poter donare anche a Lui.

Questa fiaba ci ricorda la leggenda del quarto Magio, un Re persiano di nome Artaban. Partito per portare i suoi doni (un rubino, uno zaffiro e una perla) a Betlemme, si era attardato fermandosi sulla strada per aiutare chi aveva bisogno, raggiungendo finalmente Gesù, dopo 33 anni, nei giorni della Pasqua. Ecco la sua bella storia

A noi piace pensare la Befana come un’antica, potente Maga che porta doni. La sua è considerata una notte magica, quasi un pozzo dei desideri pieno di speranze e di aspettative per il nostro nuovo raccolto. Anche Shakespeare aveva parlato della magia della Dodicesima Notte dopo Natale in “Twelfth Night, or What You Will” quando ciascuno toglie la propria maschera, si svela agli altri e raggiunge ciò che desidera.

 

A tutti il nostro augurio perchè possa avverarsi “What You Will

A presto…

 

Aspettando il Natale 2021

Le giornate che “prima delle cinque è già buio”, il freddo pungente, l’attesa di festeggiare il Natale senza la zona rossa dello scorso anno, la maggior consapevolezza della nostra fragilità: Babbo Natale 2021 sta arrivando.

Lo aspettiamo accendendo di luci la città, addobbando le nostre case, cercando i regali per noi e per i nostri cari forse desiderando la conferma che Babbo Natale esiste davvero.

Vi proponiamo qualche immagine di Milano: dalle luci più scintillanti ai divertimenti  e alle riflessioni più intime del Presepe.

Gli alberi che quest’anno ci “offre” la nostra città sono otto, collocati in centro (dove è necessaria la mascherina!) o nelle zone più “in”.

Nelle altre zone vige il “fai da te” di privati o associazioni di quartiere. E talvolta i risultati ci sembrano più caldi e veri.

Il desiderio di acquistare regali ci tenta dalle vetrine più griffate ai mercatini artigianali.

Belle e illuminate sono le piste di pattinaggio dove ci si può anche fermare, magari per gustare una cioccolata calda come in alta montagna.

Non mancano le iniziative culturali: tra queste i “quadri” offerti da Palazzo Marino e dal Museo Diocesano e i concerti benefici tra i quali segnaliamo il tradizionale Concerto di Natale del 21 dicembre al Conservatorio a sostegno del progetto AVSI per la scuola primaria a Kampala.

Se piazza del Duomo diventa quasi il “centro” di frenetiche e laiche corse agli acquisti ecco una nuova iniziativa, assolutamente da non perdere: il Presepe nell’Atrio di Ansperto in Sant’Ambrogio.

Realizzato in legno da due artisti della Val Gardena è suddiviso in gruppi di personaggi stilizzati alti circa due metri.

Al centro c’è la Sacra Famiglia con il Bambino, unica figura dorata, fra Maria e Giuseppe. Richiamata dalla Sua Luce la “gente” accorre, ci sono famiglie, coppie, gruppi di fedeli e i Magi.

Unica figura isolata è un Angelo che sembra indicare la strada non solo ai personaggi del Presepe, ma a tutti noi.

A tutti un luminoso Buon Natale ricco di speranza.

A presto…

 

Epifania 2020 con i Magi di Artemisia Gentileschi

Iniziamo l’Anno Nuovo con una notizia di vent’anni fa ritrovata, quasi per caso, in questi giorni: dal 22 maggio 2000 Betlemme e Milano sono città gemellate.

Ci è venuto da pensare come entrambe possano essere considerate “Città dei Magi” con un legame sottile e misterioso lungo secoli.

La Stella che guidò i Tre Re fino a Betlemme è raffigurata sul bel campanile della chiesa di Sant’Eustorgio, fatta costruire, in onore dei Magi, per ospitare le loro reliquie donate alla nostra città, allora capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

Esse vennero poi trafugate al tempo del Barbarossa e portate a Colonia. Infine, ad inizio Novecento, una piccola parte di queste tornò a casa, e, ancora oggi, nel giorno dell’Epifania, sono esposte alla venerazione dei fedeli.

Accanto al reliquiario si trova il sarcofago dove erano un tempo custodite e, per uno strano gioco di luci, quest’anno il suo “tetto” era azzurro e sembrava fatto di cielo.

Altre piccolissime reliquie dei Magi sono custodite nella chiesa di San Bartolomeo a Brugherio; donate alla sorella Santa Marcellina da Sant’Ambrogio in persona, sono “garantite” dal nostro Santo Patrono stesso e scampate a qualsiasi trafugamento.

Ogni anno, dal 1336, nel giorno dell’Epifania, Milano ricorda i Magi con un corteo in costume che da piazza Duomo arriva al Presepe vivente, allestito sul sagrato della basilica di Sant’Eustorgio, percorrendo le vie del centro tra tanta gente che. per un attimo, sembra dimenticare i saldi di via Torino e Porta Ticinese.

Infine, ecco un’altra occasione per riflettere sul messaggio dei Magi. Al Museo Diocesano, alle spalle di Sant’Eustorgio, è esposto, per la prima volta a Milano (fino al 26 gennaio) il dipinto “L’Adorazione dei Magi”, realizzato per la cattedrale di Pozzuoli, dalla grande Artemisia Gentileschi, unica donna ad aver ottenuto fama nella pittura italiana del Seicento.

Ecco in un bel video il commento della Direttrice del Museo Diocesano su questo capolavoro alla luce anche delle vicende umane della pittrice.

Come interpreta Artemisia l’Adorazione? In questa grande tela (metri 3,10 per 2,06), la figura della Madonna appare piccola di fronte a quelle maschili di San Giuseppe e dei Magi.

Il suo viso, molto mediterraneo, circondato da folti capelli ramati, ha occhi socchiusi, un soffuso rossore e labbra e sopracciglia piene e ben disegnate.

Maria, quasi ritraendosi, porge con grande dolcezza e consapevolezza il Bimbo ai Magi.

Il primo, con un dono accanto, ha uno sguardo insolito, pervaso da uno stupore quasi incredulo, mentre tocca il piedino di Gesù; alle sue spalle si trova un “Re”, con la corona ma senza dono, che rende omaggio con un inchino cavalleresco.

Ed ora un particolare molto intrigante: in penombra (forse anche per le conseguenze di un incendio che deteriorò il dipinto nella sua parte alta), si intravedono, tra le altre, le figure di un asiatico e di un moro con turbante che portano gli altri due doni. Ogni mago ha uno sguardo diverso come ogni uomo ha un atteggiamento differente verso il mistero.

Quanti sono i Magi di Artemisia? La stella sullo sfondo forse conosce il segreto di quanti siano gli uomini in cammino alla ricerca della Luce.

A presto…

San Vincenzo in Prato: storia e storie di una chiesa millenaria

Poco lontano dal corso Genova, vivace e modaiolo, troviamo una chiesa millenaria dai bei mattoni rossi. È riservata e schiva, ricca di storia e di storie: San Vincenzo in Prato.

È tra le chiese più antiche di Milano, tanto che qualcuno pensa possa trattarsi addirittura della Basilica Vetus di cui parla Ambrogio alla sorella Marcellina (ricordate le Reliquie dei Magi di Brugherio?). Forse non è così. ma senz’altro testimonia come erano fatte le prime chiese milanesi.

Si affaccia su una piazzetta che sembra uscita dall’album di un’altra città. La storia di questa chiesa ha attraversato secoli e conserva diverse tracce di questo suo lungo cammino. Per scoprirla dobbiamo scendere alcuni gradini: la chiesa, infatti, si trova al di sotto dell’attuale piano stradale, a livello di quello dove sorgeva Mediolanum.

Sorse in una zona che ha visto succedersi fedi e preghiere differenti: era stata nemeton (bosco sacro) celtico, tempio di Giove, necropoli pagana e poi cristiana, chiesetta longobarda. Alcuni alberi lasciano intravedere dei reperti all’esterno della chiesa, sulla parete sinistra.

Anche all’interno ci sono elementi che arrivano dal tempo: capitelli di spoglio (origine romana e medievale) e una colonna romana che, stanca di reggere pesi gravosi , ora osserva i nuovi fedeli appoggiata alla parete di sinistra.

Infine scendiamo nella cripta di epoca romanica, posta sotto l’altare maggiore. Un tempo si diceva che qui ci fosse una fonte taumaturgica e infatti troviamo un piccolo pozzo tutto in pietra che se ne sta quasi  in disparte, ma l’acqua non sgorga più…

San Vincenzo raccoglie anche storie di altre chiese ormai distrutte. Guardiamo la Crocifissione, meglio nota come “Madonna del pianto” posta sull’altare maggiore.

Si trovava nella vicina chiesa di San Calocero (non Calogero!), demolita prima dalle bombe della seconda guerra mondiale e poi dalle scelte umane della ricostruzione.

La storia, o leggenda se preferite, racconta che nel 1519, quando Milano era ghiotta terra di conquista, la Madonna di questo dipinto abbia versato lacrime di sangue per tre giorni e tre notti. Il popolo era accorso e ciascuno le asciugava con panni da tenere con sè.

L’Arcivescovo di allora, però, mise fine a questo pellegrinaggio e fece raccogliere le lacrime in un’unica ampolla d’argento. Madornale errore: il nuovo padrone di Milano, Francesco I Re di Francia, prese il reliquiario e lo fece portare a Parigi. Avrebbe voluto portarsi via anche il Cenacolo… per fortuna era inamovibile.

Sulla navata destra di San Vincenzo troviamo anche le Madonna dell’Aiuto, un bell’affresco molto venerato nei secoli. Il volto della Vergine è giovane e quasi sbarazzino.

Da una porta sulla sinistra della chiesa si accede al Battistero ottagonale, realizzato nel 1932 dall’architetto Paolo Mezzanotte.

Vi si trova un particolare fonte battesimale ricavato dalla base di un’antica colonna dalla quale, si dice, Ambrogio abbia predicato. Una leggenda di sapore molto più familiare racconta, invece, che la pietra abbia fatto da gradino al nostro santo Patrono per salire sulla sua mula Betta cercando di sfuggire alla nomina vescovile.

Questa colonna proviene dalla chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, demolita per realizzare via Dante. Ancora una volta Milano si rinnova ma conserva le tradizioni.

Le belle storie milanesi legate alla chiesa di San Vincenzo non finiscono qui, anzi… I decreti napoleonici la fecero sconsacrare riducendola a magazzino e caserma. Il “progresso” colpì poi pesantemente la ex-chiesa sotto gli Austriaci, tanto da farla diventare la “Casa del Mago”.

C’è poco esoterismo, però, questa volta. Infatti San Vincenzo fu venduta a privati che la utilizzarono come fabbrica di prodotti chimici. Luci, bagliori, fumi colorati e maleodoranti uscivano dalla chiesa e dal povero campanile diventato camino e ciminiera.

I milanesi, con la loro solita bonaria ironia, la chiamarono appunto la “Casa del Mago”. A questo proposito ecco alcune immagini tratte dalle opere di Luigi Conconi, un pittore della Scapigliatura milanese.

Finalmente nel 1884 la chiesa fu riscattata, riconsacrata e restaurata; il campanile venne abbattuto e rifatto.

Le bombe dalla seconda guerra mondiale, però, colpirono pesantemente tutta la zona e gli affreschi furono irrimediabilmente distrutti. Si decise allora di dipingere le pareti di bianco, così come le vediamo oggi.

L’acqua santa, la musica dei bei concerti d’organo e le luce delle candele, possiamo dire con un sorriso, sono tornate a San Vincenzo sconfiggendo i fumi e i bagliori di zolfo della vecchia Casa del Mago.

http://www.sanvincenzoinprato.it/concerti_1.htm

Il suono delle campane è tornato a diffondersi dal campanile, non più ciminiera.

A presto…

 

Nella calza della Befana 2019 troviamo… la chiesetta dei Re Magi di via Palmanova

È tempo di Epifania che tutte le feste porta via. Il magico periodo del Natale sta per terminare e si torna alla vita e ai problemi di tutti i giorni.

Abbiamo trovato nella chiesa di Santo Stefano un quadro dolcemente emblematico: la Famigliola di Betlemme, dopo l’incanto della Natività e l’accorrere di uomini buoni e semplici, è costretta, dopo poco tempo, a lasciare le proprie cose per sfuggire alla crudeltà di Erode.

L’Epifania, però, è anche tempo di Magi, figure misteriose, e secondo noi molto moderne, che ci parlano del rapporto tra Scienza e Fede (erano studiosi ai massimi livelli) e ci fanno anche riflettere sul senso della nostra vita.

Milano è da sempre legata ai Magi che l’avevano “scelta”, secondo la tradizione, come luogo dove fermarsi per sempre. I buoi che trainavano il carro con le reliquie si erano impantanati dove sorge ora la Basilica di Sant’Eustorgio, che venne eretta per custodire le spoglie dei Tre Re.

I Magi, però, avevano il cammino nel proprio destino e le loro spoglie vennero trafugate dal Barbarossa e portate a Colonia.

Infine una piccola parte delle reliquie tornò a casa, a Sant’Eustorgio, mentre altre reliquie (alcune falangi delle dita, invece) non hanno mai lasciato Brugherio, dove viveva Santa Marcellina che le aveva ricevute in dono dal fratello Sant’Ambrogio.

Sant’Eustorgio – Milano

S. Bartolomeo – Brugherio

Alcuni piccoli suggerimenti: in questi giorni è esposta, in Sant’Eustorgio, la teca con le reliquie e, nella mattina dell’Epifania si svolge il tradizionale corteo in costume (risalente al Medioevo) da piazza Duomo.

http://www.santeustorgio.it/corteo_dei_magi.html

Inoltre in questo periodo si possono ammirare due opere famose a Palazzo Marino e al Museo Diocesano.

Palazzo Marino

Museo Diocesano

Non solo: abbiamo scoperto che nella nostra città esiste un’antica chiesetta dedicata proprio ai Santi Re Magi. Si trova in una zona a Nord Est di Milano, vicino all’antico borgo di Crescenzago, in una frazione chiamata Corte Regina.

Siamo in via Palmanova, anzi, per la precisione, in via Regina Teodolinda. Dolce e severa nel suo gotico lombardo, la chiesetta ha un aspetto semplice, quasi un mattoncino rosso tra il klinker dei palazzi.

Sul portone ci accoglie una formella con Madonna e Bambino sotto una finestra circolare.

Le diverse finestrelle sulle pareti laterali ci riportano a tempi e stili diversi, così come il campanile a base romanica.

L’interno della chiesetta è altrettanto semplice: ad una sola navata, ha mattoni a vista e, sospesa, un’immagine di Cristo di grande impatto espressivo.

Una targa ci racconta la storia di questa chiesetta che fu fatta edificare nel 1352 ai tempi della Signoria di Bernabò Visconti, probabilmente su una preesistente chiesa più antica, descritta già nel XII secolo. Un’ipotesi è che sia stata voluta dalla moglie di Bernabò, Regina Della Scala, alla quale si deve anche la chiesa demolita per costruire il nostro massimo teatro che ne tramanda il nome.

Un tempo la chiesa dei Magi era dedicata alla Vergine e aveva intorno un Lazzaretto per il ricovero degli appestati, prima che fosse costruito quello di viale Tunisia a Porta Orientale.

La storia ci dice che i Borromei, in successive visite pastorali alla chiesetta di Corte Regina, vi incontrarono delle monache devote ai Re Magi. Così successivamente la chiesa fu intitolata ufficialmente ai “Santi Re Magi in Corte Regina”. Oggi il nome della chiesa viene ricordato da un moderno affresco dietro l’altare.


Questa chiesetta incontrò molti ostacoli sul suo cammino. A fine Settecento passò al Demanio, venne sconsacrata e diventò abitazione e deposito per i contadini della zona. Anche le bombe della seconda guerra mondiale contribuirono al suo declino, tanto che si parlava di abbatterla, sacrificata allo sviluppo edilizio.

Ma i Magi fecero il miracolo; la chiesetta venne donata al parroco della vicina parrocchia di San Giuseppe, che, grazie ad offerte di fedeli e benefattori, la fece restaurare, riconsacrare e riaprire il 6 gennaio 1967.

https://www.sangiuseppe.info/la-chiesa-dei-santi-re-magi/

Purtroppo è un po’ difficile visitare questo piccolo tassello della storia di Milano. Viene aperta solo il sabato pomeriggio alle 17 e nei festivi alle 9.30 per le Sante Messe. Come i Magi mettiamoci in cammino e andiamo a visitarla.

A presto…

Epifania, la dodicesima notte

Eccoci arrivati alla festa della Befana con tutti gli eventi e le tradizioni che Milano propone in questa ricorrenza.

https://www.milanoweekend.it/articoli/eventi-weekend-epifania-milano/

L’Epifania, però, è anche una notte magica, ricca di antichi saperi che vivono ancora oggi.


I Magi, dottissimi saggi dell’Oriente, studiando le stelle, giunsero a Betlemme all’Epifania per adorare il Bambinello, Luce appena venuta tra gli uomini.

Se Natale rappresenta la vittoria della luce, dopo l’allungarsi del buio culminato nel Solstizio d’Inverno, l’Epifania, la dodicesima notte, è quella in cui la Luce si rivela, viene riconosciuta e onorata.

Sono passate dodici notti dal Natale, come dodici sono i mesi dell’anno e i segni dello zodiaco. In questo periodo si tenta di scrutare il futuro, l’anno nuovo; gli astrologi cercano di prevedere per il nuovo anno, segno per segno, salute, amore, fortuna. Per ciascuno di noi è tempo di bilanci e di proponimenti.

Infine, arriva la Dodicesima Notte, quella in cui la Luce si rivela. Come accade nell’omonima commedia di Shakespeare, rappresentata per la prima volta il 6 gennaio 1601, i “personaggi” (cioè tutti noi?), dopo tanti travestimenti e inganni, rivelano il proprio essere e i propri sentimenti per iniziare un progetto di vita più autentico.

A tutti una Buona

Twelfth Night, or What You Will! 

A presto…

Epifania: tempo di stelle, di Magi e di calze appese

Da Capodanno all’Epifania è tempo di astrologi, oroscopi e previsioni per l’anno che verrà fatte guardando le stelle.

astrology

Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), fondato da Piero Angela nel 1989, ogni anno tuona contro la credulità popolare e gli imbrogli da parte dei presunti maghi, riportando i flop delle previsioni sbagliate.

logo_cicap_720x340-520x245

Chi di noi, però, non ha dato una sbirciatina all’oroscopo del proprio segno zodiacale o non ha ascoltato cosa avverrà, secondo le stelle, nel 2017?

20170104_135423

Non è questione di cultura o superstizione; gli amanti dell’astrologia sono democraticamente diffusi e diversi sono coloro, ancora oggi, che studiano le stelle, le congiunzioni astrali e i relativi influssi su di noi.

nostradamus

Chi, meglio dei Magi, ha saputo leggere e interpretare  il messaggio delle stelle?

re_magi

Le stelle, però, hanno custodito bene il mistero dei Tre Re e non ci hanno mai rivelato chi fossero, nè quanti, nè la loro provenienza e nemmeno la loro sorte.

epifania

Tutto di loro, dopo duemila anni, resta avvolto nella leggenda e nel  mistero. Quale altra città, se non Milano così ricca di segreti, avrebbe potuto accogliere per l’eternità le loro “reliquie”?

tomba-magi

sarcofago dei Magi in Sant’Eustorgio

Nella Basilica di Sant’Eustorgio, sotto il campanile con la stella, una parte delle loro “reliquie” (le altre furono trafugate dal Barbarossa e si trovano a Colonia) è ancora custodita in un tabernacolo.

stella-8-punte

tabernacolo-magi

Ogni anno, all’Epifania, si rinnova il legame dei Magi con la nostra città: un corteo in costume parte da piazza Duomo e, attraverso le vie del Centro, raggiunge il Presepe vivente allestito davanti a Sant’Eustorgio.

http://www.linkavelbus.com/blog-post/corteo-dei-re-magi-2017-milano/

s3

Non solo: quest’anno nei chiostri del Museo Diocesano, accanto alla Basilica, possiamo perderci davanti all’ “Adorazione dei Magi” di Albrecht Dürer. Quest’opera è un “prestito” degli Uffizi e possiamo ammirarla come un singolo gioiello fino al 5 febbraio, pensando ai misteri che ci sono accanto, sotto il nostro cielo stellato.

i-re-magi-museo-diocesano

Il legame dei Magi con Milano viene riproposto anche in una piccola, raffinata mostra di miniature rinascimentali nella Sala del Tesoro del Castello Sforzesco. Aperta fino al 21 gennaio è gratuita ed è un’occasione anche per visitare gli interni e i vari Musei del Castello.

miniatura3-sala-del-tesoro

_miniatura2-sala-del-tesoro

_miniatura-adorazione-dei-magi-sala-del-tesoro

L’Epifania, che tutte le feste si porta via, è anche tempo di calze appese in attesa della Befana.

Character in the tradition of Italian epiphany a witch on a broomstick with background city landscape-transparency blending effects and gradient mesh-EPS 10

Una gentile leggenda ci racconta che i Magi, sulla strada per Betlemme, bussavano alle porte delle case per chiedere informazioni e invitare la gente ad andare con loro portando doni al Bambinello.

epifania-17

In una di queste case viveva una vecchietta che si era rifiutata di seguirli. Si era poi pentita e, con una gerla piena di dolci e piccoli doni, si era messa da sola alla ricerca di Gesù Bambino. L’anziana donna andò bussando ad ogni casa per lasciare un dono a ciascun bambino che vi abitava, sperando che uno di questi fosse il piccolo Gesù.

befana-camino

All’Epifania potremo trovare questa vecchietta in tante iniziative benefiche: in corso Sempione, dove partirà la Befana dei Motociclisti, alla Darsena dove incontrerà i bambini sull’acqua a bordo del Corsaro dei Navigli con una cioccolata calda e un’immancabile calza piena di dolcetti; ci sarà anche nei diversi “villaggi” e mercatini natalizi.

befana-moto

E se dovessero arrivare il gelo e questa temuta bufera dell’Epifania, secondo le previsioni meteo?

tormenta-epifania

Niente di meglio di un buon tè caldo allo Spazio Alda Merini di via Magolfa 32, dove, alle ore 17, ci sarà una tombola benefica a base anche di… poesia.

loc-6-1-17-tombola_sm

Buona Epifania 2017 a tutti!

Epifania 2016, tradizione e novità

La nostra città ha un forte legame con i Magi, questi misteriosi sapienti partiti da lontano alla ricerca della loro “Particella di Dio”.

epifania_b

Non sono stati i primi a giungere alla Grotta.

asino-Ghirlandaio_Nativita

Ghirlandaio

Nel Presepio abbiamo già messo le statuine della Sacra Famiglia, degli angeli, dei pastori, della gente comune; poi il bue, l’asinello, le pecorelle, gli animali da cortile…

giotto-assisi-basilica-nativita

Giotto

Infine, domani, metteremo i Magi con gli esotici cammelli o i nobili cavalli.

cammelli presepe Presepe-della-Reggia-di-Caserta

Ecco alcune Adorazioni dei Magi che possiamo vedere in questa nostra città, ricca di opere d’arte, a volte poco note.

stefano da verona brera

Stefano da Verona – Pinacoteca di Brera

schiavone ambrosiana

Schiavone – Pinacoteca Ambrosiana

Correggio,_adorazione_dei_magi,_brera

Correggio – Pinacoteca di Brera

arazzo museo del duomo

Museo del Duomo

Il Solstizio d’Inverno è avvenuto e la luce del giorno dura, a poco a poco, sempre di più. “San Bassiano [19 gennaio] ha un’ ora in mano” dice un vecchio proverbio; la rinascita della Natura si sta preparando: sotto la neve, pane.

fiori_gialli_neve

Intorno alla Natività, alla nuova Luce, in questa misteriosa Adorazione dei Magi di Leonardo c’è una umanità dolente, i Magi non hanno abiti sfarzosi, sullo sfondo scene di battaglia e città in rovina.

Leonardo_Magi_480

leo umanita

leo cavalli leo

Gli uomini sono riusciti persino a contendersi le spoglie dei Magi: secondo la tradizione esse furono dapprima traslate a Milano nella tomba sotto la Stella-Guida del campanile di Sant’Eustorgio.

tomba magi

stella campanile

Poi il Barbarossa le volle per sè e le fece portare a Colonia; solo qualche reliquia fu restituita alla nostra città grazie al Cardinal Ferrari, all’inizio del Novecento.

duomo-colonia3

Duomo di Colonia

reliquie magi

Reliquiario in Sant’Eustorgio

Ogni anno Milano rinnova il suo legame con i Magi con un corteo in costume il giorno dell’Epifania.

corteo dal Duomo

Come sempre parte dal Duomo per raggiungere il presepio vivente di Sant’Eustorgio, attraversando alcune vie dello shopping e della movida, come via Torino, il Carrobbio, le Colonne di San Lorenzo e corso di Porta Ticinese.

corteo-re-magi-milano

Epifania Corteo Re Magi Sant'Eustorgio Milano 1

MILANO 06 Gen 2012 - I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU', IN PIAZZA SANT'EUSTORGIO savoia cattaneo faravelli p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - MILANO 2012-01-06 I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU', IN PIAZZA SANT'EUSTORGIO I RE MAGI PORTANO I DONI A GESU' EPIFANIA - fotografo: Enrico Brandi / Fotogramma / Fotogramma presepio vivente

L’appuntamento è alle 11.30/11.45 in piazza Duomo.

http://www.santeustorgio.it/corteo_dei_magi.html

E la Befana?

Questa sorta di stranonna buona e dolce come i suoi doni, nonostante il freddo-Freezer in arrivo, anche quest’anno prenderà la moto (ore 8.30 in corso Sempione) e, con un corteo motorizzato, raggiungerà alcuni Istituti per distribuire sorprese ai meno fortunati.

il freezer arriva alla Befana

Befana-2016 Motoclubticinese

Manifesto-Befana-20161-460x300

befana-benefica-milano

Anche la Befana non riuscirà a sfuggire al fascino della Darsena; il 6 gennaio pattinerà sul ghiaccio in un grande spettacolo gratuito alle ore 18.30,  e saluterà i bambini a bordo dei battelli che navigano sul Naviglio.

natale-in-darsena-11

natalenavigli

Si chiuderà così il primo Darsena Christmas Village.

http://milano.mentelocale.it/68084-milano-befana-ghiaccio-show-chiusura-darsena-christmas-village/

Una piccola dritta: oltre allo street food della Darsena, si può fare un salto al Mercato Metropolitano di Porta Genova, aperto fino a mezzanotte, dove, tra i vari stand, ci sarà atmosfera di festa con giochi e spettacoli.

100_8451

Buona Epifania, che tutte le Feste (ahimè) si porta via!

befana