In qualsiasi periodo dell’anno, il Parco Sempione ci invita a fare quattro passi tra il verde, le opere d’arte collocate in questo museo a cielo aperto e le diverse aree attrezzate, anche per i nostri amici pelosi.
Forse i turisti, e i milanesi stessi, sono ancorati all’idea di una Milano grigia, dove “continuano a costruire e non lasciano l’erba”.
A Milano, secondo noi, il verde e il cemento hanno imparato a convivere: un balcone fiorito, gli orti urbani, il Bosco Verticale, il Parco Sempione stesso, così ricco di arte tra i viali alberati, sono esempi di un modo di interpretare il verde metropolitano.
Due parole sulla storia del Parco.
Alla fine dell’Ottocento quest’area, che era diventata una grande piazza d’armi, fu salvata, insieme al Castello Sforzesco, dalla lottizzazione.
Un tempo faceva parte del Barcho, l’immensa tenuta ducale che si estendeva dal Castello fino all’attuale piazzale Accursio, circondata da mura con ben otto porte. Da una di queste deriva il nome della zona “Portello”.
Poi il declino e la rinascita. Il progetto di riqualificare quest’area dismessa, facendone un parco, toccò a Emilio Alemagna, l’architetto che già aveva curato la realizzazione dei Giardini Pubblici di Porta Venezia.
Ai milanesi il nuovo Parco piacque subito. Questo romantico giardino all’inglese fu realizzato con viali per le carrozze e vialetti per passeggiare, un suggestivo laghetto e dolci saliscendi.
Al Parco c’è anche un po’ di Expo 1906, nata per celebrare l’apertura del Traforo del Sempione; una ferrovia sopraelevata congiungeva l’area Sempione con la zona che sarebbe diventata la Fiera Campionaria, dove continuava l’Expo
Fu un successo. Anche allora Milano fu al centro dell’attenzione internazionale.
Noti architetti firmarono i padiglioni, tra i quali è stato conservato l’Acquario Civico di viale Gadio, lungo il perimetro del Parco.
Fu il terzo acquario costruito in Europa… in una città senza il mare! La facciata è decorata con una grande statua di Nettuno, animali acquatici e marini.
Non è certo un acquario imponente come quelli più moderni, ma i bambini possono vedere gli animali da vicino e poi correre a giocare nel Parco.
Ecco come si presentava il Parco a fine Ottocento in una immagine ripresa dalla Torre Stigler, che oggi non esiste più.
Nel corso del Novecento il Parco cresce e si arricchisce di altre importanti strutture come la Torre Branca.
Realizzata nel 1933 da Gio Ponti, dal suo belvedere si gode una meravigliosa vista su Milano e sul parco stesso.
Da questa Torre inizieremo il nostro itinerario nel Parco. Chi vuole venire con me a guardarlo dall’alto? Accendo i motori ….
Bello il parco e bella Milano! Mi piace tutto di questa città!
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Grazie! A presto con la Seconda Parte!
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