Le foto che abbiamo scattato per voi tra artigianato e golosità

Ecco alcune immagini del piccolo itinerario raccolte passeggiando tra i banchetti del Chiostro in Fiera, al Museo Diocesano, e alla rassegna Milano-Sanremo del Gusto, alla Darsena.

La giornata è bellissima e il campanile di Sant’Eustorgio sembra saperlo mettendosi in posa nell’azzurro del cielo.

Le porte del Museo sono spalancate e il colpo d’occhio sui portici e sul prato del chiostro trasmette aria di festa.

Ecco alcune foto dei nostri quattropassi tra i banchi delle “stoffe” e delle altre creazioni artigiane.

I colori dell’autunno non sono certo grigi e tristi. Che ne dite?

I fiori dei vestiti copiano quelli della natura…

Non vi viene voglia di dire: “Sono pronta, prendo la borsa”… Ma quale?

I prodotti cosmetici naturali sembrano usciti dal calderone di Amelia, saranno magici?

Anche il gusto partecipa alla festa: preferite una tazza di tè con un racconto che dura il tempo dell’infusione (che bel regalo per l’amica English Style), o dei sapidi formaggi di qualità?

Infine una pausa al bistrot non è male.

Andando verso la Darsena siamo colpiti da un murale sotto la targa di corso di Porta Ticinese e vediamo che anche in piazza Sant’Eustorgio continua la festa.

Che dire, poi, dei negozi di fianco alla basilica? Ancora “stoffe”, fiori e golosità in locali pieni di charme.

Per chi ama la storia, ecco la lapide che ricorda il primo fonte battesimale di Mediolanum, voluto da San Barnaba, “quello” del Tredesin de Marz.

Infine raggiungiamo la Darsena dove è stato allestito il piccolo villaggio della Milano-Sanremo del Gusto.

Speravamo di assaggiare e comperare il basilico di Prà, l’aglio di Vessalico, la focaccia, i vini e i formaggi piemontesi, il buon riso di cascina lombardo o il salame d’oca di Mortara, ma…

Gli stand, secondo noi sono dedicati più alla teoria e all’informazione che alla pratica e alla gola.

Godiamoci un momento di relax nel salotto all’aperto e rifacciamoci il palato allo street food del mercato coperto appena più avanti.

Chiudiamo questo pomeriggio col tramonto sulla Darsena e quattropassi sui Navigli che si accendono di luci e di gente.

A presto!

Due eventi milanesissimi: O Bej – O Bej e Artigiano in Fiera

Nei prossimi giorni si svolgeranno a Milano due fiere molto importanti, l’una risalente al 1500, l’altra millennial. Queste manifestazioni rappresentano insieme il vecchio e il nuovo, l’antico e il moderno, la tradizione che spesso nella nostra città si evolve in innovazione. Sono gli O Bej! O Bej! e l’Artigiano in Fiera.

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La fiera degli O Bej! O Bej!

Questa fiera risale al 1500, anche se si parla di una festa in onore di Sant’Ambrogio che si svolgeva, fin dal 1200, intorno all’antica Cattedrale di Santa Maria Maggiore, dove oggi sorge il Duomo.

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La nascita ufficiale degli O Bej O Bej avvenne precisamente nel dicembre del 1516, quando un ambasciatore inviato da Papa Pio IV a Milano fece distribuire ai bambini  dolci e giocattoli. Era il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, e con tale gesto, una sorta di bonus bebè, il Papato cercava di ingraziarsi i milanesi, un po’ freddini nei confronti di Roma.

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I bambini, di fronte a tali doni, si dice avessero esclamato: “O Bej! O Bej!” (O Belli! O Belli!) e da allora la fiera ebbe questo nome di gioia e meraviglia.

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Fino a qualche anno fa, nei giorni di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata le stradine intorno alla Basilica del Santo si riempivano di bancarelle dove acquistare dolci, giocattoli e addobbi natalizi, dopo la visita alla cripta dove riposa il nostro Patrono.

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Molti chiedevano a Sant’Ambrogio, vescovo non proprio malleabile, salute e lavoro; poi si concedevano un fuso di zucchero filato, delle caldarroste e comperavano “el firun” di castagne.

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Via via, la fiera degli O Bej O Bej ha accolto le bancarelle di frittelle, di dolci siciliani, di panini di porchetta, di artigianato etnico e il suono della piva è stato accompagnato dal tam-tam del bongo e dal canto degli Inti Illimani.

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Qualche anno fa, per avere maggiore spazio a disposizione, la Fiera è migrata in piazza Castello e dintorni con angoli di prodotti italiani, europei ed extraeuropei.

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La fiera degli O Bej O Bej si terrà quest’anno dal 7 al 10 dicembre; è un’occasione anche per fare quattro passi intorno al Castello, a questo nostro simbolo dell’epoca ducale, salvato e fatto rinascere per noi dal mitico Luca Beltrami.

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Non dimentichiamoci, però, di Sant’Ambrogio e, magari, facendo una breve passeggiata, andiamo a trovarlo nella sua Basilica, ringraziandolo e chiedendogli ancora, come un tempo, salute e lavoro.

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L’Artigiano in Fiera

Anche quest’anno migliaia di artigiani provenienti da tutti i continenti saranno presenti con i loro prodotti alla più grande Fiera mondiale dell’Artigianato, nei padiglioni di Milano-Rho.

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L’Artigianato è un mondo di mestieri ancora vivo nella nostra città. Finito il tempo dell’usa e getta per la crisi e per una maggior consapevolezza della sostenibilità, crescono piccoli laboratori di riparazioni italiani e stranieri; molti, inoltre, intraprendono il mestiere dell’artigiano come ricerca di un posto al sole in tempo di incertezze economiche, dando però vita ad un recupero di lavori e conoscenze tradizionali.

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dal Corriere della Sera

Per altri il laboratorio è uno spazio dove esprimere il proprio talento e creatività, da soli o collaborando con designer di fama.

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Quest’anno l’Artigiano in Fiera sarà la vetrina dei migliori artigiani provenienti da tutti i continenti, anche dalle zone più povere del mondo; sarà come fare un giro tra i prodotti belli e buoni dei diversi paesi per conoscerli, provarli e acquistarli.

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Tra gli articoli non food si va dalle tovaglie e dai profumi della Provenza all’artigianato trentino-tirolese, dai coralli della Sardegna alle pietre e alle stoffe indiane, dalle matrioske ai presepi di Betlemme…

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C’è veramente di tutto, tanto che molti visitatori si portano un trolley o uno zaino per gli acquisti. In fondo a Rho Fiera si parte per un giro del mondo in 12 ore!!!

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Quest’anno, poi, ampio spazio sarà dedicato ai prodotti delle zone colpite dal terremoto, che presenteranno le loro eccellenze: oreficeria, tartufi neri, salumi, formaggi…

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Continuando l’esperienza di Expo, l’Artigiano in Fiera mette in vetrina anche i sapori del Mondo: ben 40 sono i ristoranti presenti.

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Moltissimi sono gli stand da street food che offrono assaggi dei prodotti più disparati: dalle ostriche ai torroni, dai wurstel ai piatti brasiliani, dai piatti orientali a quelli francesi ….

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Sempre in tema di gusto, quest’anno ci saranno anche lezioni di cucina e dimostrazioni gratuite. Chi non desidera imparare da un maestro come fare un ragù bolognese o preparare un mojito?

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Aperto alla Fiera di Milano-Rho dal 3 all’ 11 dicembre, dalle ore 10 alle 22.30. Ingresso gratuito.

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http://www.artigianoinfiera.it/it/home-it/

Ci si arriva con la metropolitana (linea M1), le linee S (S5, S6 e S11) e l’auto (tanti parcheggi a pagamento). Per la metropolitana ci vuole il biglietto “speciale Fiera” da 5 Euro andata e ritorno.

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Buon giro del Mondo!

Experience, il dopo Expo

Chi ha amato e ricorda Expo non può che provare un tuffo al cuore visitando Experience, il parco che da maggio occupa una parte dell’area espositiva, dalla collina fino al Cardo.

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Ci si sente soli come dopo la perdita di qualcosa di importante. Decumano quasi vuoto, parcheggi liberi, tornelli eliminati.

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I padiglioni che ci hanno accompagnato per sei mesi lo scorso anno, meta agognata dopo tante file, sono stati o vengono demoliti, schermati, come per pudore, da un paravento di murales.

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Ci si rende conto di quanto quest’area sia grande e ricca di possibilità. Qualche padiglione sopravviverà e verrà riutilizzato, come i cluster.

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Forse tra qualche anno questi padiglioni saranno un ricordo di Expo 2015, come l’Acquario Civico è una eredità Liberty di Expo 1906.

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Camminando, però, via via sul Decumano in questo bell’autunno milanese, vediamo come la vita di Expo rispunti nelle oasi di verde, nella spiaggia di sabbia dove si affittano lettini, nei diversi spazi da godere per noi e per i nostri amici animali.

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Ci sono campi gioco, tantissimi e belli, laboratori, orti, aree con attività da provare.

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Quindici “piazzette” di varia dimensione su Cardo e Decumano, così come l’Open Air Theatre, propongono installazioni, performance artistiche, eventi, spettacoli, mostre temporanee.

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In occasione della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, Experience ospita il gruppo di mostre  “City after the City”.

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Chi lo scorso anno ha fatto ore di fila per visitare lo splendido Palazzo Italia o per assistere agli spettacoli dell’Albero della Vita, ora può goderseli in tutta tranquillità, apprezzando anche quello che non  era riuscito a vedere tra la folla.

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Dopo le abbuffate di Expo, ora c’è poco spazio per il cibo. Qualche food trucks, un McDonald’s, non frequentissime fontanelle, verdi come sempre a Milano.

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Un’oasi felice è la Cascina Triulza (che si può anche raggiungere da un parcheggio vicino) nella quale gli studenti di due istituti alberghieri lombardi si sono cimentati, sotto la guida di alcuni prof, a cucinare e a servire piatti stranieri o italianissimi. È stata una iniziativa molto bella, che ha legato il mondo della scuola a quello del lavoro, il presente al futuro. Peccato debba chiudere.

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Cosa ne sarà di quest’area Expo? Ci saranno senza dubbio proposte, interventi, arrabbiature, ricordi nostalgici, qualche furbetto, che noi preferiamo chiamare disonesto.

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Da milanesi DOC, però, crediamo nel futuro e cioè che si possa costruire qualcosa di importante per Milano intorno all’Albero della Vita.

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Experience chiuderà, salvo proroghe, il 16 ottobre. Il parco è aperto venerdi dalle 15 alle 23, sabato e domenica dalle 11 alle 23. Gratuito l’ingresso, come pure i parcheggi. Si può raggiungere anche dalla stazione della metropolitana e da quella delle linee ferroviarie suburbane prendendo poi un bus navetta (a pagamento).

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Provate questa Experience

Ultim’ora:

1 e 2 ottobre ci si potrà cimentare in differenti specialità sportive, dai go kart al rugby, dalla pista di atletica fino alla simulazione di una regata in barca a vela

8 ottobre concerto gratuito di Antonello Venditti

15 ottobre concerto gratuito di Gianna Nannini

Tutte le info su http://www.experiencemilano.it

Un angolo di Napoli nello street food di via Agnello

Un locale piccolissimo, di sapore napoletano (c’è anche una immagine di San Gennaro) è stato aperto da qualche mese in via Agnello, proprio accanto allo stemma che dà il nome alla Contrada.

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Siamo nelle vie dello street food a due passi dal Duomo. Il nuovo locale offre solo pizza fritta, ma che buona!

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È un mangiare da strada, tipico di Napoli. Ecco come Sofia Loren lo preparava.

Zia Esterina invece lo propone come una sorta di calzone, preparato a vista, con ripieno di ricotta, provola e pomodoro, che viene fritto in olio bollente. Se lo si desidera può essere farcito anche con prosciutto, salame, ciccioli.

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Il “calzoncino”, ma non è affatto piccolo, viene  servito in un cartoccio di carta per frittura e sacchetto.

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È un fritto gustoso e leggero, ma come è difficile mangiarlo in piedi. Il ripieno, incandescente come la lava, cola tragicamente e… finisce sui vestiti!!!

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Per mangiarlo più comodamente ci siamo seduti sulle panchine della vicina piazza San Fedele, sotto lo sguardo un po’ severo di Don Lisander, accanto a dei piccioni accorsi per beccare le briciole anche di ricotta e pomodoro.

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Siamo poi tornati nel localino per complimentarci della bontà di questa pizza fritta e chiedere qualche dritta per mangiarla più facilmente.

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Ecco il consiglio d’autore: bisogna spingere in su il ripieno come si fa con un tubetto di dentifricio o con il Calippo, oppure… farsela dividere in due da loro, come abbiamo fatto noi!

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Provate anche voi questa pizza fritta, magari in una pausa durante lo shopping… Buon appetito!

A due passi da piazza Cinque Giornate: il mercato del Suffragio

Siamo a due passi da piazza Cinque Giornate, in corso Ventidue Marzo, davanti alla chiesa di Santa Maria del Suffragio e ad un piccolo giardino pubblico alberato e fiorito. Di fronte a noi c’è il Mercato del Suffragio, il primo mercato rionale con cucina.

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La struttura del vecchio mercato coperto è stata rinnovata e riqualificata, resa vivace da colori sgargianti e da vetrate decorate.

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Su un lato, un dehor con tavolini offre lo spazio per una sosta in questo dinamico quartiere di Milano fra negozi, bancarelle, traffico e un po’ di verde.

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La zona è così milanese che persino una pala del Battistero di Santa Maria del Suffragio pare riprodurre l’ambiente circostante con un tram che sembra sferragliare tra le case.

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In questo mercato si  possono acquistare  prodotti di buona qualità; meglio ancora, è possibile farseli cucinare e gustarli direttamente al bancone o ai tavolini.

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L’interno è molto accogliente e curato in ogni particolare.

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L’offerta per una pausa pranzo, un aperitivo o una cena spazia dal pane alla pizza, dai piatti di pesce crudo o cotto ai piatti vegani, dai centrifugati e frullati ai taglieri di formaggio e salumi, dal gelato al vino di origine biologica; tutto è di qualità e sotto i nostri occhi.

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Quattro sono infatti gli angoli dove soffermarsi: “Fresco e Buono”, dedicato all’ortogastronomia, la pescheria”Schooner”, la “Latteria” con il bancone dei formaggi e dei salumi e la gelateria. Infine la panetteria di D. Longoni, il più noto panificatore artigianale di Milano, che ha coinvolto produttori e aziende per creare questa nuova realtà.

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Il Mercato del Suffragio continua e amplia l’esperienza del Mercato di Porta Ticinese e dei vari locali di street food.

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Macelleria Popolare del Mercato di porta Ticinese

Questo spazio ha iniziato a ospitare  anche un ciclo di eventi culturali per  renderlo, ancora di più, punto di aggregazione e  convivialità, rivitalizzando l’antica vocazione del quartiere di Porta Vittoria.

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Il Mercato è aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 23  escluso il lunedì.

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Street food davanti al Castello Sforzesco

L’archistar che ha progettato la scenografia è del Quattrocento: siamo davanti al Castello Sforzesco, non lontano dall’ Expo Gate, e le “paninerie” di cui parliamo sono due chioschi con panini eccezionali.

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Il chiosco sulla sinistra, guardando la Torre del Filarete, è nato quindici anni fa e prepara panini “politici”; infatti ogni specialità è dedicata a uomini politici attuali o del passato.

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Non sembra vero di poter mordere panini con nomi di personaggi della politica molto conosciuti!

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L’altro chiosco, sulla destra sempre guardando la Torre, è invece ispirato al gioco del calcio; è considerato uno dei migliori street food di Milano, tanto che è addirittura ai primi posti della classifica dei ristoranti milanesi recensiti su TripAdvisor.

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I panini prendono il nome di squadre di calcio e di giocatori.

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Gli ingredienti sono semplici e di qualità, lontano dagli esperimenti gastronomici di tanti locali alla moda. I panini sono veramente grandi e possono fare da pranzo o da cena, anche perché entrambi questi chioschi sono aperti fino a tardi per i nottambuli.

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Vino, birra, bevande varie e gelati accompagnano gli enormi panini, che si possono gustare anche seduti ai tavolini all’aperto guardando la partita sull’ampio schermo o discutendo di politica, all’ombra di piante secolari.

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Fate un pieno di energie in queste paninerie on the road: nel prossimo itinerario dedicato al Castello i passipermilano saranno veramente tanti…

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“…come sono pieno! Dovrei fare quattro passi!…”

The Tank: un mercato un po’ londinese con fascino italiano

È un mercato di stampo un po’ british, ma con un pizzico di fashion tutto milanese. Si trova in un punto piuttosto abbandonato di Milano, ora in via di riqualificazione, dove sorgeva lo scalo ferroviario di Porta Romana.

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“The Tank”, questo è il nome del mercato, si ispira al Box Park di Londra, realizzato da container, trasformati in spazi commerciali.

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L’impiego non convenzionale, in architettura urbana, del riuso di questi contenitori è già stato sperimentato altrove, particolarmente all’estero, dando vita ad ambienti abitativi, alberghi in movimento, centri commerciali anche a più piani.

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“The Tank” si trova alla fermata Lodi della linea gialla della metropolitana, non lontano dalla Fondazione Prada di largo Isarco, altro recente esempio di recupero e riqualificazione urbana.

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Anche questo mercato utilizza come spazi espositivi dei container coibentati e dotati di aria condizionata.

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Questi vivono una seconda vita in “The Tank” riutilizzati come spazi essenziali per diverse occasioni di esposizioni artistiche, shopping o svago.

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In questo angolo della nostra città, lontano dagli itinerari tradizionali, infatti, si possono fare due chiacchiere bevendo una birra, un calice di vino o dei buoni cocktail, mangiando qualcosa, a scelta tra street food e specialità tradizionali.

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“The Tank” non è solo drink and food, ma design, divertimento, shopping, arte e musica, anche sperimentali.

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Vi proponiamo altre immagini di questo mercato ancora poco noto, che unisce funzionalità, essenzialità, creatività e fashion.

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Gli organizzatori sperano che “The Tank” possa continuare anche terminato il periodo dell’ Expo e restare uno spazio aperto a tutta la città.

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Un consiglio: se usciti di qui volete incontrare anche un po’ di mistero, perché non fare quattro passi fino all’albero dell’impiccato?

Superate il cavalcavia sulla ferrovia, da dove si può ammirare uno dei più bei tramonti di Milano, sopra il verde un po’ incolto e un solitario treno pendolare.

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In corso Lodi all’altezza dei numeri tra il 75 e il 78, si trova un albero dal tronco contorto.

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In questa zona, al di fuori delle mura cittadine, venivano eseguite le sentenze capitali. Avvicinatevi: secondo la leggenda a questo albero era stato impiccato un uomo e il tronco, nelle sue nodosità insolite, sembra averne condiviso lo strazio, mostrando, con un po’ di immaginazione, il suo volto. A volte qualcuno ci lascia ancora un fiore.

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Il Mercato Metropolitano di Porta Genova

Questo “nuovo” mercato alimentare è nato nello spazio occupato dagli ex-magazzini dello scalo merci della stazione FS di Porta Genova, a due passi dai Navigli e da via Tortona.

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Si estende per 15.000 metri quadrati (1.200 al coperto) ed è un tentativo di rivitalizzare un luogo dismesso, facendo conoscere piccoli produttori e creando occasioni di lavoro e di incontro.

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Aperto in occasione di Expo, gli organizzatori si augurano che questo mercato possa continuare a vivere anche in seguito e pensano di esportare questa esperienza all’estero.

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Il Mercato Metropolitano fa parte di quella nuova tipologia di mercato oggi di moda, come quello di Porta Ticinese o del Duomo.

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Sono spazi, più o meno organizzati ed accoglienti, dove è possibile acquistare e soprattutto consumare prodotti a filiera corta.

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In particolare il Mercato Metropolitano propone diversi spazi al coperto dedicati a piccoli produttori dove trovare piatti di pesce, carne, taglieri vari, pizza, ostriche, panini al lampredotto, trippa, focacce, accompagnati da birre e vini, anche al bicchiere.

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Accanto a queste botteghe, ci sono all’esterno angoli di street food, piccoli food truck e qualche Apecar dove mangiare  carni alla brace, tortellini, panelle, piccoli dolci o bere semplicemente una birra.

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L’ambiente è molto basic, ha un’aria vagamente nord-europea o ricorda il clima di talune sagre popolari.

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Cassette di plastica fanno da portavasi a erbe aromatiche o a piccole piantine tra i tavoloni o tra i sacchi che fanno da sedute.

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Il mercato è piuttosto affollato, specialmente all’ora di cena. Le file alle casse sono piuttosto lunghe e anche quelle per attendere il proprio piatto non sono da meno, tanto più che, non essendoci servizio al tavolo, si deve cercare un posto libero, tenendo in equilibrio, senza vassoio, quanto via via ordinato.

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I prezzi non sono proibitivi, ma nemmeno popolari; quanto rimane viene ritirato dal Banco Alimentare per i più bisognosi.

Accanto alla zona più propriamente dedicata al food, sono anche presenti un cinema all’aperto, l’AriAnteo, un piccolo orto e diversi laboratori.

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Nello spazio coperto c’è anche un piccolo market con prodotti di nicchia e all’esterno qualche banco di ortofrutta.

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Anche le zanzare amano questo mercato: se non volete diventare il “loro” street food, cospargetevi di Autan!

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Street food a Porta Romana

Quando si parla di street food magari ci vengono in mente i veloci spuntini tipici degli States.

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Le varie trasmissioni televisive, poi, avallano queste credenze presentandoci Food Trucks che propongono piatti e panini american style.

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Anche all’Expo potremo gustarli!

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Nulla c’è di nuovo sotto il sole: mangiare velocemente per le strade è sempre stato necessario anche nell’antichità per chi, ad esempio, era in viaggio o al lavoro e non nuotava nell’oro.

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Visto che lo street food che proponiamo oggi si trova a Porta Romana, facciamo un brevissimo flash-back nell’antica Roma, dove si poteva pranzare, a prezzi modici, nelle Cauponae, sorta di ristoranti, nelle Tabernae, più simili a trattorie alla buona o acquistando cibi direttamente dagli ambulanti.

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Erano frequentati dai ceti meno abbienti ed i cibi venivano riscaldati e serviti sul momento e spesso mangiati per le strade.

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Uno dei più vecchi chioschi di cibi da strada di Milano è, senza dubbio, il mitico Giannasi, in piazza Buozzi, a pochi passi dalla fermata metro di Porta Romana.

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Nato nel 1967, ha partecipato a manifestazioni, come a quelle del Cibo di strada,  ed è segnalato anche da alcune guide o siti on-line turistici per la bontà e la varietà dei suoi prodotti ed i prezzi molto onesti.

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È un vero e proprio negozio all’aperto per molte famiglie, dove si possono acquistare sia piatti pronti da asporto (polli, lasagne, fritti, verdure grigliate) sia prodotti freschi da cucinare a casa.

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Se si desidera, invece, mangiare qualcosa di buono e tradizionale seduti su un muretto della piccola aiuola o appoggiati ai minuscoli tavolini del chiosco, si può fare, anche se la location è molto spartana.

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La freschezza dei prodotti è garantita dall’amplia clientela. L’eventuale invenduto viene proposto il giorno seguente a prezzi scontati. Tutto ciò è molto onesto: a tutti noi sarà capitato di fare acquisti in qualche gastronomia sentendo un gusto un po’ retro del piatto, pagato, però, da freschissimo.

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Contrada dell’Agnello, quattro passi nello street food

Come una calamita, lo street food sta attirando a sé un po’ tutti, giovani, “maturi”, lavoratori, turisti, tutti quelli che sono alla ricerca di un’alternativa gastronomica in centro a Milano.

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Oggi è un fatto di necessità, oltre che di moda e di attualità, mangiare al volo, in una pausa tra le attività della giornata, come in una sorta di piacevole picnic tra uffici, monumenti e negozi, da fare magari con qualcuno.

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Momento a due

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Momento social

Lo street food scardina l’idea del pasto: consente di mangiare in modo informale, più rapido, meno costoso.

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Da “Le vacanze intelligenti” episodio del film “Dove vai in vacanza?”

L’orario e l’offerta sono ampi; il cibo è preparato in modo artigianale, viene servito in monoporzione e confezionato in modo da poter essere consumato facilmente e dovunque.

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http://storicamente.org/03parente

Questa moda sta rivitalizzando spazi urbani e pubblici che erano privi di colore e di identità.

In quest’ottica l’antica Contrada medievale dell’Agnello è diventata, da qualche tempo, l’angolo dello street food, tra la Galleria e il Duomo.

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Nel Medioevo la città era divisa in Sestieri, ed ognuno di questi comprendeva circa cinque Contrade.

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Della Contrada dell’Agnello è rimasto il nome della via (via Agnello) ed una piccola “targa” al numero 19.

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In questa zona ora (via Santa Radegonda, via San Raffaele, via Berchet, via Ragazzi del ’99) si sono moltiplicati diversi locali di fast food.

Il pioniere è stato Luini, aperto dal 1949, con i suoi panzerotti, famosi in tutta Milano e, ormai, anche tra i turisti. In certi momenti diventa quasi difficile passare per la strada, tra i golosi consumatori di panzerotti.

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Ai primi di dicembre, al piano terreno dell’annex della Rinascente, è stata aperta una piccola sede della Focacceria Manuelina di Recco, che propone tranci di specialità liguri come la famosa focaccia al formaggio, la pizzata, la focaccia genovese, le torte salate e qualche dolce tipico come il pandolce di Genova.

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Di fronte a Luini troviamo il “classico” fast food McDonald’s, che, dopo aver lasciato la Galleria, si è trasferito in questa nuova sede, su due piani. Menù e prezzi sono quelli consueti di tutta la catena.  La moda degli  hamburger impazza a Milano anche in altri locali.

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Voglia di pesce o di qualcosa di più orientale? Pochi passi più avanti il take away Musubi  ci offre piatti tipici della quotidianità giapponese cucinati con sapori mediterranei. Al posto del panino un bel cartoccio di alga ripieno di  riso profumato, fettine di tonno e verdura, oppure una zuppa di miso, o sushi e tempura!

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Se volete un ottimo trancio di pizza c’è Spontini, altro storico locale milanese, che ha aperto recentemente questo negozio, affiancandolo agli altri cinque già esistenti. La pizza è soffice all’interno, croccante alla base; è preparata solo in tre modi: margherita, con mozzarella filante; mediterranea, con capperi e acciughe; e al prosciutto. Squisite! Si mangia solo in piedi, appoggiandosi agli alti tavolini d’acciaio.

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E ora, per finire, cosa c’è di meglio di un buon gelato?

In cioccolatItaliani il cioccolato è ovunque e dovunque. I prodotti vengono preparati davanti al cliente. Sua maestà il cioccolato bianco e nero scende copiosamente da una fontana per la gioia dei golosi.

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