Siamo al verde… Quattropassi per i giardini di Milano.

In questo clima di ripartenza difficile e un po’ timorosa, parliamo di verde, non quello economico, ma quello che vediamo in giro per Milano, un’immagine di rinascita e di vitalità in una città considerata, a torto, solo smog e cemento.

Quest’estate faremo quattropassi per vedere alcuni dei tanti spazi verdi della nostra città. Quanti sono?

Sono veramente così numerosi che è molto difficile ricordarli tutti: ci sono i grandi parchi che circondano la città, quasi una cintura esterna che sconfina con la campagna, poi parchi storici del centro, orti botanici, spazi verdi di quartiere, piazze e viali alberati, persino una vigna del Quattrocento e edifici green che hanno fatto la storia dell’architettura.

Nella nostra città il verde è ricco, vario e diffuso: può essere classico o contemporaneo, senza cancelli o persino un po’ segreto, spazioso o racchiuso in un fazzoletto.

Parco Ravizza

Collina dei Ciliegi

Il contrasto tra vecchio e nuovo, così caratteristico di Milano, si incontra anche negli spazi verdi, così come la “città che sale” convive con le zone agricole.

Può sembrare impossibile, ma Milano è la seconda città agricola italiana dopo Roma.

Tutto milanese è l’attaccamento alle nostre cascine (spesso diventate spazi pubblici circondati da verde), ai mercati agricoli del territorio, agli orti e anche ai piccoli, privatissimi vasetti di piantine aromatiche sul balcone di casa.

Mercato agricolo

Mercato agricolo

Biblioteca Chiesa Rossa

Parco Segantini

Anche il tema dell’Expo, che ha fatto conoscere Milano nel mondo, è stato un invito a “nutrire il pianeta – energia per la vita”.

Nel DNA di Milano c’è terra e acqua, una città di pianura tra fiumi che mantiene la solidità delle radici ma sa prendere le mille forme dell’acqua.

I nostri antenati celti avevano voluto fondare quella che sarebbe diventata la nostra città in un bosco sacro, il Nemeton.

La quercia era l’albero totemico che indicava tutti gli alberi e, per esteso, la natura. Iniziamo perciò il nostro viaggio nel verde di Milano proprio dalla quercia di piazza XXIV Maggio, accanto all’acqua della Darsena.

Questa quercia rossa è alta 18 metri ed è uno degli alberi monumentali di Milano, sottoposto a tutela ambientale. Alla base, per sostenerla, c’è una sorta di esoscheletro di metallo a forma di piramide. Scelta puramente tecnica o anche un po’ magica?

Questo albero è stato messo a dimora, dopo la Prima Guerra Mondiale, da Giunio Capè, padre di Giuseppe, un giovane alpino sopravvissuto al conflitto, per ricordare i tanti giovani del quartiere che invece non avevano fatto più ritorno.

Poco distante da questa piazza troviamo il Parco della Basiliche (ora dedicato a Papa Giovanni Paolo II) con piazza Vetra, dove venivano eseguite atroci condanne a morte come quella di Gian Giacomo Mora ai tempi della peste. Fra le vittime vi furono anche tante donne accusate di stregoneria come Caterina Medici.

Parco Sempione

Parco delle Basiliche

Piazza Vetra

Il nostro giro verde continuerà nei “giardini delle donne”, quei parchi o fazzoletti di terra, quasi monumenti vivi nel tempo, dedicati ad alcune figure femminili. Sarà, speriamo, anche un’occasione per una breve vacanza e una ricarica di energia a Km Zero.

Parco Ravizza


A presto…

Quattropassi all’Orto Botanico di Brera

Andiamo a fare quattropassi a Brera? Subito pensiamo alla Pinacoteca, ai locali, alle gallerie d’arte, ai bei negozi, all’atmosfera particolare, magari alla solita chiromante.

Chi, invece, penserebbe di poter fare una passeggiata fra alberi secolari, piante officinali e fiori nel cuore di Brera, in via Fiori Oscuri? Già i nomi sono un invito irresistibile e intrigante. Per i nostri antenati longobardi Braida (da cui Brera) voleva dire campo, area verde. E poi questi strani nomi delle vie: via Fiori Chiari, Fiori Oscuri… perchè si chiamano così?

Ovviamente c’è mistero e leggenda: in questa zona c’erano conventi e bordelli; i “fiori” erano forse le fanciulle che vi abitavano?

Fiori di tutti i colori si trovano invece in un piccolo giardino un po’ appartato al numero 12 di via Fiori Oscuri: è lOrto Botanico di Brera, gestito dall’Università degli Studi e aperto al pubblico.

In questo piccolo angolo del centro di Milano ci sono storia, natura, scienza e anche eventi come il Fuorisalone.

Anticamente era l’orto di un importante  convento  dei Gesuiti, che qui, tra l’altro, coltivavano le erbe medicinali per la cura dei malati.

Le fornivano anche alla Farmacia di Brera, una delle prime di Milano, fondata nel 1591, attiva ancora oggi e nella quale possiamo ammirare scaffali di legno scuro e vasi d’epoca.

http://www.farmaciadibrera.com/storia

Quando Maria Teresa d’Austria confiscò il convento, l’Orto, nel 1774, diventò un’istituzione pubblica a scopo scientifico e didattico per preparare medici e farmacisti all’utilizzo delle erbe officinali.

http://www.ortobotanicoitalia.it/lombardia/brera/#cennistorici

Oggi entrare in questo orto, diverso in ogni stagione, è come vedere i cicli della natura. Possiamo passeggiare tra aiuole e vialetti con collezioni diverse di piante, dalle officinali alle bulbose, alle aromatiche… sotto alberi d’alto fusto, come il gigantesco tiglio di 40 metri.

Ci ha colpito, qualche settimana fa, un glicine in piena fioritura che si arrampica verso l’Osservatorio Astronomico dal quale Giovanni Schiaparelli, magari dopo aver guardato i fiori del nostro orto, scrutava il cielo e cercava di conoscere Marte.

Una parte di questo orto, l’arboreto, è tuttora in restyling. Vi vivono, da quasi 250 anni, due giganteschi Gingko Biloba, venuti dall’Oriente, che sono un po’ i decani di questo giardino, tanto che la loro foglia stilizzata ne è il logo.

In questo angolo un po’ romantico e quasi selvaggio sarà presto possibile sostare su una panca curva, ad anfiteatro, la “vasca dei pensieri”.E poi, perché no? Si potrebbe continuare questo breve itinerario verde entrando nella Pinacoteca, per cercare la natura dipinta nei quadri in un insolito percorso Orto e Arte insieme.

A presto …

La Cascina Rosa, un laboratorio di salute

La Cascina Rosa è un angolo di quella Milano che riesce a rivitalizzare, trasformandola, una eredità del passato.

Siamo a Città Studi, in via Vanzetti 5, vicino all’Orto Botanico, nato dai terreni di questa stessa azienda agricola.

In questa cascina ora si coltivano studi, cultura e salute. È, infatti, un Campus universitario, dove i futuri dottori si preparano ad occuparsi di noi con la ricerca e la prevenzione.

C’è qualcosa di insolito, però, che colpisce entrando nel cortile di accesso: siepi di aromatiche e tanto verde quasi nascondono una bassa costruzione con un bel portico, che suggerisce l’idea di piacevoli incontri conviviali.

Siamo in quella che era l’antica stalla della Cascina Rosa, oggi in parte dedicata al “cibo che fa bene”.

E’ un ambiente spazioso, con una grande cucina a vista, tavoli sotto le volte del soffitto, una cuoca nutrizionista sorridente che ci accoglie “soppesandoci” gentilmente.

Questi locali della Cascina sono dedicati alla cultura del cibo e della salute. Si organizzano, grazie anche all’impegno dei volontari, apericene, corsi di cucina generali e tematici all’insegna della prevenzione e della conoscenza alimentare. Le lezioni sono introdotte da medici e nutrizionisti che suggeriscono corretti stili di vita necessari per mantenerci sani.

Per chi, come noi, ama il presente e scava nel passato, ecco qualche cenno sulla storia della cascina.  Attiva già nel Cinquecento, si sviluppò nel secolo successivo con la famiglia Rosales, di origine spagnola, alla quale si deve, tra l’altro, il nome “Rosa”. Questa azienda agricola nei secoli successivi divenne molto più vasta e importante, come indicano, tra l’altro, diversi documenti catastali.

Fu lo sviluppo urbano ed economico della nostra città a provocarne, in seguito, l’abbandono e il declino. Negli anni Ottanta la cascina entrò a far parte del patrimonio comunale e conobbe anche occupazioni abusive, sgomberi e la quasi totale demolizione.

Alla fine degli anni Novanta ciò che restava della Cascina Rosa fu affidata all’Istituto dei Tumori e all’Università Statale. Incominciò così la sua rinascita: una parte dei suoi terreni divenne l’Orto Botanico, fu costruito un edificio a vetri per l’attività di ricerca e l’antica stalla è stata restaurata diventando un centro polifunzionale.

Ecco un altro spazio appartenuto alla storia della nostra città che vive nel presente ed è avviato verso il futuro. La Cascina Rosa è pronta ad accoglierci per fare e farci del bene. Qui  “ciascuno” di noi può fare un… brindisi alla propria salute!

L’Orto Botanico di Città Studi, un giardino da 110 e lode

Una rigogliosa siepe di gelsomino è il muro di cinta dell’Orto Botanico di Città Studi e l’intenso profumo della sua fioritura sembra rivelare che ci troviamo vicino a qualcosa di speciale.

Siamo in via Golgi, tra palazzine universitarie e alti palazzoni periferici densamente popolati.

Camillo Golgi, Premio Nobel per la Medicina – 1906

Questo orto sembra condividere la realtà dell’ambiente circostante, tra ricerca e vita quotidiana. Nato e cresciuto dalla passione e dalla ricerca del Dipartimento di Bio Scienze dell’Università di Milano è ora aperto anche al pubblico grazie ai volontari del Touring Club.

In quest’area bonificata di oltre 22.000 metri quadrati, che faceva parte della Cascina Rosa, risalente al Cinquecento, si può passeggiare in ambienti tipici della nostra regione.

Alcuni spazi, come le serre, sono invece il “terreno” di lavoro per studenti e ricercatori, con piante grasse, carnivore e altre dalle quali si ricavano tinture naturali.

Si potrebbe pensare ad un ambiente serioso e didattico, ma al di là del muro di gelsomino si entra soprattutto in un bellissimo giardino, un po’ segreto verrebbe quasi da dire.

Ci sono alberi di alto fusto, vialetti, panchine dove sostare con un libro, prati dove potersi sdraiare a riflettere o a scambiare confidenze con gli amici; c’è persino un laghetto con le ninfee.

Non siamo in un quadro di Monet, ma in un angolo di una periferia che sta diventando più bella.

Quest’estate l’Orto Botanico vivrà anche di sera. Da giugno a settembre, infatti, non solo non chiuderà per ferie, ma anzi si vestirà a festa per incontrare gli amici rimasti in città. Il calendario di eventi proposti  da Area Musica Milano è quanto mai ricco e stuzzicante.

Ci saranno lezioni di yoga con l’accompagnamento di musica dal vivo che proseguirà anche dopo il termine della pratica, concerti di musica jazz, serate danzanti, persino per chi ama il tango, e spettacoli di teatro e musica.

Infine sabato 24 giugno, quando la città potrebbe sembrare chiusa per il caldo, l’Orto, invece, festeggerà il Solstizio d’Estate  con una giornata di cultura verde con incontri, conferenze, visite guidate e laboratori aperti al pubblico fino a sera.

http://ortibotanici.unimi.it/en/citta-studi-news/solstizio-destate-in-orto-botanico/

Questo Orto, insieme all’Orto Botanico di Brera, è stato riconosciuto Museo, un museo verde, vivo, che tutti possono condividere e godere.

È qui la festa?

Aspettateci, veniamo anche noi!

Passipermilano nel FuoriSalone

È stata una settimana eccezionale per questa nostra città, vitalissima ed eclettica, bella e misteriosa.

Milano vista da Samantha Cristoforetti dalla ISS

Le giornate del Salone del Mobile e del FuoriSalone hanno richiamato migliaia di persone, cittadini del Mondo, pronte a seguire, in una sorta di fil rouge tra le diverse zone, il meglio dell’abitare, i frutti del migliore design, già di punta o emergente, internazionale o made in Italy.

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Torre Velasca

Milano si sta muovendo come motore di Cultura e di Business: il Salone del Mobile alla Fiera di Rho e le esposizioni nei vari quartieri sono un unicum nel panorama dell’arredamento e del design a livello mondiale.

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La Triennale, inoltre, continuerà a presentare, ancora per qualche mese, in una serie di mostre diffuse, tematiche e tendenze delle nostre future “Stanze”.

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Non solo: Milano ha offerto i suoi luoghi d’arte (e quanti sono!!!) come “vetrine” per gli espositori del FuoriSalone, regalando ai visitatori tantissimi eventi e visite gratuite.

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Palazzo Reale

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Darsena

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Diurno Venezia

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Piazza Affari

Quasi impossibile in “soli” sei giorni vedere tutto. Abbiamo scelto alcuni luoghi significativi della nostra città, che si offrono in una veste insolita e molto cool. La Torre Velasca, amata o vituperata icona degli edifici alti di Milano, affronta la sua prima volta al FuoriSalone con uno sgargiante abito rosso.

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Accanto ad essa le belle installazioni dell’Università Statale, con le opere di grandi architetti nei cortili e nelle logge del Quattrocento.

La Statale

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Restando all'”aperto”, facciamo un salto al Giardino “segreto” di via Terraggio, accanto alla dimora che gli Sforza donarono a Lorenzo il Magnifico.

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Per riposare o fare palestra d'”autore” spostiamoci all’Orto Botanico di Brera, appena sotto l’Osservatorio Astronomico, dove G. Schiaparelli vide per la prima volta i canali di Marte.

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Proseguiamo queste nostre visite all’aperto nel chiostro di San Simpliciano, una delle basiliche fondate da Sant’Ambrogio, dove sono esposte sedie un po’ manga.

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Rendiamo omaggio al nostro patrono ammirando il Fiore “Fotovoltaico” e il mercato di fiori “naturali” nel chiostro della basilica di Sant’Ambrogio.

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Fiori veri sono anche quelli del cortile di Palazzo Turati, di via Meravigli, uno degli edifici aperti al pubblico in occasione del FuoriSalone.

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Anche qui lo scalone principale lascia senza fiato i visitatori, che salgono per vedere gli ambienti e gli oggetti esposti. Cosa è più bello e ruba la scena?

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Altri due luoghi aperti al pubblico per il FuoriSalone lasciano stupiti per la loro sconosciuta bellezza: Palazzo Litta, di corso Magenta, e la chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, in corso Italia, ai quali dedicheremo il prossimo report. A presto

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