A fianco della chiesa di San Giovanni in Conca c’era il palazzo di uno dei due Signori di Milano, Bernabò Visconti.
Questi si era diviso il potere con il fratello Galeazzo II, dopo che insieme avevano avvelenato l’altro fratello, Matteo.
Bernabò aveva sposato la nobildonna veronese Beatrice Regina Della Scala, alla quale dobbiamo il nome del nostro maggior teatro.
Infatti la Signora fece costruire la chiesa di Santa Maria alla Scala, che fu demolita nel Settecento per realizzare il tempio della lirica. Perciò, quando parliamo della Scala, ricordiamo l’antica Signora di Milano, moglie di Bernabò.
Il Visconti era probabilmente molto legato alla moglie, il cui mausoleo si trova ora al Castello Sforzesco, accanto a quello del marito.
Da lei ebbe diciassette figli…ma molti di più furono quelli naturali, almeno venti riconosciuti. Il numero è per difetto!
Due furono le passioni private di Bernabò: le donne e…i cani. Il suo palazzo, che si trovava dove ora ci sono in parte l’Hotel dei Cavalieri e la sede dell’INPS, in piazza Missori, era conosciuto come la Ca’ di Can.
Bernabò aveva più di cinquemila cani e molti vivevano, appunto, nel suo palazzo.
Altri erano dati “in affido” ai sudditi perché fossero nutriti e curati, con pene severissime per chi non li avesse trattati bene. Servivano prevalentemente per la caccia ai cinghiali, molto diffusi nelle campagne attorno a Milano, ma anche come deterrente feroce per i sudditi.
L’altra passione del Signore erano le donne, tanto che si diceva “de chi e de là del Po tôt fioi del Bernabò”.
Da una di queste amanti, Giovannola, nacque, nel 1353, una figlia, riconosciuta dal Signore e cresciuta a Palazzo, protagonista di una misteriosa storia della Milano del Trecento.
Bernarda, questo il nome della bimba, crebbe senza la madre, allontanata per una presunta liason con un nobile.
Molto bella e seducente, con i capelli biondo-oro e un temperamento vivace e impertinente come quello materno (e forse oggetto di un interesse non solo paterno da parte di Bernabò), fu fatta sposare a quattordici anni con un nobile signorotto della Bergamasca, Giovanni Suardo, del Castello di Bianzano.
Non fu un matrimonio felice e la ragazza tornò a Milano, dove visse nella Rocca di Porta Romana. Fu scoperta. però, tra le braccia di un certo Antoniolo, dalle cronache descritto come un seduttore più bello che intelligente.
Bernabò, accecato dall’ira (temeva di perdere l’alleato bergamasco o la figlia?), fece impiccare lui e incarcerare, dopo tortura, nella rocca di Porta Nuova, lei, per farla morire di stenti, nutrita solo con poco pane e acqua.
Le fu messa accanto sua cugina Andreola, figlia di Matteo e badessa del Monastero Maggiore, anch’essa condannata a morte per aver avuto una relazione amorosa, come avverrà anni dopo per la Monaca di Monza.
Riuscirono a sopravvivere sette mesi, nutrite di nascosto da mani caritatevoli. Infine morirono di consunzione e di stenti, in completa solitudine, separate infine, perchè la morte fosse ancora più disperata.
Fine della tragica storia di Bernarda? Assolutamente, no! Il mistero inizia ora.
Qualche mese dopo la sua morte, la ragazza venne vista in diverse zone di Milano e in altre città, tra le quali Bologna e Firenze.
Bernabò, sconvolto da queste notizie a dir poco inquietanti, fece riesumare il corpo di Bernarda, per accertarsi della sua morte.
Il corpo, già in decomposizione, viene riconosciuto come quello della giovane. In seguito però ella riappare dicendo di essere Bernarda Visconti. Molti la riconoscono ed è tanto viva da sposarsi a Firenze con un uomo presentatole da una sua cugina.
Fine della storia? Assolutamente, no!
Nel frattempo Bernabò è morto, imprigionato dal nipote Gian Galeazzo, figlio di Galeazzo II, nel Castello di Trezzo, ultima dimora tanto inquietante da essere stata visitata dalla troupe di “Mistero”.
http://www.video.mediaset.it/video/mistero/puntate/215514/il-castello-di-bernabo-visconti.html
Il “fantasma” di Bernarda, invece, nel 1407 compare a Dalmine dove, davanti ad un notaio che ne accerta l’identità, cede alcuni beni, portati in dote, ai parenti del suo ex marito in cambio di una cospicua somma di denaro.
Anni dopo si parlò di una clamorosa truffa, ma della donna (un’antenata di Eva Kant?) non si seppe più nulla.
Si dice che qualche volta Bernarda esca ancora per le strade di Milano e passeggi per Santa Radegonda e Porta Romana.
Fine della storia? Assolutamente non lo sappiamo!