Un volo di farfalle per una Buona Pasqua 2022

Ancora una volta Porta Romana ci manda un festoso saluto dalle sue case.

Dopo la facciata in stile  Gaudì che molti tuttora rimpiangono, ecco un altro colorato esempio di artwall intitolato “Time to fly” e realizzato da Cheone per Clear Channel, sempre sulla stessa parete dell’edificio firmato Portaluppi.

Due mani accolgono tante farfalle multicolori, ma non le trattengono per sè; le lasciano invece libere di volare e portare gioia anche altrove.

In quest’opera si supera l’idea del murale, in quanto le farfalle, in materiale riciclato, escono dal muro e si posano su alcuni balconi della casa accanto e… chissà dove.

A tutti, in questi giorni incerti e difficili, giunga il nostro più affettuoso augurio di pace, serenità e speranza per volare verso il futuro.

Buona Pasqua!

A presto…

Vecchio e nuovo si incontrano all’Ortica: il quartiere museo

Nell’immaginario comune, Milano è vista come la città del fashion (moda e design), della nuova architettura, dell’innovazione nei diversi campi, delle tante opportunità. C’è molto di vero… Ecco alcuni esempi, molto differenti tra loro, che confermano o ci spingono in questa direzione.

scheggia – Porta Nuova

piazzale Loreto

piazza Resistenza Partigiana

piazza Resistenza Partigiana

Molti di noi milanesi, però, amano leggere o rileggere anche le “pagine” meno conosciute della nostra città che, come un libro, lascia scoprire a poco a poco una trama ricca di tanti capitoli e mille personaggi.

Ora che la pandemia ci ha tolto così tanto, coltiviamo la nostra resilienza andando a vedere l’Ortica, un quartiere che ha saputo affrontare le sue difficoltà in modo creativa e vitale.

L’Ortica è oggi conosciuta come quartiere museo per i suoi murales colorati  dipinti su anonimi muri che si trasformano in “gallerie” da vedere.

La street art è ormai riconosciuta come elemento per rigenerare spazi urbani “invecchiati” e il progetto Or.Me. (Ortica Memoria) ha fatto di questo quartiere uno dei più importanti in Europa per la riqualificazione delle periferie con i murales d’autore. Ecco una delle loro opere “firmata”.

https://www.raicultura.it/arte/articoli/2020/01/Un-nuovo-museo-permanente-di-street-art-a-Milano-726f097e-503d-42c9-94e9-102d85fca0c8.html

I murales sono stati realizzati nell’ultimo decennio su facciate di edifici, muri di cinta, cavalcavia e sottopassaggi ferroviari dagli street artists “Ortica Noodles” con la partecipazione anche di studenti e abitanti della zona.

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_novembre_20/noi-orticanoodles-maestri-dell-arte-strada-che-abbiamo-dipinto-maxi-murales-la-musica-mondo-942f6c8a-ec96-11e8-9cc0-d189758894d5.shtml

Camminando per l’Ortica, guardiamoci intorno: colori e immagini riempiono il quartiere parlando di cultura, impegno civile, temi sociali, sport.

Molto bello è il murale realizzato sulla facciata della scuola di via Trentacoste, dedicato alle donne che hanno fatto grande la Milano del Novecento.

Tra queste c’è anche la nostra Alessandrina Ravizza, alla quale è stato dedicato il parco omonimo, uno dei Giardini delle Donne, monumento vivo alla capacità rosa di generare non solo figli.

Vicino a questa scuola il verde è stato “riqualificato”. In via San Faustino è stato da poco realizzato un giardino condiviso e curato da diverse associazioni del quartiere. Un angolo verde in divenire, dove sarà bello, speriamo presto, sostare durante il nostro giro alla scoperta dell’Ortica.

La facciata di una casa del centro storico del quartiere è affrescata con un tripudio di fiori e piante che ci riporta a “orti”, origine del nome di questo territorio.

Infine, continuando i nostri quattopassi, andiamo in via Pitteri, appena prima della caserma e del complesso dei Martinitt, altra istituzione nel cuore di tutti noi, che ha permesso a grandi personaggi come Angelo Rizzoli, Leonardo Del Vecchio e Edoardo Bianchi (quello delle biciclette!) di studiare e porre le basi per il loro lavoro… e con quale successo. Ora è un campus universitario.

Sulla facciata laterale di un edificio ci appare improvvisamente una navata del Duomo. E’ in scala 1 a 2 e misura 23 metri di altezza contro i 46 di quella della nostra cattedrale.

In questo nuovo progetto di murales verranno dipinte anche guglie, vetrate e statue. La prima non poteva essere che Lei: la Madunina, grande e quasi moltiplicata in fasce verticali per espandersi e proteggere ancora di più la nostra città.

Un muro di cinta unisce i due murales e fa, per così dire, da copertina al  Fashion Factory Hub di Martino Midali. Moda e cultura vanno ancora una volta a braccetto.

Un tempo chi viveva all’Ortica diceva, prima di prendere il tram per andare in centro, “vado a Milano”. Ora ci sono anche visite guidate per andare a vedere questo vecchio e, nello stesso tempo, “nuovo” quartiere della città.

Ecco dove si trovano i murales:
via CavrianaAntifascisti e deportati; Sport
via OrticaLavoro e movimenti dei lavoratoriOrti dell’Ortica
via San Faustino –  Movimento cooperativo milanese; Musica popolare; Human, sulle orme dei migranti
via PitteriDuomo e Madonnina dell’Ortica
via TrentacosteDonne che hanno fatto grande il ‘900
via Rosso di San SecondoLegalità

All’Ortica, però, non ci sono solo i murales da vedere… Vi aspetto!

sottopasso via S. Faustino

In questo quartiere ci sono pagine che raccontano oltre mille anni di storia, dal Barbarossa alla peste, da una economia agricola a una industriale con le relative trasformazioni urbane e sociali. E poi un pizzico di mistero potrebbe mai mancare parlando di Milano?

A presto…

Quattropassi tra murales d’autore in giro per la città (parte seconda)

C’è un legame tra street art e ambiente, tra i “quadri all’aperto” e i luoghi dove sono stati dipinti? Siamo andati a vedere e a fotografare alcuni murales d’autore in tre zone molto diverse di Milano (Ortica, via Morosini e via Padova), dando un’occhiata anche all’ambiente dove sono stati inseriti.

L’Ortica

Abbiamo iniziato il nostro giro dall’Ortica, anzi, in milanese, l’Ortiga, un vecchio quartiere passato nel secolo scorso dal lavoro dei campi a quello in fabbrica.

Questo quartiere vuole affidare ad una serie di murales il racconto della propria storia e identità. La realizzazione di questo “quartiere-museo all’aperto”, primo al mondo, è ancora in corso. Ecco dei murales dipinti su alcuni edifici per illustrare storie di vita sociale.

Una piccola storia la raccontiamo anche noi. Nel cuore dell’Ortica c’è la chiesetta dei Santi Faustino e Giovita, chiamata anche Santuario delle Grazie.

È un tesoro poco conosciuto che risale ai tempi della distruzione di Milano ad opera del Barbarossa, quando i milanesi in fuga si erano rifugiati attorno ad alcune chiesette nelle campagne della nostra città, come a Nosedo e al Lorenteggio.

chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo a Nosedo

chiesetta di San Protaso o “gesetta di lusert” al Lorenteggio

Avevano pregato la Madonna perchè li facesse presto rientrare nelle loro case; così, quando le loro preghiere vennero esaudite, dedicarono a Maria, la Madonna delle Grazie, un affresco, una sorta di bellissimo murale ex-voto.

Non perdetevi questo antico tesoro giunto fino a noi; vale i quattropassi in più (anche autobus 54 da piazza Diaz) per chi abita lontano.

Passeggiando per la vivacissima Ortica, raggiungiamo il viadotto della ferrovia che diventa parete per accogliere i volti di personaggi della società e della cultura milanese e italiana. Guardiamo questi ritratti nel loro ambiente e confrontiamoli con quelli raffinati in color seppia di San Calimero o con le icone pop delle Colonne di San Lorenzo.

Tra i volti dipinti non poteva mancare quello di Enzo Jannacci, che ha dedicato una ballata allo sfigatissimo, ma indomito, “palo nella banda dell’Ortica”, uno forse della Ligera, come veniva chiamata la “mala” milanese del secolo scorso.

Via Morosini

Il nostro giro per vedere murales d’autore e ambienti continua in una zona a due passi da corso XXII Marzo, in via Morosini. Qui due grandissimi e scenografici murales di Millo sono dipinti sulle pareti laterali di due palazzi popolari e fanno da sfondo al “Giardino delle culture”.

È un piccolo spazio cintato e tranquillo con qualche pianta, panchine, giochi per bambini e anche un’area per momenti comuni, affidata alle associazioni di zona.

Ci sembra un angolo molto bello dove i murales, che richiamano il tessuto urbano, sono la quinta per definire uno spazio in mezzo alla città, piccolo ma vivibile, da amare.

Via Padova

Eccoci infine in via Padova, al NoLo (Nord di Loreto), zona considerata ad alta criticità, in via di trasformazione.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/nolo-quartiere-1.2193055

Questa lunga strada di oltre 4 chilometri, che da piazzale Loreto arriva a Crescenzago, con le sue ville sulla Martesana, è sempre stata terra di immigrazione, prima italiana, ora planetaria, con incontri e scontri tra culture differenti.

È una realtà molto composita, con diversi tasselli che devono riuscire a formare un unico mosaico, come quello che è stato realizzato sul lungo muro della ferrovia in via Pontano, diventato una sorta di East Side Gallery, come a Berlino, un qualcosa di bello per tutti.

Il Comune ha affidato a street artists il compito di affrescare questo muro.

I “quadri” sono molti forti e riprendono temi della cultura classica e contemporanea, personaggi del mito o di film, “fiction” che non furono mai, ma sono sempre dentro di noi.

È un contesto dove emergono le paure, i mostri, le angosce, ma anche le speranze e la possibilità di lottare per sconfiggerli.

Un addio

Terminiamo questo nostro piccolo viaggio fra alcuni murales della street art milanese con un addio: in via Carducci una coppietta stava abbracciata su un muro. Ora Leonardo e Monna Lisa sono stati imbrattati di vernice. Vogliamo ricordarli all’ “incontrario”, come se fossero riusciti ad uscire dalla nube di parole che li avvolgeva, per continuare a vivere la loro storia!

A presto…

Quattropassi tra murales d’autore in giro per la città (parte prima)

I nostri quattropassi per Milano spesso ci fanno incontrare “quadri” all’aperto, una sorta di pinacoteca inaspettata che ci lascia pieni di stupore e meraviglia.

Possiamo trovare opere di street art in una zona griffata, in un sottopassaggio, in un angolo di una strada “normale”, in una periferia critica.

 

Murales pieni di colore danno vita a muri, case, saracinesche, portoni e persino colonnette di servizi e dissuasori di cemento.

Abbiamo raccolto, in diversi punti della città, molte immagini di street art, passata in pochi anni da movimento di controcultura a espressione artistica riconosciuta da critici, istituzioni e privati.

Un marchio prestigioso come Gucci affida ad un murale in corso Garibaldi il lancio di un profumo.

Questa  grande  pubblicità  sarà  esposta  per  due  mesi e  ne  ha sostituito  un’altra,  in  un  temporary di immagini  sempre nuove, come le tendenze della moda.

Anche gallerie d’arte e locali di charme si contendono i più famosi esponenti della street art.
Le istituzioni affidano a writers il compito di “affrescare” muri o luoghi di passaggio, come il sottopasso di Porta Garibaldi verso via Pepe nel quartiere Isola. Sono immagini che diventano simpatici compagni di viaggio verso casa o luogo di lavoro.

Sono figure vivaci, ironiche e divertenti, come quelle che rendono curioso e da vedere un sottopassaggio a Rogoredo dedicato ad alcune canzoni di Enzo Jannacci.

Al grande cantautore milanese, cantore della fragilità umana, è dedicato anche un percorso che richiama i luoghi dove sono ambientati i suoi testi.

In un grande murale in viale Forlanini, sul “stradun per andare all’Idroscalo” sono dipinti, inconfondibili, “i scarp de tennis“, allora segno di marginalità, “de barbun“, oggi diventato anche accessorio griffato di tendenza.

Accanto a questo  “dipinto”, sullo stesso muro del passante ferroviario, c’è un altro grande murale nel quale un famoso artista cubano ha interpretato il tema del viaggio come cammino umano.

Su questo muro, accanto al quale centinaia di persone passano ogni giorno per percorrere in treno un tratto della loro vita, ci sono immagini forti e tanti pensieri racchiusi in singole parole, scritte proprio da molti di quei viaggiatori che hanno partecipato a quest’opera corale.

Di fronte a questa pinacoteca straordinaria, c’è un altro “quadro” che ci lascia un messaggio molto importante e troppe volte sottovalutato.

A presto con la seconda parte di questo giro tra arte e ambienti milanesi…

Costantino tra i murales – (dove)

La statua di Costantino si trova presso il colonnato di San Lorenzo Maggiore, una delle più antiche chiese di Milano.

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Siamo in piena arte classica…non solo! Se guardiamo verso il muro di cinta dell’oratorio, vediamo un grande murales intitolato “Milano Street Hi-story”.

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Tanti altri “muri d’autore” stanno colorando Milano, su incarico di privati o di enti pubblici.

In quest’ottica nasce il Progetto Wall-art, per celebrare i 140 anni del Gaetano Pini; questa iniziativa si è avvalsa di celebri esponenti della street-art milanese che hanno affrescato, il muro esterno e interno dell’Istituto.

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Inoltre questo progetto ha riguardato anche il muro di cinta del vicino Convento della Visitazione, in piazza Cardinal Ferrari e adiacenze. Da  un immenso dipinto di 600 metri quadrati i volti di grandi “milanesi” guardano i passanti; su queste pareti, accanto ai personaggi, aforismi e citazioni. Abbiamo già riportato i ritratti di Gaber e Jannacci (vedi “Il Cristo Redentore del Verziere“), ve ne presentiamo altri; andate a vederli, magari sedendovi sulle panchine del giardinetto di fronte.

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Altri murales si trovano di fronte, sulla facciata dell’Archivio Diocesano. Qui, in 200 metri quadrati, un “antico codice miniato” ha sostituito dei precedenti scarabocchi e introduce ai contenuti dell’archivio.
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In diversi punti della città si possono trovare altri murales. Un bel drago (come ritorna questa immagine nella storia della nostra città!) fa mostra di sè in via Canonica, angolo via Paolo Sarpi.

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Nelson Mandela e la colomba della Pace ci guardano dal muro della Fabbrica del Vapore di via Procaccini.

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Un grande murales di ben 110 metri è stato voluto dalla Campari a Sesto San Giovanni per colorare il lungo muro di cinta della fabbrica del famoso bitter.

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Anche alcuni negozi hanno scelto di far decorare le proprie serrande con opere di street-artist, così la città rimane più colorata anche quando sono chiusi.

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Non ci è possibile fare un elenco delle opere degli street-artist a Milano, perchè ci possono comparire  di fronte quasi all’improvviso su un muro grigio, in una periferia anonima o anche in una stazione della metropolitana o delle ferrovie.

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E guardando alcuni ponti del Naviglio Pavese o del Naviglio Grande come non meravigliarsi di un pescecane che spunta dall’acqua o sorridere di due pinguini innamorati e di una ragazza che si dondola su un’altalena …..

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Anche gli arredi urbani possono esser rivisitati ironicamente!

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Se, passando per Milano, incontrate qualche opera che vi sembra significativa, scattate una foto e inviatecela. La pubblicheremo!