Il Biscione, simbolo di Milano, tra monumenti, storia e leggende

Il Biscione è uno dei simboli della nostra città, citato anche da Dante nel Purgatorio (… la vipera che Melanesi accampa…), eppure la sua origine resta tuttora oscura.

Non sappiamo come e quando sia giunto a Milano nè il perchè della sua immagine. Forse in questa nostra città piena di misteri, il Biscione ha trovato il posto in cui vivere, nascosto sotto un groviglio di leggende che lo proteggono.

Entriamo nelle sue spire per cercare di sciogliere qualche enigma che lo riguarda. Usciremo dalle sue fauci come Giona e Pinocchio dalla balena, o saremo inghiottiti dai suoi misteri?

Ed ecco il primo di questi enigmi: il Biscione sta inghiottendo l’uomo precipitandolo nelle sue viscere o lo sostiene mentre rinasce dal buio a braccia aperte?

Arcivescovado

Dove troviamo il Biscione a Milano? Lo andremo a cercare tra le strade e i monumenti della nostra città, anche se a volte compare quasi beffardo nella vita quotidiana.

Piazza del Duomo: la nostra ricerca non può iniziare che da qui. C’è un cucciolo strano che ci guarda sorridente, acquattato tra le foglie, accanto alla porta centrale della Cattedrale. Le sue zampe sono palmate, tipiche di un animale che vive anche sull’acqua. La nostra, d’altra parte, è terra di acque, sotterranee e di superficie. Il Biscione è forse nato qui?

Facciamo pochissimi passi e troviamo sulla porta Lombardi del Duomo (la prima a destra del portone centrale, verso piazzetta Reale) un pannello di bronzo che ci riporta ad una delle leggende sul Biscione.

Eccola: si racconta che un nobile Visconti, Ottone, era partito con 7.000 Milanesi per la Prima Crociata alla riconquista di Gerusalemme. Sotto la sue mura si svolse un epico duello all’ultimo sangue tra Ottone e un valorosissimo cavaliere saraceno, Voluce, che aveva come insegna un serpente che stava divorando un uomo dalla pelle chiara (un simbolo della cristianità?).

Il Visconti vinse e, dopo averlo ucciso, si impossessò delle armi del nemico e del suo logo, sostituendo però il cristiano con un uomo dalla pelle scura. Bonvesin de la Riva parla di un “vessillo su cui è dipinta in azzurro una biscia che inghiotte un saraceno rosso”. Se andiamo al Castello lo vediamo.

Un’immagine cruenta, da fumetto horror, si trova su una bifora della chiesa di San Marco. Qui un biscione stacca la testa a un uomo. È dunque un animale feroce?

Una “bissa” più tranquilla, e piuttosto misteriosa, si trova alla base della palma che rappresenta l’Albero della Sapienza nella chiesa di San Sepolcro.

Siamo nella cripta dove, vegliato da San Carlo Borromeo, è custodito un sarcofago che contiene un po’ di terra “santa” portata dai Crociati dalla Palestina. Si racconta che ci sia anche una ciocca di capelli della Maddalena, ma questo segreto riguarda i Templari.

Un’altra leggenda fa diventare l’immagine del Biscione quasi un ex-voto. Si narra, infatti, che un altro nobile Visconti, Azzone, si fosse accampato con il suo esercito nelle terre intorno a Pisa in una guerra contro Firenze. Durante una tregua si era tolto l’elmo e si era addormentato. Al momento di rimetterselo, vide uscire dal cimiero un vipera che, invece di attaccarlo col suo morso mortale, se andò pacificamente. Non sembra una serpe quella specie di cerchietto che ha sul capo?

Un episodio analogo era accaduto anche al Re longobardo Desiderio, che lo aveva considerato un segno di benevolenza divina, quasi un’investitura. Il Re era solito portare al collo, come amuleto, un Biscione azzurro.

Le  due leggende simili sono forse un tentativo da parte dei Visconti di creare un legame coi Longobardi e di accreditare così il loro dominio? Il Biscione è dunque simbolo di potere?

Loggia degli Osii – Piazza Mercanti

La “biscia”, però, aveva già “scelto” Milano prima delle Crociate. Era arrivata infatti all’inizio dell’anno Mille da Costantinopoli, come dono dell’Imperatore di Bisanzio al Vescovo Arnolfo. Ancora oggi la possiamo vedere nella Basilica di Sant’Ambrogio.

Come un totem, a metà della navata centrale, su una colonna, un serpente di bronzo nero, inquietante nella sua semplicità, disegna un cerchio con il suo corpo.

Risale, secondo la tradizione, ai tempi di Mosè che l’aveva forgiato di persona durante l’Esodo per salvare dalla morte chi era stato avvelenato dai morsi dei serpenti. Questa “bissa”, narra la leggenda, resterà a Milano fino al giorno del Giudizio Universale, quando prenderà vita, scenderà dalla colonna e tornerà nella Valle di Giosafat, da dove era venuta. Ci aiuterà ad uscire anche da questa pandemia?

Cesare Ligari – Pinacoteca Ambrosiana

C’è chi pensa che un’insegna con questa “bissa” fosse stata donata a Ottone Visconti in partenza per la Crociata e che, dopo la conquista di Gerusalemme, fosse stata aggiunta l’immagine del nemico vinto. Da allora il Biscione divenne l’emblema del potere, visconteo prima e sforzesco poi. La chiesa doppia dell’Incoronata, fatta costruire da Francesco Sforza e dalla moglie Bianca Maria Visconti, è il simbolo dell’unione tra le due casate sotto il segno del Biscione.

I nostri passipermilano alla ricerca del Biscione non terminano qui. C’è ancora molto da scoprire!

A presto…

Mercatino benefico di antiquariato a San Marco, una “bela gesa”

La finestrella del nostro calendario dell’Avvento si apre oggi con l’appuntamento natalizio del Mercatino Benefico che si è appena concluso nei chiostri dell’antico convento accanto  alla chiesa di San Marco, in piazza San Marco 2.

La chiesa, che ha da poco terminato alcuni importanti restauri interni, è una delle più grandi di Milano.

Fondata a meta del 1200, fu in seguito “bagnata” dal Naviglio che qui si allargava formando il famoso “tumbun”. Divenne una delle più belle zone della nostra città, ricca di quel fascino che mantiene ancora oggi, assieme alla vicina Brera.

Accanto alla chiesa, nell’attiguo convento (nel cui chiostro si tiene il Mercatino Benefico), c’era un ricovero per i più poveri, detto appunto “San March”. L’affettuosa, bonaria ironia dei milanesi di allora indicava i chiaroscuri sociali, l’agiatezza e la miseria, anche quella umana nascosta da un apparente benessere, con la frase “San March l’è una bela gesa”.

Federico Zandomeneghi

Giuseppe De Nittis

La solidarietà è ancora oggi al centro della vita della chiesa di S. Marco, con una rete di interventi di accoglienza. Ciascuno di noi può, nel suo piccolo, partecipare alle attività solidali acquistando o portando dei libri in un negozietto vicino alla chiesa.

Un piccolo consiglio natalizio: andando a San Marco non perdiamoci lo splendido Presepe di Londonio, sempre esposto in una cappella laterale di questa chiesa, tutta da visitare.

A presto…

 

Presepi a Milano

Fra pochi giorni sarà Natale. Quanti di noi dicono: “Dobbiamo fare ancora il presepio!” (a Milano è il Presepio, con la O finale, non il Presepe). Quanti di noi rispondono, in genere quelli che il presepio lo devono fare e non solo…guardare,: “Quest’anno perché non mettiamo solo un simbolo?” In realtà non si ha voglia di arrampicarsi fino a quell’ultima scatola impolverata in solaio, o di scendere in cantina spostando bici e quant’altro per arrivare alla mitica, vecchia scatola con le statuine.

soffitta 2

Poi, come per magia, quando ci prende la nostalgia o quel senso della tradizione che ci viene dal nostro passato e ci accompagna nel futuro, “tiriamo fuori” la capannina, la stella fatta di lustrini, le statuine ammaccate, di misure improbabili (chi non ha una pecorella piccolissima o gigante, tipo OGM?), la carta blu col cielo dipinto o quella marroncina per fare la terra. Poi i batuffoli di cotone per la neve e lo specchio per il laghetto dove mettere il ponticello, la lavanderina e il pescatore, magari senza neanche più la canna o la lenza, perché lo scorrere del tempo gliele ha portate via. Così un briciolo di Natività entra nelle nostre case, anche se le strade della vita ci hanno condotto altrove.

pezzo di presepe e bambino

bambino prepara presepe

DSC_0663

A tutti proponiamo un piccolissimo rewind…anche a chi non ha voglia di fare il presepio e non lo fa.

Ecco la prima Natività cristiana: un murale nella Catacomba di Priscilla sulla via Salaria a Roma…

priscilla-1

Mille anni dopo il primo vero Presepe, ad opera di San Francesco, a Greccio, con il bue, l’asinello e il miracolo del Divino Bambino che appare nella mangiatoia.

il primo presepio di S. Francesco

greccio

Da allora quante Natività sono “rinate”? Artisti di ogni epoca l’hanno pensata e ce l’hanno lasciata…

https://www.youtube.com/watch?v=WL5Q9pfwVZ4

Perchè non andare a vedere qualche bel Presepio a Milano? Ve ne indichiamo alcuni, fra questi ci sono delle vere opere d’arte.

La più antica fra le Natività lombarde è presente nella Basilica meneghina per eccellenza, quella di Sant’Ambrogio. La scena è scolpita nel marmo del sarcofago, del IV secolo, detto “di Stilicone”: situato nella navata centrale della Basilica presenta Gesù Bambino, ma col viso da adulto, tra il bue e l’asinello, fasciato in un letto sepolcrale anziché nella classica mangiatoia.

9821_-_Milano_-_Sant'Ambrogio_-_Sarcofago_di_Stilicone_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_25-Apr-2007

Sempre a Sant’Ambrogio, nel Museo della Basilica, è conservato il commovente presepio realizzato nel 1944 dai militari italiani internati nel lager nazista di Wietzendorf.

.100_6690

100_6691

Per saperne di più

Nel quartiere di Brera, nella Chiesa di San Marco, si può ammirare il famoso presepe realizzato nel 1750 dal pittore e scenografo della Scala Francesco Londonio; è composto da una trentina di figure ricavate da tavole di legno e poi dipinte.

san marco

https://www.youtube.com/watch?v=Q7QozoRVAJc

A pochi passi da Brera, nella Basilica di San Simpliciano, resiste da oltre cento anni la tradizione di realizzare, in una cappella laterale, un grande presepe con caratteristiche e particolari sempre diversi. Ogni anno un gruppo di volontari realizza con le proprie mani scenografie, fondali, architetture, luci, con l’obiettivo di rinnovare il messaggio del Natale. Potrà essere visitato dalla Vigilia di Natale.

s semlciciano

In corso di Porta Romana, la Basilica dei Santi Apostoli e San Nazaro, la più antica chiesa a croce latina dell’ occidente, offre al visitatore l’antico e prezioso “Presepe Ligneo” della scuola dello scultore tedesco Adam Kraft. Visitabile nel transetto sinistro tutto l’anno, fu realizzato nella seconda metà del 1500.

DSC_0636

DSC_0637

Baggio, nella cripta della Chiesa di Sant’ Apollinare  si può visitare il Presepe Biblico.

http://www.presepedibaggio.org/

Si tratta di un allestimento che, oltre alla Natività, permette di rivivere altri episodi della Bibbia e della vita di Gesù. Attraverso corridoi a forma di grotta, ai visitatori si offre un lungo percorso di ben 43 scene (alcune in movimento). Fu realizzato negli anni Sessanta su idea di un giovane operaio della “Borletti”. Orari: tutte le domeniche di dicembre 15-18.30; dal 23 dicembre al 6 gennaio 15-18. Chiuso il 31 dicembre. Ingresso libero con offerta.

presepe_baggio_corridoio_1

presepe_baggio_nativita

Molto importante, al Museo Diocesano, è la Natività di Filippo Lippi, esposta fino al 30 gennaio.

https://www.youtube.com/watch?v=uIa6edNxYBM

Per tre anni la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio ha realizzato “El presepi de la riva”, rappresentazione tridimensionale della Natività in scala naturale,  su una pedana galleggiante nel Naviglio Grande, con scenografia che riproduce il tipico contesto della casa di ringhiera dei Navigli. Purtroppo quest’anno è stato sospeso per i lavori alla Darsena. Per ora accontentiamoci di ammirare solo in foto questo presepe “meneghino”.

el presepi de la riva

Come ogni anno il foyer dello Spazio Oberdan, espone diorami e presepi artistici realizzati dalle associazioni Presepisti Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo e Amici del Presepe di Lainate. L’esposizione è aperta fino al 6 gennaio 2015. Orari: lunedì-venerdì 10-19.30; sabato e domenica 14-19.30; 25 e 25 dicembre 15.19.30; 31 dicembre e 1 gennaio 10-15.30. L’ingresso è libero.

DSC_0623

DSC_0618

DSC_0619

DSC_0621

Nella chiesa di San Raffaele Arcangelo in Milano è esposta, fino al 31 gennaio 2015, la Natività di William Congdon (1912-1998, esponente di rilievo della Scuola di New York, ma per gran parte della sua vita attivo in Italia e, negli ultimi anni di vita, in Lombardia). Questa bella Natività  costituisce un’interpretazione contemporanea dell’iconografia cristiana tradizionale. Per saperne di più segnaliamo che il 18 dicembre 2014, alle ore 18.30,  si svolgerà in loco un incontro dal titolo: E il Verbo si fa carne: la natività di William Congdon.

image

 

Si intitola Il Gesto nell’Arte. Le figure tradizionali nel presepio lombardo la mostra di presepi del museo di Dalmine allestita all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia. L’esposizione è aperta fino al 6 gennaio. Questa mostra è dedicata alle figure tradizionali del presepio realizzate in gesso ed in legno,  tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni ’50 del Novecento”.

 presepe-k64C-U430001604107400EJD-620x413@Corriere-Web-Milano

Buon Presepio a tutti!