Torri e grattacieli a Milano: sguardo all’insù tra ieri, oggi e domani (Terzo itinerario)

Riprendiamo i nostri passiperMilano con lo sguardo all’insù da piazza Gae Aulenti, che si è conquistata un posto di primo piano tra i luoghi da visitare nella nostra città. Se la Torre Velasca e il Pirellone rappresentano lo ieri degli edifici alti della nostra città, piazza Gae Aulenti è senz’altro l’oggi.

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Guardiamo questa foto che mostra il Galfa e il palazzo del Comune (il Pirellone non è stato inquadrato) con l’arco di Porta Garibaldi e le auto che ancora percorrono piazza XXV Aprile e corso Como. Si resta senza parole vedendo come è cambiato, in pochi decenni, lo skyline di questa zona.

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ieri

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oggi

Per realizzare questo “quartiere” di nuovi edifici sono state interessate ben tre zone: Porta Garibaldi, l’Isola e le ex-Varesine.

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Porta Garibaldi offre al nuovo “quartiere di grattacieli” le boutique e i locali glamour di corso Como, nonchè il comodo accesso costituito dalla stazione Garibaldi, dalle fermate delle linee metropolitane verde e lilla e del Passante Ferroviario.

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Anche la stazione Garibaldi ha i suoi edifici alti, un po’ vintage: la Torre Arcobaleno, vecchio serbatoio dell’acqua, ricoperto di piastrelline colorate e altri due grattacieli, le Torri Garibaldi, sottoposti ad un recente restyling.

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Saliamo verso piazza Gae Aulenti, opera dell’architetto argentino César Pelli, quasi un’altra cinta di mura, sopraelevata sulla città, con guglia verso il cielo.

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All’inizio della piazza ci accoglie un’opera di Alberto Garutti con 23 strumenti per ascoltare le voci e i suoni della città, mettendo in comunicazione visiva lo spazio della piazza con quello sotterraneo, dove si trovano un supermercato e un parcheggio.

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La piazza Gae Aulenti ha forma tondeggiante contenuta tra edifici che riflettono l’ambiente. Fra questi l’altissima Torre Unicredit, con una guglia (omaggio o sfida al Duomo?) rivolta al cielo.

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Al centro c’è una grande fontana a livello del suolo, attraversata da piccoli percorsi a piedi e circondata da una lunga e sinuosa panchina in pietra di oltre 100 metri.

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La piazza è diventata un punto di incontro e di svago (c’è persino un gigantesco calciobalilla!!) e ospita spesso manifestazioni ed eventi. Molti negozi ed una libreria dove “leggere, fare colazione e sognare” si aprono ai visitatori.

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La piazza si allarga verso il Pavillon, bassa costruzione a diversi livelli, in vetro e legno, senza colonne al suo interno. È un centro polifunzionale (c’è anche un asilo) che, secondo l’autore, M. De Lucchi, rappresenta “un seme pronto a radicare e germogliare”.

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Da qui iniziano due passeggiate che ci conducono verso le altre due zone coinvolte in questo progetto urbanistico: l’Isola e le ex-Varesine, raggiungibili attraverso la Passerella Gioia.

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Andiamo, percorrendo la Passeggiata Luigi Veronelli, verso il Bosco Verticale dello Studio Boeri.

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Questi due grattacieli hanno fatto scuola: la struttura è alleggerita visivamente da giardini pensili piantumati. Vincitore di un prestigioso premio internazionale per l’edificio più bello e innovativo, il Bosco Verticale ospita migliaia di alberi, arbusti e perenni formando un vero e proprio bosco e sottobosco di quasi 20.000 metri quadrati di verde.

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Accanto a questo “bosco” dovrà nascere la “Biblioteca degli Alberi”, per ora è uno spazio che ha visto “spuntare” il grano in un’opera di land-art.

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Prima di tornare sui nostri passi, guardiamo un altro volto di Milano: case vecchie, di ringhiera, sono a poca distanza da queste torri. Forse si guardano, si invidiano, si criticano… vivono. Come ha detto il grande architetto Sottsass: “l’arte si guarda, l’architettura si abita”.

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Percorriamo ora l’altra pedonale che da piazza Gae Aulenti scende verso piazza Lina Bo Bardi, vicino a piazza della Repubblica.

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Questo spazio era occupato dalla stazione delle Varesine, diventato in seguito un grande Luna Park.

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Ora è una sorta di passerella per edifici ricchi di fashion. Milano, città della moda, fa sfilare in passerella anche le opere di prestigiosi architetti contemporanei. Tutti questi edifici utilizzano le più innovative tecnologie con altissima attenzione alle risorse sostenibili.

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Ci fermiamo un momento davanti alla Torre Diamante. La sua forma asimmetrica attira la nostra attenzione e ci invita a riflettere.

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Guardandola, abbiamo pensato al concetto della “bellezza imperfetta” della cultura giapponese, al fascino dello squilibrio in un insieme simmetrico perfetto, all’idea orientale della “impermanenza”, quasi lo scorrere asimmetrico della nostra vita.

dipinto giapponese

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Scendiamo ora verso piazza della Repubblica: un vecchio tram conclude la nostra passeggiata tra le opere degli archistar e ci conduce verso???

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A presto!!

“Ecce Homo”: una mostra da vedere in una location da non perdere

Vi proponiamo un mini-itinerario che vi permetterà di vedere una mostra di arte sacra del famoso pittore americano del Novecento, William Congdon, in uno spazio espositivo imperdibile, la Biblioteca Umanistica accanto alla chiesa di Santa Maria Incoronata, in corso Garibaldi.

image Congdon

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http://www.congdonfoundation.com/ITA/WILLIAM_CONGDON_-_ECCE_HOMO.html

La sala della mostra è un capolavoro dell’architettura lombarda del Quattrocento, splendidamente restaurata, ed è visitabile solo su appuntamento o in occasione di iniziative culturali di particolare rilevanza, come questa.

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http://www.santamariaincoronata.it/storia-biblioteca-umanistica/

Infatti i 14 Crocifissi di Congdon (un altro è esposto fino al 24 maggio nella chiesa di San Raffaele), dipinti tra il 1960 e la fine degli anni Settanta, testimoniano le parole dell’Autore: “la figura umana non è più da vedere o da dipingere separata dalla Croce”.

Crocefisso a S. Faffaele

Crocifisso esposto nella chiesa di San Raffaele

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In queste parole ritornano tutto il dolore e la disumanità che il Maestro aveva incontrato quando, da soldato americano, aveva partecipato attivamente alla liberazione del lager nazista di Bergen Belsen, esperienza che lo aveva segnato umanamente e artisticamente.

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testimonianza di Congdon

Anche il contesto architettonico della Biblioteca, senza più libri, perché razziati da Napoleone, e mai resi, è tutto da ammirare. La sua storia è stata quanto mai varia e travagliata; ora, per fortuna, accuratamente restaurata, mostra tutta la sua bellezza.

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Siamo accanto alla chiesa di Santa Maria Incoronata, famosa per essere formata da due chiese gemelle attigue, che nei secoli sono state unite all’interno.

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interno incoronata

http://www.santamariaincoronata.it/intro-una-storia-di-milano/

La più antica (quella di sinistra guardando le facciate) fu fatta costruire da Francesco Sforza per celebrare la sua incoronazione a Duca di Milano, la seconda fu voluta, nove anni dopo, da sua moglie Bianca Maria Visconti per rendere manifesto ai sudditi come fosse saldo il loro vincolo.

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lui

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lei

Guardando questa chiesa ci è venuto spontaneo un sorriso: i coniugi Sforza ci perdonino l’ardire, ma questa facciata doppia ci ha fatto ricordare la spalliera di un enorme letto matrimoniale e il piccolo biscione nel mezzo il frutto politico di questa unione.

Francesco Sforza

Bianca Maria Visconti

Bianca Maria

biscione incoronata

All’interno della chiesa soffermiamoci, in particolare, sull’affresco del Crocifisso del Torchio, attribuito al Bergognone, raffigurazione insolita e carica di significato, più frequente nell’Europa del Nord.

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https://www.youtube.com/watch?v=oN3KA5ybgIg

La chiesa dell’Incoronata è vicinissima a piazza Gae Aulenti, a tutta la zona di Garibaldi e corso Como: perché non fare quattro passi per tornare dal 1400 al 2015? Buon viaggio nel tempo!

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Orari di visita della mostra, con ingresso libero:

Apertura fino all’ 8 aprile.

Dal lunedì al venerdì ore 16.30 – 19.30

sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19

domenica (anche Pasqua) 15.30 – 19

lunedì di Pasqua stessi orati del sabato.

Il Crocifisso esposto nella chiesa di san Raffaele sarà visibile fino al 24 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.30, sabato e domenica dalle 15.30 alle 18.30