La Befana vien di notte…

Abbiamo parlato già diverse volte dei Magi e di come siano legati profondamente alla nostra città. Parte delle loro reliquie sono tuttora custodite nella Basilica di Sant’Eustorgio e vengono esposte alla venerazione dei fedeli per l’Epifania.

Prima del Covid si teneva anche il Corteo dei Magi che dal Duomo raggiungeva il Presepe vivente sul sagrato di Sant’Eustorgio. Ora i Magi saranno presenti solo sulla piazza.

Quest’anno, per festeggiare insieme da remoto l’Epifania, parliamo, per parità di genere e di quote rose, della Befana, quella sorta di “strega” che noi preferiamo chiamare “antica maga”. Non è meglio?

La tradizione della Befana è molto diffusa nella cultura italiana e la sua figura sembra risalire addirittura a diversi secoli prima di Cristo. È dunque un retaggio pagano che richiama il ciclo della Natura, quando, al solstizio d’inverno, tutto appare vecchio e rinsecchito.

I contadini facevano riti per propiziare le nuove semine; ciò che era “vecchio” andava eliminato, anche bruciandolo. Da qui l’uso, in alcuni paesi, dei falò.

L’iconografia presenta la Befana con vestiti laceri, col naso adunco, a cavalcioni di una scopa, come una vecchia strega.

Il Cristianesimo assimilò questa figura pagana e nacque così la leggenda dei Magi che avevano chiesto ad una vecchietta la strada per Betlemme (ma non erano guidati dalla stella?). La donna non aveva accettato di seguirli; poi, forse pentitasi, aveva iniziato a cercare Gesù di casa in casa, donando dolci a tutti i bambini nella speranza di trovare il Bambinello e di poter donare anche a Lui.

Questa fiaba ci ricorda la leggenda del quarto Magio, un Re persiano di nome Artaban. Partito per portare i suoi doni (un rubino, uno zaffiro e una perla) a Betlemme, si era attardato fermandosi sulla strada per aiutare chi aveva bisogno, raggiungendo finalmente Gesù, dopo 33 anni, nei giorni della Pasqua. Ecco la sua bella storia

A noi piace pensare la Befana come un’antica, potente Maga che porta doni. La sua è considerata una notte magica, quasi un pozzo dei desideri pieno di speranze e di aspettative per il nostro nuovo raccolto. Anche Shakespeare aveva parlato della magia della Dodicesima Notte dopo Natale in “Twelfth Night, or What You Will” quando ciascuno toglie la propria maschera, si svela agli altri e raggiunge ciò che desidera.

 

A tutti il nostro augurio perchè possa avverarsi “What You Will

A presto…

 

Il lungo viaggio dei Magi verso Betlemme – (tanto tempo fa)

Quanti misteri da scoprire intorno ai Re Magi! Tutti pensiamo di conoscerli, ma in realtà non se ne sa nulla.

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Chi erano? Da dove venivano? In quanti hanno compiuto il viaggio? Quale Stella li ha guidati? Nonostante molti abbiano cercato risposte, nulla si sa di tutto questo. Nella Bibbia i Magi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo, senza, però, che vengano indicati i loro nomi, la loro provenienza  e neppure il loro numero.

Non stanchiamoci di guardare questa Adorazione dei Magi di Leonardo, così diversa da quelle di altri pittori, che è rimasta incompiuta con i suoi misteri.

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In questa tavola ci sono immagini inconsuete: un albero e non la grotta o la capannina, sullo sfondo una battaglia tra cavalieri, le rovine del Tempio di Gerusalemme(?), le espressioni tutt’altro che adoranti di alcuni dei presenti, il giovane alla destra (forse un autoritratto dello stesso Leonardo?) che si volta guardando da un’altra parte. Allegorie o scene che avvengono in luoghi e tempi diversi, come in un film?

Il buio intorno ai Magi è illuminato solo dalla Stella che li guida, come se non importasse sapere chi siamo, quanti siamo e da dove veniamo, per compiere il nostro viaggio.

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Qualche notizia sui Magi si può ricavare da un testo apocrifo, il Vangelo Armeno dell’Infanzia, che riporta per la prima volta i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, presentati rispettivamente come Re dei Persiani, degli Indù e degli Arabi.

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Ma quanti fossero in realtà (per alcuni solo due, per altri quattro, otto o anche dodici) non lo sappiamo.

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Per tradizione si indica il numero di tre perchè tre erano i doni recati, tre il numero delle razze umane discendenti dai tre figli di Noè, tre infine è il numero perfetto, antico simbolo sacro e magico.

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In genere vengono rappresentati con ricchi abiti esotici, di colore ed età molto diversi, in groppa a cammelli.

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Sono indicati come Magi; secondo Erodoto questi Magoi erano “esperti di arti magiche”, interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Certamente conoscevano l’astronomia.

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Non si sa tuttavia “cosa” fosse la Stella; forse non fu neanche un vero astro, ma un Angelo-Guida  a illuminare i Magi (S. Giovanni Crisostomo).

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Giotto, per primo, la dipinse come una cometa, affascinato dal passaggio della Cometa di Halley, cui aveva assistito.

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Per alcuni studiosi contemporanei potrebbe essere stata una supernova, una stella vecchia che muore esplodendo.

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C’è poi chi pensa anche che i Magi siano stati guidati dall’osservazione di una particolare congiunzione astrale di due o più pianeti; e tante altre ipotesi sono state formulate nei secoli.

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Anche sulla data della comparsa della Stella, che ci indicherebbe l’effettiva data della nascita di Gesù, non c’è accordo: secondo diversi studiosi si colloca tra il 7 e il 4 a.C. (Erode morì nel 4 a.C.)

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I Magi davanti ad Erode

Di certo i Magi seguirono la Stella portando tre doni al Bambino: oro come simbolo di sovranità, incenso come simbolo di divinità e mirra, simbolo di vittoria sulla morte.

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I Magi vengono spesso raffigurati di età diverse tra loro. Secondo alcuni rappresentano il passato, il presente e il futuro.

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Anche le loro diverse razze (europea, africana e asiatica), che rappresentano anche culture differenti, potrebbero significare in modo allegorico la possibilità degli uomini di camminare insieme in pace, pur nelle loro diversità.

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Per saperne di più:

http://www.tanogabo.it/Stella_di_Natale.htm