La “gesetta di lusert”… restando a casa

Sullo spartitraffico all’inizio di via Lorenteggio troviamo una piccola chiesetta, poco più di una cappella, dalla storia millenaria e dalle tante leggende.

È dedicata a San Protaso, ottavo Vescovo di Milano (da non confondere con il Santo omonimo che, col gemello Gervaso, riposa nella cripta di Sant’Ambrogio), e risalirebbe a prima dell’anno Mille, quando la zona era aperta campagna, molte miglia lontano dalle mura di Milano. E’ da sempre conosciuta come la “gesetta di lusert” (ovvero “chiesetta delle lucertole”) per l’abitudine di questi animaletti di sostare sulle sue pareti a godersi il tepore del sole.

Si racconta che, durante l’assedio di Milano, mentre il suo esercito era accampato in questa zona ricca di acqua (una manna per i soldati e per i cavalli), l’Imperatore Federico Barbarossa andasse a pregare in questa chiesetta, per ottenere la vittoria. Purtroppo per Milano, fu esaudito, distrusse la città, ma risparmiò la piccola chiesa in segno di gratitudine.

Sembra poi che la gesetta sia stata frequentata dai Visconti, che qui avevano dei terreni di caccia e secoli dopo dai  Carbonari che si riunivano a cospirare, anche per la presenza, si dice, di un passaggio segreto che conduceva all’interno delle mura cittadine.

La piccola chiesa andò incontro poi ad anni difficili e, dopo essere stata incorporata in una cascina, successivamente divenne fienile e deposito degli attrezzi da lavoro dei contadini.

Dopo la seconda guerra mondiale, durante la ricostruzione della città, il Piano Regolatore decise che via Lorenteggio  dovesse essere allargata. La cascina fu abbattuta, ma si dice che la ruspa si sia guastata più volte senza riuscire a demolire la chiesetta! Considerato un segno del cielo, si decise di risparmiarla, allargando in quel punto lo spartitraffico della via, così come è ora.

Nella chiesetta si conservano alcuni affreschi, tra cui uno della Madonna del Divino Aiuto che, secondo la tradizione, sarebbe riapparso ben tre volte dopo essere stato ricoperto da intonaco. Interessante anche un altro bell’affresco del 1428, che raffigura Santa Caterina da Siena.

Accanto alla chiesa è stato ricollocato il vecchio cippo di confine tra il Comune di Lorenteggio e quello dei Corpi Santi che, fino alla metà dell’Ottocento, come una ciambella circondava la  Milano di allora.

La chiesetta, ridotta ad un rudere, fu restaurata e rinacque a nuova vita nel 1987 grazie agli abitanti del quartiere e alle loro associazioni. Oggi, purtroppo, è quasi sempre chiusa, anche se ben curata dai volontari. Viene aperta solo in occasione delle feste di via che si tengono nella prima domenica di maggio e nell’ultima di novembre. In queste occasioni vi si celebrano ancora alcune Messe.

Auguriamoci di poter andare, la prima domenica di maggio, a vedere, come ha scritto una poetessa dialettale, questo “bonbonin de gesa…

A presto…

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