Riusciamo ancora a sentire la meraviglia del Natale, la magia di quel qualcosa di diverso dal nostro mondo quotidiano che risveglia un’eco lontana, forse dell’infanzia o forse arcaica?
Tra pochi giorni, con la festività di Sant’Ambrogio, inizierà tradizionalmente a Milano la kermesse natalizia, fatta di addobbi, di auguri, di regali. Un tempo intorno alla basilica del nostro Santo Patrono c’era una fiera natalizia ed erano esclamazioni di pura meraviglia: O Bej – O Bej! Le bancarelle, il profumo delle caldarroste e dello zucchero filato, il suono degli zampognari ci facevano sentire che presto sarebbe arrivato Natale.
Tutto finito? Forse sì, ma la basilica è ancora lì, con le sue meraviglie e i suoi secolari misteri. c’è ancora tanto da riscoprire… Questa cartolina è dedicata alla storia di Gervaso e Protaso, i due Santi che si trovano accanto a Sant’Ambrogio nella cripta sotto l‘altare d’oro di Volvinio.
La storia che raccontiamo avvenne nel 386 d.C. ed è tratta dalle lettere di Sant’Ambrogio alla sorella Santa Marcellina e dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Il nostro vescovo “nè completamente sveglio, nè completamente addormentato”, mentre era assorto in preghiera, vide comparire davanti a sè due giovani molto alti tutti vestiti di bianco. Pensò ad una visione, ma essa si ripetè ancora la mattina seguente e poi ancora due giorni dopo e in quest’ultima i martiri erano accompagnati anche da San Paolo.
I due giovani erano fratelli milanesi, forse gemelli, Gervaso e Protaso, che avevano subito il martirio, nella nostra città, per non aver sacrificato agli dei pagani, l’uno decapitato, l’altro flagellato a morte.
Gli dissero di trovarsi “sotto di te, in un’arca coperta da dodici piedi di terra”, nell’area cimiteriale accanto alla basilica, davanti ai cancelli della chiesa di Nabore e Felice. “Il Signore mi concesse la grazia.- scrive Ambrogio- Feci scavare la terra e… trovammo due spoglie di straordinaria statura… Per due giorni ci fu un immenso concorso di popolo… Il giorno seguente le trasportammo nella basilica” che da allora venne chiamata Martyrum, cioè “Dei Martiri”, la nostra attuale Sant’Ambrogio.
Ci furono subito anche dei miracoli e la grande manifestazione di fede popolare segnò, a Milano, la fine dell’eresia ariana che era favorita dall’Imperatrice madre Giustina. Ambrogio aveva vinto.
Alla sua morte i due Martiri trovarono riposo accanto alla sua tomba e, dopo diversi secoli, nel 1897, vennero riuniti tutti nell’urna, realizzata da Ippolito Marchetti, nella cripta che ancora oggi possiamo visitare.
Nel 2018 la professoressa Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale all’Università Statale di Milano, e la sua equipe hanno esaminato le spoglie dei tre Santi. Ambrogio risulta avere proprio le sembianze dell’uomo che appare nel mosaico della basilica; inoltre, dalle rilevazioni eseguite, Gervaso e Protaso risultano molto alti (metri 1,80 circa), consanguinei, piuttosto giovani (23-27 anni) al momento della loro morte avvenuta l’una per decapitazione e l’altra per lesioni multiple e fratture costali.
https://lastatalenews.unimi.it/ambrogio-gervaso-protaso-primi-risultati-analisi-ossa-santi
Possiamo credere o no alla storia di questi due martiri ai quali sono dedicate due guglie del Duomo. In fondo ogni epoca, anche la nostra, ha le sue leggende che ci fanno entrare, magari solo per un momento, nel mondo della meraviglia e del mistero.




















