Quattropassi nel Liberty: il Trianon

Il Liberty arriva a Milano agli inizi del Novecento in un periodo pieno di fermento sociale e creativo e di vigore economico e produttivo. La nostra città, sempre aperta alle novità e al rinnovamento, accoglie questo stile cosmopolita, già diffuso in America e in Europa, decisa a mostrare la propria modernità
Gli edifici Liberty milanesi erano in genere destinati al mondo economico, al commercio, allo svago e alle abitazioni dalle più semplici alle più eleganti e piene di fascino.


Faremo quattropassi in diversi quartieri per scoprire il frutto della creatività di architetti e artigiani del primo Novecento. Un altro piccolo tassello per conoscere, o riscoprire, la nostra città e le nostre radici più o meno lontane.

Il Trianon (piazza del Liberty 8)

La prima tappa di questo itinerario inizia, da milanesi DOC, dal luogo dove è nata la nostra canzone simbolo: “O mia bela Madunina“.

Corso Vittorio Emanuele, primi del Novecento: un tram elettrico sta passando tra due edifici Liberty, quasi dirimpettai, rispettivamente al numero 8 e al numero 15.

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Cosa rimane oggi? Non più il tram, sostituito dalla metropolitana; e, finita la pandemia, la gente tornerà a riempire l’isola pedonale, senza la paura degli assembramenti.

Al numero 8 troviamo ancora la facciata con elementi Liberty in ferro, ghisa e vetro dell’edificio che  ospitò, a inizio Novecento, i Magazzini Bonomi. Era stato progettato ad uso commerciale con uffici e vetrine al piano terreno, che rimangono ancora oggi.

Costruito nel 1902, è stato ben inserito, negli anni Sessanta, in un isolato ad opera di Giovanni e Lorenzo Muzio.

Quasi di fronte, al numero 15, tra il 1902 e il 1904, venne costruito, invece, l’Hotel Corso, dalla bianca facciata Liberty di sapore un po’ parigino.

Era sorto dove si trovava il vecchio “Teatro Milanese”, nel quale, tra l’altro, il 30 settembre 1896, aveva fatto il suo esordio a Milano un filmato dei fratelli Lumière.

Anche nel nuovo Hotel Corso, al piano terra, fu realizzato un grande salone per gli spettacoli, il teatro “Trianon”.

Nel sotterraneo, poi, un locale notturno, il “Pavillon dorè”, offriva musica, ballo e champagne. Qui, nel 1934, durante una serata dedicata alla canzone romana e napoletana, un giovane musicista, Giovanni D’Anzi, intonò per la prima volta “O mia bela Madunina” che aveva composto poco tempo prima.

La nostra canzone simbolo, dunque, vide la luce in un locale notturno, immagine del nostro spirito milanese profondamente laico e religioso insieme. Da allora la Madonnina accompagna chi vive e lavora nella nostra città.

Venne la seconda guerra mondiale e le sue bombe fecero strage del nostro centro storico. Si salvò, ovviamente, la Madunina e fu risparmiata anche la facciata dell’Hotel Corso.

Perduto per sempre? No di certo! Come abbiamo già visto anche le pietre a Milano si spostano. La bianca facciata dell’albergo venne inserita, nel 1956, nel palazzo della Reale Mutua Assicurazioni nella nuova piazzetta che venne dedicata allo stile Liberty.

Se mettiamo a confronto una vecchia foto con una di oggi, vediamo alcune differenze. Un piccolo aiuto: contiamo le finestre della facciata, ma soprattutto …… andiamo a vedere la bellezza delle decorazioni Liberty.

A presto…

Una “mela” in piazza Liberty

Da qualche giorno piazza del Liberty appare profondamente cambiata dopo la realizzazione dello scenografico progetto ideato da Norman Foster per Apple.

Una fontana definisce la piazza, con tanti zampilli che si infrangono contro i lati lunghi di un parallelepipedo di vetro; sul lato corto, possiamo scendere con una scala in un corridoio d’acqua.

Nessuna scritta, o vetrina, indica il nuovo store della Apple. Solo l’immagine della mela si staglia sulla trasparenza del cristallo, il logo al posto delle parole, come in un linguaggio universale.

Dietro le cascatelle della fontana, una gradinata scoperta di pietra grigia al centro della piazza ospiterà il pubblico per eventi e spettacoli in una sorta di teatro all’aperto, fra gli alberi.

In un angolo della piazza un piccolo ascensore a specchio riflette gli eterogenei edifici circostanti: il bianco palazzo ex-Trianon, la Torre Tirrena, l’elegante Palazzo Tarsis (ora in restauro) e le belle vetrine dei negozi.

Sotto il parallelepipedo e la gradinata, ecco il grande store della Apple, con i prodotti, le postazioni, gli schermi interattivi, i corsi e i laboratori. In questo ambiente chiaro ed essenziale però non mancano gli alberi.

La piazza è già diventata punto di ritrovo. E ancora una volta una fontana entra nel nuovo volto della nostra città, che, come l’acqua, è sempre in continuo movimento.

A presto…

Passipermilano? Secondo itinerario nel cuore della nostra città per chi viene la prima volta

Siamo in piazza della Scala, piuttosto nuova (è stata completata agli inizi del Novecento da Luca Beltrami) e che potremmo quasi definire “laica”. Vi troviamo, infatti, palazzi della politica, della cultura e dell’economia.

piazza della Scala

Palazzo Marino, sede del Comune

Teatro alla Scala

Banca Commerciale – Gallerie d’Italia

Non solo: per costruire alcuni di questi edifici sono state demolite, in tempi diversi, ben due chiese, Santa Maria alla Scala e San Giovanni Decollato alle Case Rotte. Una piccola curiosità: la facciata di quest’ultima è stata “spostata” in via Ariosto, come entrata laterale della chiesa di Santa Maria Segreta.

 

Iniziamo da piazza della Scala la seconda parte della nostra passeggiata nella quale ci faremo guidare da alcune statue, silenziose presenze dei nostri passipermilano. Di fianco al teatro incontriamo la statua dedicata a un sorridente Giulio Ricordi, il grande editore musicale.

Il monumento, creato nel 1922, è stato da poco ricollocato proprio dove si trovava la storica sede della Ricordi, oggi diventata Museo della Scala.

Quasi di fronte, al centro della piazza, giganteggia la ben più imponente statua di Leonardo da Vinci, con quattro allievi, tra verde, panchine e una “vedovella”.

La prossima statua che incontriamo in questa passeggiata è quella di un incavolatissimo Alessandro Manzoni, che trovò la morte battendo la testa contro i gradini della bella chiesa di San Fedele.

Voluta da San Carlo Borromeo, fu costruita sopra una precedente chiesetta dedicata a Santa Maria in Solariolo e a San Fedele. Quando la vicina chiesa di Santa Maria alla Scala venne demolita, il nome e alcune opere più importanti furono trasferite  nella chiesa che oggi si chiama, per accontentare un po’ tutti, “Santa Maria alla Scala in San Fedele”. Come sempre a Milano è bello ritrovare le tracce del passato nel nuovo.

autore anonimo

Simone Peterzano

Questa chiesa oggi propone un itinerario tra arte e fede. Al suo interno non solo opere classiche, ma anche di Lucio Fontana e di altri autori contemporanei che creano riflessioni e aprono un dialogo con la spiritualità del nostro tempo.

Lucio Fontana

Nicola de Maria

Entriamo per una breve visita nel Museo di San Fedele (ingresso 2 Euro). Dopo l’imponente sagrestia soffermiamoci su una trecentesca Madonna del Latte; sopra il suo piccolo altare un libro di cristallo e specchio che riflette e fa riflettere.

opera di Christian Megert

Siamo nella Cappella delle Ballerine, opera di Mimmo Paladino, decorata con tante scarpine d’argento; qui le artiste della Scala venivano per una preghiera prima dello spettacolo.

La cappella è collegata all’altare da una serie di specchi. che sorprende per i giochi di immagine tra sacro ed umano.

Usciamo da San Fedele e raggiungiamo ora la Rinascente percorrendo via Santa Radegonda, dove si potrebbe incontrare non una statua ma il fantasma della figlia di Bernabò Visconti. Alzando gli occhi possiamo vedere le statue, un po’ insolite e sconosciute,  sulla facciata del cinema Odeon.

Sono un omaggio al mondo dello spettacolo, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza.

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danza

musica

Siamo ora in corso Vittorio Emanuele e possiamo zigzagare tra le vetrine dell’isola pedonale e, dando un’occhiata a piazza del Liberty, dove sorgerà il nuovo complesso della Apple, andiamo a trovare il “Scior Carera”.

L’ “Omm de Preja”, chiamato anche “Scior Carera” per una storpiatura dell’epigrafe, è una statua romana del III secolo d.C., con testa cambiata attorno al Mille, che abita al numero 13 di corso Vittorio Emanuele, vicino alla coloratissima Zara.

I milanesi erano soliti appendere a questo “Pasquino” ambrosiano anonimi biglietti satirici contro il governo austriaco. Sembra che proprio da via San Pietro all’Orto, dove abitava in quel periodo el Scior Carera, partì l’idea dello sciopero dei sigari che sfociò nelle Cinque Giornate del 1848.

Questa zona è sempre stata al centro della vita milanese: infatti ci troviamo dove, ai tempi della Mediolanum imperiale si estendevano, per circa 15.000 metri quadri, le imponenti e lussuose Terme Erculee, una sorta di SPA, dotate di palestra, sauna, bagni caldi e freddi, luogo di svago, benessere e aggregazione per i milanesi dell’epoca.

Per molto tempo non si seppe con precisione nemmeno dove le Terme fossero situate. Poi, mentre Milano cresceva abbattendo case fatiscenti e scavando per costruire infrastrutture e metropolitane, ecco il passato riaffiorare appena sotto il nuovo.

Come per magia (e chissà quanto è andato perduto) sono riapparsi via via, tra corso Europa, piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele, tratti di mura e reperti delle Terme, dal busto di Ercole a pavimenti a mosaico, ora conservati al Museo Archeologico.

Anche gli scavi in corso della linea blu della metropolitana stanno facendo ritrovare altri ricordi del passato, quasi questi volessero essere presenti al nuovo sviluppo.

Le Terme furono distrutte da un incendio (Attila?) e la terra venne adibita via via a pascolo pubblico, come per fare ricominciare la vita. In mezzo a questi pascoli sorse, attorno all’anno Mille, la piccola chiesa di San Vito al Pasquirolo, rifatta in epoca barocca e oggi di rito russo-ortodosso.

Poco lontano dalla chiesetta, in una piccola e triste Walk of Fame (Largo Corsia dei Servi 21), troviamo non statue, ma impronte delle mani di celebri personaggi dello spettacolo di ieri.

La statua di un sornione Carlo Porta, nel vicino Verziere, ci invita a entrare in una zona dall’atmosfera completamente diversa. Ci troviamo nelle viuzze intorno all’Università Statale, a San Bernardino alle Ossa e a Santo Stefano, in un itinerario ricco di storia, fascino e mistero, ma anche di piccoli locali dove fermarci per uno spuntino.

Ci ritroviamo tra qualche giorno davanti al Teatro Lirico, ora in rifacimento, per continuare il nostro giro nel cuore di Milano.

“Com’è bella la città” – opera di Antonio Marras

A presto…

Passipermilano con Babbo Natale (parte seconda)

E per i bambini? Quali iniziative ci sono a Milano nel sacco di Babbo Natale? Tantissime e ricche; eccone alcune dove si possono fare grandi e piccoli passiperMilano.

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Ormai tradizionale è il “Villaggio delle Meraviglie” ai Giardini Pubblici “Indro Montanelli“. Qui piccoli pinguini aiutano a fare i primi passi sul ghiaccio. Intorno un villaggio natalizio che ha già visto crescere tanti bambini. Aperto fino all’ 8 gennaio

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Nuovissima (aprirà nel Week End del 18/12/16) è la pista di pattinaggio sull’acqua della Piscina ex Caimi di via Botta. I “Bagni misteriosi”, col Teatro Franco Parenti, invitano in questo periodo di feste i bambini a partecipare a tante iniziative e i grandi ad una serie di eventi serali con spettacoli, musica e relax alla luce della Luna. Fino a Natale è aperto anche un Mercatino del Riciclo.

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http://www.bagnimisteriosi.com/

Un’altra novità è il piccolo Villaggio natalizio vicino a corso Vittorio Emanuele.

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Casette, una bella giostra, la pista di pattinaggio, orsi, foche, alberi e Babbo Natale si trovano in piazza del Liberty.

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Tra non molto qui arriverà Apple e probabilmente trasformerà questa tranquilla piazzetta in uno spazio con installazioni ardite e futuristiche.

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rendering da “Corriere della Sera”

Per ora godiamoci coi bambini questo tenerissimo villaggio per un momento di gioco ritagliato magari nel giro degli acquisti dei grandi.

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Infine ecco il Christmas Village alla Darsena, con la casetta di Babbo Natale, un pupazzo di neve e un boschetto di alberelli.

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Siamo riusciti a vedere Babbo Natale in persona mentre si riposava nella sua stanza accanto al camino! Forse era stanco dopo aver guidato la slitta acquatica coi bambini su e giù per la Darsena

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Luci natalizie illuminano le casette del mercatino e i ponti creando scorci suggestivi e festosi.

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Un grande albero svetta sulla Darsena, quasi fosse un faro che indica la rotta.

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Anche i Navigli sono illuminati. È bello quest’angolo di Milano! Le luci natalizie si riflettono sull’acqua, dove passano i battelli.

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C’è una malinconia romantica in questa zona quando non si traveste da allegra movida.

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Anche la Luna, in questo tardo pomeriggio di una giornata qualunque di metà dicembre, esce a guardare i Navigli.

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La nebbiolina che offusca appena il suo volto sembra la misteriosa veletta di una bella donna, affascinante oggi come ieri.

<> on February 21, 2016 in Barcelona, Spain.

Antonio Marras –               collezione 2016

A presto…

Passipermilano con Babbo Natale (Parte prima)

Milano si prepara ad accogliere Babbo Natale con un sacco di iniziative. Oggi… nel suo sacco abbiamo trovato altri mercatini natalizi.

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L’Artigiano in Fiera e gli O Bej O Bej,  che danno inizio al periodo natalizio a Milano, si sono chiusi domenica 11 dicembre con il solito grandissimo successo da record.

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In questi giorni, intanto, in città si aprono tante bancarelle, anche benefiche, e piccoli villaggi di casette di legno che offrono idee per regali originali e golosità da assaggiare.

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Forte contrasto tra grattacieli e casette alpine lo troviamo in piazza Gae Aulenti,  ormai uno dei luoghi simbolo di Milano, e nella più defilata e algida CityLife.

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In quest’ultima è stato allestito un mercatino delle eccellenze enogastronomiche italiane, aperto fino al 24 dicembre.

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Casette di legno, che ormai fanno parte del nostro panorama natalizio cittadino. si trovano ai piedi dei due bianchi e avveniristici grattacieli che sembrano riflettersi compiaciuti in fontane senza zampilli.

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Questo mercato del gusto è dedicato a prodotti raffinati e di qualità: dai vini ai dolci, dalle birre artigianali agli assaggi di salmone e caviale con bollicine. Altre casette propongono “piattini” della tradizione divenuti di nicchia nell’epoca dei Mac e dei panini con wurstel. Si può assaggiare il famoso panino con lampredotto, specialità della “Macelleria Popolare”, aperta anche alla Darsena.

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È un angolo di Milano che a noi piace molto. Seduti al sole donato da queste insolite giornate di dicembre, su una bella panchina scaldata da funghi a gas, ci sentiamo spinti a pensare al presente e al futuro di questa nostra città.

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In questo nuovo quartiere, dove un tempo non lontano c’era la vecchia Fiera Campionaria, ora ci sono torri e case firmati da archistar internazionali come Isozaki, Hadid e Libeskind, ampi spazi per passeggiare, giocare, leggere o chattare.

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Milano si trasforma, si espande, cambia… Sta al nostro “cuore in mano” averne cura ed amarla come un figlio che cresce e intraprende la sua strada.

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Piazza Gae Aulenti, dove si trova un altro villaggio natalizio, è ormai entrata nella vita dei milanesi. Bancarelle, pista di pattinaggio sul ghiaccio, colori si alternano nei negozi e nella fontana, quasi uno specchio d’acqua fatto di luci riflesse. Sarà aperto fino al 7 gennaio.

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Fatti pochi passi ci troviamo in corso Como, coi suoi negozi di moda e di tendenza.

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Quasi per rendere omaggio all’eleganza, quest’anno i festoni natalizi rappresentano silhouette di donne glam, con abbigliamento diverso per epoca e stile.

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Le luminarie di corso Como sono fra le più originali di questo Natale; la moda e l’eleganza sembrano cucire insieme una strada “rivitalizzata” della vecchia Milano con le nuove architetture della zona Garibaldi.

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Profondamente diverso dai due precedenti, ma anche questo “fa” Milano, è il mercatino natalizio Garabombo di via Mario Pagano.

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Giunto alla ventesima edizione, ha fatto molta strada. Dapprima presente in una tenda al Castello, poi per qualche tempo trasferito in piazza Oberdan, ora il “tendone” del commercio equo e solidale è una presenza costante nel panorama milanese di Natale.

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Questo mercato ha portato qualcosa di nuovo, anticipando il futuro, in un tempo nel quale la sostenibilità non era ancora considerata. I prodotti non riguardano solo il sud del nostro pianeta, ma anche una buona selezione di prodotti bio alimentari italiani.

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Ci sono angoli tematici molto interessanti: dalla libreria, con uno spazio dedicato ai ragazzi, alla “Buona Bottega”, dai tè, tisane e cioccolato all’oggettistica varia e infine ad articoli molto curiosi come, in particolare, una matita che si può piantare dopo l’uso e un foglio fatto con la… pupù di elefante! Questo mercato sarà aperto fino all’ 8 gennaio.

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Un altro mercato che ci accompagnerà fino all’Epifania (chiusura 8 gennaio) è quello del Portello (nome di origine ducale! Qui c’era una piccola porta della tenuta di caccia degli Sforza).

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Sembra di essere in un mercatino di Natale del Trentino. Le bancarelle, situate nella piazza del Centro Commerciale (dove si trova un grande parcheggio sotterraneo gratuito), offrono un vasto assortimento di prodotti, food e non food, trentini, anche per un pensierino da ultimo minuto.

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Alberi con luci bianche fanno pensare alla neve e qualche angolo è dedicato ad artigiani che scolpiscono il legno o intrecciano cesti.

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Quattro passi per anticipare le feste sulla neve o per sentirsi in vacanza anche a Milano!

A presto…