Quattropassi per Mediolanum: il Palazzo Imperiale

Riprendiamo i nostri quattropassi per Mediolanum andando a vedere (dopo il teatro, le colonne romane e l’anfiteatro) ciò che resta del palazzo imperiale, del circo e delle sue torri.

Ci vuole molta fantasia e grande pazienza per ricostruire, come in un puzzle, il nostro passato di epoca romana. L’antica Mediolanum è, infatti, una scoperta abbastanza recente, venuta spesso alla luce dopo bombardamenti, scavi per edifici e metropolitane; i ritrovamenti continuano ancora oggi come sta accadendo, ad esempio, in corso Europa durante i lavori della nuova linea blu.

Iniziamo questo itinerario da via Brisa, alle spalle di corso Magenta. Ci troviamo di fronte ai resti del complesso imperiale romano, voluto da Massimiano negli ultimi anni del III secolo.

Questo imperatore venne associato al potere da Diocleziano, col compito di governare l’Impero d’Occidente. Spostò la capitale nella nostra città e diede inizio a un intenso sviluppo edilizio, degno di una sede imperiale, facendo costruire, tra l’altro, anche il palazzo, il circo e nuove e più ampie mura.

La costruzione di questo palazzo viene fatta risalire attorno all’anno 290, ma le fonti letterarie non sono precise per le date e anche la localizzazione esatta resta ancora un problema aperto.

Un motivo potrebbe anche essere questo: più che un unico palazzo era un quartiere con zone residenziali per l’Imperatore e la corte, altre di rappresentanza, spazi per i funzionari dello Stato, centri amministrativi e militari, luoghi di culto, di svago e benessere, terme, porticati, giardini e fontane.

Era un vero centro polifunzionale che occupava un’area piuttosto estesa tra gli odierni corso Magenta e via Torino. La toponomastica ci fornisce qualche indizio: in questa zona abbiamo la chiesa di San Giorgio a Palazzo, via Bagnera (forse le terme?), via Circo. C’è persino chi pensa che “Vetra” ricordi “Castra Vetera”, cioè un’area riservata alle truppe a difesa del quartiere imperiale.

Non sappiamo quanti resti ci siano sotto gli edifici di questa zona. Quello che vediamo oggi in via Brisa venne alla luce nei primi anni Cinquanta, in un quartiere popoloso e devastato dalle bombe del 1943.

Tra le ipotesi su cosa fossero i resti che vediamo c’è chi pensa a una zona di rappresentanza, chi invece a delle terme.

È ancora un problema in parte irrisolto, ma sappiamo che a Milano i monumenti passano, ma le pietre restano e talora “si spostano”, come è accaduto a quelle dell’anfiteatro, alle Colonne di San Lorenzo e alla Colonna del Diavolo di piazza Sant’Ambrogio.

Un altro tassello per ricostruire il quartiere imperiale è venuto alla luce durante i recenti lavori per il complesso residenziale che si trova all’angolo tra via Brisa, via Morigi e via Gorani.

I bombardamenti avevano distrutto il nobile palazzo dei Gorani. Si sono salvati solo la bella torre medievale e il portale d’ingresso, che ancora oggi possiamo vedere.

Non solo: durante i lavori di scavo sono stati rinvenuti anche reperti di epoca romana. Da un oblò nella pavimentazione, come una lente, piuttosto sporca, di un cannocchiale del tempo, vediamo i resti di un pavimento a mosaico con un bel fagiano, animale considerato di buon auspicio presso i romani. Beh, tutto sommato si è salvato dalle distruzioni di Milano parecchie volte.

La “vita” del palazzo imperiale è stata piuttosto breve. Nel 402 la capitale da Milano venne spostata a Ravenna, più sicura dalle invasioni barbariche in quanto circondata e protetta da paludi e fornita di un porto sul mare per una eventuale fuga.

Mezzo secolo dopo, nel 452, Attila giunse a Milano con le sue orde e si insediò a Palazzo.

Fu colpito da un affresco che raffigurava l’Imperatore, seduto su un trono d’oro, vittorioso sui barbari che giacevano ai suoi piedi. Da un pittore fece “capovolgere” il dipinto, facendo raffigurare se stesso sul trono, con gli imperatori ai suoi piedi nell’atto di versare oro al barbaro invasore.

Questa notizia viene riportata da un antico testo del  X secolo, il Lexicon Suidae, ma il desiderio di fotoshop è senza tempo e ci fa sorridere anche oggi.

Il declino del palazzo imperiale era iniziato e se alcuni sostengono ancora adesso che qui fu incoronato un Re longobardo, in un documento notarile del 988 si parla di un “locus ubi palatio dicitur”. Ormai i palazzo era solo memoria e solo le pietre che ritroviamo sono il nostro archivio.

I nostri quattropassi ci porteranno tra qualche giorno a scoprire ciò che resta del circo. Ci saranno molte sorprese…

A presto…

 

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