Una chiesetta antica in un quartiere sul Naviglio Pavese

La visita alla chiesetta che dà il nome al quartiere Chiesa Rossa, sul Naviglio Pavese, è stata per noi l’ultima prima del lockdown. La proponiamo adesso come augurio che questo periodo finalmente finisca e si possa andare a rivederla, magari con le luci del Natale. L’ingresso è in via San Domenico Savio.

Il titolo di questa chiesetta, fatta di mattoni a vista secondo la tradizione lombarda, è “Santa Maria alla Fonte”, anche se è chiamata comunemente anch’essa Chiesa Rossa, come quella antichissima di Crescenzago e la più nuova di via Montegani.

Più bassa della sede stradale che fiancheggia gli argini del Naviglio, sembra appartenere a due mondi diversi: la parte più alta si affaccia su una strada trafficata, poco lontano dai palazzoni del quartiere cresciutole accanto. La nostra chiesetta li sembra guardare con affetto come una nonna che si trova davanti ai nipoti diventati ormai molto più alti di lei.

La parte che invece si trova più in basso della strada ci riporta all’ambiente agricolo com’era un tempo.

Ora accanto alla chiesetta c’è un bel parco, l’antica stalla è diventata una biblioteca e i vecchi cascinali  luoghi di incontro per gli abitanti del quartiere.

In questa fotografia si può vedere come negli anni Cinquanta questa chiesa fosse stata divisa in altezza da un pavimento: al piano strada entravano i fedeli, mentre la parte al di sotto era diventata un magazzino. Oggi è tornata come prima.

La storia di questa chiesa inizia molto tempo fa. Il primo documento ufficiale che testimonia la sua presenza risale all’anno 998 quando viene citata come “Basilica Santa Maria ad Fonticulum”, per la presenza di rogge e fontanili che oggi sono ricordati da una fontana alimentata da piccoli “canali”.

Durante i restauri degli anni Sessanta, prima, e di inizio 2000 poi, sono però venuti alla luce reperti di epoca romana che hanno fatto pensare come in realtà la chiesetta sia sorta sopra i resti di una “domus”. Durante gli scavi è stata trovata, tra l’altro, anche la testa di una statua che raffigura probabilmente l’Imperatore Tiberio.

All’ingresso della chiesa alcuni pannelli raccontano la sua storia e i ritrovamenti avvenuti; verso l’altare, da alcune lastre di cristallo sul pavimento, possiamo vedere i resti di mosaici romani e longobardi. Purtroppo le nostre foto non sono chiarissime e sembrano un invito ad andare di persona a vederli.

Questa chiesetta ha vissuto la storia di Milano e ha visto passare tra gli altri il Barbarossa, i Visconti, gli Sforza. Ora è affidata ai Frati Cappuccini, che hanno raccontato arte e storia di Chiesa Rossa.

Probabilmente tutto l’interno era un tempo affrescato con opere anche della scuola di Giotto. Oggi non rimane molto: da alcune foto possiamo confrontare ieri e oggi, ma il fascino antico e la spiritualità di questo luogo restano intatti.

Anche all’esterno possiamo mettere a confronto ieri e oggi.

Sulla facciata appare un riquadro bianco dove, prima, c’era un bel dipinto accoglieva i fedeli.

Uguali nel tempo sono rimasti invece il campanile incompiuto e la campanella sulla sommità del tetto che sembra calamitare i nostri occhi e i nostri passi verso questo luogo antico e ancora vivo.

http://www.santamaria-allafonte.it/rilievi-archeologici

http://www.santamaria-allafonte.it/nuova-pagina

https://www.mumi-ecomuseo.it/infodiscs/view/16

A presto…

 

 

Nella calza della Befana 2019 troviamo… la chiesetta dei Re Magi di via Palmanova

È tempo di Epifania che tutte le feste porta via. Il magico periodo del Natale sta per terminare e si torna alla vita e ai problemi di tutti i giorni.

Abbiamo trovato nella chiesa di Santo Stefano un quadro dolcemente emblematico: la Famigliola di Betlemme, dopo l’incanto della Natività e l’accorrere di uomini buoni e semplici, è costretta, dopo poco tempo, a lasciare le proprie cose per sfuggire alla crudeltà di Erode.

L’Epifania, però, è anche tempo di Magi, figure misteriose, e secondo noi molto moderne, che ci parlano del rapporto tra Scienza e Fede (erano studiosi ai massimi livelli) e ci fanno anche riflettere sul senso della nostra vita.

Milano è da sempre legata ai Magi che l’avevano “scelta”, secondo la tradizione, come luogo dove fermarsi per sempre. I buoi che trainavano il carro con le reliquie si erano impantanati dove sorge ora la Basilica di Sant’Eustorgio, che venne eretta per custodire le spoglie dei Tre Re.

I Magi, però, avevano il cammino nel proprio destino e le loro spoglie vennero trafugate dal Barbarossa e portate a Colonia.

Infine una piccola parte delle reliquie tornò a casa, a Sant’Eustorgio, mentre altre reliquie (alcune falangi delle dita, invece) non hanno mai lasciato Brugherio, dove viveva Santa Marcellina che le aveva ricevute in dono dal fratello Sant’Ambrogio.

Sant’Eustorgio – Milano

S. Bartolomeo – Brugherio

Alcuni piccoli suggerimenti: in questi giorni è esposta, in Sant’Eustorgio, la teca con le reliquie e, nella mattina dell’Epifania si svolge il tradizionale corteo in costume (risalente al Medioevo) da piazza Duomo.

http://www.santeustorgio.it/corteo_dei_magi.html

Inoltre in questo periodo si possono ammirare due opere famose a Palazzo Marino e al Museo Diocesano.

Palazzo Marino

Museo Diocesano

Non solo: abbiamo scoperto che nella nostra città esiste un’antica chiesetta dedicata proprio ai Santi Re Magi. Si trova in una zona a Nord Est di Milano, vicino all’antico borgo di Crescenzago, in una frazione chiamata Corte Regina.

Siamo in via Palmanova, anzi, per la precisione, in via Regina Teodolinda. Dolce e severa nel suo gotico lombardo, la chiesetta ha un aspetto semplice, quasi un mattoncino rosso tra il klinker dei palazzi.

Sul portone ci accoglie una formella con Madonna e Bambino sotto una finestra circolare.

Le diverse finestrelle sulle pareti laterali ci riportano a tempi e stili diversi, così come il campanile a base romanica.

L’interno della chiesetta è altrettanto semplice: ad una sola navata, ha mattoni a vista e, sospesa, un’immagine di Cristo di grande impatto espressivo.

Una targa ci racconta la storia di questa chiesetta che fu fatta edificare nel 1352 ai tempi della Signoria di Bernabò Visconti, probabilmente su una preesistente chiesa più antica, descritta già nel XII secolo. Un’ipotesi è che sia stata voluta dalla moglie di Bernabò, Regina Della Scala, alla quale si deve anche la chiesa demolita per costruire il nostro massimo teatro che ne tramanda il nome.

Un tempo la chiesa dei Magi era dedicata alla Vergine e aveva intorno un Lazzaretto per il ricovero degli appestati, prima che fosse costruito quello di viale Tunisia a Porta Orientale.

La storia ci dice che i Borromei, in successive visite pastorali alla chiesetta di Corte Regina, vi incontrarono delle monache devote ai Re Magi. Così successivamente la chiesa fu intitolata ufficialmente ai “Santi Re Magi in Corte Regina”. Oggi il nome della chiesa viene ricordato da un moderno affresco dietro l’altare.


Questa chiesetta incontrò molti ostacoli sul suo cammino. A fine Settecento passò al Demanio, venne sconsacrata e diventò abitazione e deposito per i contadini della zona. Anche le bombe della seconda guerra mondiale contribuirono al suo declino, tanto che si parlava di abbatterla, sacrificata allo sviluppo edilizio.

Ma i Magi fecero il miracolo; la chiesetta venne donata al parroco della vicina parrocchia di San Giuseppe, che, grazie ad offerte di fedeli e benefattori, la fece restaurare, riconsacrare e riaprire il 6 gennaio 1967.

https://www.sangiuseppe.info/la-chiesa-dei-santi-re-magi/

Purtroppo è un po’ difficile visitare questo piccolo tassello della storia di Milano. Viene aperta solo il sabato pomeriggio alle 17 e nei festivi alle 9.30 per le Sante Messe. Come i Magi mettiamoci in cammino e andiamo a visitarla.

A presto…

Quattro passi (anche in bicicletta) sulla Martesana: Crescenzago

La Martesana, questo Naviglio un po’ riservato rispetto al ben più noto Naviglio Grande, ci riserva molte sorprese. Stavamo cercando notizie sulla Riviera della Martesana, le belle ville dove veniva in villeggiatura la Milano bene di fine Settecento e abbiamo trovato anche…  dove sono nati i coriandoli.

coriandoli-1

Siamo a Crescenzago, in fondo a via Padova, una delle vie più multietniche di Milano, dove le parabole collocate quasi su ogni finestra sembrano voler ascoltare tutte le lingue del mondo.

100_4128

Possiamo raggiungere il quartiere in auto, ma ci arrivano anche la linea verde della metropolitana, tanti autobus (53, 56 e 86) e, soprattutto, la bella ciclabile che parte dalla Cassina de’ Pomm e accompagna il corso della Martesana.

100_4062

Il ponte di Crescanzago, storico borgo di origine celtica, unito a Milano nel 1923, è il punto di osservazione ideale per ammirare le ville della Riviera di Milano.

ville-crescenzago

100_4069

Ecco il quadro di Domenico Aspari che ci ha ispirato questo itinerario un po’ insolito, idea nata guardando un quadro di fine Settecento.

naviglio4

“Le ville di Crescenzago” – Museo di Palazzo Morando, in via Sant’Andrea

Ed ecco le ville come sono oggi.

100_4098

Villa Petrovic

100_4100

Villa De Ponti

100_4103

Villa Pino

Tra le tante storie vissute in queste ville, ricordiamo quella di Giuseppina De Ponti, la prima donna milanese a conseguire, nel 1909, la patente di guida, imprenditrice, creatrice di moda e filantropa, aperta al jet set e all’impegno sociale.

giuseppina-de-ponti

giuseppina-de-ponti-crescenzago-auto-1909-1024x658-1

Nel quadro dell’Aspari non compaiono, ovviamente, l'”intruso”, il palazzone rosso con le tapparelle blu, e due ville: la bella Villa Albrighi e, appena prima del ponte, Villa Lecchi.

100_4097

100_4092

Proprio Villa Lecchi ci ha riservato la sorpresa più grande. Qui sono nati i coriandoli, i dischetti di carta colorata che a Carnevale (fra pochi giorni, quindi!) trasformeranno l’asfalto in un tappeto multicolor.

100_4068

100_4113

Villa Lecchi, nella sua nobile storia, aveva ospitato per una notte l’Imperatore d’Austria e la moglie Maria Ludovica in visita a Milano nel 1815, dopo la caduta di Napoleone.

ferdinand_georg_waldmuller_kaiser_franz_i_1827

maria-ludovica

La villa nella seconda metà dell’Ottocento era stata poi trasformata in un’azienda tessile; sulla facciata lungo la Martesana restano ancora le tracce della ruota ad acqua che serviva per il lavoro della filanda.

100_4066

Il proprietario era l’ingegnere Enrico Mangili, industriale tessile, il cui busto campeggia nel cortile del vicino asilo di via Padova 269, voluto dall’imprenditore per i bambini delle donne che lavoravano in filanda. Una iniziativa di grande importanza sociale.

100_4115

Ebbe anche un’idea per fare festa: utilizzare i dischetti tondi di carta, residui delle lavorazioni, per sostituire i semi di coriandolo, ricoperti di zucchero, che venivano lanciati a Carnevale. Fu un successo. Chissà se a Carnevale il papà dei coriandoli sorride al lancio festoso dei dischetti colorati e delle stelle filanti che, forse, si devono a lui.

coriandolicielo

Questo piccolo itinerario lungo la Martesana, a Crescenzago, ci propone anche due visite interessanti: la prima ad una chiesa del 1100, Santa Maria Rossa, l’altra alla ex fabbrica dell’Ovomaltina, ora trasformata in uno spazio di esposizione e vendita, Cargo.

image-jpchiesa-rossa

100_4129

Prendiamo come punto di partenza Villa Lecchi. Per andare a visitare Santa Maria Rossa, gioiellino romanico poco noto, attraversiamo via Padova e percorriamo via Berra, che prende il nome dalla preziosa dimora del Quattrocento, situata di fronte alla chiesa.

100_4070

100_4085

Ecco come doveva apparire l’Abbazia ai tempi della sua costruzione e come è oggi con il quartiere del quale è parrocchia.

senza-titolo-2

s-m-rossa

Per saperne di più.

http://www.chiesadimilano.it/news/arte-cultura/santa-maria-rossa-a-crescenzago-br-dove-milano-%C3%A8-rimasta-antica-1.88055

Sulla facciata di mattoni rossi spiccano dei “piatti” vivacemente colorati di verde e di giallo, i quali probabilmente indicavano ai pellegrini  che presso questa Abbazia avrebbero trovato cibo e riparo.

100_4073

Quanti misteri si incrociano senza fine… Una leggenda racconta che in questa Abbazia venne sepolto Matteo I Visconti, accusato di eresia e di magia nera contro il Papa.

matteo

La sua tomba è segreta e i suoi resti sono nascosti per l’eternità. Matteo era cugino di quella Maifreda Pirovano, la “Papessa”, bruciata sul rogo, seguace di Guglielmina Boema. Eresie o lotte per il potere?

gugliegma1

Torniamo a Villa Lecchi e percorriamo via Meucci, sulla quale si affaccia la villa.

100_4114

Al numero 43 troviamo Cargo, nato dalla trasformazione della vecchia azienda Wander dove si produceva la mitica Ovomaltina.

100_4130

Ora questa fabbrica è un bell’esempio di recupero industriale ed è un grande spazio di esposizione e vendita di arredi, oggettistica e verde, molto belli e particolari.

100_4141

100_4143

100_4145

100_4146

Se, dopo la passeggiata, avete voglia di un brunch speciale o di una pausa caffè, Cargo vi offre i suoi locali: bar, ristorante e sala da tè.

100_4133

100_4134

100_4139

100_4144

Il nostro itinerario in questa bella periferia di  Milano è terminato.

“Tu forse non l’avevi mai pensato / ma il sole sorge pure a Crescenzago” (Primo Levi)

100_4064