Con quale “Spirito” Milano vive oggi il Natale, al tempo del Covid? Una tavola preparata solo per due?
La tradizione milanese fa iniziare il periodo natalizio dalla festa di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre. Si accendono le luminarie per le strade, si addobba la casa, si gusta la prima fetta di panettone, si parla della Prima della Scala.
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Intorno alla nostra Basilica un tempo c’era la Fiera degli “Oh bej – Oh bej”, piena di gente, colori e profumi, dove si acquistavano qualche regalo e il firun di castagne, un primo assaggio delle Feste.
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Ricca di devozione è sempre stata la visita all’Altare d’oro, lampo di luce preziosa nella severità del romanico lombardo. Si va per rendere omaggio alle reliquie del nostro Santo Patrono e ascoltare le parole dell’Arcivescovo alla presenza delle autorità cittadine.
Molto è cambiato, specialmente nello spirito, in questo Natale incerto, tra divieti, permessi e contraddizioni nel tentativo di arginare la pandemia e le sue conseguenze. Nel suo discorso alla città, quest’anno, Monsignor Mario Delpini ha parlato di “smarrimento… di un atteggiamento più incline alla rinuncia che alla speranza, a lasciare la terra incolta che a predisporla alla semina”.
Come per aiutare Milano, in corso XXII Marzo, quasi di fronte alla chiesa di Santa Maria del Suffragio, è stato appena realizzato un murale d’autore in cui Sant’Ambrogio benedice la sua città che ha bisogno di speranza in questi tempi intimoriti e fragili,.
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È rappresentato circondato da api che sciamano. Il Santo, che ha il volto di un vero apicoltore del Parco Ticino, sembra dirci che ama e avrà cura ogni giorno delle proprie api, simbolo della Milano attiva e laboriosa. Come non pensare alla sua esortazione:
Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo dalle nostre radici, dal nostro umanesimo lombardo un po’ schivo e un po’ bauscia, fatto di lavoro, aperto alle novità, ma sempre col cor in man. Ancora una volta, in piazza del Duomo, c’è l’Albero del Dono, dove si raccolgono offerte per chi ha bisogno. Milano è ancora viva.
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Il 7 dicembre è anche da molti decenni il giorno della Prima della Scala, avvenimento culturale e mondano per eccellenza.
Con teatri, cinema e musei chiusi per la pandemia, la nostra città ha voluto ugualmente onorare la tradizione con una spettacolare antologia dal titolo “A riveder le stelle”. Non è stata un’opera intera, ma assaggi di lirica, danza, recitazione, alta moda, scenografia e tecnologia, senza la presenza del pubblico ma dedicati solo alla platea televisiva.
Innovazione e tradizione convivono in questo Natale 2.0. L’e-commerce affianca gli acquisti nei negozi, le risorse della tecnologia, e la necessità, trasformano in on-line manifestazioni, mercatini e iniziative culturali, tradizionali e solidali. Eccone alcuni.
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Invitati a mantenere il “distanziamento sociale”, siamo orfani del calore della gente, dei quattropassi per la città in festa, del piacere di guardare e scegliere (o anche solo guardare).
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Questo Avvento ci mette più che mai di fronte alla culla vuota che attende la nuova nascita, al bisogno di una stella che ci indichi la strada, alla ricerca, interiore e scientifica, per rivedere la luce.
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Se il Presepe rimane un simbolo più intimo e privato, è l’Albero il protagonista di questo Natale a Milano.
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Infatti nel progetto “Il Natale degli Alberi, Natale si dirama casa dopo casa” questo simbolo tradizionale si veste, grazie anche a diversi sponsor, di nuovi significati, di LED, di decorazioni sempre più sostenibili e a tema.
https://www.yesmilano.it/natale-degli-alberi
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Questi Alberi sono diffusi per la città, ma non si può non notare come quelli più importanti e dedicati si trovino quasi tutti in Centro e nelle zone o luoghi di prestigio.
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Questi, soprattutto quelli del Centro, sono illuminati come gli anni scorsi, con edifici e vetrine ricchi di addobbi che ci spingono a partecipare alla grande “giostra” delle Festività.
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E i quartieri dove vive la maggior parte della gente? Spesso sono spenti e solo alcuni balconi, negozi e esercizi della ristorazione illuminano con coraggio qua e là le strade buie.
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Da dove può ripartire Milano? Da qualche vetrina dove la luce riesce ad uscire anche se imprigionata dalla saracinesca abbassata, da qualche casa come questa che riesce a portare il cielo al suo interno.
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Ancora di più, quest’anno, dobbiamo avere la forza e la speranza di ripartire da ciascuno di noi e da noi insieme.
A volte bastano una stella luminosa, un filo di luce, qualche candela accesa, una vecchia sedia dipinta d’oro per dare un tocco di atmosfera e illuminare il nostro Natale magari con un sorriso in più.
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Come sarà il Natale futuro? Ancora non lo sappiamo, dipende da tutti noi. Siamo certi, però, che Albero e Presepe ci saranno anche domani e ci aspetteranno sempre a braccia aperte!
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