Questo itinerario inizia con una confessione. A farci da guida avremmo voluto il professor Robert Langdon del Codice Da Vinci, per la sua capacità e competenza nell’interpretare i simboli.
Non ci inoltreremo nei simbolismi del Cenacolo (non ora, almeno!), ma la nostra visita a San Calimero ci metterà di fronte ai poteri dell’elemento acqua che in tutte le civiltà si carica di significati forti.
L’acqua pulisce, lava, purifica, distrugge; è essenziale per la vita. Nel liquido amniotico noi viviamo prima di nascere.
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Milano è così ricca di acque che a volte, persino, ri-sorgono dal terreno.
A San Calimero, però, non troviamo una fonte, ma un pozzo, costruito quindi dall’uomo per attingere acqua.
Il pozzo permette di scendere sotto la superficie, di creare un canale per portare alla luce…cosa?
Il Pozzo di San Patrizio, in Irlanda, secondo la leggenda, serviva ai fedeli per conoscere l’Aldilà.
In quello della Scienza è contenuto il Sapere al quale attingere, in quello dei Desideri sono custoditi quei tesori, anche impossibili, che vorremmo avere.
Nel Pozzo del Calice, o del Sangue, per la colorazione rossa dovuta all’ossido di ferro, ai piedi della collina di Tor, in Inghilterra, sarebbe stato nascosto il Santo Graal del Ciclo di Artù.
I pozzi sono spesso al centro dei chiostri, presso un pozzo Gesù incontra la Samaritana, andata ad attingere l’acqua.
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Un pozzo è anche quello custodito nella cripta della Basilica di San Calimero, al centro del nostro itinerario.
La chiesa si trova in via San Calimero, una strada un po’ defilata e chiusa al traffico, all’incrocio tra via Santa Sofia e corso di Porta Romana.
Ha origini molto antiche (V secolo) e sorge, probabilmente, dove, secondo la tradizione, c’era un tempio dedicato ad Apollo, che, quante coincidenze…, era anche il dio delle sorgenti sacre.
La nostra chiesa ha cambiato più volte il suo aspetto per via dei numerosi interventi subiti durante i secoli ed è sormontata da tre insoliti pinnacoli.
È preceduta da un protiro con la volta stellata e l’immagine di San Calimero ci guarda da sopra il portone d’ingresso
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Calimero fu Vescovo di Milano tra il 270 e il 290. Il suo apostolato lo portò a farsi molti nemici tra i pagani che lo uccisero e gettarono il suo corpo in un pozzo pieno d’acqua, forse come vendetta per i Battesimi impartiti o, azzardiamo, come sacrificio ad Apollo, nelle acque a lui consacrate.
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Diamo un’occhiata alla chiesa, che appare ben restaurata e luminosa
https://www.youtube.com/watch?v=_FsVaawcRfQ
Scendiamo nella cripta da una delle due scalette poste accanto all’altare.
In essa è conservata la vera del pozzo, ora chiuso, dove, secondo la tradizione, fu gettato il corpo del Santo.
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L’acqua di questo pozzo era considerata miracolosa ed i fedeli l’attingevano e la facevano bere ai malati, perché guarissero.
Inoltre, nei periodi estivi di siccità (San Calimero viene celebrato il 31 luglio), si usava l’acqua miracolosa per aspergere il sagrato della Basilica al fine di propiziare la pioggia, sia rinnovando il vecchio rito pagano, sia, forse, rifacendosi a rituali ancora più antichi
Andare a San Calimero può essere un’esperienza intrigante e ricca di suggestioni o, più semplicemente, una tappa nei nostri passi per Milano.
Questa chiesa ospita anche concerti molto suggestivi e manifestazioni musicali, come il MITO, festival internazionale della musica.
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