Il Castello non vive solo di memorie, ma è ben presente nella vita di oggi.
Al Castello ci si incontra per manifestazioni, eventi, appuntamenti culturali all’ora dell’aperitivo; la location, specialmente di sera, diventa quanto mai intrigante e suggestiva.
Agli eventi, in genere, sono riservati spazi all’aperto o strutture a tempo.
Gli interni, invece, proteggono capolavori e raccolte di grande valore.
La Corte Ducale è una specie di Expo permanente di arte e cultura, che richiede una visita di diverse ore, magari suddivisa in più itinerari. Qui si trova la biglietteria per tutti i Musei, “padiglioni” che espongono le diverse eccellenze di arti e produzioni differenti.
Una grande porta, la Pusterla dei Fabbri, accoglie i visitatori ed invita ad entrare. Non è il portone di un nobile palazzo quello che apre la strada ai tesori del Castello, ma l’arco di una Pusterla delle mura medievali.
Questo arco, situato in una zona della Milano delle botteghe e popolare, fu portato al Castello ai primi del Novecento, in occasione di trasformazioni urbanistiche che ne prevedevano la demolizione. Ora si trova all’ingresso del Museo d’Arte Antica, quasi un omaggio al lavoro dei milanesi che ha fatto grande la nostra città.
Entrati nella Corte Ducale, residenza rinascimentale dei Duchi, ciò che colpisce in primo luogo sono gli spazi: grandi, aperti, con ampie vetrate, che mostrano “scenografie” inaspettate.
Il Museo d’Arte Antica è il primo “padiglione” che incontriamo. La varietà di ciò che contiene rende la visita molto ricca di scoperte. All’inizio di ogni sala si può ritirare una piccola guida gratuita che illustra, in più lingue, quanto esposto.
Ecco qualche “assaggio”:
![]() mausoleo di Bernabò Visconti |
![]() bassorilievo della “fanciulla impudica” |
Le sale ducali sono esse stesse museo e gli ambienti, talora, rubano la scena.
Dalle vetrate delle sale ci appaiono anche scorci antichi ed indimenticabili: il fossato, la Ghirlanda, la Ponticella del Bramante, dove Ludovico il Moro si ritirò a piangere, in tre salette “vestite” a lutto (le salette Nigre), la scomparsa della moglie Beatrice. Ci restò, dicono, “ben” quindici giorni!
Fino a pochi mesi fa, in questo “padiglione” era ospitata anche la Pietà Rondanini, in una sorta di cappella votiva, realizzata dallo Studio BBPR, lo stesso cui si deve, tra l’altro, il progetto della Torre Velasca.
Per raggiungere il prossimo “padiglione” museo, dobbiamo scendere e passare sopra un ponticello sospeso.
In questa nostra avventura, inaspettatamente, sotto di noi, appare una fontanella in un verde “prato” di muschio.
La storia di questa fontanella del Castello Sforzesco è piuttosto curiosa: gli Sforza non l’hanno mai vista in questo posto! Infatti l’originale si trovava al Castello di Vigevano da dove fu traslocata per diventare un’acquasantiera nella Collegiata di Bellinzona.
Al Beltrami questa fontana piacque così tanto che ne fece costruire ben tre identiche. Una è quella dell Castello, un’altra è a Seregno.
La terza si trova, sempre a Milano, a Villa Mirabello, in una dimora di campagna del Quattrocento. Era soprannominata magiabagaj (mangiabambini) per l’immagine classica dell’inquietante biscione.
Sopra la fontana del Castello c’è una delle finestre originali, che ha fatto da modello per i restauri geniali e “creativi” del Beltrami.
Raggiungiamo la Loggia di Galeazzo Maria con un ampio scalone a gradoni bassi, fatto per salire… a cavallo!
Prima di iniziare un nuovo percorso museale fermiamoci sulla Loggia, magari seduti su questa deliziosa panchettina, per guardare il panorama.
Siamo al primo piano della Corte Ducale e il “padiglione” da visitare è una sorta di Salone del Mobile attraverso i secoli. Qui regnano insieme storia e design.
Anche la Pinacoteca, successivo “padiglione” di questa Expo speciale, offre una raccolta di capolavori che lascia frastornati.
Con un passaggio coperto sulle mura si passa alla Rocchetta, dove si trovano il Museo delle Arti Decorative e quello degli Strumenti Musicali.
Come all’Expo, assaggiamo qualche piatto speciale di questi padiglioni per…stuzzicare l’appetito.
Entriamo nella Sala della Balla; accanto agli Arazzi dei Mesi, del Bramantino, si può utilizzare una postazione multimediale per leggere qualche pagina di Leonardo.
Il percorso museale ci riconduce, attraverso un camminamento all’interno della Porta Giovia, alla sala della biglietteria.
Ma la nostra “Expo” non finisce qui.
All’esterno, sotto il portico della Corte Ducale sostiamo un attimo “a bordo piscina”, accanto all’Affresco dell’Elefante, uno degli animali esotici che erano ospitati nella riserva dei Duchi, oggi Parco Sempione.
Davanti a questo affresco è stata collocata la lapide a Gian Giacomo Mora, vittima dell’ignoranza e della superstizione, di manzoniana memoria.
Da qui possiamo scendere nei sotterranei per visitare altri due “padiglioni”: il Museo della Preistoria e Protostoria e quello Egizio, sezioni distaccate del Museo Archeologico di corso Magenta.
Che ci fa una gatta rock, venuta dal lontano Egitto, nei sotterranei del Castello? Quali misteri vi si nascondono?