La Cascina Rosa, un laboratorio di salute

La Cascina Rosa è un angolo di quella Milano che riesce a rivitalizzare, trasformandola, una eredità del passato.

Siamo a Città Studi, in via Vanzetti 5, vicino all’Orto Botanico, nato dai terreni di questa stessa azienda agricola.

In questa cascina ora si coltivano studi, cultura e salute. È, infatti, un Campus universitario, dove i futuri dottori si preparano ad occuparsi di noi con la ricerca e la prevenzione.

C’è qualcosa di insolito, però, che colpisce entrando nel cortile di accesso: siepi di aromatiche e tanto verde quasi nascondono una bassa costruzione con un bel portico, che suggerisce l’idea di piacevoli incontri conviviali.

Siamo in quella che era l’antica stalla della Cascina Rosa, oggi in parte dedicata al “cibo che fa bene”.

E’ un ambiente spazioso, con una grande cucina a vista, tavoli sotto le volte del soffitto, una cuoca nutrizionista sorridente che ci accoglie “soppesandoci” gentilmente.

Questi locali della Cascina sono dedicati alla cultura del cibo e della salute. Si organizzano, grazie anche all’impegno dei volontari, apericene, corsi di cucina generali e tematici all’insegna della prevenzione e della conoscenza alimentare. Le lezioni sono introdotte da medici e nutrizionisti che suggeriscono corretti stili di vita necessari per mantenerci sani.

Per chi, come noi, ama il presente e scava nel passato, ecco qualche cenno sulla storia della cascina.  Attiva già nel Cinquecento, si sviluppò nel secolo successivo con la famiglia Rosales, di origine spagnola, alla quale si deve, tra l’altro, il nome “Rosa”. Questa azienda agricola nei secoli successivi divenne molto più vasta e importante, come indicano, tra l’altro, diversi documenti catastali.

Fu lo sviluppo urbano ed economico della nostra città a provocarne, in seguito, l’abbandono e il declino. Negli anni Ottanta la cascina entrò a far parte del patrimonio comunale e conobbe anche occupazioni abusive, sgomberi e la quasi totale demolizione.

Alla fine degli anni Novanta ciò che restava della Cascina Rosa fu affidata all’Istituto dei Tumori e all’Università Statale. Incominciò così la sua rinascita: una parte dei suoi terreni divenne l’Orto Botanico, fu costruito un edificio a vetri per l’attività di ricerca e l’antica stalla è stata restaurata diventando un centro polifunzionale.

Ecco un altro spazio appartenuto alla storia della nostra città che vive nel presente ed è avviato verso il futuro. La Cascina Rosa è pronta ad accoglierci per fare e farci del bene. Qui  “ciascuno” di noi può fare un… brindisi alla propria salute!

L’Orto Botanico di Città Studi, un giardino da 110 e lode

Una rigogliosa siepe di gelsomino è il muro di cinta dell’Orto Botanico di Città Studi e l’intenso profumo della sua fioritura sembra rivelare che ci troviamo vicino a qualcosa di speciale.

Siamo in via Golgi, tra palazzine universitarie e alti palazzoni periferici densamente popolati.

Camillo Golgi, Premio Nobel per la Medicina – 1906

Questo orto sembra condividere la realtà dell’ambiente circostante, tra ricerca e vita quotidiana. Nato e cresciuto dalla passione e dalla ricerca del Dipartimento di Bio Scienze dell’Università di Milano è ora aperto anche al pubblico grazie ai volontari del Touring Club.

In quest’area bonificata di oltre 22.000 metri quadrati, che faceva parte della Cascina Rosa, risalente al Cinquecento, si può passeggiare in ambienti tipici della nostra regione.

Alcuni spazi, come le serre, sono invece il “terreno” di lavoro per studenti e ricercatori, con piante grasse, carnivore e altre dalle quali si ricavano tinture naturali.

Si potrebbe pensare ad un ambiente serioso e didattico, ma al di là del muro di gelsomino si entra soprattutto in un bellissimo giardino, un po’ segreto verrebbe quasi da dire.

Ci sono alberi di alto fusto, vialetti, panchine dove sostare con un libro, prati dove potersi sdraiare a riflettere o a scambiare confidenze con gli amici; c’è persino un laghetto con le ninfee.

Non siamo in un quadro di Monet, ma in un angolo di una periferia che sta diventando più bella.

Quest’estate l’Orto Botanico vivrà anche di sera. Da giugno a settembre, infatti, non solo non chiuderà per ferie, ma anzi si vestirà a festa per incontrare gli amici rimasti in città. Il calendario di eventi proposti  da Area Musica Milano è quanto mai ricco e stuzzicante.

Ci saranno lezioni di yoga con l’accompagnamento di musica dal vivo che proseguirà anche dopo il termine della pratica, concerti di musica jazz, serate danzanti, persino per chi ama il tango, e spettacoli di teatro e musica.

Infine sabato 24 giugno, quando la città potrebbe sembrare chiusa per il caldo, l’Orto, invece, festeggerà il Solstizio d’Estate  con una giornata di cultura verde con incontri, conferenze, visite guidate e laboratori aperti al pubblico fino a sera.

http://ortibotanici.unimi.it/en/citta-studi-news/solstizio-destate-in-orto-botanico/

Questo Orto, insieme all’Orto Botanico di Brera, è stato riconosciuto Museo, un museo verde, vivo, che tutti possono condividere e godere.

È qui la festa?

Aspettateci, veniamo anche noi!

Un tuffo ai Bagni Misteriosi, una piscina tra svago, storia e cultura

Se il tempo delle vacanze è ancora lontano o resta un miraggio, si possono trascorrere piacevoli momenti di svago ai “Bagni Misteriosi” di via Botta, un’oasi di benessere tra acqua, verde e…  teatro.

Questa piscina è stata fatta rinascere a nuova vita grazie alla Fondazione Pier Lombardo (quella del Teatro Franco Parenti!), con grandi investimenti pubblici e privati dopo anni di chiusura. Ecco com’era la piscina Caimi fino a qualche anno fa.

Ora piscina e teatro costituiscono un unico grande complesso articolato in spazi autonomi, ma con tanto in comune.

Circondata da un lungo muro azzurro che invita e non divide, durante il giorno questa piscina scoperta offre la possibilità di tuffi, solarium e giochi per bambini in un ambiente piacevole e ricco di angoli insoliti.

Di sera, invece, si trasforma in un luogo dove sostare incontrando gli amici a bordo piscina o seduti ai tavolini del bar del teatro, bevendo qualcosa o assistendo agli spettacoli e agli eventi via via proposti.

A volte la piscina, come per magia, diventa essa stessa teatro, il solarium un palcoscenico all’aperto, gli spogliatoi camerini per gli artisti.

Il Pier Lombardo si propone come un cantiere di iniziative culturali, artistiche e di svago sempre in movimento. Quest’inverno, ad esempio, è stata allestita sopra la piscina una pista di pattinaggio, “ghiaccio sull’acqua” anche al chiaro di luna: una novità assoluta e un’esperienza da ricordare.

Il nome “Bagni Misteriosi”, dato ora all’impianto, evoca l’arte e richiama alcuni disegni di Giorgio de Chirico e l’omonima scultura nel giardino della Triennale.

E poi, lo diciamo dalla nascita del nostro blog, il mistero è di casa a Milano, celato nella storia. Alziamo il sipario per scoprire il passato dei Bagni Misteriosi.

La ex-Caimi risale alla seconda metà degli anni Trenta e faceva parte di un progetto per costruire piscine in zone periferiche. Fu ideata dall’ingegner Luigi Lorenzo Secchi al quale si devono anche, negli stessi anni, le piscine Giulio Romano e Cozzi, una delle prime vasche olimpioniche coperte in Europa.

L’ingegnere, che lavorava per il Comune di Milano, è stato una figura di prim’ordine nella architettura pubblica della nostra città. A lui si devono, tra l’altro, due opere che sembrano appartenere a due mondi opposti e conviventi:  la ricostruzione della Scala nel dopoguerra e il mercato coperto di viale Monza.

La piscina era dedicata a Giuseppe Caimi, un giovane talento sportivo (schermidore, nuotatore e calciatore). Convocato nel 1912 nella Nazionale Olimpica di Calcio per le Olimpiadi di Stoccolma, venne poi allontanato dall’allora Commissario Tecnico Vittorio Pozzo perchè in un locale notturno avrebbe esclamato “svedesone bionde, aspettatemi, arriva Caimi!”. Altri tempi… o no?

I sogni per lui si interruppero durante la Prima Guerra Mondiale e le sue medaglie furono d’argento per il valore e d’oro alla memoria.

La piscina Caimi faceva parte di un centro polifunzionale situato in un quartiere di edilizia popolare degli Anni Trenta, con impianti sportivi, biblioteca, ambulatorio medico e locali per diverse attività. Ancora oggi si può riconoscere l’antica struttura nello spazio del teatro Parenti.

Ora la piscina è stata “aggiornata” con il contributo del FAI e sotto il vincolo dei Beni Culturali. Mantiene infatti alcune caratteristiche di un tempo, come le due vasche e la statua Liberty dei fenicotteri.

Molte, però, sono le innovazioni tecnologiche come la depurazione dell’acqua con un sistema a raggi UV, senza cloro. Le vasche sono circondate da portici che offrono un po’ d’ombra e sotto i quali si aprono gli spogliatoi, i locali di servizio, palestre, biblioteca, spazi al coperto per bambini.

L’intero complesso è ancora in divenire con grande attenzione al futuro senza dimenticare il suo passato.

Franco Parenti

Lo specchio azzurro della piscina, circondato da verde, naturale e artificiale, sembra un palcoscenico tra le case intorno. Qui possiamo mettere in scena, sotto la luce del sole o della luna, qualche ora del nostro tempo.

Per orari e costi visitare il sito : http://www.bagnimisteriosi.com/

Prego, accomodatevi…