Milano è letteralmente spaccata in due tra chi le apprezza e chi, invece, le critica: sono le palme di piazza Duomo.
Fanno parte di un progetto, “Giardino milanese tra il XX e il XXI secolo”, ideato dall’architetto italiano del paesaggio Marco Bay e approvato dalla Sovrintendenza.
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Lo sponsor di questa iniziativa è Starbucks, il re del caffè americano, che sbarcherà in piazza Cordusio alla fine del 2018 nell’ex palazzo delle Poste.
Questo “giardino”, quando sarà finito, avrà diversi tipi di piante e di fiori, ma per ora sono a dimora solo palme e banani, per la verità un alquanto bonsai e anemici. Sono arrivati di notte, in modo forse un po’ carbonaro. D’altra parte stiamo dicendo da più di due anni che Milano ama il mistero.
Queste piante esotiche hanno scatenato i commenti dei milanesi e la curiosità generale. Da “botanico” e “di gusto” il dibattito è diventato culturale e politico…
Le palme hanno rinvigorito la passione d’amore dei milanesi per il loro Duomo. La città del Bosco Verticale, dei giardini segreti, dei parchi, delle tante piante e dei fiori su balconi e davanzali, si accapiglia, però, per le palme e i banani, considerati inadatti, a piazza Duomo. C’è stato persino chi ha dato fuoco ad una povera pianta.
Piazza Duomo è molto grande e poco “arredata” se si esclude il monumento a Vittorio Emanuele II dove, guarda caso, due maestosi leoni fanno da appoggio a nostranissimi piccioni. La star indiscussa di questa piazza tutta “di pietra” è solo il Duomo.
Le aiuole esotiche sono collocate in fondo alla piazza e nascondono in realtà più il parcheggio dei taxi e dei City Sightseeing che non il Duomo.
Nel corso degli anni in piazza Duomo sono stati proposti e riproposti “a tempo” fontane, aiuole con palmette, piccoli orti di piante aromatiche, boschetti, persino campi di grano, suscitando critiche e riflessioni sulla funzione della piazza e sulla sua fruibilità.
Ci consideriamo città globale, specialmente dopo la bella esperienza di Expo: si può mangiare sushi o kebab, tex-mex o churrasco, riso alla cantonese o pollo tandoori; gli investitori stranieri sono di casa; gli archistar sono internazionali; Milan e Inter hanno proprietari orientali. Le palme, invece, che non sono africane ma brianzole e di origine cinese, fanno esplodere polemiche e critiche, come fossero un oltraggio alla milanesità.
Una piccola curiosità: nella cripta della chiesa di San Sepolcro, c’è una scultura dipinta che raffigura una palma. San Carlo Borromeo l’aveva voluta come simbolo di sapienza e rigenerazione. Le palme in piazza Duomo sono molte… Speriamo in un surplus di bene per la nostra città.
Il nostro Nemeton, il bosco sacro celtico dal quale è nata Milano, è diventato un po’ più green… Siamo sicuri che al dinosaurino del Duomo piaceranno anche i frutti esotici!