Ricapitoliamo...Belisama ha parlato con la Stella, posta sopra il campanile di Sant’Eustorgio, che le ha indicato un altro luogo di Milano da scoprire.
In questa Basilica, infatti, “sotto la Stella” sono conservate alcune reliquie dei Magi, questi misteriosi personaggi, dei quali è incerto tutto.
Questa chiesa e il suo museo sono tra i luoghi più ricchi di arte, curiosità, leggende e suggestioni, che esistano a Milano.
La tranquilla bellezza della piccola piazza di Sant’Eustorgio, che sembra quasi ritrarsi dal traffico e dai locali di corso di Porta Ticinese, lascia quasi stupiti. La semplice facciata, gli alberi, qualche panchina e, un poco più esterni, alcuni bar e ristoranti con i tavolini fuori, sembrano indicarci un’oasi di pace e di quiete.
Ma il complesso di Sant’Eustorgio, terza chiesa madre di Milano dopo il Duomo e Sant’Ambrogio, è molto misterioso e anche inquietante.
Prima di iniziare la nostra visita, guardiamo l’ora, alzando lo sguardo verso il campanile: sotto la Stella un orologio segna le ore; ma non sia mai che a Milano qualcosa che appare semplice non nasconda in realtà un storia da raccontare.
La “Calcatrappola” (così viene definito l’orologio in una filastrocca) venne posta sul campanile nei primi anni del 1300 e fu il primo orologio meccanico di Milano e d’Italia. Il secondo orologio milanese fu quello voluto da Azzone Visconti sul campanile di San Gottardo in Corte, da cui il nome di Contrada delle Ore.
Di questo orologio, purtroppo, non esiste più traccia. Così questi due contatori della quarta dimensione hanno scandito le giornate cittadine dal Medioevo.
Prima di entrare nella Basilica, guardiamo con più attenzione tra gli alberi; una statua in cima ad una colonna molto alta si nasconde tra i rami. È un personaggio tra i più horror che la fantasia potrebbe immaginare: un uomo in piedi, raffigurato nel pieno delle forze, che ha una grossa lama conficcata nel cranio e sembra non accorgersene.
È Pietro da Verona, un frate domenicano del convento di Sant’Eustorgio, a capo dell’Inquisizione milanese alla metà del 1200. Per il suo impegno nel combattere le eresie diffuse a Milano, fu ucciso con un colpo di roncola alla testa.
Fu canonizzato col nome di San Pietro Martire ed è sepolto nella Cappella Portinari.
La sua eloquenza era tale che fu necessario costruire un pulpito all’esterno, perchè la Basilica non era sufficiente a contenere tutti coloro che accorrevano ad ascoltarlo.
Sant’Eustorgio è la prima chiesa milanese in cui tradizionalmente entra un nuovo Arcivescovo quando si insedia nella Diocesi. Infatti qui si trovava il primo fonte battesimale di Milano, in cui San Barnaba iniziò a battezzare i milanesi nell’anno 51 d.C. Ciò è ricordato da una lapide posta sulla facciata di una delle case che si affacciano sulla piazza.
Entriamo ora in questa Basilica, della quale, come al solito, cercheremo di raccontare un po’ di storia e un po’ di leggenda.
Così l’Arcivescovo di Milano, cardinale G.B. Montini, divenuto poi Papa Paolo VI racconta le proprie sensazioni: “Tutto parla anche quando questa Basilica è vuota e sembra solitaria; e quasi incute timore a chi entra nelle ore perse della giornata. Questa Basilica è piena di voci”.
Osserviamo la struttura a tre navate.
Sulla navata destra ci sono diverse cappelle, con opere del Bergognone, della scuola giottesca e importanti tombe marmoree.
![]() |
![]() |
La navata sinistra, invece, non è così articolata e la veduta aerea di questo complesso ce ne spiega la ragione. Infatti, addossato al muro della navata sinistra c’è l’ex-convento domenicano, ora in parte occupato dal Museo Diocesano e in parte dal Museo di Sant’Eustorgio.
Avanziamo verso l’altare, per raggiungere la Cappella dei Magi
Si può forse restare stupiti nel vedere come l’antico sarcofago, sopra il quale c’è una lapide con la Stella, resti in disparte, in fondo alla chiesa, quasi per non essere notato.
Una brutta grata copre una finestrella che forse serviva per mostrare le reliquie ai fedeli.
Osserviamo anche la presenza su un pilastro di una lapide con una stella, sempre a otto punte, ma, diversamente da quella che compare sul coperchio del sarcofago, non è una cometa.
Siamo ora all’altare dei Magi. Una piccola urna, protetta da una grata, contiene la parte di reliquie restituite dai tedeschi ai primi del 1900.
Siamo riusciti a fotografare l’urna quando le reliquie, con tutti i loro misteri, erano esposte alla venerazione dei fedeli.
Continuando la nostra visita per sant’Eustorgio, accanto alla Cappella dei Magi, e dietro all’altare maggiore, notiamo alcuni resti della primitiva Basilica paleocristiana, che sono quasi un invito a scendere nel passato di questa chiesa e a visitarne lo straordinario Museo.
Per saperne di più:
http://www.santeustorgio.it/storia_della_basilica.html