Guardiamo questa bella foto aerea: ci mostra una zona molto centrale (siamo alle spalle di corso di Porta Ticinese), ma un po’ defilata rispetto alle mete turistiche classiche.
È, secondo noi, una passeggiata eccezionale: in un solo isolato troviamo i pochi resti dell’Anfiteatro romano (situati in un parco, dove è possibile fare anche jogging) e un piccolo museo di antichità (dove è conservata la stele di Urbicus), ospitato in un chiostro con un albero dalla fioritura primaverile veramente spettacolare.
Infine si può entrare a visitare uno dei più bei vivai di Milano.
Andiamo con ordine, parlando dell’ospite più antico ed illustre: l’Anfiteatro, che poteva ospitare circa 35.000 spettatori, probabilmente più grande dell’Arena di Verona.
Si trovava tra le odierne vie De Amicis e Arena (da non confondere con l’Arena napoleonica del Parco Sempione).
Poco è rimasto del suo lontano passato, ma gli scavi, iniziati nel 1931, evidenziano una superficie ampia ed ellittica, come possiamo intuire osservando nella foto le curve nel prato ed i resti delle fondamenta.
Questo Anfiteatro vide tutto quello che era considerato “spettacolo”, anche cruento, in una città romana molto importante, tra questi combattimenti tra gladiatori o con le belve, forse anche battaglie navali.
Quando fu distrutto, le pietre con le quali era stato edificato vennero cannibalizzate per costruire, ad esempio, le fondamenta della Basilica di San Lorenzo, poco distante.
Non dimentichiamo che Milano non ha cave di pietra nelle vicinanze cui attingere e quindi l’Anfiteatro divenne una specie di cava di materiale già pronto da utilizzare.
Come si può vedere dalla foto aerea, accanto ai reperti archeologici, si osserva un grande chiostro che è occupato in piccola parte dall’Antiquarium “Alda Levi”, la grande studiosa responsabile della tutela archeologica della Lombardia a cavallo degli anni Trenta .
Per saperne di più:
http://www.parcoanfiteatromilano.beniculturali.it/index.php?it/342/in-ricordo-di-alda-levi
I chiostri facevano parte del monastero detto delle Bianche Signore, dal colore dell’abito delle monache, adiacente alla chiesa di Santa Maria della Vittoria. Questa chiesa, dedicata probabilmente alla vittoria di Legnano sul Barbarossa, viene oggi utilizzata dalla comunità ortodossa rumena.
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Entriamo ora nell’Antiquarium (ingresso gratuito, orari, purtroppo, un po’ limitati, come pure quelli del Parco).
Questo museo contiene anche la stele funeraria di Urbicus, il gladiatore del racconto di Belisama.
Per saperne di più, leggiamo la traduzione:
Possiamo dedurne parecchie informazioni: Urbicus, di origine fiorentina, è stato ucciso, a 22 anni di età, a tradimento, dopo 13 incontri vittoriosi. Era sposato da 7 anni e aveva due bambine piccole.
Era un secutor, quindi combatteva contro un reziario, che era munito di tridente e di rete.
Contrariamente a quanto ci hanno fatto credere i film di Hollywood, i combattimenti tra gladiatori non erano quasi mai all’ultimo sangue, ma terminavano per così dire “ai punti” o alla prima ferita.
Infine, se diamo ancora un’occhiata alla fotografia aerea, vediamo come, accanto ai chiostri, vi siano delle serre: è il bellissimo vivaio, curato da decenni dalle sorelle Riva; forse più simile ad un giardino, vi si tengono anche tante iniziative, corsi, eventi da non perdere (siamo in attesa di conoscere il programma per il nuovo anno). Guardiamo questo vivaio attraverso qualche foto, fatta nel mese di gennaio. Pensate in primavera!
Vi suggeriamo caldamente di fare questa passeggiata in via Arena. Magari, proprio di fronte al vivaio, lanciate un’occhiata al numero civico 7, che porta anche l’antica numerazione di Maria Teresa, nella quale il Duomo aveva il numero 1 ed i numeri crescevano progressivamente, via via che ci si allontanava dalla cattedrale.
Ora godetevi verde e cultura di questa zona gioiello!
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