“Agosto ce ne andiamo / solo vi lasciamo Milano / vigilate voi…” iniziamo con questi versi di Vivian Lamarque, dedicati a chi resta in città durante le vacanze altrui, un breve itinerario tra le statue e i monumenti che sembrano tenerci compagnia in questa Milano un po’ più deserta e assolata. Il Grande Disco, di Arnaldo Pomodoro, ci appare come un sole che illumina piazza Meda.
Le sculture all’aperto in città sono oltre 140, se si escludono quelle poste su chiese (pensiamo alle oltre 3000 del Duomo!) o palazzi. Ci soffermeremo, in particolare, su alcune meno note o più recenti. Fiocco azzurro per l’ultimo arrivato, l’Obelisco di piazza Enrico Berlinguer (zona Savona-Tortona), inaugurato a fine giugno. Alto quattro metri è stato realizzato in legno di recupero e metallo da Maria Cristina Carlini e porta come rughe i segni del tempo e della sua vita passata, quasi per raccontare anche storie di lavoro e di fatica di persone anonime.
I soggetti delle sculture all’aperto di Milano sono quanto mai diversi: si va da monumenti a personaggi importanti (finalmente ci sono quelli dedicati anche a due donne, Cristina di Belgiojoso e Margherita Hack), a quelli simbolici, a cose (come Ago, Filo e Nodo, di Claes Oldenburg, 2000) e persino a personaggi di fantasia come Tex Willer e Pinocchio.
Il bel monumento a Pinocchio, che fa parte di una fontana, si trova nel piccolo parco al centro di corso Indipendenza, con aree gioco e pista ciclabile. Il protagonista è Pinocchio, ormai diventato bambino, che indica il burattino che era stato. Sul basamento della statua sono incisi alcuni versi del poeta milanese Antonio Negri: “e tu che guardi, sei ben sicuro di aver domato / il burattino che è in te?“. Ci sono anche il Gatto e la Volpe… e alcuni piccioni che si godono il fresco e le briciole delle merendine.
La ricerca della statua di Tex ci ha condotto nel piccolo parco di via Mac Mahon 41, intitolato a Gianluigi Bonelli, autore del personaggio. Non facilissimo da trovare, è situato tra diversi palazzi, quasi un giardino condominiale con alti alberi.
Bonelli abitava nelle vicinanze e la famiglia, alla sua morte, ha donato al Comune la scultura dedicata all’eroe di tante avventure del mitico West. Tex è raffigurato in un momento di pausa e riflessione, accanto a Dinamite, il suo cavallo, compagno di tante vicende. La scultura in bronzo è piuttosto piccola, ma molto bella e colpisce per la sensibilità con cui viene raffigurato questo eroe, amico degli indiani, allora spesso considerati i “cattivissimi” delle storie western.
I nostri parchi ospitano spesso statue di autori famosi. Pensiamo, ad esempio, al Parco Sempione, quasi un museo a cielo aperto. Una scultura di questo parco, molto recente e che fa discutere, è il Seme dell’Arancia (o Seme dell’Altissimo, dal nome del monte delle Alpi Apuane da cui è stato tratto il marmo) già esposto a Expo 2015.
Realizzato da Emilio Isgrò, rappresenta un seme di arancio ingigantito a dismisura (circa un miliardo e mezzo di volte). L’opera lascia stupefatti per il capovolgimento delle dimensioni e risulta anche un po’ enigmatica (a qualcuno ricorda persino L.O.V.E., il “dito” di Cattelan davanti alla Borsa).
Concludiamo questo breve incontro con le statue contemporanee di Milano con due opere: Danza, in piazza Amendola e Gesto per la Libertà, in piazza Conciliazione. “Danza”, donata nel 2006 al Comune da una casa farmaceutica, è realizzata con sbarre di metallo dipinte di giallo. Qualcuno l’ha soprannominata “il ragno morente” e, in effetti, ricorda un po’ un insetto gigante di qualche film di fantascienza di serie B. E’ situata nel quartiere Fiera, allora in fase di trasformazione in CityLife. Questa Danza è forse una metafora di alcuni cambiamenti della nostra città?
A poche fermate della linea rossa della metro, in piazza Conciliazione, si trova, dal 1981, l’opera, “Gesto per la Libertà” di un famoso artista milanese, Carlo Ramous, autore di altre sculture in spazi urbani della nostra città. Realizzata in acciaio brunito, è situata al centro di una aiuola tra i palazzi della bella zona. Come molte sculture moderne non è di immediata comprensione e lascia a chi guarda l’interpretazione dell’opera, che risulta piuttosto enigmatica… In fondo, un gesto di libertà…









