Earth Hour 2015

 

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Ricorre sabato 28 marzo l’ EARTHOUR, l’evento internazionale ideato e gestito dal WWF per richiamare l’attenzione sulla necessità di intervenire sui cambiamenti climatici in corso con un gesto semplice ma concreto: spegnere la luce per un’ora nel giorno stabilito.

http://www.wwf.it/news/notizie/?14020

Come parteciperà  Milano?  Verranno spenti dalle 20,30 alle 21,30 il Castello Sforzesco, l’Expo Gate, il Palazzo Marino, il Grattacielo Pirelli e la Torre di Unicredit a piazza Gae Aulenti.

E noi come possiamo vivere questo momento tutti insieme?

Troviamoci alle ore 20,30  all’ Expo Gate vicino al Castello

ExpoGate

con una candela!

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Per saperne di più: clicca qui

Felice Ora al Buio a tutti!

Buon Week-end 28 e 29 marzo

Questa settimana la scelta su cosa fare nel WE sarà un po’ difficile per le tante proposte che ci offre questa nostra città a inizio primavera. Quindi…speriamo solo non piova!!

Ecco alcuni suggerimenti:

La Stramilano. Giunta alla 44ma edizione, ha fatto correre, o camminare, un po’ tutti. Ancora una volta la città si riempirà di pettorine colorate in festa lungo i 20 chilometri del percorso. Partenza domenica 29 da piazza Duomo ore 9; alle ore 9.30 partirà la Stramilanina di 5 chilometri per i più piccoli. Iscrizione Euro 12, tel. 02/84.74.23.80.

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Floralia. Chi ama i fiori non può perdere questa iniziativa benefica, nell’atmosfera così milanese della chiesa di san Marco. Sabato e domenica ore 10 – 19.30, piazza San Marco, ingresso libero. Per info http://www.floraliamilano.it/

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Avengers: il mito. Lo Spazio Fumetto WOW invita gli appassionati a questa nuova mostra sugli eroi: Iron Man, Thor, Hulk, Captain America sono fra noi a partire dal 28 marzo, con una serie di iniziative. Ingresso 5 Euro (ridotto 3). http://www.museowow.it/wow/it/

Avengers

Giornate europee dei mestieri d’arte. I maestri artigiani aprono le loro botteghe e danno vita ad una serie di eventi dedicati a diversi settori dell’artigianato artistico. Sabato e domenica, zona Cinque Vie e non solo… In particolare al Museo Bagatti Valsecchi ci sarà la mostra “Intrecci” dedicata all’arte della cesteria, raccontata da otto totem esplicativi.  Consultare il sito http://giornatedeimestieridarte.it/

botteghe

Esxence – the scent of excellence. Un invito nell’affascinante mondo dei profumi a Porta Nuova. Ingresso gratuito.  The Mall, piazza Lina Bo Bardi; dal 26 al 29 marzo, apertura per il pubblico solo sabato e domenica. http://www.esxence.com/en/index.php

Esxence

Ecce Homo. Esposizione di 14 dipinti di arte sacra del pittore americano William Congdom nella Biblioteca Umanistica (un gioiello raramente aperto al pubblico) della chiesa di Santa Maria Incoronata di corso Garibaldi, fino all’8 aprile. Ingresso gratuito.

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Concerto a San Calimero. Nella suggestiva cornice della Basilica, sabato 28, concerto di musica sacra. Ore 21, ingresso libero.

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Il Pozzo di San Calimero

Questo itinerario inizia con una confessione. A farci da guida avremmo voluto il professor Robert Langdon del Codice Da Vinci, per la sua capacità e competenza nell’interpretare i simboli.

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Non ci inoltreremo nei simbolismi del Cenacolo (non ora, almeno!), ma la nostra visita a San Calimero ci metterà di fronte ai poteri dell’elemento acqua che in tutte le civiltà si carica di significati forti.

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L’acqua pulisce, lava, purifica, distrugge; è essenziale per la vita. Nel liquido amniotico noi viviamo prima di nascere.

acqua che purifica

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Milano è così ricca di acque che a volte, persino, ri-sorgono dal terreno.

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Una risorgiva nella zona sud di Milano

A San Calimero, però, non troviamo una fonte, ma un pozzo, costruito quindi dall’uomo per attingere acqua.

San Calimero e il pozzo

Il pozzo permette di scendere sotto la superficie, di creare un canale per portare alla luce…cosa?

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Il Pozzo di San Patrizio, in Irlanda, secondo la leggenda, serviva ai fedeli per conoscere l’Aldilà.

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Isola di Lough Derg (Irlanda)

In quello della Scienza è contenuto il Sapere al quale attingere, in quello dei Desideri sono custoditi quei tesori, anche impossibili, che vorremmo avere.

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Nel Pozzo del Calice, o del Sangue, per la colorazione rossa dovuta all’ossido di ferro, ai piedi della collina di Tor, in Inghilterra, sarebbe stato nascosto il Santo Graal del Ciclo di Artù.

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Il pozzo

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Vasca con acqua ferrosa

I pozzi sono spesso al centro dei chiostri, presso un pozzo Gesù incontra la Samaritana, andata ad attingere l’acqua.

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Un pozzo è anche quello custodito nella cripta della Basilica di San Calimero, al centro del nostro itinerario.

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La chiesa si trova in via San Calimero, una strada un po’ defilata e chiusa al traffico, all’incrocio tra via Santa Sofia e corso di Porta Romana.

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Ha origini molto antiche (V secolo) e sorge, probabilmente, dove, secondo la tradizione, c’era un tempio dedicato ad Apollo, che, quante coincidenze…, era anche il dio delle sorgenti sacre.

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Fonte Castalia a Delfi

La nostra chiesa ha cambiato più volte il suo aspetto per via dei numerosi interventi subiti durante i secoli ed è sormontata da tre insoliti pinnacoli.

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È preceduta da un protiro con la volta stellata e l’immagine di San Calimero ci guarda da sopra il portone d’ingresso

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Calimero fu Vescovo di Milano tra il 270 e il 290. Il suo apostolato lo portò a farsi molti nemici tra i pagani che lo uccisero e gettarono il suo corpo in un pozzo pieno d’acqua, forse come vendetta per i Battesimi impartiti o, azzardiamo, come sacrificio ad Apollo, nelle acque a lui consacrate.

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Diamo un’occhiata alla chiesa, che appare ben restaurata e luminosa

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https://www.youtube.com/watch?v=_FsVaawcRfQ

Scendiamo nella cripta da una delle due scalette poste accanto all’altare.

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In essa è conservata la vera del pozzo, ora chiuso, dove, secondo la tradizione, fu gettato il corpo del Santo.

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L’acqua di questo pozzo era considerata miracolosa ed i fedeli l’attingevano e la facevano bere ai malati, perché guarissero.

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Inoltre, nei periodi estivi di siccità (San Calimero viene celebrato il 31 luglio), si usava l’acqua miracolosa per aspergere il sagrato della Basilica al fine di propiziare la pioggia, sia rinnovando il vecchio rito pagano, sia, forse, rifacendosi a rituali ancora più antichi

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Andare a San Calimero può essere un’esperienza intrigante e ricca di suggestioni o, più semplicemente, una tappa nei nostri passi per Milano.

Questa chiesa ospita anche concerti molto suggestivi e manifestazioni musicali, come il MITO, festival internazionale della musica.

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Buon Week-end 21 e 22 marzo 2015

Qualche proposta per questo week-end:

Sabato 21 ore 11-18, presso la Società Umanitaria, si potranno assaggiare ed acquistare colombe e uova di Pasqua di pasticceria. Ci saranno anche incontri sull’alimentazione dei bambini e idee di uno chef per riciclare in modo goloso e invitante gli “avanzi” dei dolci pasquali.

Via San Barnaba 48, ingresso  gratuito con licenza di assaggi liberi.

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http://vivimilano.corriere.it/feste-mercatini-fiere/uova-colombe-artigianali-assaggio-vendita-umanitaria_2301096479498.shtml.

Domenica 22 ore 10.30-20, alla Cascina Cuccagna si svolgerà “Carrousel”: diversi artigiani e creativi presenteranno le loro opere che spaziano tra sartoria, accessori, oggetti d’arredo, fiori artificiali, dando vita a laboratori e corsi (alcuni a pagamento). La giornata sarà animata da momenti ri-creativi di musica e spettacoli.

invito

Via Cuccagna 2/4. Ingresso libero.

http://www.cuccagna.org

Sabato 21 e domenica 22, Giornate FAI di Primavera per la scoperta di alcune bellezze nascoste di Milano, non accessibili durante altri periodi dell’anno.

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http://giornatefai.it/home#reg:lombardia,prov:milano,com:milano

 Sabato 21 e domenica 22, un week end  a tutto fantasy al Wow Spazio Fumetto con tante iniziative, incontri,giochi, duelli e tanto altro.

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http://www.ilgiorno.it/speciali/giorno-dei-ragazzi/bambini-fantasy-1.769314

20 marzo, Giornata della Felicità

Il 20 marzo 2015 si celebrerà la Giornata Mondiale della Felicità, istituita nel 2012 dall’ONU: mica roba da poco!

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Già la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti aveva sancito, tra i diritti fondamentali dell’Uomo, quello di perseguire la felicità.

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http://www.dailymotion.com/video/xcg4cd_la-ricerca-della-felicita_shortfilms

Vi proponiamo alcuni spunti semiseri per questa Giornata.

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Molto spesso, sostiene uno psicoterapeuta catalano, Rafael Santandreu, siamo affetti da una sorta di “terribilite”; un inconveniente viene promosso al rango di “terribile!” ed esagerando il termine, aumentiamo la nostra frustrazione.

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Lo studioso ha calcolato che in un giorno incontriamo 23 motivi di frustrazione, per un totale di circa 500.000 nell’arco di una vita. Da domani li contiamo per vedere se siamo nella media….

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Siamo poi colpiti anche dalla “necessitite”, cioè viviamo come ostacolo alla felicità quello che al momento non abbiamo.

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Rileggiamo qualche volta Epicuro, quali cose ci sono veramente necessarie per la nostra felicità?

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Come riuscire a perseguire un po’ di più la nostra felicità, in una società complessa come la nostra, e non sentirsi schiacciati dalle frustrazioni?

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Ci sono corsi di meditazione, incontri con psicologi, farmaci…Tutto ciò potrebbe aiutare, se necessario.

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Tuttavia spesso possono bastare l’ironia, l’amore, un sorriso e un pizzico di humor.

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Buon 20 marzo a tutti!

 

Terribile! Il 20 marzo 2015 ci sarà una eclissi di sole, tutto diventerà più buio.

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Ma il sole torna: che Felicità!

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Tictig – una mostra da non perdere

Una mostra bellissima, veramente imperdibile per tutti coloro che amano, o almeno vogliono conoscere, la nostra città.

È dedicata al milanese DOC Bonvesin de la Riva (l’era de Porta Cica, come la Rosetta) che ha descritto la sua Milano alla fine del 1200.

Il suo libro De Magnalibus Mediolani, è reso “visibile” da illustratori di successo under 40 e da allievi del MI MASTER. La Mostra, intitolata: “tictig tutti i colori tranne il grigio”, per sfatare il luogo comune del grigio come colore della nostra città, si trova a Novate Milanese, a Casa Testori, largo Angelo Testori 13

http://www.panorama.it/cultura/street-art-factory/tutti-i-colori-tranne-grigio-meravigliosa-milano-raccontata-dagli-illustratori/

http://www.domusweb.it/it/notizie/2015/02/24/tutti_i_colori_tranne_il_grigio.html

Periodo: 15 febbraio – 19 aprile 2015  Orari: martedì-venerdì 10-18, giovedì 10-22, sabato-domenica 14-20. Chiuso il lunedì.

Ingresso: gratuito

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Il “Tredesin de Marz” a Porta Romana

Porta Romana è una delle due porte milanesi, l’altra è Porta Nuova, che non ha mai cambiato nome in secoli di storia.

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Arco di Porta Romana

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Porta Nuova di piazza Cavour

Non è la sua sola prerogativa: a Porta Romana la primavera arriva una settimana prima, cioè il 13 marzo. Per vedere la Festa del Tredesin de Marz (Tredesin, Tredicino, è il diminutivo affettuoso di Tredes, Tredici), che viene celebrata nella domenica più vicina al 13 marzo, quest’anno  bisogna aspettare domenica 15.

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Le strade intorno all’inizio di via Sabotino (fermata M3 Porta Romana), via Crema, piazza Buozzi si riempiono di bancarelle, un tempo solo di fiori e piante.

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È una tradizione antica, dalla quale si tornava col coeur come on giardin .

“E quî giornad del tredesin de Marz ?
Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeur,
de girani, coi primm roeus, e tra el guardà, l’usmà, el toccà,
se vegneva via col coeur come on giardin, pensand al bell faccin de
Carolina che sotta al cappellin a la Pamela e col rosin sul sen
la pareva anca lee la primavera”.
(Emilio de Marchi)

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Cosa ricorda questa festa che anticipa la primavera?

Il 13 di marzo intorno al 50 d.C. (ma allora nessuno indicava così anni e giorni),  San Barnaba arrivò a Milano, piantò una croce di legno al centro di una pietra rotonda e vi tracciò con le dita tredici raggi per ricordare quel giorno: era l’inizio dell’evangelizzazione di Milano.

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Al suo passare la neve si scioglieva (come sono cambiate le stagioni!), i fiori sbocciavano e le statue degli dei pagani crollavano al suolo.

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Gli storici non sono d’accordo su molte cose: forse San Barnaba non è mai venuto a Milano; allora non si seguiva ancora il Calendario Gregoriano e le stagioni erano sfalsate rispetto alle date odierne. La leggenda, però, è diventata tradizione e la pietra rotonda è conservata incastonata nel pavimento della chiesa di Santa Maria del Paradiso, all’inizio di corso  di Porta Vigentina, partendo dalla Crocetta.

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chiesa di Santa Maria Paradiso

https://www.youtube.com/watch?v=LRxHnupwnKE

Come si può leggere sull’epigrafe posta accanto alla pietra, l’episodio della croce avvenne presso la Porta Orientale; la pietra fu conservata presso la Basilica di San Dionigi, una delle quattro fondate da Sant’Ambrogio, poi demolita per fare posto ai Giardini Pubblici e ai Bastioni.

scritta sotto la pietra rotonda

basilica di S Dionigi a Porta Orientale

I Padri Serviti, che custodivano la pietra, la portarono con loro quando furono trasferiti nella chiesa di Santa Maria del Paradiso, dove è sempre liberamente esposta ai fedeli ed ai visitatori.

Molti studiosi sostengono l’origine celtica, e un po’ misteriosa, della pietra. Incerto è il suo significato: forse era un oggetto di culto o un calendario lunare; secondo altre interpretazioni poteva essere una meridana o una mappa stellare.

pietra forata

Per saperne di più:

http://www.antikitera.net/articoli.asp?ID=117

Si racconta che San Barnaba avesse visto alcune persone in adorazione intorno  alla pietra. Col suo gesto fece diventare il luogo centro di preghiera cristiana. Accanto alla pietra misteriosa sembra ci fosse una fonte miracolosa…tutto questo era situato negli odierni Giardini Pubblici, più o meno dove si trova ora il Planetario. Quanti misteri vivono sotto il cielo stellato!

Planetario

A chi volesse visitare la chiesa di Santa Maria del Paradiso e fermarsi davanti alla pietra che custodisce tante memorie, consigliamo poi di dare un’occhiata al campanile: esso fu “accorciato” dagli austriaci perché temevano che servisse da osservatorio ai patrioti milanesi delle Cinque Giornate; inoltre, sopra di esso, all’inizio dell’Ottocento, fu installato il primo telegrafo che collegava Milano con Parigi.

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Una buona pasticceria, a fianco della chiesa, farà rispettare la tradizione di comprare qualche dolcetto insieme ai fiori del Tredesin.

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Ancora pochi passi dopo la chiesa, invece, e vedrete un oratorio settecentesco, Santa Maria al Portello Vigentino, che nel nome ricorda non una “Porta”, ma il Portello che si apriva sui Bastioni;  il Vigentino, infatti, non era un Sestiere e perciò non aveva una porta ufficiale.

S Maria al Portello Vigentino

Portello Vigentino

Quasi accanto, al n.15, c’è un palazzo neoclassico nel cui interno vediamo ciò che resta dell’ elegante chiostro cinquecentesco: si tratta dell’antico monastero di S. Bernardo, diventato poi il collegio Calchi-Taeggi. Gli allievi e i professori parteciparono alle Cinque Giornate. Al ritorno degli austriaci, fu chiuso per  punizione e trasformato in caserma. Alla cacciata degli austriaci, fu un allievo di Brera, l’architetto Moraglia, a ristrutturarlo trasformandolo in scuola e convitto. E il Collegio rifiorì. Ultima destinazione, un istituto tecnico della Provincia. Tre piani di aule, abbandonati da tre anni. Ora si pensa di ospitarvi  Brera 2, la sede staccata dell’Accademia di viale Marche.

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chiostro del convento di S Bernardo porta vigentina

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resti chiesa di S. Bernardo

Un’ultima dritta: se volete far crescere i capelli più folti e robusti, tagliateli il 13 marzo: è una vecchia tradizione milanese, che, forse, non tutti conoscono….

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La famiglia Addams zio Fester

Porta Romana bella, Porta Romana… – (Parte Seconda)

In questo secondo tratto del corso di Porta Romana, da via Francesco Sforza a piazza Medaglie d’Oro, ci terrà compagnia la versione più tradizionale (e un po’ hard) di Porta Romana bella, quella, cioè, che si cantava nelle osterie, frequenti un tempo in questa zona.

https://www.youtube.com/watch?v=cVh3JSWOJD8

Ci troviamo davanti alla Farmacia Foglia, all’ angolo con via Santa Sofia dal 1835.

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Sulla facciata della casa vediamo i medaglioni con i profili di illustri chimici e fisici.

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Facciamo un salto indietro nel tempo: cosa staranno per acquistare queste gentili signorine?

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Certamente l’olio di ricino venduto da questa farmacia era considerato il migliore della città, ma forse le giovani donne desiderano acquistare i ciccolattinoni, dei dischetti in stoffa di taftà negher, come dice il Porta, imbevuti di chissà quale liquido medicinale da appoggiare sulle tempie contro il mal di testa…un Moment, insomma.

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Poi attraverseranno il corso, lanciando un’occhiata alla statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore di chi cadeva in acqua, e qui c’erano il Naviglio e…parecchi ubriachi che uscivano dalle molte osterie.

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Corso di Porta Romana è stato sempre molto vivace e popolato; i marciapiedi hanno andamento un po’ irregolare, e si allargano improvvisamente per effetto dei successivi piani regolatori, che prevedevano l’ampliamento del corso.

In uno di questi slarghi,  in una simil-piazzetta, c’è una bella pescheria dove si può anche mangiare; di fronte un residence apre un passaggio verso la piccola zona di San Calimero, dove ci fermeremo in un altro articolo, per una visita, uno spuntino e una pausa davanti a dei bei murales.

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Sul nostro corso, prima di arrivare alla Crocetta, si alternano negozi, bar e uno storico teatro, il Carcano, edificato all’inizio dell’Ottocento e che ancora continua la sua lunga carriera. Accanto ad esso un bar, famoso per i suoi panini imbottitissimi,  dove ritrovarsi prima o dopo lo spettacolo.

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Sul marciapiede di fronte c’è lo storico negozio di ottica Chierichetti, che mostra nel suo interno vecchi oggetti e un visore stereoscopico che proietta le immagine della vecchia Milano.

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Ammiriamo le vetrine in cui è raccontata la ricetta del risotto, un’idea legata all’ EXPO  di allestire una serie di vetrine tematiche in cui raccontare le specialità tipiche della cucina milanese.

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Qualche negozio chiude, qualche altro apre, come un nuovo locale che propone frullati e cibi naturali.

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Qualche parola, ora, sulla Crocetta, sulla quale veglia la statua di San Calimero, oggi in restauro.

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Durante la peste di San Carlo, attorno al 1570, venivano erette delle croci dove le vie si intersecavano, per permettere ai fedeli di assistere alla Messa in luoghi aperti, riducendo i rischi di contagio.

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Di tutte queste crocette resta “la” nostra Crocetta, che ha dato il nome anche alla fermata della metropolitana. Ora la Crocetta vede, per fortuna, ben altri gruppi di persone. In questa zona, infatti, ci sono molte scuole, dagli asili alle superiori, e le voci di bimbi e di ragazzi con gli zainetti colorati riempiono il corso, diventato più vuoto da quando l’Area C ha tolto un po’ di auto.

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Proseguendo sul corso, i nomi delle vie ci ricordano il passato: via Orti, via dei Pellegrini, dove un antico ospizio, poco lontano dalla chiesetta di San Pietro e Paolo dei Pellegrini,  accoglieva i viandanti.

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Anche in questa parte del corso si alternano negozi e ristoranti.

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Siamo così giunti a piazza Medaglie d’Oro, che si apre improvvisamente in fondo a corso di Porta Romana, e subito si è subito colpiti dalla porta spagnola.

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Alla sua destra vediamo una costruzione ampia e bassa, oggi conosciuta come Terme di Milano.

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La sua storia molto ci dice della capacità ambrosiana di far vivere più vite allo stesso edificio: infatti era inizialmente la stazione dalla quale partivano i tram funebri dipinti di nero, soprannominati “la Gioconda”, che accompagnavano feretro e familiari ai cimiteri.

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Poi la nostra “stazione” si è data alla bella vita, diventando “Il Ragno d’Oro”, una grande sala da ballo; si è trasformata in seguito nel dopolavoro dell’Azienda Tranviaria ed ora ospita le Terme. Sarà finita così? Per ora godiamoci questa oasi nel centro di Milano.

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Infine la grande porta, costruita per celebrare l’ingresso in città di Margherita d’Austria, sposa di Filippo III di Spagna, e accanto quello che resta delle imponenti mura spagnole, ora diventate anche parte di cinte condominiali.

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Se guardassimo dall’alto, la porta sarebbe la punta di una specie di cuore formato dalle mura, come un pegno d’amore perenne.

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Margherita è anche ricordata da due bassorilievi raffiguranti due ostriche aperte che mostrano ciascuna una perla (in latino margarita significa perla).

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Anche Milano, a volte, sembra chiusa come un’ostrica, dall’aspetto ruvido e poco invitante. Poi se qualcuno si prende la briga di avvicinarla e di farla aprire, con stupore si trova davanti al tesoro che nasconde.

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E se invece non trovassimo la perla? Gustiamoci un paio di ostriche con un margarita!!!

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La Basilica di San Nazaro a Porta Romana – (dove)

Il luogo dove sorge questa Basilica è davvero importante: Sant’Ambrogio la volle, infatti, sulla via romana che conduceva o accoglieva chi era diretto o proveniva da Roma.

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Dedicata prima agli Apostoli, poi a San Nazaro, un martire cristiano qui sepolto, ha visto passare dal 382, nel corso dei secoli, cortei imperiali, viaggiatori e pellegrini; ha subito l’attacco dei barbari di Uraia, un incendio disastroso e la resa dei milanesi al Barbarossa.

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Barbarossa a Milano

Nel Cinquecento la sua facciata “scomparve” dietro al Mausoleo Trivulzio, fatto edificare, proprio davanti alla chiesa, su progetto del Bramantino, da Gian Giacomo Trivulzio.

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Prima capitano di ventura, divenne poi Maresciallo di Francia al tempo di Luigi XII e, per qualche tempo, anche governatore di Milano per conto del re francese, che si era impossessato del Ducato, scacciando gli Sforza, in virtù della sua ascendenza materna dalla famiglia Visconti.

Gian Giacomo Trivulzio

Gian Giacomo Trivulzio

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Luigi XII

In questo Mausoleo il Trivulzio cercava una grandiosa sepoltura, per sè e la sua famiglia, dopo tante vicissitudini, come indica la scritta sotto la sua arca. Il Mausoleo, oggi, però, non contiene più i resti di Gian Giacomo, che si sono mescolati nella cripta con quelli dei morti di peste.

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In vita ebbe alterne fortune e conobbe i fasti del successo: memorabile fu un banchetto sontuoso, che si svolse all’aperto tra via Rugabella e la chiesa di San Nazaro, nel maggio del 1507, dato in onore del re francese. Di questa tavolata da Guinness rimangono i preziosi Arazzi dei Mesi, disegnati dal Bramantino, che adornavano la strada e che ora sono esposti nei Musei del Castello Sforzesco: uno street food veramente regale!

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Arazzi al Castello Sforzesco

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mese di Maggio

Dal Mausoleo scendiamo qualche gradino ed entriamo nelle vera e propria Basilica, a croce latina e di ampio respiro.

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Diverse sono le cose da vedere: ve ne suggeriamo solo alcune, lasciando alla curiosità di ciascuno gli approfondimenti.

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antico organo

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resti dalla pavimentazione originale

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il Presepio gioiello in ebano

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una piccola colomba per contenere le Ostie

Per saperne di più:

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Basilica S Nazaro -a

Basilica S. Nazaro -b

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Questa Basilica ha anche un interessante Sito Archeologico, che si trova sia nel sotterraneo sia all’esterno.

Il percorso archeologico -a

il percorso archeologico -b

Anche in questo caso vi consigliamo di seguire le indicazioni dei pannelli illustrativi durante la visita. Mettiamo solo qualche immagine, per non togliervi il piacere della scoperta personale, durante la visita, che vi porterà proprio accanto a questi resti.

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piccolo altare pagano

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Usciamo a visitare il parco archeologico: qui si trovano alcuni sarcofagi e delle colonne provenienti dalla Basilica.

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Lasciamo la Basilica e torniamo sulla piazzetta: diamo un’occhiata alla statua, piuttosto trascurata, di Sant’Ulderico, in abiti pontificali.

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Percorriamo, accanto alla chiesa, lo strettissimo vicolo Santa Caterina, su cui si apriva la chiesetta omonima, ora diventata cappella della Basilica.

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Questa cappella, attualmente in ristrutturazione, contiene un raro organo e un grande affresco che raffigura il martirio della Santa, che abbiamo già “incontrato” in San Maurizio, col viso di Bianca Maria di Challant.

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Diamo, infine, un’occhiata al vasto complesso absidale della Basilica che è, come sempre, molto articolato e vivace.

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Entriamo, subito a sinistra, nella piccola via Osti e ammiriamo un bellissimo portoncino rococò, un esempio della Milano che deve sempre essere scoperta e che non finisce mai di stupirci.

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Tante sfumature di giallo

 

Donna profilo

A chi come Belisama viene da un altro mondo

A chi come Bianca Maria vive tante storie

A chi come la Carlina ama l’uomo sbagliato

A chi come la Rosetta resterà sempre nel cuore

A chi come “le streghe” è vittima del suo tempo

A chi come la bimba di S. Bernardino non realizza i propri sogni

A tutte le donne un augurio, un fiore e una canzone

Buon 8 marzo!

https://www.youtube.com/watch?v=Htfw_Y2Rm3s

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