Itinerario: scheletri alla “Statale”

 Klaatu…Barada..Nikto 

https://www.youtube.com/watch?v=4VtcOCHePB4

Se vi sentite un po’ Ash dell’Armata delle Tenebre non potete perdervi questo itinerario insolito e stravagante: visitare la cripta recentemente riaperta, che si trova nel cortile principale dell’ Università statale sotto la chiesa dell’Annunciata e che contiene circa 500 mila scheletri.

100_6364

Una buia scaletta vi condurrà in un vasto sotterraneo, completamente vuoto,  suddiviso in un insieme di cripte, collegate tra loro da corridoi.

Cripta dell'Annunciata

100_6315

Svoltando in un corridoio poco illuminato, si resta senza parole, quando improvvisamente si incontra la statua di una bimba, con il vestitino della festa e delle bellissime scarpine alla bebè. Non siamo ancora riusciti a scoprire nulla di lei, ma continueremo le nostre ricerche. Di fianco la statua di un angelo, forse lì a tenerle compagnia.

100_6369

100_6377

100_6368

Sul pavimento delle cripta, fate attenzione!!, si trovano numerosi tombini: sono i “coperchi” di pozzi verticali, utilizzati come ossari comuni per i resti dei defunti non abbienti dell’ospedale.

100_6365

Quando la peste colpì Milano nel 1630, si ammassarono nei pozzi centinaia di corpi (!!!), tanto che nel 1695 la cripta dovette essere chiusa.

Dimenticata fino alle Cinque Giornate (1848), fu riaperta per dare sepoltura ai 141 milanesi caduti combattendo, successivamente traslati nell’ossario sotto l’obelisco di piazza Cinque Giornate. La cripta da allora rimase chiusa e “sepolta”.

100_6373

100_6375

Questo “oblio” durò fino a pochissimi anni fa, quando si iniziarono degli studi sui resti umani sepolti nella cripta.

Una curiosità: la coordinatrice di questi studi si è calata in uno dei pozzi “nuotando in un mare di ossa” (La Stampa, 31/3/2011)

images.jpgossa

Attraverso queste indagini si vuole arrivare a formulare una specie di “archivio biologico” per comprendere meglio le condizioni di vita, mappare le patologie più frequenti in quei 200 anni di storia cittadina e stabilire le possibili cause di morte. Questa ricerca sta dando risultati interessanti; per esempio si è visto che, nonostante le malattie, la vecchiaia era la prima causa di morte. Ecco due immagini della ricerca sul campo.

100_6372

100_6374

Vi assicuriamo che l’atmosfera, nella cripta, è molto inquietante. Guardate con attenzione l’ultima foto che abbiamo fatto:…

100_6317

cosa vedete?…potrebbe accadere come nel film …?!? Ad ogni buon conto evitate di pronunciare la frase iniziale…..

Necronomico arm ten l-armata-delle-tenebre manifesto

Itinerario da S. Bernardino alle Ossa

DA DOVE ……. DOVE

“Ti spiacerebbe dirmi, per favore, da quale parte dovrei andare, partendo da qui?” (Alice nel paese delle meraviglie – L. Carroll)

laghetto-mappa

itinerario intorno a San bernardino 001

 Questa zona, appartata e silenziosa, è una piccola oasi di tranquillità a pochi passi dal centro, ma solo nel weekend. Durante la settimana, quando è aperta l’Università Statale di via Festa del Perdono,

100_6303

100_6387

100_6388

è vivace, piena di ragazzi, biciclette, negozi “colti”, librerie, copisterie, bar piacevoli e a buon mercato, dove si sente ridere e raccontare di esami e di prof. Il sabato e la domenica tutto cambia; l’Università è chiusa, salvo eventi. Un vero peccato che impedisce di gustare questo angolo di Rinascimento con la sua ordinata bellezza e con i suoi chiostri, sui muretti dei quali è bello sedere come avviene da 600 anni. (Vista l’importanza della Ca’ Granda, cioè dell’Università, ne parleremo in un altro itinerario).

Torniamo sui nostri passi. Belisama ci ha già accompagnato alla chiesa di San Bernardino e alle sue macabre decorazioni. Siamo ora in piazza Santo Stefano, dominata dalla chiesa di Santo Stefano in Brolo.

100_6253

100_6247

Sì, avete letto bene: Brolo, l’antico nome del bosco, che dà anche il nome ad una viuzza qua dietro…Ma non è tutto; alle spalle di San Bernardino c’è un piccolo giardino, quasi segreto, che sembra invitare ad una tranquilla sosta per  una lettura o per una chiacchierata piacevole, magari mangiando un panino  (se ci andate di domenica, però, dovete portarvelo da casa, qui vicino è quasi tutto chiuso).

100_6394

100_6396

100_6395

Molto tranquilla la nostra chiesa di Santo Stefano, nel passato, non lo è di certo stata. Qui, sotto il porticato, di cui rimane quell’unica colonna, fu ucciso da congiurati il Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, il 26 dicembre del 1476. Inoltre, appena entrati nella chiesa, sul pavimento, una grata d’ottone copre una pietra, detta degli Innocenti, che ricorda quattro funzionari imperiali che, durante il regno dell’Imperatore Valentiniano I (quando Mediolanum era la capitale dell’Impero Romano d’Occidente), osarono denunciare un ricco patrizio milanese, corrotto, ma legato al potere. Furono giustiziati loro dopo atroci torture proprio su questa pietra.

100_6249

100_6132

100_6248

Anche via Laghetto, accanto alle nostre due chiese, non era certo un’oasi di pace, come sembra guardando vecchie immagini di Milano.

laghetto - duomo

Perchè si chiama via Laghetto? Milano è da sempre città d’acqua, anche se non c’è il “grande fiume” come in altre città. Di fiumi, piccoli ma disastrosi, ne abbiamo diversi (Olona, Lambro, Seveso, Nirone, Vettabbia) e il sottosuolo è ricco di acqua; nel corso dei secoli sono stati poi creati i Navigli, ma di ciò parleremo in altri itinerari. Siamo nella seconda metà del Trecento: per la costruzione della nuova Cattedrale, il Duca Gian Galeazzo Visconti donò alla Fabbrica del Duomo la cava di marmo di Candoglia, vicino al Lago Maggiore; voleva una chiesa non più di mattoni, come nel gotico lombardo, ma di prezioso marmo dai riflessi rosati, come nelle cattedrali di Oltralpe. Come fare a portarlo?

cave di candiglia esterno

cave di candoglia

Il materiale arrivava al piccolo porto artificiale di via Laghetto, costruito apposta, percorrendo le vie d’acqua da Candoglia fino al Naviglio Interno; i barconi adibiti al trasporto  del marmo erano esentati dal pagamento di dazi e pedaggi esibendo un “lasciapassare” con la scritta A.U.F., cioè Ad Usum Fabricae, da cui l’espressione a ufo, ovvero a sbafo).

barcone AUF

AUF

mangiare a ufo

Al Laghetto i blocchi venivano caricati sui carri fino al cantiere del Duomo. Anche il nostro dinosaurino è arrivato  qui e Belisama, tra acque e brolo, era felice.

Tutto roseo, quindi, come il nostro marmo? Mica tanto…Nel piccolo porto di via Laghetto arrivava anche il carbone, utilizzato come fonte energetica. L’edificio al numero civico 2 era la sede dei carbonai, i “tencitt” (cioè sporchi, neri come il carbone).

100_6392

Per i milanesi del tempo questa zona era sotto l’influsso di streghe e fattucchiere. Pensate che durante le epidemie di peste nessuno, stranamente, si ammalò nella zona del Laghetto; sortilegio o potere disinfettante della polvere di carbone? In ogni caso un certo Bernardo Catone, per ringraziare la Madonna dello scampato pericolo, fece realizzare un dipinto murale, ancora oggi visibile proprio sulla facciata dell’edificio dei “tencitt” (che oggi ospita un bel ristorante e alcune abitazioni private).

100_6301

100_6390

Qualche parola, infine, sui negozi della zona; non ce ne sono molti, per lo più concentrati in via Bergamini (che era la via dei formaggiai).

100_6331

Da segnalare alcune botteghe storiche.  Se entrate nell’ orologeria Sangalli per un acquisto o per una riparazione, chiedete al gentile proprietario di vedere il locale degli orologi; sotto un soffitto ligneo che ha dell’incredibile, è raccolta una collezione di cucù e di pendole dal sapore antico. Qui passato e presente camminano insieme!

100_6329

100_6323

100_6326

Poco distante c’è un negozio molto interessante di casalinghi e di fronte una storica libreria con un bel reparto di oggettistica e di prodotti naturali provenienti da vari monasteri.

100_6400

100_6399

100_6402

Il nostro giro è terminato, ma se volete c’è ancora qualcosa di interessante da vedere… Arrivederci alla prossima puntata: la Statale!

Itinerario da piazza Mercanti

DA DOVE ……. DOVE

“Ti spiacerebbe dirmi, per favore, da quale parte dovrei andare, partendo da qui?” (Alice nel paese delle meraviglie – L. Carroll)

itinerario da piazza mercanti 001

Abbandonata piazza Mercanti, descritta nel “Dove”, e, attraverso il passaggio degli Osii, vi troverete in via Orefici.

In questa zona, piena di traffico e tram, i nomi delle vie ci riportano ancora in un passato remoto. Il quartiere intorno  a piazza Mercanti era il cuore delle attività commerciali; vi si trovavano infatti le botteghe della produzione di armi, della lavorazione dei metalli, dal ferro all’oro, o di altro ancora. Le singole attività hanno dato il nome alle vie: via Spadari  era quella in cui c’erano le botteghe delle spade, via Armorari quelle delle armi, via Speronari, famosa per gli speroni, via Cappellari per i copricapi … Questa zona era una sorta di “centro commerciale”!

Di tutto ciò non esiste più nulla, solo i nomi mantengono i ricordi delle attività che si svolgevano.

100_6285 100_6284 100_6275
100_6270 100_6268

Fate quattro passi in via Spadari guardando le belle case con balconi liberty (non perdetevele!);

casa-ferrario

poi, se siete golosi, passate dal “Peck”, (sempre con l’articolo, alla maniera milanese), da “Ladurèe”, da “Noberasco” o dalla caffetteria “Passerini”, sono tutti negozi molto rinomati, dove magari fare solo un assaggino.

100_6277

100_6279

100_6281

Tornati su via Torino (ne parleremo poi a lungo) troverete un piccolo chiosco di fiori, gentile segnale del tesoro che si trova al di là del cancello, dopo un piccolo cortiletto di pietra: la chiesa di S. Maria presso San Satiro. Ad una prima occhiata l’interno sembra quello di una bella chiesa e niente altro. Ma come per tante altre cose di Milano bisogna guardare oltre l’apparenza.

Avanzate piano piano verso l’altare. Cosa notate? Niente di strano? Un’abside! Quanto sarà profonda? Avvicinatevi di lato e scoprirete che misura meno di un metro! Ebbene sì, messer Bramante ci ha ingannato con il suo gioco prospettico, ci fa credere quello che non c’è, siamo in una grande illusione, in un magnifico, immenso trompe l’ oeil!

milano 640px-Milano_San_Satiro_Interno_1 Milano_Santa_Maria_presso_San_Satiro_foto_di_Enrico_Engelmann (5)

Se proprio non siete convinti e volete constatare di persona, andate a misurare il retro della chiesa dall’esterno. Percorrete via Speronari, piena di aromi di dolci, di pani e di caffè che escono da ” Princi”, “Panarello” e “Vergnano”,

100_6273

caffè Vergnano

20130122_101641 (1)

fino all’incrocio con via Falcone, e raggiungete l’abside che non c’è! Manca la sporgenza!

100_5243

100_6406

D’altra parte in questa zona, in tempi lontani, siamo intorno al 1500 , c’erano locande, taverne, con giocatori d’azzardo e prostitute. Non si poteva abbattere ciò che esisteva, e che procurava tanto denaro, per ampliare la chiesa che si stava ricostruendo.

Sul muro poco distante c’è una Madonna con Bambino che ricorda un fatto miracoloso avvenuto in questa via. Una notte un giocatore, uscito da una locanda dove aveva perso tutti i suoi averi, sfogò la sua ira, pugnalando al collo il Bambino che grondò sangue. Si gridò al miracolo e il giocatore si pentì e si fece frate. L’originale del dipinto fu poi spostato all’interno della chiesa, sopra all’altare.

100_5244 100_6408

Grazie  per averci seguiti e arrivederci al prossimo itinerario!

Due ragazze del Verziere e la statua che voltò la testa – (raccontaMI)

CAPITOLO  1 – La Barbarinetta

_Belisama! Belisama!

_Chi mi chiama? Non mi ricordo bene di te…Ma sì, sei la Barbarinetta!

_Grazie di avermi riconosciuta…Nessuno più, qui a Milano, conosce la mia storia, nè guarda più quella grande statua del Cristo Redentore in cima alla colonna di largo Augusto. Le auto ci girano intorno e la gente non alza più gli occhi; pensa di trovare tutto quello che cerca a due metri da terra.

_Questa zona, il Verziere, è sempre stata piena di vita e di lavoro. C’era un grande mercato di verdura e, dove vive tanta gente, c’è sempre qualcuno che sgarra!

_Stavo tornando a casa con mio padre, un gruppo di balordi ci aggredì e lo uccise; poi mi rapirono per violentarmi, anch’io era preda del loro bottino. Urlavo, mi dibattevo, mi picchiavano per tenermi ferma. Improvvisamente, richiamato dalle mie grida disperate, un bel giovane biondo venne in mia difesa e mi salvò da tutte quelle mani. Mi innamorai di lui e lo amai come si ama il primo amore e lui mi ricambiò, tenero e dolce come mai era stato nella sua vita di assassino. Me ne andai con lui, condividendo la sua vita “fuorilegge”. Poi, un giorno, fu catturato e giustiziato in questa piazza. Non ressi a tanto dolore e mi gettai da un palazzo, quasi per raggiungerlo sul patibolo e morire con lui. In quel momento la statua del Cristo Redentore si girò per non vedere un dolore così disperato. Da allora aspetto che il mio amore torni da me, non può essere condannato in eterno chi ha amato tanto, anche per poco tempo, come lui.

Belisama guarda lassù, verso la statua, e l’aria sembra sorridere.

398px-0766_-_Milano_-_Colonna_del_Verziere_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_5-May-2007

Si sentono due voci, di gioia e di pianto insieme, poi due ragazzi si corrono incontro e, abbracciati stretti stretti, volano via, verso il Cielo. A Belisama si inumidiscono gli occhi e anche la statua sorride.

chagall_levitazione-degli-amanti

[l’happy end non fa parte della storia, ma a noi piace… bene espressa a nostro parere da un dipinto di Chagall]

 

CAPITOLO 2 – la Ninetta

_Ah, gli uomini, anche “a me” mi hanno rovinata

ninettaweb

_Ciao Ninetta, come va il tuo mestiere, il più antico del mondo?

_Bene, non manca mai. Quante disgrazie, quanta miseria, prima di incontrare “el Pepp“, quel parrucchiere che mi ha incantato e mi ha ingannato. Quante parole dolci mi ha detto, “stu lumagon“; poi ha cominciato a “fà il trist, a mangià pocch...”, “Voglio morire“; e io, stupida, a credergli, mi piaceva. E lui, un giorno, “Ninin…tas…lassem fà…pensa nagotta…Sto fioeul di un’ona vacca el me l’ha rotta“. Poi la mia vita è andata sempre più giù e il mio letto è diventato una scialuppa di uomini alla deriva. Sapessi quante cose mi tocca fare…

_No, Ninetta, non dire altro. Lasciamo al lettore, se vuole, cercare altri particolari…Dove? In una libreria, settore classici dialettali, autore Carlo Porta.

0