Il Fantasma del Castello: Bianca Maria di Challant – (raccontaMI)

 

“Who wants to live forever” (Queen)

 

_Tra poco Antares sorgerà prima del Sole! Il tempo sarà senza tempo…È la Festa di Samhain. Le genti celebreranno lo sciogliersi dell’estate nelle brume invernali. In questa notte i morti incontreranno i vivi….

Perchè quel pianto disperato dal Castello Sforzesco laggiù? Donna, che avviene? Chi sei?

_O divina Belisama! Io fui Bianca Maria, contessa di Challant. Fui signora e donna. Mi fecero sposare a quindici anni con un uomo molto più anziano di me e venni a Milano; rimasi vedova, ma non sola nel mio letto. mi risposai col Conte di Challant e andai a vivere a Issogne, nella bella Valle d’Aosta. Cercavo serenità e pace, ma anche lì ero spesso sola; fuggii a Pavia; ero giovane, ricca, bellissima…quanto si paga la libertà di vivere!.  Ebbi molti amanti, ma uno mi derise. Lo feci uccidere e pretesi di vedere il suo sangue; perciò fui condannata a morte e decapitata in questo castello. Una lama, un attimo, il boia e divenni eterna…Ogni anno in ottobre rivivo il mio dramma: bevo il sangue del mio amante e la mia testa rotola dal corpo. Non c’è pace per me!  Vago disperata attorno a questo Castello… Non ho dimenticato tuttavia i miei giorni al Castello di Issogne. Se passate di lì nelle calde notti d’estate potreste incontrarmi e, se chi mi vede non fugge atterrito, sorrido e  lo sfioro con un bacio. 

 

Fossato del Castello Sforzesco di Milano

Fossato del Castello Sforzesco di Milano

I luoghi dove ritorno

I luoghi dove ritorno

Castello di Issogne - Fontana del Melograno

Castello di Issogne – Fontana del Melograno

“… l’era del Cinghiale bianco…” (F. Battiato) – (raccontaMI)

100_6051Piazza Mercanti – Palazzo della Ragione

_ Finalmente ti rivedo, Belisama, mia signora!

_O mia amata cinghialessa, a te Milano deve tutto! Sei così in alto, isolata da un mondo che corre,

che vive di valori differenti dai tuoi. Eppure c’è chi sente che manca qualcosa nella sua vita e lo canta.

_ Sono qui, a ricordare quello che rappresento. Sai, la gente che passa non sembra parlarsi nè ascoltarsi

davvero. Pensa a questi pilastri che mi sorreggono. Sono pietre che  hanno il profumo di secoli, di vite

diverse passate di qui, pietre che rimandano strani echi.                                                                                                                                                  

E, come per magia, chi viene qui riesce a sentire e a parlare con l’altro lontano da lui.

Dinosauri e draghi a Milano come a Loch Ness? – (raccontaMI)

 

Eccomi! Sono io!

Eccomi!  Sono io!

_ Ciao, Belisama! Anche tu non mi vedi? Sono qui da secoli, vedo passare la città, ma nessuno si accorge di me!
_ E sei proprio qui all’ingresso, di fianco al portone, piccolo dinosauro!

_ Tanto tempo fa questo era il mondo. Sopravvivo qui tra tutte queste statue .

_Come mai un cucciolo di dinosauro sul portone principale del Duomo?

_ Guarda tutte queste statue, Belisama: c’è tutto il creato …e tra le altre creature ci sono anch’io.

_ Ce ne sono altri a Milano come te?

_ Certamente. La città è piena di draghi, mostri, serpenti terribili, tenebrose presenze!! Basta cercarli …li vedrai!

La Carlina, fantasma del Duomo – (raccontaMI)

 “Queste cose non furono mai, ma sono sempre” (Sallustio)

 

_ E tu, signora in nero, perché cerchi un angolo nelle fotografie dei novelli sposi?

Bentornata, Belisama! Sono la Carlina.. tanto tempo fa, per sfuggire alle voglie del signore, ci vestivamo di nero il giorno delle nozze perché  restasse segreto e non dovessimo dare il nostro corpo a lui prima che al nostro sposo. Anch’ io feci cosi e poi venni a Milano con il mio sposo in un dolce giorno di luna di miele. Ma tra queste guglie e queste statue severe intorno a me mi spaventai, mi persi nella nebbia e precipitai portando nel volo il bimbo che aspettavo. Non era del mio Renzino, ma di un fugace, perduto amore.
E ora continuo a vagare dentro e fuori il Duomo e mi avvicino agli sposi che sorridono in una foto  per augurare loro la felicità a me negata…_

E rientra nella nebbia che un tempo la inghiottì.
_Quante ragazze in nero vedo ora passare da qui. Vestono forse perduti amori o questo mondo non vuole colori?_