Un filo di malinconia alla Chiesa di Sant’Angelo

Sarà questa l’ultima festa della chiesa di Sant’Angelo col mercatino, la benedizione degli animali e l’apertura del chiostro?

 

Speriamo di no, ma molto cambierà per questa chiesa che si trova tra via Moscova e corso di Porta Nuova.

 

Sul suo sagrato, tradizionalmente, si tiene, il lunedì dopo Pasqua, la mostra mercato di fiori, piante e piccoli animali.

 

Mercoledì 4 ottobre, festa di San Francesco, è stato l’ultimo giorno di apertura del convento dei Frati Minori Francescani; c’è il timore che i bei mattoni rossi lombardi possano essere in parte sostituiti dai vetri a specchio di qualche nuovo edificio di oggi.

 

La zona è molto appetibile e le vocazioni poche; inoltre anche le chiese, e i conventi annessi, sono costrette a ridurre gli orari di apertura o addirittura a chiudere i battenti, anzichè lasciare aperte le porte. Siamo perciò venuti qui quasi per un ultimo saluto alla chiesa (che resterà comunque aperta con poche Messe), alla fontana di San Francesco, con le sue tortorelle, e al convento con il bel chiostro, forse animato per l’ultima volta.

 

Due parole sulla chiesa, il convento e la fontana. La chiesa, intitolata a Santa Maria degli Angeli, come quella di Assisi, è nata all’inizio del Quattrocento quando il francescano San Bernardino da Siena, giunse a Milano e tredici giovani vollero seguirlo facendosi frati minori.

 

Le autorità cittadine donarono alla piccola comunità una chiesetta con annessa dimora. Nel corso del secolo successivo, dopo un incendio e grazie alle generose donazioni, venne edificata l’attuale chiesa, una delle poche in stile barocco a Milano, terminata alla fine del Cinquecento. La facciata, invece, fu completata nella prima metà del Seicento.

 

La chiesa ha un’unica, ampia navata con otto cappelle per lato. Ecco alcune notizie sulla sua storia.

 

L’interno, piuttosto buio, presenta dipinti di illustri pittori (Gaudenzio Ferrari, Antonio Campi, il Morazzone, il Fiammenghino, Camillo Procaccini, Bernardino Luini, Simone Peterzano,…); è una vera pinacoteca da conoscere e valorizzare.

 

Il convento attuale venne realizzato da Giovanni Muzio alla fine degli anni Trenta del Novecento.

 

Il chiostro di questo convento conserva le colonne di quello precedente cinquecentesco. Il complesso è stato sede di diverse attività anche sociali, artistiche, culturali e ricreative, come l’auditorio Angelicum, oggi chiuso, o quest’ultimo mercatino.

 

Sul sagrato della chiesa c’è la famosissima e tenera fontana di San Francesco, opera del 1926 realizzata da Giannino Castiglioni, in semplici blocchi di granito anzichè in pregiato marmo, per richiamare l’umiltà del Poverello di Assisi.

 

E’ una delle più amate dai milanesi, con la statua del Santo mentre predica a delle deliziose tortorelle di bronzo, spesso affiancate da veri piccioni. Sul bordo della fontana alcune parole del Cantico delle Creature.

 

Ci stiamo chiedendo in che direzione stia andando la nostra città. Il suo tempo sembra scandito sempre più dalle diverse “settimane” (della Moda, del Design, del Mobile…), la circolazione diventa sempre più difficile mentre l’inquinamento non arretra, le case escludono per i loro prezzi proibitivi, i turisti “mordi e fuggi” sostituiscono gli abitanti dei quartieri, il problema della sicurezza crea ansia e solitudine, la conoscenza di Milano sembra limitarsi sempre più alle zone cult.

 

Anche la scelta di chiudere il convento di Sant’Angelo va in questa direzione? Non lo sappiamo, ma ci ricorderemo questa festa con la malinconia che prende quando si ripongono gli addobbi che ci hanno rallegrato il Natale. Verrà un altro Natale, perchè Milano è in grado di rinascere. Ai frati che lasceranno questo convento un sincero grazie, un affettuoso saluto e, speriamo, un arrivederci…

 

A presto…

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