Tutti a tavola: il pranzo di Natale

Ed eccoci quasi arrivati all’amato/temuto pranzo di Natale, atteso tutto l’anno come momento di Festa, di incontri e di assenze, di gioia e di nostalgia, di allegria ostentata e di tristezza ricacciata giù.

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Le famiglie e, speriamo, i cuori si sono allargati e le usanze gastronomiche si sono arricchite di piatti diversi e persino di altre culture.

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Commensali tradizionalisti e “innovativisti” si contendono la scelta dei menù per la Vigilia e il Pranzo di Natale.

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Poi, per la Festa più tradizionale dell’anno, probabilmente vinceranno i piatti di una volta e di sempre, quelli che “vuoi mettere gli spaghetti alle vongole della mamma”, “i ravioli fatti in casa della zia”, “il cappone con la mostarda che si mangiava a Natale, quando non c’era niente, ma c’era tutto” e così via.

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RAVIOLI

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Abbiamo preso spunto da una bella mostra sui piatti di Natale che ha avuto luogo alla Biblioteca Sormani di Milano.

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C’erano libri, testi, stampe e manifesti del passato che riguardavano il momento simbolico del Pranzo natalizio.

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Il piatto forte, però, era la carrellata di menù tradizionali italiani e del Mondo.

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Ve ne proponiamo alcuni: forse qualcuno ritroverà i sapori e i profumi di tante feste.

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Chissà se da questo melting pot di piatti tradizionali, possa nascere qualche idea per il Pranzo di Natale 2015 e seguenti!!!

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Qual è il “Piatto” di Natale che accontenta tutti? Dopo tutti questi piatti tradizionali così diversi, di uno solo siamo assolutamente certi: a fine pranzo non può mancare il Re panettone!

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Gli animali nel Presepio

Facendo quattro passi in corso di Porta Romana ci siamo imbattuti in diverse “similpecore”, alcune anche vestite a festa e altre a forma di panchina, davanti a belle vetrine natalizie.

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Ci siamo chiesti se fossero dirette verso qualche presepio o se ne fossero uscite, per venire tra noi, portandoci qualche messaggio speciale.

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Già un gregge era stato collocato. a settembre, in occasione di Expo, in piazza San Nazaro, opera dell’artista Luciana Gallo.

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Questa insolita presenza delle pecore tra noi e i nostri caotici impegni prenatalizi, ci ha fatto pensare agli animali nel presepio.

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A noi sembra normale vedere il bue e l’asinello, le pecore e gli animali da cortile, gli esotici cammelli, di fianco alle statuine del presepio.

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I Vangeli, però, non ne fanno cenno e si limitano a parlare di mangiatoia.

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“Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature…”. Ci voleva la grande visione del Creato da parte di San Francesco d’Assisi per “sdoganare” anche gli animali.

https://www.youtube.com/watch?v=2oGL_YIfL9I

greccio

Giotto

Insolito e grandioso è stato recentemente lo spettacolo in San Pietro, illuminata da immagini molto suggestive del Creato; tra queste anche bellissime rappresentazioni di animali.

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Ecco come alcuni grandi artisti hanno interpretato l’Adorazione e la Natività. dipingendo anche animali, che partecipano all’Evento, portatori di grandi significati simbolici.

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G. da Fabriano

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Giotto

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V. Foppa

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Caravaggio

Molto vicini a noi, in Sant’Ambrogio, ci sono due opere diversissime, ma imperdibili, a questo proposito. Una è l’incredibile Natività scolpita sul cosiddetto Sarcofago di Stilicone, dove il Bambino ha accanto solo animali e nessun’altra figura umana o angelica.

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L’altra è lo struggente presepio realizzato da soldati italiani, prigionieri in un campo di concentramento tedesco durante la seconda guerra mondiale, e costruito con brandelli di ciò che era loro concesso.

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Milano è molto ricca di presepi, alcuni veri e propri capolavori. Ne abbiamo già parlato lo scorso anno nell’articolo “Presepi a Milano”. Non perdiamoceli, magari dando anche uno sguardo curioso agli animali presenti.

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Questo argomento sul significato degli animali nel presepio, ci sembra molto stimolante; cercheremo di approfondirlo presto insieme. Per ora tanti cari auguri a Voi e ai vostri amici pelosi, squamosi e piumosi, anche da parte di Luna e Coniglio, i nostri familiari non umani.

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Buon Natale a tutti!

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Quattro passi tra alberi e mercatini natalizi 2015

Le bancarelle dei mercatini natalizi, anche benefici o equosolidali, hanno invaso allegramente la nostra città, che, fiera del successo di Expo, vuole continuare a vivere l’atmosfera di festa e di socialità, passeggiando tra gli stand che offrono una grandissima varietà di prodotti.

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L’Albero di Natale ha preso il posto dell’Albero della Vita e rallegra piazze, negozi e le nostre case.

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Tradizionale o tecnologico, basic o addobbato all’inverosimile, ognuno ha preparato il proprio albero.

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L’Albero di piazza Duomo è cresciuto letteralmente davanti a nostri occhi: da spelacchiato (o è stato il frutto di un “parrucchiere” un po’ Kociss?), si è fatto l’extension e ora è pronto ad augurarci Buon Natale.

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Il mercatino di piazza Duomo ha appena aperto i battenti.

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Intorno al Duomo tante casette di legno hanno preso il posto delle bancarelle a volte un po’ sgarrupate di un tempo, trasformando la piazza in un piccolo villaggio alpino, dove si possono trovare prodotti alimentari e articoli da regalo.

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Il Duomo, con il suo marmo rosato e le sue guglie, sembra, in questo periodo, la nostra cima dolomitica.

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Chissà se le statue ci racconteranno le loro storie come i personaggi del regno dei Fanes?

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Un volo, anzi, meglio la metro o il passante ferroviario, e passiamo da piazza del Duomo, cuore della tradizione milanese, a piazza Gae Aulenti, frutto degli archistar del nuovo millennio.

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Anche qui , sotto le alte guglie dei grattacieli, ci sono casette di legno, l’albero e la pista coperta di pattinaggio sul ghiaccio, contrasto e ricchezza di questa nostra Milano.

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Queste torri a specchio si riflettono l’un l’altra e sembrano ancora di più. L’albero sembra quasi protendersi per continuare nella guglia rossa della Torre Unicredit.

Nuvole riflesse sui nuovi grattacieli di Milano

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Non un albero solo, ma tanti e tutti illuminati sono quelli all’interno di Corso Como 10.

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Lo possiamo raggiungere guidati dalle belle stelle della via, poco distante da piazza Gae Aulenti. Anche qui si trova un piccolo mercatino natalizio aperto fino al 23 dicembre.

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Appena archiviato è stato, qui accanto, il mercatino degli Alterbej, piccola fiera alternativa allestita sul cavalcavia tra le torri.

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È stata la versione un po’ underground della fiera meneghina per eccellenza, gli Oh bej – Oh bej, sfrattata dall’abbraccio di sant’Ambrogio e approdata da qualche anno al più laico, ma spazioso Castello Sforzesco.

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oh bej

Ha compiuto 20 anni di straordinario successo l’Artigiano in Fiera, a Rho.

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Questo mercato di artigianato e food accoglie ogni anno un numero incredibile di visitatori che, muniti di zaini e trolley per gli acquisti, “partono” per un viaggio nel Mondo dei regali e del cibo.

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È un vero e proprio street food globale: dalle ostriche francesi alla paella, dalla polenta ai cannoli siciliani, dalle carni sudamericane alle cucine orientali.

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Se non ci siete mai andati (ma è possibile?) segnatevi questo viaggio gratuito per il 2016.

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Spostiamoci al Portello; se a Rho c’era il Mondo in esposizione, qui, tra le vetrine del centro commerciale, c’è un piccolo mercato trentino.

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È veramente molto bello: pulito, ordinato, con merce di gusto e qualità.

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Magari, se fa freddo, viene voglia di una fettina di strudel o di un goccio di vin brulè.

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Abbiamo fatto qualche piccolo acquisto: ne valeva la pena. Altra chicca: nei sotterranei di questo centro commerciale c’è un immenso parcheggio gratuito.

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Ed ora una visita al Villaggio delle Meraviglie, dedicato ai bambini, presso i Giardini Pubblici; c’è la Casetta di Babbo Natale, altri piccoli chalet che, fino all’Epifania, offrono dolci tradizionali per la merenda e giocattoli. Una doppia pista di pattinaggio sul ghiaccio, anche al coperto, ha un pinguino come maestro per i più piccoli.

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Tutti possono imbucare la loro letterina: chi di noi non ha qualche desiderio da esprimere?

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Il Villaggio delle Meraviglie non è l’unica “sede” natalizia di Babbo Natale nella nostra città. Quest’anno, per la prima volta, Santa Claus aspetta chi crede in lui, grandi e bambini, alla Darsena.

A presto… e al prossimo anno!

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Buon Natale!!

Regali, corse, pacchetti, messaggi, telefonate, pranzi e cene…Che fatica!

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Che idea! Vivere con gioia tanti piccoli Natali, in tanti giorni diversi: un caffè con l’amica del cuore, una fetta di panettone coi colleghi, un aperitivo con gli amici, poi altre feste a scuola, all’asilo, in palestra, nel volontariato…festeggiare mille Natali!

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Poi, il 25 dicembre, c’è chi si ritrova per il grande pranzo che rinnova affetto (si spera!) ed appartenenza al gruppo dei parenti, c’è chi condivide famiglie allargate, c’è chi vive il primo Natale di coppia o il primo in tre, c’è chi lo passerà da solo e potrà godere della libertà di fare quello che vuole, chi passerà un Natale diverso, come AstroSamantha.

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A tutti, ma proprio a tutti, Buon Natale!!

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Re Panettone

Quante discussioni ci saranno sull’origine del panettone tra Belisama e Ludovico il Moro!

Il panettone è il tradizionale dolce milanese di Natale: una sua fetta non può mancare per terminare il pranzo oppure da mangiare con i propri cari per augurarsi Buone Feste.

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La sua origine è avvolta nella leggenda: di certo è il dolce di Milano, ancor oggi prodotto con una ricetta di 500 anni fa!

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Abbiamo trovato, tra le tante, anche una leggenda che attribuisce un’origine celtica a questo dolce. I Celti, nello stesso periodo in cui oggi si festeggia il Natale, celebravano il Solstizio d’Inverno per favorire una buona semina e un futuro buon raccolto. Durante questa festa, lo “Yule”, i Druidi, sacerdoti celti, si scambiavano un pane d’orzo, zuccherato e contenente pezzetti di mele e acini d’uva. Questo dolce era considerato il cibo sacro più importante dello Yule. Lo accompagnava una bevanda d’orzo fermentata con miele, che alcuni chiamano idromele.

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Secondo un’ altra leggenda più nota, invece, il panettone nacque, ai tempi di Ludovico il Moro, dal desiderio di un giovane garzone di fornaio, chiamato Toni, di entrare nelle grazie del padre della propria amata, che era anche il suo principale. Fece un dolce speciale, appunto il “Pan de Toni”, per incrementare le vendite…fu un successo!

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Un altro Toni sarebbe il padre del panettone secondo un’altra versione. Un cuoco fece bruciare per errore il dolce preparato per festeggiare il Natale alla corte di Ludovico il Moro. Per salvare la situazione, un garzone di nome Toni ebbe l’idea di aggiungere, all’impasto per il pane, zucchero, burro, canditi e uvette; lo fece cuocere e lo presentò al Duca, che ne fu entusiasta e lo ribattezzò “Pan del Toni”.

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In tempi più vicini a noi, il Verri pensò a questo dolce come a un “pane di tono”, ossia speciale, da consumare in occasione di feste, come il Natale. La famiglia intera si riuniva intorno al focolare attendendo che il pater familias spezzasse “un pane grande” e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti.

Comunque sia, questo dolce è per noi simbolo e profumo del Natale.

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 e per concludere una poesia di Pastori ” La parabola di Natale”

“E infin…el panaton! El panatton
compraa in Vial Monza al numer vintises
in del Vergani; on bell panattonscell
(mezz chilo in tutt perchè no ‘l faga pes
sul stomich pù allennaa) che l’è poeu quell
che el fa pussee Natal, e l’è tant bon
che domà a usmall el fa vegnì el magon!”

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I Vergani hanno ricevuto l’Ambrogino d’oro 2014 e vi aspettano da Eataly Smeraldo domenica 30 novembre alle 11.00. Vergani festeggia i suoi “primi” 70 anni sul Palco Smeraldo per l’occasione presenterà un panettone speciale da 70 kg. A seguire una DEGUSTAZIONE GRATUITA di panettone Vergani excellente!

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Invece il 29 e 30 novembre all’ex-Ansaldo (Spazio A, via Bergognone A. da Fossano 34) si terrà “Re Panettone 2014″, una rassegna speciale su questo dolce. Con ingresso gratuito su invito scaricabile dal link http://www.repanettone.it/RePanettone/re_panettone_2014.html

Se non si riesce ad andarci, ricordiamoci però di augurare a tutti una buona semina e un buon raccolto per il nuovo anno, con una fetta di panettone!

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