Feste e tradizioni di inizio anno

Siamo veramente sicuri che “l’Epifania tutte le Feste porta via”? Se guardiamo il calendario, troviamo tra gennaio e febbraio un certo numero di ricorrenze che fanno parte della tradizione della Milano di ieri e di oggi e che ritornano ogni anno in riti, proverbi e filastrocche.

Il 17 gennaio si sono tenute la tradizionale benedizione degli animali e l’accensione dei falò per ricordare Sant’Antonio Abate, o “del porcello”, (da non confondere con Sant’Antonio da Padova che si festeggia il 13 giugno).

 

Milano ha un secolare legame con Sant’Antonio Abate, di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa. I suoi monaci curavano, con l’unguento preparato usando il grasso dei maiali, l’herpes zoster (noto anche come “fuoco di Sant’Antonio”) nell'”Hospitale” che si trovava nelle vicinanze dell’odierna chiesa di Sant’Antonio, accanto all’Università Statale di via Festa del Perdono.

 

Il 19 gennaio, poi, con San Bassiano, Patrono di Lodi, abbiamo avuto “un’ora in mano”. Le giornate, infatti, si sono allungate e abbiamo goduto di un’ora di luce in più, senza spostare le lancette dell’orologio.

 

Il 21 gennaio è da sempre un giorno molto importante per le nostre tradizioni. Si festeggia, infatti, Sant’Agnese, protettrice delle giovani donne e anche della famiglia Visconti, della quale porta lo stemma sulla sua statua conservata nel Museo del Duomo.

 

Agnese era una fanciulla cristiana martirizzata sotto Diocleziano per aver rifiutato di cedere al figlio del prefetto. Tradizionalmente le donne lombarde celebravano questo giorno secoli prima del più conosciuto, internazionale e laico 8 marzo. Quante “Agnesi” ci sono ancora oggi nel mondo? Il nostro pensiero va a Saman e a tante altre vittime sconosciute, che vengono ricordate anche sul Muro delle Bambole a Porta Ticinese.

 

Ci sono poi i tre “Giorni della merla” (29, 30 e 31 gennaio), i più freddi dell’anno che servivano anche come previsioni meteo.

 

Una leggenda ci racconta del perchè questi uccelli, tipici del nostro territorio, siano diventati neri. Oggi a Milano fanno loro compagnia anche uccelli forestieri come i pappagallini verdi, i gabbiani e i famosi Giò e Giulia, i due falchi pellegrini che, dal 2014, fanno il nido sopra il Grattacielo Pirelli. Cambiamenti climatici o no, Milano è veramente accogliente.

 

Il 29 gennaio di quest’anno si è celebrato il Capodanno Cinese che ha dato inizio all’anno del “Serpente di legno”, simbolo di rinascita e trasformazione.

 

Speriamo bene… Anche noi milanesi abbiamo una certa consuetudine col Biscione, col drago Tarantasio e con quel “cucciolo” che ci guarda accanto al portone centrale del Duomo. Quanto a trasformazioni e rinascite siamo abituati…

 

Le vie di Chinatown sono in festa, addobbate dalle tradizionali lanterne rosse che illuminano un quartiere vivace e accogliente.

 

Anche Milano ha partecipato a questa festa colorata. Alla Fabbrica del Vapore si sono tenuti laboratori artigianali aperti a tutti per farci avvicinare alla cultura cinese.

 

Infine Il 2 febbraio, alle ore 14, si è tenuta all’Arco della Pace la tradizionale festa-evento con danze e spettacoli, organizzata dalla comunità cinese della nostra città, alla quale hanno anche partecipato milanesi e turisti. A conclusione del periodo del Capodanno Cinese, il 12 febbraio siamo tutti invitati alla Festa delle Lanterne presso l’Arco della Pace, al Parco Sempione.

 

Il 2 febbraio, per i cattolici, è stato il giorno della Candelora, in cui si celebrano la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione di Maria, quaranta giorni dopo Natale, secondo la tradizione ebraica. Si sono accese le candele (simbolo della luce divina) e una solenne processione con una preziosa icona del Quattrocento si è svolta all’interno del Duomo.

 

Anche questa ricorrenza serviva per predire il tempo atmosferico, tanto importante in una società contadina. Stiamo un po’ a vedere cosa ci aspetta…

 

Ogni 3 febbraio ricorre poi la festa di San Biagio, con la tradizionale usanza di mangiare una fetta di panettone avanzato da Natale, antico e ottimo integratore per proteggerci da raffreddori e mal di gola.

 

E come non ricordare che tra qualche giorno si terranno le feste di San Valentino e San Faustino… e già battono i cuori!

Auguri a tutti!

A presto…

San Biagio e… il panettone! Una festa tradizionale di Milano

In piena epidemia di influenza, mal di gola e raffreddore una antica tradizione milanese ci suggerisce, per il 3 febbraio, una sorta di “vaccinazione” a base di… panettone.

Il 3 febbraio si festeggia San Biagio, il medico armeno, vescovo di Sebaste, che subì il martirio agli inizi del Trecento d.C. Si racconta che una donna disperata, gli avesse portato il figlio che stava soffocando per una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola. Biagio benedisse del pane e lo fece mangiare al bambino, salvandolo. Medicina e Fede avevano compiuto il miracolo e da allora il Santo protegge dal mal di gola.

Il culto di San Biagio, uno dei 14 Santi Ausiliatori che aiutano, cioè, in particolari malattie, è molto diffuso nel mondo cristiano. In particolare Milano è devota da secoli a questo Santo, già venerato nell’antica Basilica di Santa Tecla e con una statua sul Duomo ricostruita dopo la guerra.

Il 3 febbraio è usanza ricordare il “miracolo della gola” mangiando un pezzetto del panettone aperto durante il pranzo di Natale e conservato fino a questo giorno.

Un’altra tradizione legata a questo giorno è quella della benedizione della gola impartita dal sacerdote che incrocia davanti al collo dei fedeli, invocando San Biagio, due candele accese, benedette alla Candelora (2 febbraio) e legate da un nastro rosso.

In questo periodo le giornate cominciano ad essere più lunghe e miti (Quando vien la Candelora dall’inverno siamo fora). Le candele benedette il 2 febbraio (ricorrenza della Presentazione di Gesù al Tempio) sono l’immagine della vittoria della Luce sulle tenebre unendo simbolicamente la ricorrenza di San Biagio al Natale.

Un aneddoto curioso e poco conosciuto è riportato, in un suo libro, da Francesco Ogliari, cultore di antiche storie di vita milanese.

Era il 3 febbraio 1888 e le signore andavano in Duomo per ricevere la benedizione di San Biagio anche perchè era impartita da un bel monsignore che aveva molto successo tra le milanesi dell’epoca.

Fra queste signore bene, si era messa in fila anche una bella ragazza, la “Rizzolin” che “praticava il mestiere”, come la Rosetta anni dopo, a Porta Ticinese. Le signore si scostavano indispettite aspettando che il sacerdote scacciasse la peccatrice. Il monsignore, invece, le pose sul collo le candele benedette e, invocando per lei la benedizione, le disse sorridendo: “per intercessione Beati Biasii, tirett via de lì, se nò te basi!”.

La storia della “Rizzolin” termina qualche anno dopo ad Adua, dove era andata come infermiera col corpo di spedizione del Generale Baratieri. Chissà se San Biagio l’avrà accolta lassù sorridendo anche lui.

Per la festa di San Biagio a Milano c’è la tradizione di ricevere in regalo un panettone acquistandone un altro.

Si racconta che una donna avesse portato ad un frate un po’ goloso un panettone da far benedire per San Biagio. Il frate poco alla volta lo aveva mangiato senza pensarci. Quando, però, giunse il 3 febbraio, si ricordò del panettone e, preso dalla mortificazione e dal dispiacere, pregò il Santo di aiutarlo. Quando la donna si presentò a ritirare il proprio panettone, ne trovò uno grande il doppio… e questo regalo continua ancora oggi.

A tutti Buon San Biagio e ricordatevi di mangiare un pezzetto del panettone di Natale, fa bene alla gola e… ti prende per la “gola”.

A presto…