In questo secondo tratto del corso di Porta Romana, da via Francesco Sforza a piazza Medaglie d’Oro, ci terrà compagnia la versione più tradizionale (e un po’ hard) di Porta Romana bella, quella, cioè, che si cantava nelle osterie, frequenti un tempo in questa zona.
https://www.youtube.com/watch?v=cVh3JSWOJD8
Ci troviamo davanti alla Farmacia Foglia, all’ angolo con via Santa Sofia dal 1835.
Sulla facciata della casa vediamo i medaglioni con i profili di illustri chimici e fisici.
Facciamo un salto indietro nel tempo: cosa staranno per acquistare queste gentili signorine?
Certamente l’olio di ricino venduto da questa farmacia era considerato il migliore della città, ma forse le giovani donne desiderano acquistare i ciccolattinoni, dei dischetti in stoffa di taftà negher, come dice il Porta, imbevuti di chissà quale liquido medicinale da appoggiare sulle tempie contro il mal di testa…un Moment, insomma.
Poi attraverseranno il corso, lanciando un’occhiata alla statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore di chi cadeva in acqua, e qui c’erano il Naviglio e…parecchi ubriachi che uscivano dalle molte osterie.
Corso di Porta Romana è stato sempre molto vivace e popolato; i marciapiedi hanno andamento un po’ irregolare, e si allargano improvvisamente per effetto dei successivi piani regolatori, che prevedevano l’ampliamento del corso.
In uno di questi slarghi, in una simil-piazzetta, c’è una bella pescheria dove si può anche mangiare; di fronte un residence apre un passaggio verso la piccola zona di San Calimero, dove ci fermeremo in un altro articolo, per una visita, uno spuntino e una pausa davanti a dei bei murales.
Sul nostro corso, prima di arrivare alla Crocetta, si alternano negozi, bar e uno storico teatro, il Carcano, edificato all’inizio dell’Ottocento e che ancora continua la sua lunga carriera. Accanto ad esso un bar, famoso per i suoi panini imbottitissimi, dove ritrovarsi prima o dopo lo spettacolo.
Sul marciapiede di fronte c’è lo storico negozio di ottica Chierichetti, che mostra nel suo interno vecchi oggetti e un visore stereoscopico che proietta le immagine della vecchia Milano.
Ammiriamo le vetrine in cui è raccontata la ricetta del risotto, un’idea legata all’ EXPO di allestire una serie di vetrine tematiche in cui raccontare le specialità tipiche della cucina milanese.
![]() |
![]() |
Qualche negozio chiude, qualche altro apre, come un nuovo locale che propone frullati e cibi naturali.
![]() |
![]() |
Qualche parola, ora, sulla Crocetta, sulla quale veglia la statua di San Calimero, oggi in restauro.
Durante la peste di San Carlo, attorno al 1570, venivano erette delle croci dove le vie si intersecavano, per permettere ai fedeli di assistere alla Messa in luoghi aperti, riducendo i rischi di contagio.
Di tutte queste crocette resta “la” nostra Crocetta, che ha dato il nome anche alla fermata della metropolitana. Ora la Crocetta vede, per fortuna, ben altri gruppi di persone. In questa zona, infatti, ci sono molte scuole, dagli asili alle superiori, e le voci di bimbi e di ragazzi con gli zainetti colorati riempiono il corso, diventato più vuoto da quando l’Area C ha tolto un po’ di auto.
Proseguendo sul corso, i nomi delle vie ci ricordano il passato: via Orti, via dei Pellegrini, dove un antico ospizio, poco lontano dalla chiesetta di San Pietro e Paolo dei Pellegrini, accoglieva i viandanti.
![]() |
![]() |
Anche in questa parte del corso si alternano negozi e ristoranti.
![]() |
<![]() |
Siamo così giunti a piazza Medaglie d’Oro, che si apre improvvisamente in fondo a corso di Porta Romana, e subito si è subito colpiti dalla porta spagnola.
Alla sua destra vediamo una costruzione ampia e bassa, oggi conosciuta come Terme di Milano.
La sua storia molto ci dice della capacità ambrosiana di far vivere più vite allo stesso edificio: infatti era inizialmente la stazione dalla quale partivano i tram funebri dipinti di nero, soprannominati “la Gioconda”, che accompagnavano feretro e familiari ai cimiteri.
![]() |
![]() |
Poi la nostra “stazione” si è data alla bella vita, diventando “Il Ragno d’Oro”, una grande sala da ballo; si è trasformata in seguito nel dopolavoro dell’Azienda Tranviaria ed ora ospita le Terme. Sarà finita così? Per ora godiamoci questa oasi nel centro di Milano.
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Infine la grande porta, costruita per celebrare l’ingresso in città di Margherita d’Austria, sposa di Filippo III di Spagna, e accanto quello che resta delle imponenti mura spagnole, ora diventate anche parte di cinte condominiali.
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Se guardassimo dall’alto, la porta sarebbe la punta di una specie di cuore formato dalle mura, come un pegno d’amore perenne.
Margherita è anche ricordata da due bassorilievi raffiguranti due ostriche aperte che mostrano ciascuna una perla (in latino margarita significa perla).
![]() |
![]() |
Anche Milano, a volte, sembra chiusa come un’ostrica, dall’aspetto ruvido e poco invitante. Poi se qualcuno si prende la briga di avvicinarla e di farla aprire, con stupore si trova davanti al tesoro che nasconde.
E se invece non trovassimo la perla? Gustiamoci un paio di ostriche con un margarita!!!
![]() |
![]() |