Itinerario Castello Sforzesco (Parte Seconda)

Il Castello non vive solo di memorie, ma è ben presente nella vita di oggi.

100_9255

allestimento per un evento – ottobre 2015

Al Castello ci si incontra per manifestazioni, eventi, appuntamenti culturali all’ora dell’aperitivo; la location, specialmente di sera, diventa quanto mai intrigante e suggestiva.

clay_paky_illumina_castello_sforzesco_milano

luci alla Rocchetta

100_9256

evento in notturna

Calicantus in noturna

caffetteria Calicantus

100_9240

happy “hart”

Agli eventi, in genere, sono riservati spazi all’aperto o strutture a tempo.

concerti-Castello

RONDINI-CASTELLO-

Gli interni, invece, proteggono capolavori e raccolte di grande valore.

mappa dei musei del castello

informazioni castello

La Corte Ducale è una specie di Expo permanente di arte e cultura, che richiede una visita di diverse ore, magari suddivisa in più itinerari. Qui si trova la biglietteria per tutti i Musei, “padiglioni” che espongono le diverse eccellenze di arti e produzioni differenti.

100_9105

Una grande porta, la Pusterla dei Fabbri, accoglie i visitatori ed invita ad entrare. Non è il portone di un nobile palazzo quello che apre la strada ai tesori del Castello, ma l’arco di una Pusterla delle mura medievali.

100_9203

Questo arco, situato in una zona della Milano delle botteghe e popolare, fu portato al Castello ai primi del Novecento, in occasione di trasformazioni urbanistiche che ne prevedevano la demolizione. Ora si trova all’ingresso del Museo d’Arte Antica, quasi un omaggio al lavoro dei milanesi che ha fatto grande la nostra città.

fabbri vekkia

fabbri corriere

Entrati nella Corte Ducale, residenza rinascimentale dei Duchi, ciò che colpisce in primo luogo sono gli spazi: grandi, aperti, con ampie vetrate, che mostrano “scenografie” inaspettate.

100_9113

Il Museo d’Arte Antica è il primo “padiglione” che incontriamo. La varietà di ciò che contiene rende la visita molto ricca di scoperte. All’inizio di ogni sala si può ritirare una piccola guida gratuita che illustra, in più lingue, quanto esposto.

Ecco qualche “assaggio”:

mausoleo bernabo

mausoleo di Bernabò Visconti

madonna_lia

Madonna Lia

gaston de foix 2

pietra tombale di Gaston de Foix

100_9117

gonfalone di Milano

100_9109

telamone

sconcia fanc.

bassorilievo della “fanciulla impudica”

Le sale ducali sono esse stesse museo e gli ambienti, talora, rubano la scena.

sala verde

sala verde

sala colombine 2

sala delle colombine

100_9124

cappella ducale

asse

Sala delle Asse

Dalle vetrate delle sale ci appaiono anche scorci antichi ed indimenticabili: il fossato, la Ghirlanda, la Ponticella del Bramante, dove Ludovico il Moro si ritirò a piangere, in tre salette “vestite” a lutto (le salette Nigre), la scomparsa della moglie Beatrice. Ci restò, dicono, “ben” quindici giorni!

100_8853

ponticella del Bramante

100_8849

ponticella del Bramante

100_9119

portico della Ponticella

100_9118

fossato e Ghirlanda

Fino a pochi mesi fa, in questo “padiglione” era ospitata anche la Pietà Rondanini, in una sorta di cappella votiva, realizzata dallo Studio BBPR, lo stesso cui si deve, tra l’altro, il progetto della Torre Velasca.

michelangelo-rondanini1

BBPRarchitetti

gli architetti Banfi, Balgiojoso, Peressutti e Rogers

Per raggiungere il prossimo “padiglione” museo, dobbiamo scendere e passare sopra un ponticello sospeso.

100_9133

In questa nostra avventura, inaspettatamente, sotto di noi, appare una fontanella in un verde “prato” di muschio.

100_8834

La storia di questa fontanella del Castello Sforzesco è piuttosto curiosa: gli Sforza non l’hanno mai vista in questo posto! Infatti l’originale si trovava al Castello di Vigevano da dove fu traslocata per diventare un’acquasantiera nella Collegiata di Bellinzona.

bellinzona

Bellinzona

Al Beltrami questa fontana piacque così tanto che ne fece costruire ben tre identiche. Una è quella dell Castello, un’altra è a Seregno.

seregno

Seregno

La terza si trova, sempre a Milano, a Villa Mirabello, in una dimora di campagna del Quattrocento. Era soprannominata magiabagaj (mangiabambini) per l’immagine classica dell’inquietante biscione.

mirabello

Villa Mirabello

100_9093

Villa Mirabello

Sopra la fontana del Castello c’è una delle finestre originali, che ha fatto da modello per i restauri geniali e “creativi” del Beltrami.

100_8835

Raggiungiamo la Loggia di Galeazzo Maria con un ampio scalone a gradoni bassi, fatto per salire… a cavallo!

100_8833

100_8830

Prima di iniziare un nuovo percorso museale fermiamoci sulla Loggia, magari seduti su questa deliziosa panchettina, per guardare il panorama.

100_9136

100_9138

Siamo al primo piano della Corte Ducale e il “padiglione” da visitare è una sorta di Salone del Mobile attraverso i secoli. Qui regnano insieme storia e design.

100_9139

100_9140

Anche la Pinacoteca, successivo “padiglione” di questa Expo speciale, offre una raccolta di capolavori che lascia frastornati.

pinacoteca-del-castello

una delle sale

100_9147

Bernardino Luini

100_9150

Canaletto

pinacoteca mantegna

Andrea Mantegna

Con un passaggio coperto sulle mura si passa alla Rocchetta, dove si trovano il Museo delle Arti Decorative e quello degli Strumenti Musicali.

100_9151

100_9156

Come all’Expo, assaggiamo qualche piatto speciale di questi padiglioni per…stuzzicare l’appetito.

100_9164

100_9163

100_9177

100_9178

100_9188

100_9169

Entriamo nella Sala della Balla; accanto agli Arazzi dei Mesi, del Bramantino, si può utilizzare una postazione multimediale per leggere qualche pagina di Leonardo.

100_9192

100_9195

Il percorso museale ci riconduce, attraverso un camminamento all’interno della Porta Giovia, alla sala della biglietteria.

100_9155

Ma la nostra “Expo” non finisce qui.

All’esterno, sotto il portico della Corte Ducale sostiamo un attimo “a bordo piscina”, accanto all’Affresco dell’Elefante, uno degli animali esotici che erano ospitati nella riserva dei Duchi, oggi Parco Sempione.

corte ducale

100_8845

Davanti a questo affresco è stata collocata la lapide a Gian Giacomo Mora, vittima dell’ignoranza e della superstizione, di manzoniana memoria.

100_8840

Da qui possiamo scendere nei sotterranei per visitare altri due “padiglioni”: il Museo della Preistoria e Protostoria e quello Egizio, sezioni distaccate del Museo Archeologico di corso Magenta.

preistoria

Castello_Museo-Egizio-1024x768

Che ci fa una gatta rock, venuta dal lontano Egitto, nei sotterranei del Castello? Quali misteri vi si nascondono?

gatta dea

Continua…

Itinerario Castello Sforzesco (Parte Prima)

La visita al Castello è veramente un’esperienza ricca di emozioni, scoperte e avventure, quasi un’impresa come quella degli antichi cavalieri che ricordavano un episodio esaltante della loro vita con uno stemma e un motto personali, diversi dallo stemma del casato.

turisti-verso-il-castello

100_8857

asse

Sala delle Asse

images sotterranei

una delle segrete

Uno degli stemmi scelti da Ludovico il Moro rappresenta un mare in tempesta e due fari che indicano il porto da raggiungere.

fanali rokketta

Rocchetta

fanali moro

Santa Maria delle Grazie

Questo stemma si trova sia al Castello, su un capitello nel portico della Rocchetta, sia in Santa Maria delle Grazie, voluta dal Duca come cappella di famiglia.

rokketta

santa_maria_delle_grazie

Forse indicavano il travaglio della sua vita per giungere al potere terreno e alla pace eterna.

sarcofago di Ludovico e Beatrice (Certosa di Pavia)

Tal trabalio mes places, por tal thesaurus non perder” (tale fatica mi è gradita per non perdere un tale tesoro). Il motto che accompagnava l’impresa di Ludovico ci ha fatto pensare alla “vita” del Castello, giunto fino a noi in grande splendore dopo le tempeste della sua storia.

degrado castello

Castello degradato

Milanau_Castello_pedonale1 (1)

Castello ora

Godiamoci questo tesoro conoscendo meglio la complessa varietà di quanto mostra, senza dimenticare, però, quanto nasconde o c’è ancora da scoprire.

segrete

Il Castello è nel cuore della città, vasto quadrilatero di mura in mattoni definite da due torri rotonde sul davanti e quadrate verso il Parco Sempione.

castello-sforzesco

Non è del tutto originale, ma è stato ricostruito da Luca Beltrami, l’architetto milanese che, a fine Ottocento, riuscì a compiere l’impresa di salvare e restaurare il Castello e, insieme, la memoria dei milanesi rispetto alla loro Storia.

beltrami

Ecco la mappa del Tesoro:

100_8790

Passare sotto la Torre del Filarete è come varcare il portale verso il passato del Castello.

100_8859

DSC_0036

Su di essa, ricostruita in maniera avventurosa dal Beltrami attraverso studi, ricerche e ritrovamenti fortunosi, spiccano un grande orologio, misura umana del tempo, la statua di Sant’Ambrogio e quella di Umberto I, al quale la torre è dedicata.

ambrogio umberto

La vasta Piazza d’Armi, che ci accoglie appena entrati, non fa pensare ai cortei cavallereschi o alle esercitazioni militari che qui avvenivano durante le varie dominazioni straniere.

Castello_sforzesco_piazza d'armi

Ora sembra un giardino sul quale si affacciano sedi culturali o di capolavori come la Pietà Rondanini nell’ex-Ospedale Spagnolo.

100_8785

Ospedale Spagnolo

100_8793

100_8795

DSC_0930

Sul lato di fronte al Museo della Pietà, alcuni resti sono memoria della città che abitiamo e fanno da panchina per qualche gatto fermo, come noi, forse a meditare.

100_8810

gatto tra i resti

100_8804

100_8809

La statua di san Giovanni Nepomuceno, patrono dei soldati austriaci e… protettore degli ubriachi caduti in acqua (una sua statua era situata anche a Porta Romana, quando vi scorreva il Naviglio) è davanti al cosiddetto fossato morto, completamente asciutto, dove spesso gatti sornioni ci guardano con felino e signorile distacco, accanto a palle di cannone in pietra.

DSC_0043

napo a pta romana

Statua e Naviglio a Porta Romana

fossato morto

fossato morto

gatto e palle di cannone

L’antica Porta Giovia, che si apre sulla Piazza d’Armi, fa quasi da cartello indicatore verso i capolavori di Michelangelo e Leonardo contenuti nel Castello.

100_8816

100_8812

torrione di Porta Giovia

100_8818

100_8817

Entriamo ora nella seconda parte del Castello, dove si affacciano la Rocchetta, il luogo più protetto, al quale si accedeva solo da un ponte levatoio sopra il fossato morto, e la Corte Ducale, residenza del Duca e centro politico di Milano.

100_8789

Rocchetta col ponte levatoio

sforzesco-corte-ducale

Corte Ducale

Davanti alla Rocchetta possiamo fermarci per una sosta in un moderno luogo di ristoro.

DSC_0947

DSC_0950

Accanto al bar, possiamo invece dissetarci, con la fantasia, alla piccola fontana su cui sono riportate cinque imprese dei Visconti e degli Sforza.

fontana imprese

Dalla fontana non sgorga acqua, ma si sa che i gatti non la amano; un inquietante gatto nero fa da guardiano a chissà quali misteri.

gatto nella fontana 2

100_8824

Nell’elegante cortile della Rocchetta possiamo passeggiare sotto i portici ai quali lavorò anche il Bramante.

100_8826

Sui capitelli stemmi araldici, mentre sullo sfondo appare la Torre di Bona di Savoia, rifugio della infelice vedova di Galeazzo Maria Sforza.

rocchetta

Da questa torre sembrano provenire, talvolta, gemiti e lamenti. Saranno quelli di Bona o di un gatto rimasto solo?

100_8831

gatto come fantasma al castello

Nel cortile della Rocchetta si apre anche la Torre Castellana, dove si trovava la Sala del Tesoro, purtroppo non sempre visitabile.

torre Castellana

sala tesoro

Era il forziere che custodiva il tesoro dello Stato e quello privato del Duca.

deposito pap

deposito di Paperon de’ Paperoni

Secondo l’ambasciatore di Ferrara, la quantità di ricchezze era tale che un cerbiatto non sarebbe riuscito a superarle con un balzo.

bambi

paperone

In questa sala è possibile ammirare l’affresco, opera del Bramantino, raffigurante Argo. Questa figura mitologica dai cento occhi vegliava sul Tesoro, affiancata da due splendidi pavoni.

argo

La finestrella accanto conteneva un ingegnoso antifurto: nel vano erano contenute delle lampade ad olio che proiettavano la loro luce nella sovrastante stanza del Castellano; l’apertura non programmata della porta della sala avrebbe creato una corrente d’aria tale da farle spegnere, dando così l’allarme.

argo e finestra

Al primo piano si può passeggiare nel Museo degli Strumenti Musicali e nella Sala della Balla, dove sono esposti altri capolavori quali gli Arazzi dei Dodici Mesi, commissionati al Bramantino da Gian Giacomo Trivulzio, che appare in quello del mese di Settembre, con un falco sulla mano; un gigantesco selfie di stoffa dell’epoca.

Sala della Balla e Arazzi dei Mesi

arazzosettembre

mese di Settembre

E come non pensare che in questa Sala, dove si giocava anche alla pallacorda, avvenne un dramma pubblico e privato? Dopo una notte di danze, per le feste del Nuovo Anno, Beatrice d’Este, giovanissima moglie del Moro, morì di parto insieme al suo bambino. Si dice che il fantasma della giovane Duchessa non abbia mai abbandonato queste sale.

Beatrtice d'Este

Quante altre storie conoscono i gatti del Castello?

gatti-castello-2

A tra poco…continua.

Il Castello e gli Sforza: la “Grande Bellezza”

Il Castello, sotto gli Sforza, entra nel suo periodo d’oro e diventa simbolo e immagine del Potere.

Castello-Sforzesco-Milano

Il passaggio del Ducato dai Visconti agli Sforza era stato malvisto da alcune delle grandi potenze europee, che vantavano diritti su Milano per via di matrimoni o di “fidanzamenti”. Anche Bianca Maria, ad esempio, era stata promessa a diversi pretendenti di illustri casate, ma il Biscione aveva preferito continuare la sua discendenza attraverso una stirpe di valorosi condottieri, veri “signori della guerra”, come Francesco Sforza.

nozze fs e bmv

matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti

Alla morte dell’ultimo Visconti era stata proclamata la Repubblica Ambrosiana e il Castello in parte abbattuto.

Vessillo_della_Repubblica_Ambrosiana_(1447-1450)

vessillo della Repubblica Ambrosiana

Milano Ambrosiana

insegna della Repubblica Ambrosiana

In un clima di grande incertezza politica, Francesco strinse Milano in un assedio, come un serpente che avviluppa e stritola senza colpire.

gioco_oca_grande

Milano si consegnò a Francesco; il nuovo Duca pensò subito in grande, per costruire un’immagine forte della città e di se stesso, capostipite di una casata con un blasone da legittimare.

stemma

Mise mano agli ordinamenti statali e avviò la costruzione di grandi opere come il Naviglio della Martesana e la Ca’ Granda.

navigliomartesana1

Ca Granda

Anche il Castello subì interventi per “ornamento de la cità e sicurezza” (Francesco Sforza);  fu ampliato e rivolto verso Milano: vennero realizzate la Piazza d’Armi, le mura con le due torri circolari e quella centrale d’ingresso al Castello, nota oggi come Torre del Filarete.

piazza d'armi Castello_sforzesco,_milano

torre filarete

Infatti questa torre, che appare come simbolo del potere di uno solo, il Duca, che domina sul Castello e sulla città, fu progettata uno dei più famosi architetti dell’epoca, il fiorentino Antonio di Pietro Averulino, noto con lo pseudonimo di Filarete, al quale si deve anche la Ca’ Granda.

filarete,_autoritratto_con_firma

il Filarete

100_6349

chiostro della Ca’ Granda

Il Castello divenne così famoso che persino nella lontana Russia, lo Zar pensò di rivolgersi ad architetti italiani per dare lustro al Cremlino, con mura e torri che ricordano quelle milanesi.

cremlino

il Cremlino

cremlino (1)

il Cremlino

Alla morte di Francesco Sforza gli successe il figlio primogenito Galeazzo Maria, uomo avido e spregiudicato, che non esitò, persino, a far allontanare e, forse, avvelenare anche la propria madre Bianca Maria Visconti. Un vero serpente, degno del sangue dei Visconti!

Galeazzo M. Sforza

Galeazzo vive al Castello con la moglie Bona di Savoia. In poco tempo si arricchiscono di affreschi e decorazioni le sale, la Cappella e la Rocchetta; questa era la parte meglio difesa del Castello e sarà resa ancora più sicura con la torre cosiddetta di Bona.

rocchetta

interno della Rocchetta

Bona di Savoia

Bona di Savoia

torre di bona

esterno della Rocchetta e torre di Bona

Galeazzo venne ucciso sul sagrato della chiesa di Santo Stefano da alcuni congiurati, lasciando come erede, Gian Galeazzo Maria, un bambino di sette anni, sotto la reggenza della madre.

100_6247

chiesa di Santo Stefano

Frontespizio_Lamento_del_duca_Galeazzo_Maria_-Sforza,_

Bona, però, nulla potrà contro il cognato Ludovico, ultimo figlio di Francesco, detto “il Moro”, forse per il colore scuro della carnagione, forse per aver incrementato la diffusione delle piante di gelso (dette moron in dialetto), utilizzate per nutrire i bachi da seta, importante produzione del Ducato.

LUdovico il Moro

Ludovico il Moro

sala_delle_asse

piante di gelso affrescate da Leonardo nella Sala delle Asse del Castello

Ludovico, di fatto, diventerà, via via, il signore assoluto di Milano, fino ad assumere il titolo di Duca alla morte del nipote Gian Galeazzo, avvenuta a venticinque anni, a Pavia, in una sorta di “esilio dorato” in mezzo a lussuosi “divertimenti”.

Gian Galeazzo Sforza

Gian Galeazzo Sforza

Ludovico deve legittimare ancora la casata e, soprattutto, la sua usurpazione del potere a scapito del nipote: l’immagine deve quindi essere sfarzosa e di “grande bellezza”.

Il Duca porta a Milano il Rinascimento. Chiama alla sua Corte grandi artisti ai quali affida grandi progetti. Le stanze del Castello vengono affidate  a personalità come il Bramante, a cui si deve anche la Ponticella e, forse, la Sala del Tesoro, il Bramantino e, soprattutto, Leonardo da Vinci.

Bramante

Donato Bramante

Ponticelladelmoro

la Ponticella

bramantino_ritratto

il Bramantino

(2-20) Ludovico il Moro visita Leonardo alle Grazie (1)

Leonardo da Vinci

Il Maestro creerà, per la fama del Duca, e la propria, capolavori immortali, schizzi e progetti come quelli per la mai realizzata statua equestre dedicata a Francesco Sforza.

_Ultima_Cena_Leonardo

cavallo leonardo

A Leonardo si deve anche la decorazione della Sala delle Asse, oggi appena restaurata, dove si svolgevano i ricevimenti del Moro, sotto rami di gelso dipinti, nel cui centro si trova lo stemma ducale.

leonardo-sala asse-

Al Castello c’era persino una sala per il gioco della palla, la Sala della Balla, dove oggi sono esposti gli Arazzi dei Mesi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Si dice che in questa sala sarebbe morta Beatrice d’Este, moglie del Moro, in attesa di un figlio, dopo una notte di danze.

Beatrtice d'Este

La Corte, come scrive Bernardino Corio, un cronista dell’epoca, “era splendidissima,…Ludovico, sino dalle estreme parti d’Europa, aveva condotto eccellentissimi uomini. Quivi eravi scuola di greco, risplendevano la poesia, la prosa latina, quivi i maestri nello scolpire…i più famosi nella pittura.”

Bernardino Corio

Le sale del Castello ospitavano dame e cavalieri, vestiti in ricchi broccati, che si dilettavano di musica, banchetti, balli, spesso sotto la regia di Leonardo, come la festa per le nozze del giovane Duca Gian Galeazzo, con Isabella d’Aragona.

Female_leonardo

Isabella d’Aragona (?)

festa paradiso

festa di nozze

Solo Beatrice, in un solo anno, sembra si fosse fatta confezionare ben ottantaquattro abiti trapuntati d’argento e perle.

Beatrice d'Este

abito rinascimentale

Tutta la Corte viveva nel lusso; persino i cavalli avevano selle trapunte d’oro e staffe dorate.

cavalli castello

Sotto il Moro Milano cresce ed è la città più popolosa d’Europa; ci sono nuove strade, nuovi palazzi, si fanno progetti urbanistici; l’economia è solida.

Sforzinda

“Sforzinda” del Filarete

milano di leonardo

Progetto di Leonardo

(13-1) Leonardo e Ludovico il Moro presso i Navigli (1)

Leonardo e Ludovico progettano Milano

(4-4) Leonardo mostra a Ludovico Sforza dei disegni di guerra (1)

Leonardo e Ludovico progettano Milano

Nubi, però, si addensano sul Castello in questi anni.

nubi sul castello

Ludovico, mentre vive in questo sogno di magnificenza, ribalta le alleanze. Le potenze nemiche incombono: per difendersi dagli aragonesi di Napoli, alla cui dinastia apparteneva Isabella, chiama in suo aiuto i francesi di Carlo VIII, prima discesa di eserciti stranieri in Italia da secoli. Purtroppo non sarà l’unica!

Carlo VIII

Successivamente divenne Re di Francia Luigi XII, cugino di Carlo. Egli, ritenendosi il legittimo Duca di Milano, in quanto discendente da Valentina Visconti, invase il Ducato.

luigi xii

Luigiorleans

Siamo nel 1494, la situazione precipita: le porte del Castello vengono aperte a tradimento dal comandante, corrotto con terre e denaro; Ludovico è catturato e condotto prigioniero in Francia, nel Castello di Loches, dove morirà.

LochesVue_duChateau

Ma la storia del Castello Sforzesco continua

La Basilica di San Nazaro a Porta Romana – (dove)

Il luogo dove sorge questa Basilica è davvero importante: Sant’Ambrogio la volle, infatti, sulla via romana che conduceva o accoglieva chi era diretto o proveniva da Roma.

ricostruzione_via_porticata

s nazaro prima del mausoleo ricostr

Dedicata prima agli Apostoli, poi a San Nazaro, un martire cristiano qui sepolto, ha visto passare dal 382, nel corso dei secoli, cortei imperiali, viaggiatori e pellegrini; ha subito l’attacco dei barbari di Uraia, un incendio disastroso e la resa dei milanesi al Barbarossa.

barbari

Barbarossa a Milano

Nel Cinquecento la sua facciata “scomparve” dietro al Mausoleo Trivulzio, fatto edificare, proprio davanti alla chiesa, su progetto del Bramantino, da Gian Giacomo Trivulzio.

basilica-san-nazaro-milano

100_7189

Prima capitano di ventura, divenne poi Maresciallo di Francia al tempo di Luigi XII e, per qualche tempo, anche governatore di Milano per conto del re francese, che si era impossessato del Ducato, scacciando gli Sforza, in virtù della sua ascendenza materna dalla famiglia Visconti.

Gian Giacomo Trivulzio

Gian Giacomo Trivulzio

luigi 12

Luigi XII

In questo Mausoleo il Trivulzio cercava una grandiosa sepoltura, per sè e la sua famiglia, dopo tante vicissitudini, come indica la scritta sotto la sua arca. Il Mausoleo, oggi, però, non contiene più i resti di Gian Giacomo, che si sono mescolati nella cripta con quelli dei morti di peste.

100_7361

arca trivulzio

In vita ebbe alterne fortune e conobbe i fasti del successo: memorabile fu un banchetto sontuoso, che si svolse all’aperto tra via Rugabella e la chiesa di San Nazaro, nel maggio del 1507, dato in onore del re francese. Di questa tavolata da Guinness rimangono i preziosi Arazzi dei Mesi, disegnati dal Bramantino, che adornavano la strada e che ora sono esposti nei Musei del Castello Sforzesco: uno street food veramente regale!

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Arazzi al Castello Sforzesco

maggio arazzo

mese di Maggio

Dal Mausoleo scendiamo qualche gradino ed entriamo nelle vera e propria Basilica, a croce latina e di ampio respiro.

100_7360

Diverse sono le cose da vedere: ve ne suggeriamo solo alcune, lasciando alla curiosità di ciascuno gli approfondimenti.

100_7362

antico organo

100_7364

resti dalla pavimentazione originale

100_7396

il Presepio gioiello in ebano

100_7390

una piccola colomba per contenere le Ostie

Per saperne di più:

100_7399

100_7388

Basilica S Nazaro -a

Basilica S. Nazaro -b

s naz piazzetta

Questa Basilica ha anche un interessante Sito Archeologico, che si trova sia nel sotterraneo sia all’esterno.

Il percorso archeologico -a

il percorso archeologico -b

Anche in questo caso vi consigliamo di seguire le indicazioni dei pannelli illustrativi durante la visita. Mettiamo solo qualche immagine, per non togliervi il piacere della scoperta personale, durante la visita, che vi porterà proprio accanto a questi resti.

100_7367

100_7368

piccolo altare pagano

100_7376

100_7374

Usciamo a visitare il parco archeologico: qui si trovano alcuni sarcofagi e delle colonne provenienti dalla Basilica.

100_7382

100_7383

100_7385

100_7387

Lasciamo la Basilica e torniamo sulla piazzetta: diamo un’occhiata alla statua, piuttosto trascurata, di Sant’Ulderico, in abiti pontificali.

100_7262

Percorriamo, accanto alla chiesa, lo strettissimo vicolo Santa Caterina, su cui si apriva la chiesetta omonima, ora diventata cappella della Basilica.

100_7358

100_6336

Questa cappella, attualmente in ristrutturazione, contiene un raro organo e un grande affresco che raffigura il martirio della Santa, che abbiamo già “incontrato” in San Maurizio, col viso di Bianca Maria di Challant.

800px-043_San_Nazaro_Maggiore_(Milan)_-_Saint_Catherine_chapel_-_Organ

1024px-5777_-_Milano_-_San_Nazaro_-_Cappella_S._Caterina_-_Altare_con_Addolorata_(sec._XVII)_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_7-Feb-2008

Diamo, infine, un’occhiata al vasto complesso absidale della Basilica che è, come sempre, molto articolato e vivace.

100_6335

100_6332

Entriamo, subito a sinistra, nella piccola via Osti e ammiriamo un bellissimo portoncino rococò, un esempio della Milano che deve sempre essere scoperta e che non finisce mai di stupirci.

100_7403