Un luogo da scoprire, il Museo delle Forchette

Se, al ritorno dalle vacanze, ci siamo ritrovati qualche chilo in più, c’è un rimedio veramente infallibile, piacevole e curioso: visitare il Museo delle Forchette, dove si guarda e non si mangia.

 

Questo museo/laboratorio, aperto dal martedì al sabato dalle 9 alle 19 e completamente gratuito, si trova in via Bergognone 3 (zona Tortona) e lo si raggiunge facilmente seguendo le forchette dipinte sul pavimento dell’edificio, un po’ come un goloso Pollicino.

 

E’ unico nel suo genere: le forchette non sono gli “strumenti” per gustare prelibatezze o arrotolare succulenti spaghetti, ma sono esse stesse lo “spettacolo” diventando piccole, impensabili opere d’arte.

 

Creatore e titolare di questo atelier artigianale è Giovanni Scafuro, napoletano di origine e milanese di adozione. Cresciuto nelle botteghe della sua città, ha dato vita, nella nostra, a questo spazio dal sapore un po’ bohemienne e pieno di fantasia e creatività.

 

Siamo nel regno del recupero e del riciclo creativo, nel quale un oggetto comune, come una posata, cambia forma e funzione, diventando gioiello, piccola scultura, altro.

Cambiare vita si può, sembrano suggerire queste creazioni, restando un po’ se stessi e diventando nel contempo qualcosa di nuovo e di diverso.

 

Non è un museo nel senso più classico, non sono esposti pezzi storici di particolare valore. Ci sono oggetti venduti a poco prezzo e altri molto più costosi, trasformati attraverso sperimentazione, abilità e creatività artistica.

 

In questo laboratorio si tengono anche cene/aperitivi con chef esterni, che preparano pietanze specifiche, perfette per essere gustate (o meno) con una forchetta spezzata, con uno snodo al centro, un cucchiaio tutto forellato (chiamato “A chi non piace il brodo”), un pennino “da caffè” per una dedica sul dolce. E’ da provare!

 

 

A presto…

Passeggiando al Parco Formentano

Iniziamo questo mese di settembre con una passeggiata al Parco Formentano, per goderci un angolo verde in pieno centro città e poter guardare anche le “opere d’arte” legate alla storia di Milano che vi si trovano.

 

Questo parco, situato tra viale Umbria e corso XXII marzo, è un grande polmone verde tra due vie molto trafficate in un quartiere interessante e vivace. Nelle vicinanze si possono visitare la bella chiesa di Santa Maria del Suffragio, il goloso mercato comunale coperto, l’antica Senavra e, in particolare, le coloratissime villette di via Lincoln.

 

Conosciuto anche come giardino di Largo Marinai d’Italia, è stato poi dedicato nel 1987 a Vittorio Formentano, il medico fondatore dell’AVIS, l’associazione dei volontari del sangue. Questo parco, pensato e progettato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni e poi modificato, ci racconta storie della nostra città fatte di lavoro, sacrificio e solidarietà; vi si trovano infatti la Palazzina Liberty, la grande fontana dedicata, in una città senza il mare, ai Marinai d’Italia e il monumento ai Donatori di sangue.

 

Cuore di questo parco è la Palazzina Liberty dove commercianti e coltivatori di frutta e verdura si ritrovavano, all’inizio del Novecento, per contrattare le merci e ristorarsi, dopo che il vecchio mercato del Verziere si era trasferito in questo spazio di oltre 70.000 mq. Ecco una vecchia foto del 1911 dall’archivio ACAdeMI.

 

La palazzina, progettata dall’architetto Migliorini, risale al 1908, nel periodo Liberty milanese. Nel corso degli anni, trasferito poi il mercato ortofrutticolo in via Lombroso, ha avuto diverse vite, fino a diventare il laboratorio teatrale di Dario Fo e Franca Rame, ai quali è dedicata.

 

Purtroppo le belle decorazioni Liberty della facciata sono piuttosto trascurate e questo edificio meriterebbe una maggiore attenzione per la sua bellezza e il suo passato di lavoro e cultura milanese.

 

Intorno ad essa, nel parco, ci sono bei prati, campi gioco, anche per bambini disabili, panchine e le classiche “vedovelle” dove dissetarsi.

 

A ricordare il vecchio nome di Largo Marinai d’Italia, c’è l’imponente fontana con il monumento in bronzo all’Onda Vittoria, alta sette metri, e molti elementi che richiamano i moli dei porti. Progettata nel 1967 dall’architetto Francesco Somaini non passa inosservata e con i suoi zampilli diventa uno spazio più fresco in queste calde giornate.

 

In questo parco, infine, si trova quella che, secondo noi, è una delle più belle statue contemporanee della nostra città, dedicata ai Donatori dell’AVIS, associazione nata a Milano nel 1927.

 

Un giovane ematologo, che lavorava nella nostra città, Vittorio Formentano, era stato colpito dalla morte di una giovane madre per emorragia post-partum per la quale non era stato possibile al momento trovare donatori compatibili. Grazie alla volontà e alla determinazione del giovane medico, nacque così l’AVIS per la raccolta e la donazione di sangue in modo volontario, anonimo e gratuito, senza pregiudizi ideologici e discriminazioni. La statua, in bronzo, della scultrice ungherese Eva Olah Arrè, rappresenta l’abbraccio tra un uomo e una donna, stretti in un gesto di solidarietà e di aiuto nelle difficoltà.

A presto…