Il Cammino dei Monaci diventerà tra l’ 8 e l’ 11 settembre 2016, per la prima volta, un palcoscenico all’aperto con una serie di spettacoli ed eventi da non perdere.
Così la Direzione Artistica presenta l’evento:
“Il Festival, come la Vettabbia, si espanderà come acqua, come un liquido che viene a irrigare di teatro e musica questi luoghi sacri permeabili all’arte, per farli pulsare. Nei grandi prati e nei cortili cascinali, dentro gli spazi intimi e silenziosi delle abbazie, in mezzo alle aree boscate, ogni volta il teatro come l’acqua prenderà la forma del luogo. Irrigando di emozioni, di parole, di poesia e di note musicali ci inviterà a incontrare questa parte di terra che lambisce Milano con il suo concentrato di ricchezza storica, agricola e spirituale, ancora poco conosciuta”.
Dal Museo Diocesano al Nocetum, dalla cascina di Nosedo all’angurieria di Chiaravalle, dall’Abbazia di Chiaravalle a quella di Viboldone ci saranno diversi spettacoli, visite guidate, attività culturali e laboratori gratuiti da prenotare.
Inoltre il Mulino di Chiaravalle, presso l’Abbazia, il prossimo 18 settembre, sarà la cornice di una piccola cena a base di zucca per salutare l’estate e festeggiare l’arrivo dell’autunno .
L’ambiente, insolito e bellissimo, offre il senso di continuità tra passato e presente anche attraverso il susseguirsi delle stagioni.
Ecco il programma completo ed alcune foto relative alla cena del Solstizio d’estate tra le erbe aromatiche.
Molte possono essere le strade di Milano che ci hanno portato fino a qui e diversi i mezzi di trasporto utilizzati. Siamo in via San Dionigi 77, dove la città sfuma nella campagna, poco lontano da piazzale Corvetto e dalla statua del “Signurun“.
Se guardiamo verso le case vediamo un angolo di periferia, se giriamo lo sguardo, invece, siamo in campagna, una strada con poco traffico, una pista ciclabile, campi, qualche cascina.
Davanti a noi, sul sagrato di una piccola chiesa, una pianta ci dice che siamo alla porta del Parco Agricolo Sud di Milano. Accanto c’è una cascina rimessa a nuovo, dal volto ospitale, col cancello sempre aperto come un sorriso.
Siamo sulla strada giusta, lungo il Cammino dei Monaci, che dal Parco delle Basiliche arriva sin qui, all’antico borgo di Nosedo, che l’Associazione Nocetum ha fatto e sta facendo rivivere.
Ci troviamo a cinque chilometri da Mediolanum. Qui sorgeva un piccolo insediamento che deve il suo nome alla presenza di un antico bosco di noci, il Nocetum.
È un altro dei luoghi di questa Milano al “plurale”, che riesce a stupirci coi grattacieli e il futuro e, improvvisamente, apre le porte ad un passato da vivere ancora.
Nocetum è un borgo antico, carico di storia e di storie più recenti. Già presente nel primo secolo dopo Cristo, secondo alcuni reperti ritrovati in questa zona, diede rifugio ai Cristiani perseguitati, benessere ai cittadini mediolanensi cui erano state assegnate le terre da coltivare, ospitalità ai milanesi scacciati dal Barbarossa e, infine, anche all’imperatore stesso, che qui, in Burgo Noxeta, impiantò la sua zecca, dopo la distruzione di Milano del 1162.
Quasi contemporaneamente i monaci cistercensi, poco lontano da qui, fondarono l’Abbazia di Chiaravalle e iniziarono a bonificare le terre paludose, facendole diventare tanto fertili da dare alimenti e foraggio più volte all’anno grazie alle marcite e ai fontanili.
Intorno all’Abbazia i monaci realizzarono una rete di piccoli canali, strade di campagna, cascine (le “grange”), mulini, per il lavoro agricolo accanto alla preghiera.
Su questo piccolo piazzale di via San Dionigi rivive l’antico spirito dei monaci. Si affacciano infatti una antica chiesetta e la cascina S. Giacomo, un tempo “grangia” dell’Abbazia di Chiaravalle. Si potrebbe dire, ancora oggi, “Ora et labora”…
Questa zona, dimenticata fino a qualche decennio fa, è rinata grazie all’impegno e alla volontà dell’Associazione Nocetum in collaborazione con Fondazioni, Istituzioni politiche e culturali e cooperative sociali.
La cascina San Giacomo, rimessa a nuovo, oggi è centro di accoglienza per persone in difficoltà, specialmente donne e bambini di ogni nazionalità. Promuove molte iniziative e progetti per la “salvaguardia del Creato”, uomini e ambiente insieme. Qui anche una City Farm, attività per le scuole e una piccola bottega di prodotti e cultura.
Restituita alla città è anche la piccola chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, che risale al XIII secolo, edificata su un precedente luogo di culto.
Probabilmente era tutta affrescata; ora rimangono belle testimonianze sulla parete di fondo e su quella di destra.
Una lapide del 536 ricorda che qui vicino c’era un sepolcreto, utilizzato dal V fino al XVII secolo.
Le ricerche effettuate sui resti umani di diverse epoche ci parlano di un tenore di vita medio-alto (fibbie, anellini, perline), della vita media (meno di 50 anni), dell’elevata mortalità infantile, dei vincoli di parentela (sepolture familiari), degli usi in campo funerario (una moneta tra le mani), del tipo di dieta (carne rossa e cereali) di chi era vissuto qui tanto tempo fa.
Anche il territorio è cambiato ed è tuttora in via di trasformazione. L’antico noceto non esiste più, il verde intorno è diventato il Parco della Vettabbia, parte del più grande Parco Agricolo Sud Milano.
Il depuratore di Nosedo, all’interno del parco, permette di rigenerare le acque reflue e di riutilizzarle a scopi agricoli. La Vettabbia, un tempo collettore di acque fognarie a cielo aperto, è tornata limpida, invitando a percorrere tutta la sua valle, sugli antichi passi dei monaci.
Rimettiamoci in cammino per raggiungere, attraverso il Parco della Vettabbia, un altro luogo straordinario, ricco di storia e di attualità, di ieri e di oggi.